IL DIRITTO DI ACCESSO AGLI ATTI |
La lettera del nostro curatore in seguito alla negazione della copia di una delibera - Settembre 2004 |
Egregio Direttore, mi permetto di disturbare lei e i lettori con una questione che potrebbe apparire (ma non lo è) di interesse esclusivamente personale e cioè il cosiddetto diritto di accesso agli atti, ovvero, in parole povere, il diritto del "semplice" cittadino a leggere e/o avere le fotocopie (seppur dietro corresponsione delle spese) delle delibere assunte dai Consigli comunali e dalle Giunte, almeno del proprio Comune. Il mio caso privato non ha importanza venga spiegato, basti dire che da anni mi capita di chiedere copie di atti e di vedermi negata la possibilità. Il Sindaco ogni volta mi risponde che non ho titolo o che comunque le mie richieste "mancano di un interesse o di una posizione giuridica soggettiva da tutelare". In breve accade questo: io colgo, dalla stampa o dalle vicende legate al confronto politico locale, stimoli per approfondire la conoscenza su determinate scelte fatte dalla Pubblica Amministrazione locale, passata o attuale; magari il mio interesse è dettato da una certa voglia di polemizzare o di precisare ma tantè! Io sono un "qualsiasi" cittadino che chiede numi attraverso latto più pubblico che esista in Comune e cioè la deliberazione formale. Dopo aver compilato e fatto protocollare la mia richiesta sulla quale scrivo che il motivo del mio interesse è quello ad "avere informazioni" e di tipo "documentaristico giornalistico" (detto incidentalmente mantengo anche un sito internet informativo locale) attendo con calma finché non giunge la consueta lettera di diniego firmata dal primo cittadino. Lultima volta è accaduto pochissimi giorni fa; avevo chiesto a luglio la delibera n.64 del 28/04/1999 "Accettazione della donazione Bergomi al Comune". In data 10 settembre il Sindaco mi scrive: " il legislatore italiano non ha adottato il criterio delluniversalità del diritto di accesso sul piano della legittimazione, probabilmente per evitare il rischio che tale diritto si risolva in un ingiustificato intralcio allazione amministrativa questa Amministrazione ritiene di doversi attenere alla legislazione vigente che àncora la legittimazione allaccesso agli atti alla presenza di una situazione giuridicamente rilevante ". Allegata a detta risposta unaltra lettera del Dirigente di Segreteria che cita tutta la giurisprudenza in materia. Vedasi quindi: Art.22 e 25 L.7/8/1990 n.241; Sent.Cons.di Stato sez.V,8/9/2003,n.5034 e 18/3/2004, n.1412, e poi sez.IV, 4/2/2003,n.569, e poi sez.V, 12/10/2002, n.5516 e TAR Marche 14/10/2003, 1022 e ancora TAR Lombardia Milano, sez.III, 15/11/2002, n.4457; regolamento comunale Insomma tanto lavoro e consultazione giuridica per dirmi di no. Ma ora voglio chiedere una consulenza tramite questa rubrica del suo giornale e la chiedo ai Segretari comunali, ai Difensori Civici (ad oggi quello del mio Comune non mha ancora risposto), ai giuristi, ai dirigenti di Segreteria vari. Chiedo: che senso ha negare la visione di un atto e leventuale copia a posteriori quando la legge ne garantisce comunque la pubblicazione allalbo pretorio (art.124 del D.Lgs.N.267/2000) ? Che senso ha il richiedere le motivazioni, "linteresse giuridico da tutelare" o la "posizione giuridica soggettiva da tutelare" quando il renderla esplicita potrebbe danneggiare il cittadino che (ad esempio) volesse ricorrere contro lAmministrazione o suoi dipendenti ? Cosè "linteresse e/o la posizione giuridica da tutelare"? Qualcuno le può spiegare, regolamentare, rendendo edotti tutti senza prendersi un avvocato, come mi consiglia il mio Comune dicendomi