IL DIRITTO DI ACCESSO AGLI ATTI

IL DIRITTO DI ACCESSO AGLI ATTI DOVREBBE GARANTIRE IN PRIMIS AI CONSIGLIERI COMUNALI E POI A TUTTI I CITTADINI LA POSSIBILITA' DI ESAMINARE OGNI ATTO PUBBLICO, DALLE DELIBERE DI GIUNTA A QUELLE DI CONSIGLIO ALLE DETERMINAZIONI DEI RESPONSABILI.  QUESTO DOSSIER RACCOGLIE UN CASO PARTICOLARE, NATO DALL'ESIGENZA DI QUESTO SITO DI AVERE MATERIALE PER LA PUBBLICAZIONE DI INFORMAZIONI UTILI AI CITTADINI DI MONTICHIARI.  SONO QUI ESPLICITATI I CONCETTI, I PARERI E I CASI DI ALTRI ENTI, COME ESEMPIO E INDICAZIONE VERSO LA TRASPARENZA.
1 - La lettera del nostro curatore in seguito alla negazione della copia di una delibera - Settembre 2004 2 - La lettera del dott.Petrina di replica da Bresciaoggi del 24 settembre 2004
3 - La lettera al Consiglio e al Sindaco del nostro collaboratore consegnata in data 28 e 29 settembre 2004 4 - La lettera anonima giunta al nostro curatore datata 22 settembre 2004
5 - Il parere di un ex Consigliere comunale sulla questione 6 - Una interpellanza dei Consiglieri DS e MARGHERITA
7 - Il comportamento di trasparenza in Provincia 8 - La trasparenza nel Comune di Chiari
9 - Infine la delibera è ottenuta ma ... 10 - Il TAR condanna il Comune per il caso di una ditta

 


 

La lettera del nostro curatore in seguito alla negazione della copia di una delibera - Settembre 2004

 

