IL CENTROFIERA

LE VICENDE DEL "CENTRO FIERA DEL GARDA" DI MONTICHIARI, E PRIMA ANCORA DEL SUO MERCATO AGRICOLO-ZOOTECNICO, SONO SEMPRE STATE AL CENTRO DELLA VITA POLITICO AMMINISTRATIVA, MA ANCOR PIU', DELLA VITA STESSA DEI MONTECLARENSI - DAL FEBBRAIO 2002 QUESTA PAGINA RACCOGLIE ALCUNI DOCUMENTI SIGNIFICATIVI DA CONSERVARE A FUTURA MEMORIA.
Lettera di Bassanelli al Giornale di Brescia  del 06/02/2002 Lettera di Alberti a Bresciaoggi del 14/2/2002
Lettera di Ermanno Maccione a Bresciaoggi del 19/02/02 L'ECO del 23/2/02 sull'Intesa tra Brescia e Montichiari
L'ECO dell'8/03/03 che riprende un articolo di Gazzina

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Lettera di Bassanelli al Giornale di Brescia del 6/2/2002

La Fiera tra Brescia e Montichiari

Apprendo dal suo giornale, del progetto di "Intesa" tra il Centro Fiera di Montichiari e l'Immobiliare Fiera di Brescia; se devo prestare fede al resoconto giornalistico, l'unica tacita presenza al tavolo degli Enti interessati è stata quella del Presidente del Centro Fiera di Montichiari e, a dire il vero, la cosa mi stupisce non poco.   Preferisco perciò credere che siano rimaste nella penna del bravo cronista alcune delle argomentazioni che sucuramente il signor Tanzini avrà portato a difesa della centralità e della identità dell'Ente che rappresenta.   Avrà perciò sicuramente ricordato che la vocazione fieristica di Montichiari ha una storia di 30 anni, che il Polo Fieristico è cresciuto nel tempo con i sacrifici e la capacità della comunità monteclarense che il know-how acquisito è un patrimonio prezioso ed unico, che il bilancio è sano e che l'attuale calendario fieristico è ricco di iniziative di alto livello.   Al contrario, avrà certamente sottolineato che a Brescia l'unica certezza è quella di grande capannone; per il resto tutto è affidato ai fatti che alle buone intenzioni dovessero seguire.  Il Presidente Tanzini avrà perciò manifestato il timore che, in una ipotetica nuova società, il bue di Montichiari debba tirare anche il carro di Brescia senza sapere bene, e fin da ora quali potrebbero essere i vantaggi di questa nuova fatica.  In ossequio quindi alla concretezza contadina che permea gli uomini della Bassa avrà quindi chiesto riscontri solidi e garanzie certe prima di avallare una operazione capace di strovolgere 30 anni di storia della sua comunità.  Nell'attesa di sapere dal suo bravo cronista se ciò corrisponde al vero, mi è gradita l'occasione per porgere distinti saluti.

Ing.IVAN BASSANELLI, membro del CdA del Centro Fiera di Montichiari

 