che se voglio posso ricorrere al TAR ? Ma infine: perché tanto sforzo per nascondere un atto assolutamente pubblico nel quale non sono presenti nemmeno motivi di eventuale tutela della privacy ? Credo che chi ne sa qualcosa debba e possa esprimersi e di questo ringrazio anticipatamente. Tutto ciò senza entrare nel politico, nel localismo, salvo una piccola chiosa finale. Il mio Sindaco ci tiene nella sua lettera a scrivermi: "Da ultimo Le posso assicurare che la comunicazione che attua questo Ente, in base ad uno specifico progetto, incontra il più ampio e favorevole riscontro da parte dei cittadini". Come dire che sono io il solo che mi rammarico. Mi viene a questo punto da chiedere quanti siano i "rompiscatole" che chiedono copie di delibere e quanti vengono accontentati o meno. Non è che, più che di "favorevole riscontro" si tratti di "non sfavorevole riscontro" in quanto pochi hanno la voglia e i motivi per approfondire e quindi nessuno o quasi chiede notizie allEnte ? Mi complimento con quanti operano nella trasparenza e senza remore, come quei Comuni di ogni parte e colore politico che, senza farmi lesame del sangue, mi hanno fornito sempre e comunque copia degli atti, addirittura via posta elettronica, o indicato la pagina web ove leggere e scaricare il documento richiesto. Caro Sindaco lei conosce il vecchio detto che dice che chi non ha nulla da nascondere non teme di mostrare ogni cosa ? DANIELE ZAMBONIMontichiari 15/09/2004 |
La lettera del dott.Petrina su Bresciaoggi del 25 Settembre 2004 |
Caro direttore, su BresciaOggi del 2l settembre è stata pubblicata una lettera a firma del signor Daniele Zamboni di Montichiari relativamente all'accesso agli atti amministrativi, nella quale lo stesso si doleva per mancato accesso e per tale motivo si 'appellava' ai segretari bresciani per avere lumi al riguardo sulla corretta applicazione nel suo paese della legge n. 241 del '90 sulla trasparenza amministrativa negli enti locali. Invero ogni ente ha un regolamento che fissa la disciplina per accedere formalmente agli atti del Comune (delibere, determine, ecc.) nel rispetto della funzionalità degli uffici comunali, elencando lo stesso regolamento le eccezioni al libero accesso. Lo spirito della legge, comunque sia stata applicata nel regolamento comunale, è quello di garantire la massima pubblicità agli atti amministrativi e le poche eccezioni riguardano il rispetto della privacy o altre esigenze particolari. In base alla regola della trasparenza e della pubblicità, gli atti amministratici vanno affissi all'albo pretorio di ogni Comune che è pubblico sia per la visione e sia per la richiesta di accesso (rilascio di copia). Ogni cittadino nei dieci giorni dalla pubblicazione degli atti (delibere e determine) allalbo pretorio ha cosi il diritto di averne copia per, presentare ricorso amministrativo: tale diritto non può essere limitato, tant'è che la legge ha semplificato la procedura innanzi al Tar (L. 205/00) innovando la materia e consentendo al cittadino tempi abbreviati per il. giudizio nonché per il riconoscimento del danno ingiusto derivante dal diniego della Pa all'esercizio del diritto di accesso. dr. Antonio Pètrina segretario provinciale Unione segretari comunali e provinciali di Brescia |
La lettera del nostro curatore al Consiglio e al Sindaco del 28 Settembre 2004 |
Allegregio signor Presidente del Consiglio comunale