Egregio Direttore, mi permetto di disturbare lei e i lettori con una questione che potrebbe apparire (ma non lo è) di interesse esclusivamente personale e cioè il cosiddetto diritto di accesso agli atti, ovvero, in parole povere, il diritto del "semplice" cittadino a leggere e/o avere le fotocopie (seppur dietro corresponsione delle spese) delle delibere assunte dai Consigli comunali e dalle Giunte, almeno del proprio Comune. Il mio caso privato non ha importanza venga spiegato, basti dire che da anni mi capita di chiedere copie di atti e di vedermi negata la possibilità. Il Sindaco ogni volta mi risponde che non ho titolo o che comunque le mie richieste "mancano di un interesse o di una posizione giuridica soggettiva da tutelare". In breve accade questo: io colgo, dalla stampa o dalle vicende legate al confronto politico locale, stimoli per approfondire la conoscenza su determinate scelte fatte dalla Pubblica Amministrazione locale, passata o attuale; magari il mio interesse è dettato da una certa voglia di polemizzare o di precisare…ma tant’è! Io sono un "qualsiasi" cittadino che chiede numi attraverso l’atto più pubblico che esista in Comune e cioè la deliberazione formale. Dopo aver compilato e fatto protocollare la mia richiesta sulla quale scrivo che il motivo del mio interesse è quello ad "avere informazioni" e di tipo "documentaristico giornalistico" (detto incidentalmente mantengo anche un sito internet informativo locale) attendo con calma … finché non giunge la consueta lettera di diniego firmata dal primo cittadino. L’ultima volta è accaduto pochissimi giorni fa; avevo chiesto a luglio la delibera n.64 del 28/04/1999 "Accettazione della donazione Bergomi al Comune". In data 10 settembre il Sindaco mi scrive: "…il legislatore italiano non ha adottato il criterio dell’universalità del diritto di accesso sul piano della legittimazione, probabilmente per evitare il rischio che tale diritto si risolva in un ingiustificato intralcio all’azione amministrativa…questa Amministrazione ritiene di doversi attenere alla legislazione vigente…che àncora la legittimazione all’accesso agli atti alla presenza di una situazione giuridicamente rilevante…". Allegata a detta risposta un’altra lettera del Dirigente di Segreteria che cita tutta la giurisprudenza in materia. Vedasi quindi: Art.22 e 25 L.7/8/1990 n.241; Sent.Cons.di Stato sez.V,8/9/2003,n.5034 e 18/3/2004, n.1412, e poi sez.IV, 4/2/2003,n.569, e poi sez.V, 12/10/2002, n.5516 e TAR Marche 14/10/2003, 1022 e ancora TAR Lombardia Milano, sez.III, 15/11/2002, n.4457; regolamento comunale … Insomma tanto lavoro e consultazione giuridica per dirmi di no. Ma ora voglio chiedere una consulenza tramite questa rubrica del suo giornale e la chiedo ai Segretari comunali, ai Difensori Civici (ad oggi quello del mio Comune non m’ha ancora risposto), ai giuristi, ai dirigenti di Segreteria vari. Chiedo: che senso ha negare la visione di un atto e l’eventuale copia a posteriori quando la legge ne garantisce comunque la pubblicazione all’albo pretorio (art.124 del D.Lgs.N.267/2000) ? Che senso ha il richiedere le motivazioni, "l’interesse giuridico da tutelare" o la "posizione giuridica soggettiva da tutelare" quando il renderla esplicita potrebbe danneggiare il cittadino che (ad esempio) volesse ricorrere contro l’Amministrazione o suoi dipendenti ? Cos’è "l’interesse e/o la posizione giuridica da tutelare"? Qualcuno le può spiegare, regolamentare, rendendo edotti tutti senza prendersi un avvocato, come mi consiglia il mio Comune dicendomi che se voglio posso ricorrere al TAR ? Ma infine: perché tanto sforzo per nascondere un atto assolutamente pubblico nel quale non sono presenti nemmeno motivi di eventuale tutela della privacy ? Credo che chi ne sa qualcosa debba e possa esprimersi e di questo ringrazio anticipatamente. Tutto ciò senza entrare nel politico, nel localismo, salvo una piccola chiosa finale. Il mio Sindaco ci tiene nella sua lettera a scrivermi: "Da ultimo Le posso assicurare che la comunicazione che attua questo Ente, in base ad uno specifico progetto, incontra il più ampio e favorevole riscontro da parte dei cittadini". Come dire che sono io il solo che mi rammarico. Mi viene a questo punto da chiedere quanti siano i "rompiscatole" che chiedono copie di delibere e quanti vengono accontentati o meno. Non è che, più che di "favorevole riscontro" si tratti di "non sfavorevole riscontro" in quanto pochi hanno la voglia e i motivi per approfondire e quindi nessuno o quasi chiede notizie all’Ente ? Mi complimento con quanti operano nella trasparenza e senza remore, come quei Comuni di ogni parte e colore politico che, senza farmi l’esame del sangue, mi hanno fornito sempre e comunque copia degli atti, addirittura via posta elettronica, o indicato la pagina web ove leggere e scaricare il documento richiesto. Caro Sindaco lei conosce il vecchio detto che dice che chi non ha nulla da nascondere non teme di mostrare ogni cosa ?

DANIELE ZAMBONI

Montichiari 15/09/2004

 

 

La lettera del dott.Petrina su Bresciaoggi del 25 Settembre 2004

 

Caro direttore, su BresciaOggi del 2l settembre è stata pubblicata una lettera a firma del signor Daniele Zamboni di Montichiari relativamente all'accesso agli atti amministrativi, nella quale lo stesso si doleva per mancato accesso e per tale motivo si 'appellava' ai segretari bresciani per avere lumi al riguardo sulla corretta applicazione nel suo paese della legge n. 241 del '90 sulla trasparenza amministrativa negli enti locali.

Invero ogni ente ha un regolamento che fissa la disciplina per accedere formalmente agli atti del Comune (delibere, determine, ecc.) nel rispetto della funzionalità degli uffici comunali, elencando lo stesso regolamento le eccezioni al libero accesso. Lo spirito della legge, comunque sia stata applicata nel regolamento comunale, è quello di garantire la massima pubblicità agli atti amministrativi e le poche eccezioni riguardano il rispetto della privacy o altre esigenze particolari.

