UNA POLEMICA INNESCATA DOPO IL NOSTRO CONVEGNO SU "COME VA MONTICHIARI?"

Dopo il convegno organizzato da questa associazione il 30 ottobre 2002 (vedi in dossier), da una lettera del dottor Dino Alberti in due versioni (una per il Giornale di Brescia e una per Bresciaoggi) si è originata la polemica che nel seguito si può leggere e valutare. Nel corso del tempo Il dott.Alberti ha prodotto altre polemiche che si possono analogamente leggere in queste stesse pagine.

GIORNALE DI BRESCIA dell'8 novembre 2002

LETTERE AL DIRETTORE

IL CAMBIO DI AMMINISTRAZIONE
Quella lettera da Montichiari
Mi riferisco alle numerose lettere che, ultimamente, appaiono su questo quotidiano, il cui inizio, in ogni modo, aveva coinciso con il cambio nell’amministrazione a Montichiari. Siamo perfettamente d’accordo che chiunque può avanzare critiche sulla conduzione amministrativa (ci vorrebbe altro!). Però... però... è da tempo che il contenuto delle missive in questione sconfina dal democratico uso verbale del confronto, per giungere al limite della decenza, se non addirittura a quello del Codice... Penale. L’opinione pubblica locale ne è ormai frastornata non abituata a simili linguaggi ed è lecito chiedersi sino a quando questo tiro al bersaglio potrà durare. Il mio modesto pensiero, sulla base dell’esperienza acquisita in molti anni di collaborazioni giornalistiche, è che il troppo veleno sparso ha raggiunto il limite di guardia. Tanto per fare un solo esempio ma significativo, come lei stesso avesse risposto ad una lettera inviatale dall’ex primo cittadino biasimandolo in un corsivo in cui dichiarava come le fosse difficile riconoscere in quello scritto l’amico e di averla pubblicata per mero senso di fair play. Vorrei inoltre sottolineare come le missive così ostiche da far arricciare il naso e torcere la bocca, appaiono anche su altri organi di informazione, quali un settimanale locale dove addirittura articoli "giornalistici" sono accolti, mentre ci si chiede a cosa serve in questi casi il direttore responsabile. Ma torniamo alle lettere in questione. Intendo precisare che le stesse, per la quasi totalità, le sono inviate da ex amministratori o personaggi già facenti parte dell’ancien régime che, le rammento, durava ininterrottamente da oltre un cinquantennio. Dal momento che, democraticamente, i cittadini di Montichiari, nella loro maggioranza, hanno inteso voltar pagina, è iniziata una campagna denigratoria, con tonalità che vanno via via in crescendo indicando addirittura "horribile dictu" i loro bersagli con nomi e cognomi. Insomma, un "dagli all’untore!" di manzoniana memoria, da parte di coloro, per i quali, il silenzio dovrebbe essere d’oro. Se nel passato, mai, dico mai, opposizione o cittadini avevano scritto agli organi di stampa, in questi ultimi due anni gli "sconfitti" non hanno saputo meditare sull’accaduto, ma al contrario hanno dato subito fuoco alle micce inalberando la bandiera del giacobinismo più becero. Inoltre, mai, ripeto, nuovamente mai, come attualmente, sono entrati in funzione siti internet, con lo stesso scopo, o sono apparsi giornalucoli o volantini cadenzati i cui sponsors occulti non lesinano certo sugli esborsi di denaro. Forse, e qui faccio io fatica a capire, come non si sia ancora compreso che anche a Montichiari i tempi sono mutati e che pure la Storia anche quella spicciola di "quartiere" se vogliamo, è cambiata. La gente non è più "grulla" come si volle sempre e ancora far credere. Ai mestatori di tanta zizzania non suggerisco di rivolgersi al Vangelo, più modestamente a quel grande libro (benché lasciato ai piccoli), e questo sì! che sono le Avventure di Pinocchio. Ad un certo punto il Grillo Parlante si rivolge al burattino e lo mette in guardia contro i falsi profeti: "Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che ti promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o sono imbroglioni".

DINO ALBERTI  Montichiari

 

BRESCIAOGGI del 15 novembre 2002

NUOVA LETTERA DI DINO ALBERTI (differisce nel cappello introduttivo da quella al G.di Brescia)

GRILLO PARLANTE A MONTICHIARI

Gentile direttore,
mi permetto di chiederLe ospitalità per alcune mie osservazioni e considerazioni in merito all’assemblea tenutasi il 30 ottobre sul tema: Come va a Montichiari? organizzato dall’Associazione Cittadini per l’Attenzione, di cui il Bresciaoggi ha dato resoconto. Va subito sottolineato come non si sia badato a spese, per dirla alla buona, in quanto alla pubblicizzazione, per manifesti murali e volantini, distribuiti a volontà in ogni dove, proprio al fine di attirare l’attenzione della popolazione. Uno sforzo non di poco conto da lasciare quantomeno perplessi. Ma tant’è. Il sottotitolo recitava: Facciamo insieme il punto sulla situazione amministrativa, sull’andamento del Consiglio comunale, sulle opere pubbliche, sui programmi per il futuro, (e, udite udite!) sulla democrazia. Erano invitati a partecipare tutti i cittadini. Fra il centinaio di presenti, molti, per la verità, i soliti noti - maitres à penser politique - di alcuni partiti e gruppi consiliari con il loro entourage, trapezisti ormai di chiara fama che, a turno, hanno anche preso la parola. Non entro, signor direttore, nel merito dei contenuti di questo loro revanscismo; ci vorrebbe altro! Anche perché una semplice lettera qual è la presente, non potrebbe di certo arginare il fiume in piena che alla fine si era formato. Se mi permette, vorrei invece soffermarmi su coloro che, via via, lo hanno ingrossato. Da quanto si evince dalla cronaca, sembra di assistere ad un copione, più e più volte ripetutosi, come fotografie ingiallite dal tempo, di nuclei famigliari da sempre separati in casa (politicamente s’intende) convenuti, questa volta, per un giuramento non certo simile a quello di Pontida, visto che non si trattava del Barbarossa, ma nel tentativo, non certo segreto, magari di cacciare il cittadino - sindaco G. A. Rosa. Dunque, alleati o nemici acerrimi da sempre, uniti da questo comune denominatore. I distinguo politici d’un tempo, gettati alle ortiche, e cancellati per fondare nel prossimo futuro nuove sigle politiche o di aree civiche il cui Dna fa risalire ai ben noti alberi genealogici. Signor direttore, questo dar fiato alle trombe, non si sa fino a quanto intonate, è sorto a Montichiari non tanto e non solo da queste assemblee, ma anche dalle missive che vengono inviate in copia a Bresciaoggi e all’altro quotidiano, per non citare fogli locali, il cui inizio aveva coinciso con il cambio nell’amministrazione della res publica a Montichiari. Siamo perfettamente d’accordo, gentile direttore, che chiunque può avanzare critiche; ci vorrebbe altro! però... però... è da tempo che il contenuto delle lettere in questione sconfina dal democratico uso verbale del confronto per giungere al limite della decenza. Tanto per fare un esempio ma significativo, come il direttore dell’altro quotidiano avesse risposto, biasimando, in breve corsivo in calce ad una lettera (pubblicata pure da Bresciaoggi ) inviata dall’ex primo cittadino in cui dichiarava che gli fosse difficile riconoscere, in quello scritto, l’amico e di averla pubblicata per mero senso di fair play. Quanto alle lettere, intendo precisare che per la quasi totalità sono inviate da ex amministratori o o personaggi facenti parte dell’ancien régime. Dal momento che, democraticamente, i cittadini di Montichiari, nella loro maggioranza, hanno inteso voltar pagina, è iniziata una campagna denigratoria indicando addirittura i loro bersagli con nomi e cognomi. Insomma, un dagli all’untore, di manzoniana memoria, da parte di coloro per i quali il silenzio dovrebbe essere d’oro. Mai nel passato e ripeto mai! tante lettere agli organi di stampa come in questi ultimi anni supportate dal continuo fuoco delle micce del giacobinismo più becero. Allo stesso scopo e nello stesso periodo sono entrati in funzione siti internet ed apparsi giornalucoli o volantini cadenzati (a spese di chi?) od il sorgere di associazioni come quella che ha organizzato l’assemblea in questione. (Ma dove erano i suoi rappresentanti nel passato se essa è sorta solo agli albori del terzo millennio?. Forse, e qui faccio anch’io fatica a capire, come non si voglia ancora ammettere che pure a Montichiari i tempi sono mutati, e che forse, forse la gente non è più grulla come si volle sempre ed ancora far credere. La mia ottima maestra di cui serbo un ricordo indelebile, molti anni fa, consigliava ai suoi scolari la lettera che io modestamente a qualcuno rinnovo, di quel grande libro ricco di saggezza che Le avventure di Pinocchio. Qui, a un certo punto, si legge come il Grillo Parlante si rivolge al burattino e lo mette in guardia contro i falsi profeti: Non ti fidare, ragazzo mio - lo implora - di quelli che ti promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito o sono matti o sono imbroglioni.
Dino Alberti