Montichiari 28 settembre 2004 Oggetto : Diritti di accesso agli atti proposta di regolamentazione Come forse già saprete io sottoscritto, Daniele Zamboni, abitante in Montichiari ove sono nato, ho avuto modo di scrivere una lettera ai giornali con lintento di avere pareri qualificati attorno alla corretta interpretazione del diritto di accesso agli atti, che riguarda non solo i signori Consiglieri ma anche qualsiasi persona fisica o giuridica che abbia interesse a vedere e/o avere copia di atti comunali. Ho da tempo in corso col Comune di Montichiari una questione che considero ormai di principio: non mi sono infatti mai state date le copie degli atti che ho richiesto in base al fatto che "non avrei titolo giuridico da far valere o interessi da tutelare". Premesso che a mio modesto avviso ogni atto pubblico (e considero le delibere di Consiglio, di Giunta, le determine e i verbali di Commissione o Consiglio i principali atti pubblici per eccellenza) dovrebbe avere la massima "accessibilità", ovvero dovrebbe essere fornito a richiesta senza alcuna remora, ho chiesto nella lettera ai giornali che qualche esperto chiarisse meglio il concetto di "interesse giuridico da tutelare" anche alla luce del fatto che, mentre sono esposti allalbo pretorio, gli atti sono accessibili senza alcuna dichiarata motivazione. Dopo aver letto la mia lettera che trovate allallegato 1), potete leggere la risposta pubblica fornita a me e a tutti i lettori su Bresciaoggi del 25/09 u.s. dal segretario provinciale dellUnione segretari comunali e provinciali di Brescia, dott.Antonio Pètrina, allallegato 2). Credo che in sintesi il senso sia questo: "lo spirito della legge, comunque sia stato applicato nel regolamento comunale, è quello di garantire la massima pubblicità agli atti amministrativi e le poche eccezioni riguardano il rispetto della privacy o altre esigenze particolari" così scrive Pètrina e così io ed altri la pensiamo, tantè che nessun Comune di varia natura politica si è mai rifiutato di darmi copia degli atti come è invece accaduto in questo Comune, anche con le ultime comunicazioni giuntemi per negarmi il diritto (vedi allegati 3 e 4). CHIEDO QUINDI che il signor Presidente del Consiglio comunale, i signori Capigruppo, la stessa Giunta, abbiano a riflettere sulla esigenza di studiare e poi deliberare un regolamento che disciplini le limitazioni, le esclusioni e il differimento del diritto di accesso (vedi esempio allallegato 5), ovvero che indichi le categorie di documenti sottratti al diritto di accesso (vedi esempio allallegato 6). Nella certezza che vorrete acquisire questa mia come lo stimolo di un concittadino volto a rendere sempre più trasparente e tutelante lazione amministrativa, mi metto rispettosamente a disposizione di chiunque voglia ulteriori dettagli o fonti informative. Con ossequi e auguri di buon lavoro, ringrazio dellattenzione. Allegati come sopra 1,2,3,4,5,6DANIELE ZAMBONI |
La lettera di un anonimo da Salò al nostro curatore datata 22 Settembre 2004 |
|
IL PARERE DI UN EX CONSIGLIERE COMUNALE
Allamico Daniele Zamboni, che nel precedente numero ci ha portato a conoscenza sul trattamento ricevuto dallAmministrazione comunale di Montichiari a fronte della sua richiesta di poter visionare alcuni atti pubblici, mi viene spontaneo dire (paradossalmente) che si può dire fortunato. Il signor Sindaco in persona si è attivato per rispondergli, per motivare il diniego. Significa che lo stesso ha messo in moto lintera pianta organica del comune, dal Segretario generale a tutte le altre menti, per scoprire una possibile motivazione che avesse qualche parvenza di credibilità giuridica. No , lasciamo stare la favola del Comune aperto, della più volte sbraitata trasparenza, quelle sono belle parole che si dicono in campagna elettorale. Dico che si può ritenere fortunato perché parecchie persone, nellultimo quinquennio, hanno indirizzato varie lettere al primo cittadino, ma