In base alla regola della trasparenza e della pubblicità, gli atti amministratici vanno affissi all'albo pretorio di ogni Comune che è pubblico sia per la visione e sia per la richiesta di accesso (rilascio di copia). Ogni cittadino nei dieci giorni dalla pubblicazione degli atti (delibere e determine) all’albo pretorio ha cosi il diritto di averne copia per, presentare ricorso amministrativo: tale diritto non può essere limitato, tant'è che la legge ha semplificato la procedura innanzi al Tar (L. 205/00) innovando la materia e consentendo al cittadino tempi abbreviati per il. giudizio nonché per il riconoscimento del danno ingiusto derivante dal diniego della Pa all'esercizio del diritto di accesso.

dr. Antonio Pètrina

segretario provinciale

Unione segretari comunali e provinciali di Brescia

 

 

 

La lettera del nostro curatore al Consiglio e al Sindaco del  28 Settembre 2004

 

All’egregio signor Presidente del Consiglio comunale

agli egregi signori Capigruppo consiliari

e p.c.

all’egregio signor Sindaco

all’egregia signora Segretario comunale

Montichiari 28 settembre 2004

Oggetto : Diritti di accesso agli atti – proposta di regolamentazione

Come forse già saprete io sottoscritto, Daniele Zamboni, abitante in Montichiari ove sono nato, ho avuto modo di scrivere una lettera ai giornali con l’intento di avere pareri qualificati attorno alla corretta interpretazione del diritto di accesso agli atti, che riguarda non solo i signori Consiglieri ma anche qualsiasi persona fisica o giuridica che abbia interesse a vedere e/o avere copia di atti comunali.

Ho da tempo in corso col Comune di Montichiari una questione che considero ormai di principio: non mi sono infatti mai state date le copie degli atti che ho richiesto in base al fatto che "non avrei titolo giuridico da far valere o interessi da tutelare".

Premesso che a mio modesto avviso ogni atto pubblico (e considero le delibere di Consiglio, di Giunta, le determine e i verbali di Commissione o Consiglio i principali atti pubblici per eccellenza) dovrebbe avere la massima "accessibilità", ovvero dovrebbe essere fornito a richiesta senza alcuna remora, ho chiesto nella lettera ai giornali che qualche esperto chiarisse meglio il concetto di "interesse giuridico da tutelare" anche alla luce del fatto che, mentre sono esposti all’albo pretorio, gli atti sono accessibili senza alcuna dichiarata motivazione.

Dopo aver letto la mia lettera che trovate all’allegato 1), potete leggere la risposta pubblica fornita a me e a tutti i lettori su Bresciaoggi del 25/09 u.s. dal segretario provinciale dell’Unione segretari comunali e provinciali di Brescia, dott.Antonio Pètrina, all’allegato 2).

Credo che in sintesi il senso sia questo: "lo spirito della legge, comunque sia stato applicato nel regolamento comunale, è quello di garantire la massima pubblicità agli atti amministrativi e le poche eccezioni riguardano il rispetto della privacy o altre esigenze particolari" … così scrive Pètrina e così io ed altri la pensiamo, tant’è che nessun Comune di varia natura politica si è mai rifiutato di darmi copia degli atti come è invece accaduto in questo Comune, anche con le ultime comunicazioni giuntemi per negarmi il diritto (vedi allegati 3 e 4).

CHIEDO QUINDI

che il signor Presidente del Consiglio comunale, i signori Capigruppo, la stessa Giunta, abbiano a riflettere sulla esigenza di studiare e poi deliberare un regolamento che disciplini le limitazioni, le esclusioni e il differimento del diritto di accesso (vedi esempio all’allegato 5), ovvero che indichi le categorie di documenti sottratti al diritto di accesso (vedi esempio all’allegato 6).

Nella certezza che vorrete acquisire questa mia come lo stimolo di un concittadino volto a rendere sempre più trasparente e tutelante l’azione amministrativa, mi metto rispettosamente a disposizione di chiunque voglia ulteriori dettagli o fonti informative.

Con ossequi e auguri di buon lavoro, ringrazio dell’attenzione.

Allegati come sopra 1,2,3,4,5,6

DANIELE ZAMBONI

 

 

La lettera di un anonimo da Salò al nostro curatore datata 22 Settembre 2004

 

 

 

IL PARERE DI UN EX CONSIGLIERE COMUNALE

All’amico Daniele Zamboni, che nel precedente numero ci ha portato a conoscenza sul trattamento ricevuto dall’Amministrazione comunale di Montichiari a fronte della sua richiesta di poter visionare alcuni atti pubblici, mi viene spontaneo dire (paradossalmente) che si può dire fortunato.