 

GIORNALE DI BRESCIA del 13 novembre 2002

DINO FERRONATO RISPONDE ALLA LETTERA DI ALBERTI

I PATTI NON MANTENUTI

Le invio questa mia, con preghiera di pubblicazione, ai sensi della legge sulla stampa ma, soprattutto per fatto e decoro personale, in quanto coinvolto, mio malgrado. Leggo, in data 8 novembre, lo scritto di un collaboratore giornalistico che esterna le sue opinioni sulle lettere, di «ex amministratori e personaggi dell’ancien regime», alcune mie, di Montichiari, da Lei ospitate. La forzatura storica è evidente anche per chi ha una cultura ai più bassi livelli. Con buona pace dello scrivente, la legittimità ed il diritto-dovere ad amministrare ci sono venuti dal libero voto dei cittadini. Il resto è l’abituale vaniloquio. Ho vissuto parte di questa stagione, dal 1978 al 1995. Ho cercato di vivere la mia vita, privata e pubblica, al meglio. Non vedo motivo di vergogna. Né mi vergogno dei miei concittadini che, ad ogni passaggio elettorale, mi hanno espresso stima e consenso crescenti. Altrettanto grato ai tanti amici di viaggio, cui sono debitore sul piano degli affetti personali e della ricchezza interiore. Terminata l’esperienza Badilini, ho votato, udite udite, il candidato sindaco, l’uomo, Rosa. Come altri. E, come tanti di questi, non lo rifarei. Perché? Coi neo-eletti, sindaco e vicesindaco, c’era un patto morale, stante la comune radice democristiana, condivisa in passato, per una amministrazione corretta e di buon senso. Una continuità ideale. Così non è stato. Dalla politica misurata e concreta, si è passati alla politica spettacolo, vistosa, appariscente. E i risultati si sono visti. Mancanza di democrazia nei Consigli comunali, Comune chiuso e blindato, insofferenza alle critiche fino all’insulto, abbandono strumentale delle sedute di Consiglio comunale, le opere pubbliche inaugurate sui giornali (la minoranza parla di 58 opere finanziate per 60 miliardi, ferme), l’allontanamento traumatico di due assessori, la penosa vicenda dei due stadi di calcio, con interessamento della magistratura, la subalternità ai giochi di potere delle segreterie locali e provinciali, la gestione problematica del Centro Fiera, il farsi merito delle opere della precedente Amministrazione, la permuta infelice dell’area Cascina Consorzio….. Di recente, la polemica estiva sulla vecchia commissione urbanistica, scatenata dal solito assessore-gentleman. I commissari interessati hanno chiesto, con lettera protocollata e resa pubblica, stante il silenzio del sindaco e dell’assessore, di «stabilire la verità… di verificare le varie pratiche depositate negli archivi comunali». A tuttora, nulla che dimostri la minima scorrettezza. Il suddetto collaboratore, bontà sua, afferma che «chiunque può avanzare critiche sulla conduzione amministrativa». Per, poi, contraddirsi, gratificandoci di cacciatori d’untori per i quali «il silenzio dovrebbe essere d’oro». È nata una nuova costituzione! Devo dedurre che l’unica informazione ammessa sia la sua e quella della sua Amministrazione. Con qualche decina di milioni, in lire, a carico di noi cittadini, per pagare l’addetto stampa e la pubblicazione mensile, autopromozionale, che ci giunge ogni mese nelle case. Se si cerca uno spazio di parola, lui parla di "beceri giacobini", "giornalucoli", "volantini cadenzati", "sponsors occulti", "siti Internet" con lo stesso scopo malevolo, di "dagli all’untore". Dà fastidio la passione civile, l’amore per la propria città, la difesa del proprio lavoro passato, fatto a pezzi, buttato via, la denuncia della Città nelle mani di "stranieri", che nulla hanno da spartire con la nostra cultura e la nostra storia, quella vera, non quella che fa diventare i Bonoris signori medievali, nonostante siano arrivati a Montichiari a fine ’800. E poi, e poi… la citazione da Pinocchio. Passi per i "matti". Si potrebbe ironizzare sull’età del nostro eroe o sugli effetti perversi della legge Basaglia. Da respingere al mittente quell’"imbroglioni", citato e non detto direttamente. Ma è come lo fosse. Culmine d’un delirio autoreferenziale divenuto, ormai, irrimediabile malattia cronica. E sono a meditare sulla sconfitta del ’99, quando ho votato l’attuale sindaco, il cosiddetto vincitore. Quella che ha fatto felice il nostro dispensatore di saggezza, che già abbiamo conosciuto, quale polemista di sinistra, berciante e rozzo, al punto da essere sconfessato ed abbandonato dai suoi colleghi di partito. Ora sbarcato, armi e bagagli, sulla sponda leghista. Un bel voltafaccia, politico e culturale,non c’è che dire. L’ennesima giravolta contraddittoria. Che va, comunque, rispettata. Avesse, lui, rispetto per gli altri. Tempo perso. Senza scomodare le dotte citazioni, mi limito alla saggezza popolare: "Ogni gallo è re nel suo letamaio".

DINO FERRONATO Montichiari

 

COGNO PER IL "NUOVO PSI" REPLICA AD ALBERTI 

Egr.Direttore Giornale di Brescia

Il 13/04/1993 inviai ad un noto collaboratore giornalistico monteclarense la seguente lettera raccomandata R.R:

"Mi risulta che Lei in più occasioni (sia in pubblico che in privato) abbia diffamato la mia persona con le seguenti   argomentazioni:  "Il Sig.Cogno Vittorio del Direttivo PSI di Montichiari era favorevole alla realizzazione dell’Inceneritore in quanto partecipe in interessi economici con la ditta autotrasporti COGNO di proprietà dei suoi fratelli". Essendo Lei corrispondente di un giornale che considero tra i più informati della provincia ed essendo certo Lei abbia fonti di informazione altrettanto attendibili e verificate la sfido a mettere per iscritto le insinuazioni che continua a perpetrare nei miei confronti.  Tutto cio’ si rende necessario per cancellare quella "Politica delle insinuazioni" che Lei conduce da troppo tempo in qualità di collaboratore giornalistico e che rischia di accomunare i cittadini onesti ai disonesti e i faccendieri a quelli che vivono unicamente del proprio lavoro e con la più alta moralità pubblica.  In ogni caso la diffido dal continuare in questa pratica diffamatoria perchè se così fosse sarò costretto a tutelarmi anche dal punto di vista legale."

Sin qui la mia lettera.