nessuna ha mai ricevuto alcun cenno di risposta. Io stesso ho qualcosa da dire in proposito. Consigliere comunale dal 2000 al 2004, ho presentato al Sindaco uninterrogazione scritta nel maggio del 2004, un mese circa prima delle elezioni, in qualità di consigliere uscente. Oggetto della richiesta era la fontana che è sorta davanti al Centro Fiera. Esiste una determina che sancisce gli accordi per la costruzione (e successiva manutenzione) della fontana, ma non sono precisati eventuali introiti a favore del Comune per lesposizione per lungo tempo di unampia insegna della ditta costruttrice. Tutti sanno che cé la tassa sulla pubblicità; chiedevo, in pratica, se il Comune aveva previsto o meno un tributo in tal senso allazienda che stava realizzando lopera, per gli indubbi vantaggi che ne avrebbe tratto dal veder pubblicizzato il proprio marchio. Successivamente i due grandi cartelli sono stati sostituiti da un numero imprecisato di piastrelle riportanti il logo della ditta in questione, ma il problema cambia di poco. Inutile dire che sono a tuttoggi in attesa della risposta e che da molto tempo sono trascorsi i fatidici trenta giorni previsti dal regolamento. Sento dire spesso che a Montichiari la polemica non paga, che bisogna lasciar perdere, non disturbare il manovratore. Che stupido! Pensavo che in politica fossero larroganza, la protervia, la smaccata volontà di mostrarsi superiori ad essere incompatibili con la democrazia, ma senza dubbio mi sbagliavo. Ad ogni momento, ora, ci vengono schiaffati in faccia i 7000 voti che si sono riversati sul Sindaco. Cosa volete ancora dire? Poco, senzaltro: ribadire magari- che almeno altri 8000 e più cittadini, in ogni caso, non lhanno fatto. Giulio Bertolini Montichiari 30 ottobre 2004 |
L'INTERPELLANZA DEI CONSIGLIERI DS E MARGHERITA
Al Signor Sindaco del Comune di Montichiari
Alla segretario Comunale Al Presidente del Consiglio Comunale I sottoscritti consiglieri comunali , Renato Baratti e Felice Garzetti , Interpellano Il signor Sindaco e la Giunta comunale al fine di conoscere se intendono adottare delle misure che amplino la possibilità di accedere agli atti comunali. In particolare essi richiedono se la Giunta e dellintendimento di adottare, fra le altre, anche queste misure :
La ringraziamo dellattenzione e chiediamo che codesta interpellanza venga discussa nel prossimo Consiglio Comunale. Montichiari, 16/11/04 RENATO BARATTI FELICE GARZETTI |
LA TRASPARENZA IN PROVINCIA
UN BUON ESEMPIO DI DEMOCRAZIA E DI TRASPARENZA La Presidente del Consiglio Provinciale Paola Vilardi (F.I.) espone sui giornali il buon andamento del Consiglio che riesce a lavorare con una certa tranquillità e con strumenti adeguati. Questo atteggiamento è apprezzabile al di là del colore politico di minoranze e maggioranze ed è auspicabile esista in ogni Consiglio, anche comunale.
18 GENNAIO 2005 |
LA TRASPARENZA NEL COMUNE DI CHIARI
Bresciaoggi - Mercoledì 2 Febbraio 2005 CHIARI. "Operazione" trasparenza Sul maxi-schermo i testi delle delibere La trasparenza amministrativa continua ad essere al centro degli interventi promossi
dalla giunta di Chiaria guidata dal sindaco Sandro Mazzatorta che, dopo aver varato il
progetto di trasmissione in diretta delle sedute di Consiglio comunale via internet, ha
avviato nuove iniziative finalizzate a rendere sempre più facile l'accesso da parte dei
cittadini agli atti amministrativi. Dopo la trasmissione sperimentale dell'audio di una
seduta consiliare, con la prossima convocazione su internet sarà possibile vedere, oltre
che ascoltare, in diretta lo svolgimento dell'adunanza, grazie all'attivazione di una
"web-cam" nel salone Marchettiano.