Il signor Sindaco in persona si è attivato per rispondergli, per motivare il diniego. Significa che lo stesso ha messo in moto l’intera pianta organica del comune, dal Segretario generale a tutte le altre menti, per scoprire una possibile motivazione che avesse qualche parvenza di credibilità giuridica.

No…, lasciamo stare la favola del Comune aperto, della più volte “sbraitata” trasparenza, quelle sono belle parole che si dicono in campagna elettorale.

Dico che si può ritenere fortunato perché parecchie persone, nell’ultimo quinquennio, hanno indirizzato varie lettere al primo cittadino, ma nessuna ha mai ricevuto alcun cenno di risposta.

Io stesso ho qualcosa da dire in proposito. Consigliere comunale dal 2000 al 2004,  ho presentato al Sindaco un’interrogazione scritta nel maggio del 2004, un mese circa prima delle elezioni, in qualità di consigliere uscente. Oggetto della richiesta era la fontana che è sorta davanti al Centro Fiera. Esiste una determina che sancisce gli accordi per la costruzione (e successiva manutenzione) della fontana, ma non sono precisati eventuali introiti a favore del Comune per l’esposizione per lungo tempo di un’ampia insegna della ditta costruttrice. Tutti sanno che c’é la tassa sulla pubblicità; chiedevo, in pratica, se il Comune aveva previsto o meno un tributo in tal senso all’azienda che stava realizzando l’opera,  per gli indubbi vantaggi che ne avrebbe tratto dal veder pubblicizzato il proprio marchio.

Successivamente i due grandi cartelli sono stati sostituiti da un numero imprecisato di “piastrelle” riportanti il logo della ditta in questione, ma il problema cambia di  poco. Inutile dire che sono a tutt’oggi in attesa della risposta e che  da molto tempo sono trascorsi i fatidici trenta giorni previsti dal regolamento.

Sento dire spesso che a Montichiari la polemica non paga, che bisogna lasciar perdere, non disturbare il manovratore. Che stupido! Pensavo che in politica fossero l’arroganza, la protervia, la smaccata volontà di mostrarsi superiori ad essere incompatibili con la democrazia, ma senza dubbio mi sbagliavo.

Ad ogni momento, ora, ci vengono “schiaffati” in faccia i 7000 voti che si sono riversati sul Sindaco. Cosa volete ancora dire? Poco, senz’altro: ribadire –magari- che almeno altri 8000 e più cittadini, in ogni caso, non l’hanno fatto.

                                                                                                 Giulio Bertolini

 Montichiari 30 ottobre 2004

 

L'INTERPELLANZA DEI CONSIGLIERI DS E MARGHERITA

Al Signor Sindaco del Comune di Montichiari

Alla segretario Comunale

Al Presidente del Consiglio Comunale

I sottoscritti consiglieri comunali , Renato Baratti e Felice Garzetti ,

Interpellano

Il signor Sindaco e la Giunta comunale al fine di conoscere se intendono adottare delle misure che amplino la possibilità di accedere agli atti comunali.

In particolare essi richiedono se la Giunta e’ dell’intendimento di adottare, fra le altre, anche queste misure :

    • Classificare, nel prossimo futuro, i documenti informatici prodotti dal Comune di Montichiari in base ai contenuti ,al fine della salvaguardia delle prescrizioni della legge sulla "Privacy"
    • Pubblicare i documenti informatici classificati "senza problemi di privacy" sul sito internet del Comune di Montichiari, con la possibilità di ricerca almeno per argomento,data e tipologia di atto;
    • Rimuovere eventuali ostacoli regolamentari che si frappongano all’accesso agli atti pubblici del Comune;
    • Portare a conoscenza della popolazione le modalità di accesso agli atti pubblici del Comune;

La ringraziamo dell’attenzione e chiediamo che codesta interpellanza venga discussa nel prossimo Consiglio Comunale.

Montichiari, 16/11/04                                                   RENATO BARATTI FELICE GARZETTI

 

LA TRASPARENZA IN PROVINCIA

UN BUON ESEMPIO DI DEMOCRAZIA E DI TRASPARENZA

La Presidente del Consiglio Provinciale Paola Vilardi (F.I.) espone sui giornali il buon andamento del Consiglio che riesce a lavorare con una certa tranquillità e con strumenti adeguati.  Questo atteggiamento è apprezzabile al di là del colore politico di minoranze e maggioranze ed è auspicabile esista in ogni Consiglio, anche comunale.