Nove anni di silenzio d’oro del noto collaboratore mi sono bastati per capire che,non solo, la mia posizione" tutta politica e di principio" era corretta ma che oggi sono gli stessi ambientalisti a contrapporre gli inceneritori, pardon, i termoutilizzatori alle discariche come soluzione all’annoso problema dei rifiuti.   Del resto non mi risulta che lo stesso signore poco tempo dopo abbia scritto una riga, abbia capeggiato comitati civici come faceva nel 93 a fianco di tutta la sinistra ambientalista monteclarense per opporsi alla realizzazione del termoutilizzatore di Brescia che,  com’è noto,non inquina ma espande profumo di lavanda su tutta la città o sia entrato nel dibattito tutto interno alla Lega sull’Inceneritore di Rovato.  Al tempo, infatti, il suddetto era troppo impegnato a frequentare ambienti, ove metaforicamente le "tricoteuses" attendevano la caduta delle teste dei politici delle Prima Repubblica e si spellava le mani ad applaudire i lanciatori di monetine di destra e di sinistra dell’Hotel Raphael e confondeva le vicende Nazionali con quelle Locali per comprendere che , cosiccome ieri non servivano atteggiamenti servili nei confronti di quelli che Lui definisce personaggi facenti parte dell’ancien règime(il sottoscritto non è mai stato tra i suoi elettori) oggi non servono sentinelle che,in qualche angolo o parcheggio della piazza vogliono difendere"manu militari" il nouvelle règime(dal sottoscritto votato in nome del promesso rinnovamento) e che intendono soffocare sul nascere un dibattito aperto tra tutti i cittadini.  Non si può affermare che tutti possono avanzare critiche e al tempo stesso invocare il silenzio degli scomodi interlocutori. Se si vuole rendere proficuo il dibattito bisognerebbe finirla con la interpretazione della politica tra il vecchio (tutto sbagliato) e il nuovo (tutto buono) ma lavorare intensamente per verificare la bontà o meno dei programmi realizzati e confrontarsi sui programmi futuri senza pregiudiziali ma solo per rendere migliore la nostra città.

Segretario Nuovo Psi

Cogno Vittorio

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LA LEGA NORD FA PROPRIE LE "MISSIVE" AI GIORNALI

DI DINO ALBERTI E LE ESPONE NELLA SUA BACHECA, OPPURE IL DOTTOR ALBERTI

SI FA PORTAVOCE INFORMALE DELL'AMMINISTRAZIONE LEGHISTA ?

 

Solidali col sindaco

Gentile direttore, siamo un gruppo di cittadini di Montichiari che segue le vicende amministrative della nostra località, una delle principali della provincia. Siamo indignati di dover leggere da diverso tempo come, con una faziosità mai verificatasi in passato, certi personaggi continuino, tramite gli organi di informazione, a criticare indecorosamente l’attuale sindaco G. Antonio Rosa e l’amministrazione comunale da lui diretta. Pertanto ci rivolgiamo a lei per fare sentire la nostra voce a favore del nostro primo cittadino per le sue capacità, la pazienza e la tolleranza di cui sa dare prova. Noi gli siamo vicini e gli esprimiamo tutta la nostra solidarietà. I continui ed ingiuriosi attacchi ai quali viene sottoposto non sono certo consoni a una comunità laboriosa e coscienziosa come quella di Montichiari.

Seguono sette firme

 

Lettera al Direttore di Bresciaoggi

Sul Sindaco di Montichiari : non si tratta di essere solidali o meno.

Circa l'argomento "Sindaco e Montichiari" riterrei più utile un confronto locale corretto e franco, piuttosto che utilizzare la cortese disponibilità dei giornali e annoiare i non monteclarensi. Prometto invece che personalmente eviterò di scrivere in futuro nuovamente al quotidiano, salvo che non me ne ricorra l'obbligo per casi gravi in cui il silenzio risulti impossibile. Dopo il dottor Dino Alberti, concittadino letterato (che si lamenta delle troppe [?] lettere di critica al Sindaco Rosa ma poi si spende in altre, costantemente a favore dello stesso Rosa) e dopo una lettera a Bresciaoggi i cui 7 firmatari sono ignoti ma facilmente riconducibili allo stesso Alberti, vorrei fare un ultimo, forse disperato, richiamo al buon senso paesano. Non trattasi di essere solidali o meno col nostro Sindaco ma della possibilità di sapere se Rosa, pur mantenendo le sue idee partitiche, sappia e voglia essere liberamente e incondizionatamente Sindaco di tutta Montichiari. Sono stato tra coloro che non ha pianto per il passaggio amministrativo tra l'epoca di Badilini e il "nuovo" (un giorno o l'altro doveva e poteva succedere) ma per il modo improvvido con cui il paese s'è trovato dominato dalla Lega senza avere una cultura leghista e senza aver preparato culturalmente il ricambio. Ebbi modo comunque di fare sinceri auguri al geometra Rosa, così come gli ho sinceramente augurato, stringendogli la mano, di essere realmente estraneo alle vicende che vedono lui ed altri sotto inchiesta per gli stadi dell'A.C. Brescia e dell'A.C. Montichiari. A nessuno può fare comodo una città commissariata o semplicemente psicologicamente bloccata da questioni giudiziarie, e nemmeno è opportuno preferire il "tanto peggio, tanto meglio". Credo anche, proseguendo per slogan e proverbi, che non si debba mai "gettare il bambino con l'acqua sporca" e tento sempre di essere oggettivo, esaminando le deliberazioni e le scelte della Giunta e del Consiglio con occhio al fatto e non agli autori. Ma … ma, fanno altrettanto i "cittadini solidali" ? Non hanno nessun dubbio ? Hanno approfondito le ragioni delle critiche elevate contro l'Amministrazione da partiti, gruppi politici e associazioni ? Non hanno alcun timore che il Sindaco possa aver fatto dei passi falsi, anche se per inesperienza e troppa fiducia in certi suoi collaboratori ? Personalmente, avendo vissuto sia l'esperienza di consigliere di opposizione (7 anni) che di assessore (4 anni, come tecnico esterno nell'ultima Giunta Badilini) sono disponibile a credere che tutti gli amministratori siano desiderosi di fare il meglio e di lasciare un segno importante del loro impegno politico-amministrativo. Non penso mai quindi che "quelli di prima" abbiano fatto solo cose giuste e che "quelli di adesso" facciano solo cose sbagliate (come troppo spesso paiono credere i consiglieri della Lega e taluni troppo caldi sostenitori); non opero personalmente per danneggiare le figure istituzionali e le stesse istituzioni, e non considero la vendetta un valore. "E allora ?" diranno i lettori di questa mia. E allora basta giocare a guardie e ladri, a Inter e Juve, a "prima Repubblica" contro "seconda Repubblica", a "ancien regime" contro "nuovo". Facciamo tutti un passo indietro, con umiltà e capacità di dialogo. Lo faccia il Sindaco, troppo permaloso e troppo lontano dalla cosiddetta società civile; lo facciano i suoi luogotenenti, aspri rappresentanti di interessi politici che vanno oltre Montichiari; lo facciano i detrattori di piazza, polemisti tuttologi per professione, per indole e per … buontempo. Montichiari è sì una "comunità laboriosa e coscienziosa", come hanno scritto per queste pagine i citati 7 concittadini, ma è pure una comunità col dovere e diritto di aprire gli occhi, con la possibilità di giudicare come sta andando e come starà tra pochi anni, con il bisogno di non generare una specie di guerra civile (invero, molto civile) pro e contro la nuova classe politica, cui tutto può essere accreditato tranne il fatto d'essere esperta, aperta, trasparente e serena. Ho avuto altresì modo di scrivere che Rosa e i suoi soffrono di "sindrome dell'assedio"; continuo a crederlo e a pensare che l'unico modo per uscirne per loro sia quello di rispondere, ai cittadini non solidali e a quelli solidali, sulle domande che gli sono venute, che gli vengono e che gli verranno. Difficilmente la mia cultura mi porterà a diventare fan della Lega e delle sue scelte ideologiche ma potrei saper valutare col giusto occhio le cose buone del Sindaco Rosa.

DANIELE ZAMBONI - Montichiari  26 novembre 2002

 

DINO ALBERTI INTERVIENE ANCHE CONTRO "AREA CIVICA" E SCRIVE : ...