Lettera di Alberti a Bresciaoggi del 14/2/2002

L'accordo tra le fiere

Gentile direttore, leggo il servizio (Bresciaoggi 2/2) "Fiera, patto Brescia - Montichiari: annunciato l'accordo che pone fine ad una competizione storica". La pace, in piena regola, come si evince dall'articolo, è stata firmata presso la sede municipale di Montichiari il 1° febbraio da rappresentanti di tutti gli enti interessati, e precisamente Camera di commercio e Comune, Provincia, Aib, ente fiera Brescia e Montichiari. Al tavolo erano presenti, per l'alleanza strategica del grande evento, il sindaco di Montichiari, l'assessore provinciale Enrico Mattinzoli, Marco Palvarini (AIB), il presidente del Camera di commercio, gli amministratori della società Centrofiera di Montichiari capitanati dal Presidente Leonardo Tanzini; il presidente dell'Immobiliare fiera di Brescia, Giuseppe Soffiantini. Espressioni di soddisfazione, si legge, sono state espresse dai presenti, in particolare dal sindaco Gianantonio Rosa, il quale dichiarava: ... delinearsi il compimento di un progetto a lungo inseguito, qual è la gestione congiunta delle due realtà, ponte qualificante del mio programma elettorale". Se la soddisfazione per l'accordo raggiunto sul versante tecnico - amministrativo traspare da tutti i pori dei principali attori, per Montichiari lo è ancor più su quello politico. La cronaca in questione sottolinea come proprio il cambio al vertice dell'Amministrazione comunale con l'avvento del sindaco Rosa, sia stato uno dei passaggi trainanti cui si collega quello decisivo della defenestrazione di Danilo Mor, già direttore del Centrofiera, che " ... ora contrasta fieramente il matrimonio con il capoluogo". Eppure, se l'accordo in questione, con il quale i responsabili si sono giurati eterna fedeltà, quale soluzione migliore, a detta del presidente della Provincia, Cavalli, che non può che muoversi per coordinare le iniziative nello spirito di una più efficiente sintonia, alcuni mesi fa, al momento del sollevamento dall'incarico al direttore di Centrofiera Montichiari, da parte del suo consiglio di amministrazione, si sono levate ben alte le voci di moderne Cassandre, sottoforma di lettere ai due quotidiani che vedevano in questa manovra una delle calamità più terribili che si potesse prevedere per Montichiari. Un settimanale locale, l'Eco della Bassa Bresciana (n. 18, 5 maggio 2001) non solo le pubblicò, ne aggiunse altre, sulle quali è forse meglio stendere un velo, aprendo la serie in prima pagina, con titolo cubitale: "Buttati a mare trent'anni di esperienza professionale", unica nel suo genere, per aver rappresentato, fra l'altro, l'ultima e più clamorosa operazione della Lega di Montichiari, condotta con metodi da far invidia ai talebani (sic), distruttori delle grandi statue della civiltà buddhista. Se siamo giunti a tanto, i firmatari dell'accordo in questione sono, quantomeno, avvertiti.

Dino Alberti - Montichiari

 

Anche Ermanno Maccione dice la sua su Bresciaoggi del 19 febb.2002

La Giunta Badilini

Gentile direttore, non vi sono ormai dubbi che Montichiari lega l’attuale sviluppo ad un fortunato quanto irripetibile periodo storico del dopoguerra. Protagonista la Dc. La stabilità politica è stata alla base di tutte le iniziative. Così la Giunta Badilini nei suoi 21 anni di saggia Amministrazione ha trasformato il paese in una città. Passeggiando per Montichiari, ricordo ancora cosa c’era nel 1980: uno squallore e una trascuratezza che spaziavano dal maleodorante foro Boario al vecchio ospedale, dall’abbandonato Borgosotto alla desolata via Marconi. Con un costante ed assiduo impegno, mirato alle future generazioni, le pesanti lavorazioni del "terreno" hanno fatto germogliare tanti "fiori": il nuovo ospedale, le piscine, il palazzetto dello sport, le scuole medie e superiori, il castello Bonoris, nuove zone industriali, lottizzazioni e nuovi quartieri, le tangenziali, l’aeroporto e la fiera. La fiera del Garda ebbe molti ostacoli per il fatto che non esisteva una veduta di tipo industriale o di respiro regionale. Avvenne un miracolo: il vecchio ferro arrugginito divenne un gioiello con la Giunta Badilini. I meriti? Programmazione, estro, capacità commerciali, fermezza, convincimento, risultati vincenti per i cittadini monteclarensi che hanno goduto i benefici. Una fiera con tutti i numeri per essere la decima d’Italia. Il direttore pro tempore Danilo Mor è stato la punta di diamante e forse il principale artefice di tale riuscita. La fiera agricola è diventata anche campionaria ed in ambito locale fa gola a tanti. La Lega, penso, è stata molto dura e poco diplomatica a dare il ben servito a Mor perchè poteva affidargli altri incarichi, invece, come si suol dire "per la fretta la gatta ha fatto i gattini ciechi". E’ stato un imperdonabile errore. Altro piccolo gioiello è il settimanale L’Eco della Bassa Bresciana perchè si identifica nell’agorà cittadina, dove la democrazia è obbiettivo fermo e insuperabile. Purtroppo la data del 1° febbraio, venerdì, è stata tanto infausta per Montichiari. Per chi ancora non lo sapesse, Comune, Provincia, Aib, Camera di commercio, enti fiere di Brescia e Montichiari, per mano dei loro rappresentanti, hanno stretto una santa alleanza, ovvero una gestione collettiva, avallata da un documento che ne garantisce la perfetta compatibilità, che porta a credere che non vi siano crisi di rigetto. Montichiari non sa più lottare, ha gettato la spugna perchè ammaliata dal canto delle sirene. Così è caduto il baluardo della concorrenza che ha fatto crescere le due fiere, specie l’Exa, che sta completando un gigantesco padiglione polifunzionale di ben 15.800 mq dalla struttura architettonica esterna particolare: piloni e tiranti d’acciaio vicino alla tangenziale! Alla base di tale decisione, vantaggiosa per Brescia, gioca anche la paura che un colosso come Brescia abbia potuto sortire l’indecisione dovuta alla mancanza di ulteriori idee (Mor è un vulcano di idee) per altre iniziative. Da adesso la città di Brescia può vantare un nuovo polo fieristico guidato dal presidente G. Soffiantini, che nel volgere di pochi anni dovrebbe diventare tra i primi d’Italia, considerato che la città è molto industrializzata, l’agro-industria è fortissima, così pure turismo e servizi. Montichiari perderà molte posizioni. Brescia è riuscita a dettare le sue condizioni, ha vinto la partita. A Montichiari le stalle si fanno sempre più vuote. Da 700 capi si è passati a 181 (14 dicembre 2001). Non possono essere 3 cm di neve o due mesi di freddo secco a giustificare tale debacle. La fiera del Garda va avanti solo per inerzia. Così si stanno avverando le profezie di Aldo Busi.