La presidente Vilardi stila il bilancio e pone gli obiettivi
Un futuro telematico per il Consiglio provinciale
BRESCIA

Ritornare alla politica, ovvero allo scambio di opinioni, al confronto anche serrato tra le parti, soprattutto all’interno delle sedi istituzionali. Un auspicio per il 2005 quello espresso ieri dalla presidente del Consiglio provinciale, Paola Vilardi, riconfermata nel ruolo dopo le ultime elezioni. Un auspicio che ha buone probabilità di realizzarsi, visto che, a suo dire, gli ultimi mesi di lavoro in seno al Consiglio e alle commissioni hanno visto un miglioramento dei rapporti tra i rappresentanti delle varie forze politiche "grazie anche alla presenza di consiglieri qualificati, con un presente o un passato di amministratori". ...   le sedute delle Commissioni consiliari sono state 150. Proprio sulle Commissioni ha detto di contare molto la Vilardi; innanzitutto sono passate da sei a dieci, poi hanno contribuito a creare quel clima di rapporti più disteso auspicato dalla presidente stessa ("un clima favorito dai toni pacati usati in campagna elettorale da Cavalli e Bino"). Novità assoluta dell’anno trascorso è stata la creazione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio, in sostituzione della commissione di vigilanza e controllo: un organismo a capo del quale c’è la stessa Vilardi, coadiuvata da due vicepresidenti, uno che fa capo alla maggioranza (Massimo Borghetti dell’Udc) e una all’opposizione (Antonella Montini della Margherita). Passo avanti verso la distensione di cui sopra, annota la Vilardi, è stato anche l’affidamento di una commissione importante quale quella Bilancio a un membro dell’opposizione, Aldo Rebecchi, "uomo di equilibrio, spessore e preparazione". Auspici a parte, il 2005 dovrebbe portare, secondo Paola Vilardi, alcune novità. Tra queste il progetto di informatizzazione del Consiglio provinciale, che, una volta attuato, potrebbe condurre a consultare sul web le delibere e a seguire in diretta telematica le sedute del Consiglio.... ro. be.

 Giornale di Brescia del 14 gennaio 2005

 

18 GENNAIO 2005

 

LA TRASPARENZA NEL COMUNE DI CHIARI

Bresciaoggi - Mercoledì 2 Febbraio 2005

CHIARI. "Operazione" trasparenza

Sul maxi-schermo i testi delle delibere

La trasparenza amministrativa continua ad essere al centro degli interventi promossi dalla giunta di Chiaria guidata dal sindaco Sandro Mazzatorta che, dopo aver varato il progetto di trasmissione in diretta delle sedute di Consiglio comunale via internet, ha avviato nuove iniziative finalizzate a rendere sempre più facile l'accesso da parte dei cittadini agli atti amministrativi. Dopo la trasmissione sperimentale dell'audio di una seduta consiliare, con la prossima convocazione su internet sarà possibile vedere, oltre che ascoltare, in diretta lo svolgimento dell'adunanza, grazie all'attivazione di una "web-cam" nel salone Marchettiano.
A questa novità se ne sono aggiunte altre due. La prima ha visto l'attivazione di un pannello luminoso gigante proprio in occasione dei Consigli su cui sono proiettati i testi delle delibere in esame. "Di certo - commenta il sindaco - nessuno può accusarci di non essere trasparenti. Stiamo facendo di tutto per dare completezza all'informazione amministrativa, attivando molti canali, conci come siamo che non tutti siano di sicura consultazione per ogni cittadino. Così, tramite internet, pannelli luminosi, sms stiamo cercando di coinvolgere la città nella vita amministrativa".
E a questo proposito va segnalata la scelta di pubblicare integralmente tutte le delibere di Giunta sul sito internet del Comune www.comune.chiari.bs.it. "Non è tutto - ha precisato Mazzatorta -: abbiamo voluto inserire anche i documenti del Consiglio diversamente dalla precedente Amministrazione.
Le delibere complete degli allegati sono disponibili in formato pdf, ossia di un programma elettronico che consente ai cittadini di vedere l'intera documento in una copia esatta dell'originale con eventuali allegati".
Massimiliano Magli
 

 