"Un comunicato stampa pubblicato su questo quotidiano (e non solo) inviato da un nuovo raggruppamento "politico" che da qualche tempo scalpita nel variegato e fibrillante ambiente monteclarense, "AREA CIVICA", invita, a sua conclusione ... l'Amministrazione Comunale del Sindaco Rosa ad organizzare un incontro pubblico per confrontarsi (?) con la popolazione. E perché? Se Lei mi consente, gentile direttore, nel nome di quella par condicio di cui più volte invece se ne fa uso distorto, vorrei esprimere alcune mie considerazioni di merito tanto sul contenuto quanto sulla sigla che ne è l'artefice. Una sigla che, a prima vista, aveva tratto in inganno alcuni cittadini i quali, cortesemente, si erano rivolti al sottoscritto per ottenere alcune delucidazioni. Quanto grande è stata la loro meraviglia nell'apprendere che non -si trattava di un nuovo concorrente nei confronti di un Istituto Bancario da non molto sulla piazza monteclarense - Area Banca - come erroneamente ma innocentemente da loro ritenuto, ma di ben altro. Infatti, ha visto la luce con un battage da mass media di cui Mediaset nei suoi confronti perde diverse lunghezze, un nuovo soggetto politico locale, ma che, all'esame del DNA o meglio ancora, delle moderne tecniche di clonazione, altro non è se non la fecondazione artificiale degli scheletri abbandonati negli armadi della DC locale che, grazie alle moderne tecniche raeliane sono tornati nuovamente a dar segni di vita. Dapprima, cambiando come gli invertebrati, la pelle, nel PPI, quindi nel PPM ed ora, più visti che mai, come i rampolli di Casa Savoia, "rientrano" sotto il nome, udite, udite, di Area Civica. Ergo, secondo una regola delle quattro operazioni, è noto, che pur invertendo l'ordine dei fattori il ... prodotto non cambia. Perché allora presentarsi "mascherati" e non come "capitani coraggiosi" con il proprio DNA di madre natura politica? Già in passato mi ero permesso di citare le avventure di Pinocchio allorché il Grillo Parlante cerca di mettere in guardia il celebre burattino che, invece, di li a poco, diventerà preda del Gatto e della Volpe. Forse per cancellare, almeno sulla carta e nei confronti degli elettori, le tracce dei loro ... antenati? (politici, s'intende!) ai quali, non si deve dimenticare che ora chiedono un passaggio altri "romei" raccolti per strada lungo il percorso di questa Parigi-Dakar nostrana, stressati ed abbandonati da altre formazioni politiche. Anche per loro in lista d'attesa per una ipotetica rivincita? Da tempo, Area Civica, anche tramite i mass media, quali il settimanale locale di Montichiari, ventilato come foglio d'informazione, in sostanza organo ufficiale e tramite un continuo susseguirsi di affissioni nelle bacheche (e perché già due, visto che sono di proprietà comunale, per il PPI e per il PPM in attesa, magari, di una terza per Area Civica?) tallona, per non dire pressa, l'Amministrazione Comunale per cercare, come recita il Libro Sacro ... la pagliuzza nell'occhio altrui quando nel proprio c'è la trave. Nel caso del contenuto del comunicato in questione, si cerca di minimizzare quanto si sta facendo sul versante dell'intervento pubblico o si farà alla luce di quanto appena approvato nel bilancio annuale e triennale da parte delle due forze della CdL presenti in Consiglio Comunale; la Lega Nord e Forza Italia. Secondo gli estensori del comunicato nulla invece o poco sarebbe stato fatto e, nel caso specifico, per merito della passata Amministrazione. Un'Amministrazione, sia detto per inciso, che è durata ininterrottamente un cinquantennio. Forse, come recita un vecchio adagio ... un bel tacer non fu mai scritto. Ancora non si è inteso capire come proprio in merito ad interventi pubblici l'attuale Amministrazione eletta, nella maniera più democratica e cristallina possibile, non possa o non debba avere la facoltà ed il diritto di interrompere, modificare o quant'altro, a seconda degli intendimenti alternativi di ... visione politica. Inoltre, disponendo di consiglieri comunali, quattro sono del PPI-PPM, dovrebbe essere compito degli stessi intervenire in occasione dei vari dibattiti ed ancor più in quello relativo al bilancio e porre sul tappeto le loro osservazioni. Questo è il vero metodo democratico e non già che, lor signori, sotto l'ala di una nuova, in realtà sempre la medesima formazione politica, debbano invitare l'Amministrazione Comunale a dibattiti che nulla hanno a che vedere sul libero metodo di gestione pubblica. Montichiari come Roma? Recita uno scritto (provocatorio?) apparso in una bacheca di quei raggruppamenti che contrastano la Giunta del Sindaco Rosa. Si, è vero, poiché qualsiasi cosa s'intenda proporre o fare appare chiaro come si cerchi in tutti i modi di intralciarne l'operato. Ritengo, gentile Direttore, che siano i cittadini a valutare con la loro scheda di voto, alla fine del mandato, il lavoro svolto. Ad essi, e solo ad essi, si dovrà rendere conto. Quante, quanto volte, sono state disattese le richieste di indizione di Consigli Comunali aperti formulate nel passato dall'opposizione e rimaste lettera morta! Se oltre al libro di Pinocchio si volesse ora far tesoro di un altro, naturalmente ben più grande, la Divina Commedia, pure essa ricchissima di insegnamenti morali e civili, eccone uno scampolo che ben si adatta al caso specifico, allorché ... lo mio maestro e mio autore, Virgilio, invita Dante a non porre ascolto ai dannati con i quali voleva dialogare invitandolo a ... non ti curar di loro ma guarda e passa. Signor Direttore, infine e chiedendo venia per lo spazio carpitole, come un intruso, mi domando - e penso sia legittimo - quali possano essere i "canali" cui Area Civica attinge come sarebbe pure opportuno rendere di pubblica ragione i "foraggiamenti" al settimanale di Montichiari se una mia precedente richiesta in tal senso, non ha visto manco la luce." DINO ALBERTI dal Gazzettino dell'1/2/2003

 

MA IL DOTT.ALBERTI NON SI PLACA E ATTACCA ANCHE LE MARCE DELLA PACE

... SCRIVE AL GIORNALE DI BRESCIA E CRITICA ... TUTTI, LEGA ESCLUSA !!! (02/03/03)

Domenica 23 febbraio a Montichiari si è tenuta una marcia per la pace, organizzata e pubblicizzata col seguente volantino :

No alla guerra "senza se, e senza ma"

Lo SPI - CGIL e la FNP - CISL, di Montichiari invitano i Cittadini/e

a partecipare alla Marcia per la Pace, che si terrà Domenica 23 c. m. con partenza da Piazza Garibaldi alle ore 19.00, dopo una riflessione con Monsignor Abate, il corteo si avvierà, per le vie del Paese con arrivo nella Piazza antistante il Municipio, dove sarà allestito un punto di ristoro, alla conclusione della marcia si terrà un discorso di chiusura.

Siamo sicuri di manifestare, con quest'iniziativa, i sentimenti d'angoscia e preoccupazione che animano gran parte dei nostri concittadini, si vuole esprimere contrarietà alla guerra, indipendentemente dalle differenti opinioni politiche e fedi religiose.

La condanna del regime Irakeno, del terrorismo, che noi condividiamo, non può essere usata come pretesto per una guerra preventiva e tanto meno Unilaterale, delegittimando il ruolo delle istituzioni internazionali come l'ONU.

La guerra approfondisce le divisioni e le incomprensioni fra i Popoli.

E' una catastrofe umanitaria, distrugge risorse vitali, e aumenta ancor di più la forbice fra ricchezza e povertà.

È una catastrofe morale, annienta ogni possibilità di dialogo, genera intolleranza, alimenta l'odio, scatena le vendette e si può aggiungere, motiva e sostiene il terrorismo stesso.

Diamo, alla Pace un'altra Possibilità! Impegniamoci per costruire un mondo di giustizia e solidarietà, da cui sia bandita la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali, così come intende

L'Art -11, della nostra Costituzione: " l'Italia Ripudia, la Guerra! ".


Aderiscono: le Parrocchie di Montichiari, Acli Montichiari, Acli zonale

San Vincenzo, associazione ONLUS"compagni di strada", Emergengy, Attac, circolo LA Margherita, Democratici di Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Verdi, Area Civica, PPM, gruppo Liberacion (Carpenedolo), Donne in Nero, ARCI, gruppo Alpini Montichiari, associazione Botteghe dei Popoli, associazione Missionari Mivo.