ECCO COSA I GIORNALI AVEVANO GIA' PUBBLICATO PRIMA Bresciaoggi - Mercoledì 2 Febbraio 2005 Consiglio on-line con laudio - Presto sarà anche
in video CHIARI - Per la prima volta una seduta del Consiglio Comunale è stata trasmessa in diretta. È avvenuto nellultima seduta che ha portato allapprovazione del bilancio di previsione 2005, del piano triennale delle opere pubbliche e degli altri numerosi punti allordine del giorno grazie allimpegno del tecnico comunale Sergio Ambrosini in collaborazione con Fastweb, tutti gli "internauti" interessati a seguire con un semplice "clic" di mouse sullapposita icona inserita nel sito internet comunale www.comune.chiari.brescia.it hanno potuto seguire integralmente laudio dellultima seduta consiliare clarense. "Il prossimo obiettivo - spiega il sindaco Sandro Mazzatorta - è trasmettere, contestualmente allaudio, pure il video delle sedute consiliari. Il costo, grazie allaiuto e alla sponsorizzazione di Fastweb su cui stiamo lavorando proprio in questi giorni, dovrebbe alla fine essere veramente irrisorio, circa 30 euro mensili. Un costo che potrebbe ridursi ulteriormente se altri Comuni dellOvest Bresciano aderiranno alliniziativa". La trasmissione sperimentale on-line delle sedute del Consiglio Comunale non è lunica iniziativa dellamministrazione Mazzatorta. Sul sito, infatti, sono visionabili e scaricabili le deliberazioni della Giunta Comunale dal suo insediamento, il 27 giugno 2004. Giornale di Brescia del 29 dicembre 204 |
FINALMENTE IL NOSTRO COLLABORATORE OTTIENE LA DELIBERA
Dopo lungo peregrinare tra Difensore Civico e
Segreteria comunale, il nostro collaboratore, che chiedeva copia di una delibera (vedi punto 01) di Consiglio del 1999, decide di scrivere una nuova
richiesta motivandola in maniera ancora più specifica con l'intenzione di denunciare
taluni amministratori locali che, a suo dire, diffondendo false notizie su certe scelte
amministrative (in particolare durante la campagna elettorale del 2004) avrebbero recato
danno d'immagine agli amministratori precedenti. Di fronte a tale chiara intenzione
il nostro collaboratore ottiene quanto richiesto e la lettera accompagnatoria della copia
dell'atto inviata dal Comune così recita: "La richiesta può essere accolta in
quanto : a) è stato specificato l'interesse diretto, concreto e attuale alla conoscenza
del documento; b) trattasi di una situazione giuridicamente rilevante collegata all'atto
al quale è chiesto l'accesso." Dopo un anno circa (a parte richieste precedenti) l'atto è ottenuto. Considerazione: tutto il lavoro fatto dai funzionari comunali per negare l'atto è sicuramente costato tempo e fatica. Non era meglio, dato peraltro che la delibera tratta di un argomento molto semplice senza ricadute su terzi, che la copia venisse fornita senza ostacoli e rapidamente? Non sono meglio la trasparenza e la tranquillità piuttosto che fare barriere e preoccuparsi oltre misura? Come si scrive al punto successivo : "Il segreto non è più una regola, ma una eccezione", quindi secretare gli atti è una cosa da fare in maniera rara, attenta e legata esclusivamente a dati oggettivi e giuridici e sicuramente non a valutazioni di ordine politico. |
IL GIORNALE DI BRESCIA PUBBLICA UN ARTICOLO Mercoledì 13 aprile 2005 pag. 14 MONTICHIARI Il Tar sanziona il rifiuto dellAmministrazione a mostrare a una impresa la pratica del concorrente Accesso agli atti, Comune "condannato" I giudici: "Il segreto non è più una regola, ma una eccezione"È sempre più frequente il rifiuto degli enti locali (Comuni, Province, Regioni, Asl) e degli enti statali (Questure, Prefetture) a consentire, anche a chi ne abbia titolo, laccesso agli atti amministrativi. Ma altrettanto frequenti, si può dire, sono le sentenze dei tribunali amministrativi che, accogliendo i molti ricorsi dei cittadini, impongono alle pubbliche amministrazioni lostensione e la consegna in fotocopia dei documenti. È questa la linea adottata dal Tar di Brescia in presenza, ovviamente, di fondate ragioni del richiedente e di miope interpretazione della legge da parte degli enti locali e