ECCO COSA I GIORNALI AVEVANO GIA' PUBBLICATO PRIMA

Bresciaoggi - Mercoledì 2 Febbraio 2005

Consiglio on-line con l’audio - Presto sarà anche in video

CHIARI - Per la prima volta una seduta del Consiglio Comunale è stata trasmessa in diretta. È avvenuto nell’ultima seduta che ha portato all’approvazione del bilancio di previsione 2005, del piano triennale delle opere pubbliche e degli altri numerosi punti all’ordine del giorno grazie all’impegno del tecnico comunale Sergio Ambrosini in collaborazione con Fastweb, tutti gli "internauti" interessati a seguire con un semplice "clic" di mouse sull’apposita icona inserita nel sito internet comunale www.comune.chiari.brescia.it hanno potuto seguire integralmente l’audio dell’ultima seduta consiliare clarense. "Il prossimo obiettivo - spiega il sindaco Sandro Mazzatorta - è trasmettere, contestualmente all’audio, pure il video delle sedute consiliari. Il costo, grazie all’aiuto e alla sponsorizzazione di Fastweb su cui stiamo lavorando proprio in questi giorni, dovrebbe alla fine essere veramente irrisorio, circa 30 euro mensili. Un costo che potrebbe ridursi ulteriormente se altri Comuni dell’Ovest Bresciano aderiranno all’iniziativa". La trasmissione sperimentale on-line delle sedute del Consiglio Comunale non è l’unica iniziativa dell’amministrazione Mazzatorta. Sul sito, infatti, sono visionabili e scaricabili le deliberazioni della Giunta Comunale dal suo insediamento, il 27 giugno 2004. 

Giornale di Brescia del 29 dicembre 204

 

 

FINALMENTE IL NOSTRO COLLABORATORE OTTIENE LA DELIBERA

Dopo  lungo peregrinare tra Difensore Civico e Segreteria comunale, il nostro collaboratore, che chiedeva copia di una delibera (vedi punto 01) di Consiglio del 1999, decide di scrivere una nuova richiesta motivandola in maniera ancora più specifica con l'intenzione di denunciare taluni amministratori locali che, a suo dire, diffondendo false notizie su certe scelte amministrative (in particolare durante la campagna elettorale del 2004) avrebbero recato danno d'immagine agli amministratori precedenti.  Di fronte a tale chiara intenzione il nostro collaboratore ottiene quanto richiesto e la lettera accompagnatoria della copia dell'atto inviata dal Comune così recita: "La richiesta può essere accolta in quanto : a) è stato specificato l'interesse diretto, concreto e attuale alla conoscenza del documento; b) trattasi di una situazione giuridicamente rilevante collegata all'atto al quale è chiesto l'accesso."

Dopo un anno circa (a parte richieste precedenti) l'atto è ottenuto.

Considerazione: tutto il lavoro fatto dai funzionari comunali per negare l'atto è sicuramente costato tempo e fatica.  Non era meglio, dato peraltro che la delibera tratta di un argomento molto semplice senza ricadute su terzi, che la copia venisse fornita senza ostacoli e rapidamente?  Non sono meglio la trasparenza e la tranquillità piuttosto che fare barriere e preoccuparsi oltre misura?

Come si scrive al punto successivo : "Il segreto non è più una regola, ma una eccezione", quindi secretare gli atti è una cosa da fare in maniera rara, attenta e legata esclusivamente a dati oggettivi e giuridici e sicuramente non a valutazioni di ordine politico.

 

 

IL GIORNALE DI BRESCIA PUBBLICA UN ARTICOLO

Mercoledì 13 aprile 2005 pag. 14

MONTICHIARI Il Tar sanziona il rifiuto dell’Amministrazione a mostrare a una impresa la pratica del concorrente Accesso agli atti, Comune "condannato" I giudici: "Il segreto non è più una regola, ma una eccezione"