Il commento di Alberti : "Le fila della manifestazione di Montichiari"

"Sono antimilitarista e non ho prestato servizio militare.  Domenica 23 febbraio si è svolta a Montichiari con anticipato e capillare volantinaggio, a sottolineare gli scopi, una marcia per la pace.  Sul volantino si potevano leggere i nomi della associazioni e dei partiti che si ramificano nella ed all'ombra della Quercia e dei petali della Margherita.  Peccato che il concorso della popolazione chiamata ad una massiccia partecipazione, questa, invece, è stata secondo le stime più accreditate, inferiore alle rosee aspettative. Non intendo minimamente entrare nel merito delle motivazioni che furono alla base della manifestazione (ci vorrebbe altro!).  Però, qualche considerazione, sulle sigle partecipanti, quella sì.  Il motivo è sin troppo chiaro, anzi cristallino, perchè, coloro che hanno retto le fila tra le quinte hanno inteso utilizzare a mio modesto intendimento, un appuntamento di portata globale, per prove tecniche di elezioni amministrative, la cui posta in gioco, il prossimo anno a Montichiari, è molto alta.  Si son così visti andare a braccetto (si fa per dire, s'intende) personaggi che già appartennero alla DC ora PPI, PPM o Lista area civica o Margherita, con coloro i quali furono acerrimi nemici PCI, poi DS e Rifondazione comunista.  In sostanza, le stesse persone fisiche d'antan, con qualche capello bianco in più quando non addirittura cranio pelato.   Gli esempi di quanto profonde fossero le divisioni politiche sono millanta, ma per ora, vorrei soltanto citarne uno, desunto da un intervento scritto dall'ex sindaco e dallo stesso letto nella seduta consigliare del 12 dicembre 1995...(omissis)... 'Possiamo fare appello alle forze politiche di sinistra? Temiamo purtroppo di no, perchè proprio la sinistra italiana è stata l'artefice storico principale del deleterio impianto burocratico costruito in 40 anni in tutti i centri di potere del Paese...(omissis)...'.   Sono sicuro che gli elettori di Montichiari dagli occhi ben aperti ci penseranno più di una volta prima di porre la loro firma sulla 'lista nozze' a tale eventuale matrimonio.  .... (omissis)...".


MA I DS, COL LORO SEGRETARIO, E LA MARGHERITA, COSI' RISPONDONO :

Egregio direttore,

in riferimento alla lettera ospitata il giorno 02 marzo nelle "lettere al Direttore", vorrei poter rispondere al Signor Dino Alberti.

Innanzitutto , per dar sfogo alle recondite intenzioni, l'autore della lettera non ha precisato che la manifestazione è stata organizzata dal Sindacato dei Pensionati della Cisl e della Cgil, chiedendo l'adesione a tutte le forze politiche, compresa quella che guida l'amministrazione, e alle varie Parrocchie presenti sul territorio.

Sul numero dei partecipanti siamo alle solite: per Alberti poche decine di vecchi più o meno decrepiti; per me - presente alla manifestazione, mentre il sig. Alberti nessuno lo ha visto- più di trecento cittadini tra cui tanti bambini e giovani. Certo, non siamo ai numeri di altre realtà, ma per il nostro paese si tratta di un risultato positivo, dato che mai, in precedenza, si era tentato una simile iniziativa.

Mi sembra davvero meschino voler approfittare anche di una così nobile manifestazione, per continuare una ormai sterile polemica contro la Giunta precedente, il partito che la sosteneva ed…ora anche verso il mio partito per il solo timore che un'eventuale accordo potrebbe riportarla al comando.

Si tranquillizzi il signor Alberti: di quest'intenti nessuno, quantomeno monsignor Bertoni, ha parlato, né tantomeno ipotizzato.

Non c'è bisogno che Lei vada a riprendere discorsi del 1996: noi conosciamo altri colori oltre il "tutto bianco" o il "tutto nero".

Quando criticava la giunta Badilini ( giorno sì e l'altro ancora) ci trovava spesso dalla sua parte. Quello che ci risulta strano, invece, è il constatare che nessuna- tra la ricca produzione di missive a quotidiani- dico in nessuna, è stata mai avanzata una pur piccola critica all'attuale amministrazione.

Due sono i casi: o Lei è prevenuto, oppure viviamo nel migliore dei mondi possibile.

Insomma: ha perso un'altra occasione per starsene zitto; inoltre, con le sue considerazioni contro la manifestazione, ha offeso i cattolici, invitati a partecipare dalle belle parole di Monsignor Abate, che ha benedetto i partecipanti e letto alcune riflessioni del Santo Padre; ha offeso tutti coloro (e sono numerosissimi anche a Montichiari) che da tempo espongono la bandiera della pace alle proprie finestre; ha offeso i militanti di sinistra (nelle sue varie articolazioni) che nella pace vedono il loro obiettivo primario.

Non si preoccupi signor Alberti: i cittadini monteclarensi non si lasciano di certo influenzare dalle sue lettere, anche perché hanno ormai capito quali sono i suoi intenti. Lei è uno degli ultimi che crede ancora di poter strumentalizzare o cambiare gli eventi della politica, non rendendosi conto che i nostri concittadini non sono stupidi.