statali. Le rigidità formali (o "di posizione") spesso esercitate in questa materia dalle pubbliche amministrazioni sono ingiustificate ed anacronistiche, afferma il nostro tribunale amministrativo, poiché "è stato chiarito dalla giurisprudenza che il riconoscimento nel nostro ordinamento del principio di pubblicità dei documenti amministrativi segna un totale cambiamento di prospettiva, perché comporta che se prima il segreto era la regola e la pubblicità leccezione, ora è vero il contrario; che siffatta impostazione ha indotto la giurisprudenza stessa ad affermare che il diritto di accesso ai documenti amministrativi riconosciuto dalla legge 241 del 1990 prevale sullesigenza di riservatezza ogni qualvolta laccesso venga in rilievo per la cura o la difesa di interessi giuridici del richiedente, anche se, beninteso, linteresse vantato deve essere concretamente collegato alle specifiche esigenze del richiedente, e, come tale, deve essere serio, non emulativo, e non riconducibile a mera curiosità, nonché riferibile al medesimo in quanto titolare di una posizione soggettiva giuridicamente rilevante e qualificata dallordinamento come meritevole di tutela". Questo virgolettato è il cuore della sentenza pronunciata lo scorso 8 aprile dai giudici amministrativi di Brescia che hanno "condannato" il Comune di Montichiari a consegnare i documenti a chi li ha richiesti, inoltre a versargli circa 2,5 milioni di vecchie lire a titolo di rimborso delle spese di giustizia. Una affermazione che ha carattere generale. Il caso esaminato dal Tar è cominciato lo scorso febbraio. Sullo sfondo, si è accennato, questioni di concorrenza tra due aziende venete, leader in Italia nel settore della fornitura di materiali per ledilizia, con forti interessi nellarea monteclarense. Ecco i fatti. La "Fornaci calce Grigolin" chiede al Comune di Montichiari di visionare alcuni documenti relativi alla pratica della società "Fassa Bortolo srl", motivando il suo interesse con la circostanza che le due imprese "svolgono la propria attività imprenditoriale in diretta concorrenza", e che la "Fassa Bortolo" (la sede bresciana è a Mazzano) aveva avviato le procedure per realizzare un impianto industriale nel territorio comunale di Montichiari. In due occasioni, nellottobre 2004 e nel febbraio 2005, il Comune respinge la domanda di "Fornaci calce Grigolin", prima precisando che la "Fassa Bortolo" sera limitata a chiedere un parere al Consiglio comunale sul suo progetto, poi motivando con la mancanza del requisito "di uno stabile collegamento del richiedente con larea dintervento". "Fornaci calce Grigolin" non molla losso. Difesa dagli avvocati Giuseppe Porqueddu, Chiara Ghidotti e Franco Zambelli, si rivolge al Tar per chiedere lannullamento dellaccesso negato. Il Comune di Montichiari, pur informato del ricorso, non si costituisce in giudizio. Venerdì scorso, abbiamo detto, la sentenza. Ora "Fornaci calce Grigolin" potrà leggere la pratica "Fassa Bortolo". Con una stringata, conclusiva motivazione il Tar spiega che "nel caso in esame, il diritto di accedere agli atti dellAmministrazione comunale è legato non tanto alla residenza del soggetto richiedente, quanto al collegamento fra linteresse sotteso alla richiesta daccesso e lattività del Comune, con la conseguenza che un imprenditore avente sede fuori dal territorio comunale ha diritto alla esibizione degli atti riguardanti unattività posta in essere nel Comune da unimpresa concorrente, in quanto detta ostensione consente di valutare leventuale esistenza di irregolarità che possano tradursi in pregiudizi alla concorrenza". Infine "che nel caso di specie sembra sussistere un interesse meritevole di tutela in quanto dalle deduzioni ed allegazioni della ricorrente risulta un suo interesse personale e diretto, ravvisandosi tali condizioni nella circostanza che verosimilmente limmobile oggetto della pratica edilizia verrà adibito allattività concorrenziale e nella coincidenza totale o parziale del prevedibile bacino di utenza tale da poter determinare un apprezzabile calo del suo volume daffari". esseci |