È sempre più frequente il rifiuto degli enti locali (Comuni, Province, Regioni, Asl) e degli enti statali (Questure, Prefetture) a consentire, anche a chi ne abbia titolo, l’accesso agli atti amministrativi. Ma altrettanto frequenti, si può dire, sono le sentenze dei tribunali amministrativi che, accogliendo i molti ricorsi dei cittadini, impongono alle pubbliche amministrazioni l’ostensione e la consegna in fotocopia dei documenti. È questa la linea adottata dal Tar di Brescia in presenza, ovviamente, di fondate ragioni del richiedente e di miope interpretazione della legge da parte degli enti locali e statali. Le rigidità formali (o "di posizione") spesso esercitate in questa materia dalle pubbliche amministrazioni sono ingiustificate ed anacronistiche, afferma il nostro tribunale amministrativo, poiché "è stato chiarito dalla giurisprudenza che il riconoscimento nel nostro ordinamento del principio di pubblicità dei documenti amministrativi segna un totale cambiamento di prospettiva, perché comporta che se prima il segreto era la regola e la pubblicità l’eccezione, ora è vero il contrario; che siffatta impostazione ha indotto la giurisprudenza stessa ad affermare che il diritto di accesso ai documenti amministrativi riconosciuto dalla legge 241 del 1990 prevale sull’esigenza di riservatezza ogni qualvolta l’accesso venga in rilievo per la cura o la difesa di interessi giuridici del richiedente, anche se, beninteso, l’interesse vantato deve essere concretamente collegato alle specifiche esigenze del richiedente, e, come tale, deve essere serio, non emulativo, e non riconducibile a mera curiosità, nonché riferibile al medesimo in quanto titolare di una posizione soggettiva giuridicamente rilevante e qualificata dall’ordinamento come meritevole di tutela". Questo virgolettato è il cuore della sentenza pronunciata lo scorso 8 aprile dai giudici amministrativi di Brescia che hanno "condannato" il Comune di Montichiari a consegnare i documenti a chi li ha richiesti, inoltre a versargli circa 2,5 milioni di vecchie lire a titolo di rimborso delle spese di giustizia. Una affermazione che ha carattere generale. Il caso esaminato dal Tar è cominciato lo scorso febbraio. Sullo sfondo, si è accennato, questioni di concorrenza tra due aziende venete, leader in Italia nel settore della fornitura di materiali per l’edilizia, con forti interessi nell’area monteclarense. Ecco i fatti. La "Fornaci calce Grigolin" chiede al Comune di Montichiari di visionare alcuni documenti relativi alla pratica della società "Fassa Bortolo srl", motivando il suo interesse con la circostanza che le due imprese "svolgono la propria attività imprenditoriale in diretta concorrenza", e che la "Fassa Bortolo" (la sede bresciana è a Mazzano) aveva avviato le procedure per realizzare un impianto industriale nel territorio comunale di Montichiari. In due occasioni, nell’ottobre 2004 e nel febbraio 2005, il Comune respinge la domanda di "Fornaci calce Grigolin", prima precisando che la "Fassa Bortolo" s’era limitata a chiedere un parere al Consiglio comunale sul suo progetto, poi motivando con la mancanza del requisito "di uno stabile collegamento del richiedente con l’area d’intervento". "Fornaci calce Grigolin" non molla l’osso. Difesa dagli avvocati Giuseppe Porqueddu, Chiara Ghidotti e Franco Zambelli, si rivolge al Tar per chiedere l’annullamento dell’accesso negato. Il Comune di Montichiari, pur informato del ricorso, non si costituisce in giudizio. Venerdì scorso, abbiamo detto, la sentenza. Ora "Fornaci calce Grigolin" potrà leggere la pratica "Fassa Bortolo". Con una stringata, conclusiva motivazione il Tar spiega che "nel caso in esame, il diritto di accedere agli atti dell’Amministrazione comunale è legato non tanto alla residenza del soggetto richiedente, quanto al collegamento fra l’interesse sotteso alla richiesta d’accesso e l’attività del Comune, con la conseguenza che un imprenditore avente sede fuori dal territorio comunale ha diritto alla esibizione degli atti riguardanti un’attività posta in essere nel Comune da un’impresa concorrente, in quanto detta ostensione consente di valutare l’eventuale esistenza di irregolarità che possano tradursi in pregiudizi alla concorrenza". Infine "che nel caso di specie sembra sussistere un interesse meritevole di tutela in quanto dalle deduzioni ed allegazioni della ricorrente risulta un suo interesse personale e diretto, ravvisandosi tali condizioni nella circostanza che verosimilmente l’immobile oggetto della pratica edilizia verrà adibito all’attività concorrenziale e nella coincidenza totale o parziale del prevedibile bacino di utenza tale da poter determinare un apprezzabile calo del suo volume d’affari". esseci