Cordiali saluti

Direttivo DS Montichiari

Alessandro Ferrari

La Margherita e la Marcia della Pace di Montichiari

Egregio Direttore,

Chiediamo gentilmente ospitalità alla sua rubrica per poter rispondere alla lettera del sig. Dino Alberti, apparsa in questa rubrica nel mese di marzo, circa la marcia della pace svoltasi a Montichiari il 23 febbraio del 2003. Innanzi tutto occorre precisare che la Marcia della Pace è stata organizzata dalle associazioni sindacali SPI - CGIL e la FNP - CISL di Montichiari. Hanno poi aderito all’iniziativa varie realtà sociali, politiche e religiose tra cui (vorrei elencare alcune di quelle apparse sul volantino) le Parrocchie di Montichiari, Acli Montichiari, Acli zonale, San Vincenzo, associazione ONLUS "compagni di strada", Emergency, Attac, i Democratici di Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Verdi, Area Civica, PPM, gruppo Liberacion (Carpenedolo), Donne in Nero, ARCI, gruppo Alpini Montichiari, associazione Botteghe dei Popoli, associazione Missionari Mivo, e infine in nostro Circolo Territoriale de "La Margherita Democrazia è Libertà", costituitosi ufficialmente a Montichiari da Gennaio di quest’anno. Per quanto riguarda la partecipazione, abbiamo provato anche a fare una stima (sempre difficile in questi casi) e sicuramente si potevano contare alcune centinaia di persone, pensiamo più di trecento (dato tutt’altro che insignificante dati i pochi mezzi a disposizione degli organizzatori dell’evento, per il poco tempo a disposizione e per il fatto che a Montichiari era la prima volta che si svolgeva una manifestazione del genere). Eppure abbiamo camminato insieme, con le fiaccole e le bandiere della pace, con gli scout, i consiglieri comunali, i volontari delle parrocchie, le bandiere dei partiti, gli ambientalisti, i sindacati, gli agricoltori. Abbiamo camminato tra i canti di De Andrè e di Vecchioni, tra il silenzio composto della riflessione e della legittima preoccupazione. C'erano tante famiglie e tanti bambini e anziani, tanta gente semplice che partecipava per dare il proprio piccolo concreto contributo…. Ma, perché? Per che cosa? Questo è un interrogativo che in tanti si sono posti criticando il significato delle varie Marce per la Pace. L’arguzia del sig. Alberti ci suggerisce "per prove tecniche di elezioni amministrative"… Certo una tesi suggestiva e originale! Magari, con l’invito di mons. Abate che invitando i partecipanti a vivere "sempre in una dimensione di pace, anche nel semplice e nel quotidiano" indicava una nuova via. Certo oramai siamo abituati a mirabolanti e strampalate ipotesi diffuse ai più alti livelli dai mass-media nel nostro Paese, ai tentativi di delegittimazione e di stravolgimento della realtà per chiari intenti politici, se è vero che il Presidente della Repubblica il 25 Febbraio ha invitato i giornalisti e quanti utilizzano la carta stampata a non essere servili: "Bisogna lavorare - ha detto il Presidente della Repubblica - con la schiena dritta e la testa alta, bisogna sentire la responsabilità di informare correttamente e di penetrare nell'animo e nella mente altrui". Queste parole ci sono tornate alla mente leggendo la lettera di Dino Alberti. Infatti, in piazza a Montichiari, come in molte piazze d’Italia è scesa semplicemente, la genuinità e la spontaneità dei sentimenti dei partecipanti, lo stare insieme, senza far tanto caso al passato e alle varie sensibilità tra i vicini di cammino. Certo sappiamo di avere una storia, fatta di battaglie aspre e dure, di errori e di personalismi, ma dove le forze in campo furono sempre rispettose del ruolo e del confronto democratico. Oggi invece, nelle attuali forze di governo, sembra prevalere una sorta di cesarismo cui sembrano dar fastidio certe espressioni democratiche, certe partecipazioni di cittadinanza attiva, certe sensibilità diverse dalle proprie. Oggi sembra prevalere l’idea che chi ha vinto ha diritto a comandare e non a governare! Certo uno le convinzioni sulla pace se le può anche tener dentro signor Alberti, e può essere dalla parte della pace anche senza mettere bandiere alle finestre; certo che poi, come diceva una signora alla marcia di Montichiari "quando uno sente il proprio Presidente del Consiglio da tutti i telegiornali nazionali dire che il numero delle persone che vogliono la pace è infinitamente piccolo anche rispetto ai dati diffusi dai suoi organi di stampa, una certa voglia di partecipare attivamente e di mobilitarsi la fa venire". Questo va sottolineato a chi questa voglia se la vuol tenere dentro, privata, recondita. Scelta certo legittima, ma in una situazione drammatica riteniamo certo più necessario agire e manifestare civilmente. Ecco il valore della partecipazione dei corpi intermedi, dei sindacati e dei partiti: che altro non sono che gruppi di cittadini organizzati democraticamente e che democraticamente decidono di aderire o meno a manifestazioni legittime e civili. Non accettiamo nemmeno l’etichetta di antiamericani, visto che proprio da New York, dai parenti delle vittime dell’ 11 Settembre è salito alto il richiamo alla pace, sfidando anche i manganelli della polizia. Siamo coscienti che la guerra sarebbe prima di tutto un disastro umanitario ma anche che si potrebbe trasformare in una terribile causa di scontro fra culture e religioni. Siamo per il disarmo dell’Iraq e siamo contro il terrorismo per questo la Margherita ha sostenuto l’invio dei nostri Alpini in Afganistan. Siamo contro ogni forma di terrorismo. Anche a noi sig. Alberti, non piacciono i dittatori, "italiani, tedeschi, sovietici ed ora serbi o arabi" e nemmeno quelli sudamericani. Riconosciamo il valore di quei cittadini che si mobilitarono attivamente per la Resistenza (e che non si tennero certo dentro di se quei sentimenti) e diciamo no alla guerra fedeli all’ art.11 della nostra Costituzione, cercando ed ottenendo in altri modi il disarmo del dittatore Iracheno. Agli Usa dobbiamo dire chiaro e forte che siamo loro amici e alleati, ma non sudditi. E lo dobbiamo dire con una voce sola: l’Europa deve essere protagonista della scena internazionale, non può continuare ad essere un gigante economico e un nano politico. Ci riconosciamo nelle parole coraggiose del Papa contro l’ idea pericolosa della "guerra preventiva" che potrebbe estendersi ed adattarsi facilmente ad altre situazioni internazionali (vedi la Corea del Nord). Crediamo che la mobilitazione pacifica mondiale fin qui sia servita (e il Washington Post lo conferma) ad allontanare, almeno per un po’ i venti di guerra dando all’ ONU ancora un pur flebile spiraglio. Siamo sempre per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica ed amministrativa del proprio paese aperti al confronto democratico con tutte le forze politiche presenti sul nostro territorio e con quanti hanno a cuore il bene comune del nostro Paese. Siamo certi, signor Alberti, che queste nostre convinzioni saranno valutate opportunamente dai nostri concittadini.

Stefano Mutti

Per il Gruppo di Coordinamento

Circolo Territoriale La Margherita di Montichiari

 

...E A ALBERTI RISPONDE ANCHE CALIARI (RIF.COMUNISTA) :

La politica è ben altro

Gentile direttore,
non credevo che l’ipocrisia umana potesse arrivare a tanto! Quale cittadino di Montichiari sono indignato! Mi riferisco alla missiva del sig. Dino Alberti pubblicata da Bresciaoggi. Ma come si fa a trasformare una manifestazione per la pace in, cito, «prove tecniche di elezioni amministrative»?
Evidentemente il sig. Alberti ha una concezione molto bassa della politica, quella politica che la gente aborrisce! Ma quello che più colpisce è la considerazione che ha dei suoi concittadini, della loro sensibilità, della loro voglia espressa di protagonismo e di partecipazione che ha segnato quella manifestazione che va ben al di là delle sigle di associazioni e partiti che ben volentieri hanno aderito all’invito loro rivolto dai sindacati dei pensionati Cisl e Cgil; nella sua lettera ne ha volutamente tralasciata qualcuna, come le parrocchie di Montichiari, varie associazioni di volontariato e missionarie, gli alpini, ecc. E s’è ben guardato dal dire che la manifestazione è stata aperta da un bel discorso di monsignore Abate, che ovviamente nulla aveva a che fare con le prossime elezioni amministrative; oppure anche le parrocchie, gli alpini, i missionari e di il monsignore si trovano «all’ombra della Quercia e dei petali della Margherita?».
Vede sig. Alberti, la politica non è quella piccola e meschina cosa che lei descrive, ma, nella sua più alta percezione, è l’argine che si dispiega e prende forma nella partecipazione dei cittadini, pregnante di sensibilità diverse che si rispettano e si confrontano con l’intento di dissipare dubbi e trovare possibili soluzioni. Quindi il suo agire, da antimilitarista quale si è definito, invece di cercare di sminuire e mortificare un evento straordinario per i suoi alti contenuti morali ed etici, qual è stata la manifestazione per la pace, avrebbe dovuto essere quello di partecipare e di portare in piazza il suo contributo, anche se critico, la sua sensibilità, la sua differenza e la sua testimonianza per un comune impegno sulla pace, bene supremo ed unico perché «nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra» (Pio XII).
Questo è stato ed è l’unica ragione che ci ha spinto e ci spinge a manifestare, a protestare ed a sperare affinché la pace sia possibile. Questa è la Politica (con la P grande) per la quale io mi spendo assieme a centinaia di milioni di persone sparse in tutto il mondo, sospinte dall’impegno che va ben oltre ai credo di appartenenza religiosi o politici che siano, l’impegno per la pace! (Oppure anche tutte queste persone ordiscono nel buio per rovesciare l’attuale governo comunale alle prossime elezioni amministrative?).
Giovanni Caliari


ED ANCHE I SINDACATI DEI PENSIONATI (ORGANIZZATORI) CHIARISCONO :