 

L'ECO del 23 febbraio 2002

Fiere Brescia-Montichiari Matrimonio in vista?

L’ipotesi è ufficiale: ne hanno dato notizia Bresciaoggi e Giornale di Brescia sabato 9 febbraio (nel riquadro riportiamo la cronaca).   E però già il 6 febbraio l’ing. Ivan Bassanelli di Forza Italia (consigliere del Centro Fiera di Montichiari designato dalla Provincia insieme al dr. Carzeri), aveva sollevato la questione con una articolata lettera al Direttore, puntualmente ripresa dall’Eco in prima pagina sul numero scorso.   Ci domandiamo: doveva essere un ghedese a porre all’attenzione dell’opinione pubblica (gli stessi consiglieri comunali cosa ne sanno?) una questione così importante per i monteclarensi, e a difendere con argomentate ragioni un patrimonio costruito in decenni di appassionata gestione amministrativa?  Diciamo subito che facciamo nostre le osservazioni di Bassanelli. Ma diciamo pure che il problema è sempre stato affrontato con ampia disponibilità anche in passato, con concreto realismo e con atti ufficiali, da parte dell’Amministrazione comunale di Montichiari: Delibere unanimi di consiglio, ordini del giorno, inviti e lettere circostanziate alla Provincia, alla Camera Commercio, al Comune di Brescia (ci riserviamo di fornire precisa documentazione in merito): tutti atti rimasti senza risposta alcuna!  Ora la nuova Giunta, il 2 novembre scorso, ha deliberato di aderire allo studio di un progetto unitario per la gestione di due poli fieristici, assumendosi al 50% la spesa per il relativo incarico professionale ammontante a complessive L.78.000.000+IVA.  È giunto dunque il tempo del fidanzamento ufficiale? E magari del matrimonio? Ben vengano! Purché anche la sposa porti una dote adeguata, e non solo la "nobiltà".   Invero, dopo anni che se ne scrive, il prossimo 14 aprile avverrà finalmente l’inaugurazione del nuovo Polo fieristico bresciano, costato il doppio di quello di Montichiari. La Camera di Commercio vi ha concorso con oltre il 57%, mentre - è d’obbligo precisarlo - non ha mai contribuito con sole mille lire per la Fiera di Montichiari, trovando sempre pretesti per dire no. Eppure, già dalla sua denominazione, la "Camera di commercio della Provincia" dovrebbe farsi carico della promozione di tutta l’economia bresciana: i finanziamenti che dispensa derivano infatti dai contributi versati dall’intera comunità bresciana.   Non ci pare quindi, anche per queste considerazioni, che la vicenda possa andar via in sordina: quanto meno, come ha ben espresso il consigliere Bassanelli, "occorrono riscontri solidi e garanzie certe prima di avallare un’operazione capace di stravolgere 30 anni di storia della comunità".    Trent’anni di programmazione politica e amministrativa, cui va il merito dell’indiscutibile successo.

 

FIERA: MONTICHIARI & BRESCIA BISOGNA CAMBIARE STRADA

All'attenzione degli Amministratori monteclarensi

DALL'ECO : Riprendiamo un articolo di Lorenzo Gazzina, già pubblicato il 30 novembre scorso, per riproporlo, nella sua permanente attualità e nella lucidità della diagnosi, ai nostri lettori, soprattutto agli amministratori comunali e a quelli del Centro Fiera.

Ci chiediamo anche perché il sindaco Rosa e le forze politiche al potere monteclarense continuino ad ignorare esperienze e competenze locali, che qualche consiglio e qualche contributo disinteressato potrebbero ben darlo, con la conoscenza derivante da anni di attenzione ai problemi del paese e alle logiche di sviluppo che soddisfano il bene comune. Basterebbe poco: qualche sereno dibattito pubblico sui problemi più importanti in un confronto democratico, da più parti e più volte sollecitato in questi anni. Inutilmente.

È possibile la gestione unitaria delle fiere di Montichiari e di Brescia? Lo studio che, un anno fa, Provincia, Camera di Commercio e Centro Fiera del Garda commissionarono al professor Lantranco Senn, dice di sì. Anzi, dice che è doverosa, se i due poli fieristici vogliono sopravvivere e crescere. Di conseguenza, gli enti interessati si stanno interrogando sul da farsi. Così, almeno. riferivano le cronache giornalistiche dei giorni scorsi.   Il primo passo lo ha proposto il nostro sindaco: creare una commissione che "studi come iniziare a muoversi per arrivare" all'obiettivo. Proposta accolta all'unanimità da tutti i rappresentanti istituzionali. Il che è un bel progresso, se si considera come fino a pochi anni fa, sulla questione, volassero spesso parole grosse tra Montichiari e Brescia, a sostegno di disegni contrapposti.   Oggi, se non altro, le due realtà si parlano. Al di là delle buone intenzioni, però, c'è ancora molta nebbia. In Italia - diceva Longanesi - quando non si sa cosa fare, si nomina una commissione.    Le conclusioni dello studio del professor Senn, nell'auspicare una gestione integrata, confermano implicitamente come sia stato dissennato far sì che due poli espositivi speculari si sviluppassero nel raggio di 20 Km. Tra l'altro, la Fiera di Brescia continuerà anche nei prossimi anni a drenare risorse pubbliche, senza apportare alle esigenze del mondo produttivo provinciale nulla più di quanto, già adesso, offra Montichiari.  Nessun politico bresciano, nessun amministratore monteclarense ha finora spiegato quale livello d'integrazione sia ipotizzabile tra le due Fiere, tenuto conto che Montichiari, nonostante alcune difficoltà contingenti, ha sin qui dimostrato di avere una buona operatività e di sapersi reggere economicamente, mentre la Fiera di Brescia è ancora a mezza strada e ben lontana dall'equilibrio gestionale.   Nessuno finora si e azzardato a dire quel che è facilmente intuibile, e cioè che la dimensione nazionale del sistema espositivo bresciano si promuove solo focalizzando investimenti e progetti di sviluppo fieristico sul Centro monteclarense ed orientando le strutture del capoluogo verso funzioni direzionali e di rappresentanza e o verso manifestazioni e servizi di carattere locale.     Diversamente, quand'anche nei prossimi anni si evitasse la concorrenza tra i due poli, non si eviterebbe comunque una perdita di competitività complessiva rispetto alle Fiere del Nord Italia.   Il caso "Nautic Show" è solo la prima avvisaglia di quel che potrebbe accadere.    "Nautic Show", abbandonato Montichiari (ufficialmente per carenza di spazi), ha traslocato a Verona e non a Brescia che pure vanta strutture avveniristiche.    Ben vengano dunque gli incontri istituzionali. Al tavolo di quegli incontri, tuttavia, gli amministratori monteclarensi dovrebbero pretendere soprattutto chiarezza. Senza chiusure campanilistiche, certo. Ma anche senza svendere un patrimonio del paese al mercato della bassa politica.  E chiarezza significa dire ai politici bresciani ed ai vertici della Camera di Commercio che occorre cambiare strada. Quella fin qui seguita (miliardi a Brescia e passerella per il taglio dei nastri a Montichiari) è un vicolo cieco per tutti.    Altrimenti, il rischio è che la gestione integrata si riduca ad una mera operazione di facciata, con il risultato di lasciare le cose come stanno, sprecando opportunità di crescita e soldi pubblici.

Lorenzo Gazzina - Eco della Bassa dell'8 marzo 2003

 

 

 


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