Con la presente, in qualità di promotori della «Marcia per la Pace», svoltasi a Montichiari il 23 febbraio intendiamo fare alcune precisazioni in merito alla lettera del sig. Dino Alberti, pubblicata in questa rubrica domenica 2 marzo: 1) Questa iniziativa non è stata in alcun modo eterodiretta da nessuna delle varie associazioni, soprattutto partiti, che hanno semplicemente dato la loro adesione. È stata promossa dai nostri due sindacati dei pensionati: Spi Cgil e Fnp Cisl poiché abbiamo ritenuto utile e opportuno, così come scritto nel volantino, dare a tutti i cittadini di Montichiari, la possibilità di esprimere la propria disapprovazione ad una guerra variamente motivata, e la propria volontà di pace come strumento attivo per costruire assieme un mondo di maggior giustizia e solidarietà. 2) I tempi stretti a cui siamo stati obbligati, non ci hanno però impedito di rivolgere anche all’Amministrazione di Montichiari, formale invito di adesione e patrocinio: invito che è stato declinato con motivazioni di natura formale. 3) La lettura di comodo che ne è stata fatta quindi, sulla base delle adesioni elencate, è cosa che lasciamo al sig. Alberti. Questa dimostra per altro, un atteggiamento diffuso e trasversale, di chi guarda alla realtà politico-amministrativa di Montichiari come all’ombelico del Mondo, senza voler capire che tutto nel frattempo è cambiato, e senza aspettare che anche Montichiari si decida di dare il proprio assenso. 4) Ringraziamo il sig. Alberti per aver definito capillare la pubblicazione dell’iniziativa, un merito che non ci sentiamo di aver guadagnato, perché molte cose utili non siamo riusciti a farle proprio per i tempi brevi che prima ricordavamo. Siamo però soddisfatti per la partecipazione dei cittadini giovani e meno giovani, che nuovamente ringraziamo per il valore della loro presenza, proprio per il contesto socio-culturale particolarmente difficile che il paese soffre. Ci convince inoltre della bontà e del successo dell’iniziativa, proprio il senso di fastidio che percorre tutta la lettera in questione, scritta con l’intento dissimulato (?) di ridimensionare e ridicolizzare la stessa e quanti vi hanno partecipato. Se questo era l’obiettivo, noi siamo più che tranquilli. Ognuno rimane naturalmente libero di pensarla come più gli fa comodo, ma non di attribuire a soggetti, oltretutto sbagliati, intenzioni, meriti o demeriti, con gli stantii e distruttivi criteri della dietrologia più manichea e illiberale solo per (mal) partito preso!

CARLO FAVALLI capo Lega Spi Cgil Montichiari

ALDA OLDOFREDI Capo Lega Fnp Cisl Montichiari


ED INFINE (FORSE) IL PARERE DEL SEGRETARIO DI ZONA DEI D.S. (12/03/03)

No alla guerra da Montichiari
Gentile direttore,
desidero replicare al signor Dino Alberti, scrivente da Montichiari, che in un passaggio della lettera - pubblicata da Bresciaoggi - ama definirsi antimilitarista e uomo pacifico, salvo poi essere aduso, quando scende nell'agone politico, comportarsi come se stesse andando alla guerra e ciò avviene ogniqualvolta " il nostro" interviene sulle vicende politiche locali.
Sarebbe il caso che qualcuno, negli ambienti a lui vicino, lo informasse - per il suo bene - che il mondo, e con esso la politica, cambia. Infatti chiunque sia sereno nei giudizi, e oggettivo nelle valutazioni, non si sognerebbe di mettere "all'ombra della Quercia o sotto i petali della Margherita", o di altre forze politiche, i cittadini che in modo convinto e composto, hanno espresso il loro No alla guerra partecipando alla fiaccolata per le vie di Montichiari.
Una manifestazione, questa, promossa dalle Organizzazioni sindacali dei pensionati, che ha visto l'adesione di varie forze politiche - tra le altre, anche la nostra - e del mondo cattolico monteclarense. Una manifestazione che ha visto l'abate mons. Bertoni ricordare le ragioni della pace. Ma soprattutto una manifestazione riuscita - quando altre simili nella storia della città? - con la presenza di famiglie con bambini, uomini e donne di ogni età ed un pluralismo di opinioni politiche che su un punto come il No alla guerra trova una comunanza di vedute.
Per fortuna il sig. Alberti , grazie ad un residuo pudore, non si è azzardato ad entrare nel merito delle motivazioni che sono state alla base della manifestazione, anche se quelle…. virgolette…. dentro le quali confina, nel suo scritto, la "marcia della pace" possono essere cariche di diversi contenuti e significati.
Quel che è certo è l'esplicito fastidio per l'iniziativa e la sua riuscita.
Equivoci non vi sono e, convinti di essere in buona compagnia, vogliamo affermare che la marcia della pace - senza virgolette - ha inteso affermare la volontà dei cittadini per la preminenza della "forza della ragione" nella soluzione delle controversie.
La vera strumentalità , in tutta questa vicenda, accompagnata da una buona dose di cinismo e rozzezza, è quella di voler immeschinire questo evento, scaturito dall'apprensione con la quale guardano i cittadini alla guerra, riducendolo a " prove tecniche di future alleanze amministrative."
Invitiamo il sig. Alberti a compiere un gesto riparatore ed a chiedere pubblicamente scusa a quanti hanno partecipato alla marcia e dei quali ha offeso intelligenza e sentimenti.
Su una cosa però, anche se posta in un contesto grottesco quale è il contenuto della suo scritto, conveniamo con il sig. Alberti: l'alta posta in gioco alle prossime elezioni amministrative.
La lettera infatti, pur prendendo a pretesto la marcia per la pace, nasce da qui ed è mossa e tradisce un'ossessione, quella della paura di una sconfitta elettorale.
Le forze politiche che fanno riferimento all'Ulivo ed al Centrosinistra - vorremmo fosse ben chiaro al sig. Alberti - non hanno bisogno di nascondersi dietro manifestazioni organizzate da altri.
Esse sono già oggi unite da una volontà politica, verificata in incontri nei quali è emerso un unanime giudizio negativo sulla gestione dell'Amministrazione leghista: mandare a casa un sindaco - con buona pace del sig. Alberti e del suo ruolo - che sin dalle prime battute s'è caratterizzato come sindaco di una sola parte della Città e che ha dato una pessima prova di governo. Fatti, questi, che rimangono lontani dalla positiva tradizione amministrativa che ha caratterizzato Montichiari.

Leone Orizio segretario DS Bassa Orientale

 

STAVOLTA (9 MAGGIO 2003) DICE LA SUA SULLO STADIO A CASTENEDOLO

Gentile direttore, ricorro alla sua cortesia per la pubblicazione di questa mia semplice missiva, che mi dà così la possibilità di esprimere alcune considerazioni, in qualità di cittadino, nei confronti di un «numero speciale» di un settimanale locale (e chi lo paga?) in merito a quanto lo stesso pubblica in riferimento alla costruzione del nuovo stadio di Brescia che, secondo quanto riferiscono le cronache e le conferenze stampa, dovrà sorgere in quel di Castenedolo; possibilità che, altrimenti, vedrei vanificata. Cito solo alcuni titoli del «foglio»: «Colpo grosso a Castenedolo - per la cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali, tecnologiche» oppure «Cosa perde Montichiari». Allora, partiamo subito da questo titolo poiché la mia risposta sarebbe, anzi è: «Cosa guadagna Montichiari». Non entro nel merito di quanto si legge sul settimanale tutto a firma della «redazione», quindi c’è da scommettere con un tavolo rotondo e parecchi qualificati collaboratori tecnico-scientifici per la stesura degli stessi. Non è questo il luogo anche perché, lei, giustamente, userebbe le forbici per adeguare la lettera alle esigenze collettive. Per il momento, mi preme soltanto sottolineare le motivazioni politiche che stanno a monte di tutte queste notizie date in modo così eclatante «in pasto» all’opinione pubblica. La politica, si dice, essere cattiva consigliera e millanta sanno che il più delle volte si regge anche... sull’ipocrisia; facendo magari il gioco delle tre palline che finiscono sotto il bicchiere nell’intento di aiutare ma alla fine di confondere il povero allocco che osserva il funambolista. Diciamo, a mo’ di esempio come, coloro che magari hanno intriso la penna per gli scritti, poche se non pochissime sono le occasioni, nelle quali hanno frequentato addirittura il locale campo di calcio monteclarense «Romeo Menti», una esperienza in materia, quindi, tutta da dimostrare. Meglio sarebbe andarci piano e prendere come consiglio quanto il grande Manzoni ebbe a scrivere e dire per bocca di Ferrer: Adelante Pedro, con juicio. A mio modesto avviso il «guadagno» per Montichiari è innanzitutto ecologico! (di poco conto?) ed è su questo versante che, sempre per il momento, si impernia il mio intervento poiché per il sottoscritto, è quantomeno demoralizzante vedersi ormai tutto solo. Una lotta di Davide contro Golia in un mondo in cui si cerca, per beceri motivi o di campanilismo o di politica nefasta, prospettar lucciole per lanterne. Vi fu un tempo in cui a Montichiari era sorto un comitato civico che ebbe grande risonanza, diciamo per la lotta contro le nefandezze ecologiche locali quali, l’inceneritore, le discariche e quant’altro. Anche il sottoscritto aveva di buon grado aderito e partecipato alle varie marce per evitare quanto meno il degrado ambientale. Ed ora, visto che gli estensori del foglio, meglio chiamarlo col proprio nome, L’Eco della Bassa, sono i cugini politici diretti degli amministratori di Castenedolo; si tenta là di screditare quelli monteclarensi e qua, di osannare l’accordo raggiunto. Quindi si assiste non solo al «rompete le righe» ma addirittura ci si domanda dove sono finiti i vessilliferi d’antan della verginità del territorio? Non varrebbe bene invece una marcia - cambiando naturalmente le bandiere - per difendere come si fece allora, anche con una raccolta di firme il nostro territorio? Altro che perdita per Montichiari! Se mi permette, signor direttore, vorrei aggiungere due parole per gli amministratori di Castenedolo, che, sempre con l’attuale sindaco, in altri tempi si erano opposti per la costruzione, dapprima allorché trovò eco l’eventuale individualizzazione in località Bettole - Alpino (motivi ambientalistici?) e successivamente, suppergiù per lo stesso motivo, quando l’amministrazione di Montichiari non certo in sintonia con quella castenedolese, aveva iniziato con il Calcio Brescia i primi pour parler (e non c’erano ancora come recita il foglio «le ombre della magistratura che paralizzano Montichiari»). Eppure quella ipotetica costruzione monteclarense era, in linea d’aria ben più lontana dal centro di Castenedolo, dell’attuale soluzione proposta, per far porre le mascherine ecologiche a quegli abitanti. Se non vado errato, nel qual caso chiedo venia, nell’attuale amministrazione di quella località figurano personaggi che, un tempo (ma quanto è ormai lontano!) rivestivano importanti incarichi in quel famoso comitato. Il tempo, si sa, è galantuomo e pertanto non rimane, come per Godot, attendere i risultati di nefaste politiche ecologiche e delle sue pompe.

Dino Alberti Montichiari

 

 

Lettera a Bresciaoggi del 20/09/2003

L’estate calda di Montichiari

Caro direttore, e tanto tuonò che piovve (almeno dalle nostre parti); un «verso» al celebre proverbio che ben si adegua alle vicende politico-amministrativo di questa torrida estate a Montichiari in occasione di più sedute di Consigli comunali, con alterni abbandoni dell’aula e dibattiti infuocati ben oltre la soglia meteorologica. Si tratta del Prg, uno strumento molto importante, al pari del bilancio, e su cui l’opposizione aveva minacciato ricorsi politici, legali, amministrativi. Alla fine, varato con i voti della maggioranza della Lega nord. Ora, come dichiarato dal sindaco G. A. Rosa, esso fa bella mostra di sè nella vecchia sede della banda musicale, sotto il Municipio, ed «ogni cittadino, nei sessanta giorni di tempo legale, potrà presentare le sue osservazioni». La stampa ha relazionato l’opinione pubblica su questa telenovela, ma non si contano le prese di posizione di forze politiche, i comunicati stampa, i volantini distribuiti alla cittadinanza sfornati a getto continuo dalle rotative con i pistoni roventi. Non intendo minimamente entrare nel merito tecnico-tattico, come direbbe Nicolò Carosio, principe dei cronisti sportivi d’antan, me ne guardo bene, ma, se mi permette, vorrei esprimere alcune mie considerazioni su quanto accaduto, perché, come scrive Dante... «è il modo che ancor m’offende». Senza però che i soliti noti abbiano ad intingere la penna, come sempre, contro chi ha il diritto di dissentire. Dopo la caduta del muro di Berlino, solo nei regimi della Corea del Nord o di Cuba o, prima, di Saddam Hussein, il verboten era o è di rigore. Nel Consiglio comunale di Montichiari, l’opposizione è costituita, principalmente, da coloro che per cinquant’anni ne hanno retto le sorti, e gli addetti ai lavori ben sanno cosa bollisse in pentola, prima di scoperchiarla, in tali occasioni. A rimarcare il cambiamento, a mo’ di esempio, riporto, con il dovuto diritto alla privacy, quanto espresse, in questi giorni, un tecnico in materia: «Non si è mai visto un Prg così preciso nei suoi indirizzi e non a macchie di leopardo come avveniva». Una dichiarazione molto significativa! Ma in tutta la vicenda, ciò che ha sollevato maggior scalpore è stata la grancassa suonata dal rappresentante in Consiglio comunale di Forza Italia, supportato poi con volantini da coloro i quali dovrebbero essere, forse, i futuri compagni di viaggio. Riporto, almeno in parte, il testo di un volantino che ben rispecchia il clima che si è instaurato. «Denunciamo l’ennesima vergogna e facciamo nostre le parole (fra le tante pronunciate, aggiungo io) dal vicecoordinatore azzurro Giuseppe Casella, che in qualità di consigliere e capogruppo (in sostituzione di Daniela Visconti, assente per ferie) si rivolse al sindaco Rosa: lei non è più degno (!) di essere il sindaco di tutta la cittadinanza (...). Si ricordi che le minoranze rappresentate in Consiglio comunale hanno dietro di sè la maggioranza del paese (...)». Parole di fuoco, che, a mio modestissimo avviso, sono state pronunciate dalla persona... meno adatta. Mentre il Casella - nei cui confronti Cicerone contro Catilina davanti al «senatus populusque romanus» o il giacobino che nel Comitato di salute pubblica chiedeva nientemeno che la testa di Robespierre, furon dei dilettanti - lanciava le sue reprimenda mi è tornato alla mente un altro Consiglio comunale, nel quale, il capogruppo, allora come oggi della Lega Nord, geomerea Luigi Lamperti, con una dialettica ben più accetta e chiara nella sostanza chiedeva le dimissioni di Badilini perché, in una precedente consultazione elettorale per il Consiglio d’Europa, la Lega nord a Montichiari rappresentava da sola ben oltre il 30% dell’elettorato locale. Poteva dunque essere quello un motivo ben maggiore di questo! Ma ciò che intendo sottolineare è che, chi ha pronunciato oggi il suo diktat , allora era assiso fra gli scranni di maggioranza di quel primo cittadino dove ha rivestito, ad un tempo, i panni di consigliere comunale, di assessore e addirittura di capogruppo. Successivamente, fulminato come Saulo sulla via di Damasco, sostengono i politologi locali che, aderendo a vari movimenti politici ed approdando ora a Fi (l’ultimo?) abbia quasi eguagliato Odisseo il quale, di ritorno dopo la presa di Ilio all’amata terra di Itaca, fu costretto, vuoi per mari procellosi, vuoi per allettamenti di invitanti sirene, a navigare ed incagliarsi più volte sulle sponde del Mare Nostrum. Ed i segnali più o meno «palpabili» provenienti ancora da Scilla e Cariddi non sembra siano per sempre consegnati alle sole pagine che Omero scrisse. Ma mentre i primi labili prodromi di nuvolaglie, questa volta ben accette, smorzavano la calura estivo-politica locale, e nella piazza centrale, piazza Garibaldi, veniva distribuito l’ultimo volantino al veleno, c’era chi, quasi di soppiatto, cercava di bussare al grande portone borchiato del castello di Canossa. Narrano le cronache che un suo predecessore arrivato a quel maniero, in uno dei più terribili inverni dei secoli passati, dovette rimanere, per penitenza, fuori per lungo tempo, prima di ottenere udienza presso la contessa Matilde. La Storia, con la esse maiuscola, è madre di vita e ben lo sapeva il Manzoni al quale talvolta è meglio far ricorso. Ad un certo punto del suo grande romanzo egli scrive e fa dire per bocca di Ferrer: «Adelante Pedro con juicio». Meglio farne tesoro!

Dino Alberti - Montichiari

 

DOPO IL VOLANTINO DELLA LEGA DEL 22 NOVEMBRE 2003 ...

DINO ALBERTI SCRIVE AL GIORNALE DI BRESCIA IL 28 DELLO STESSO MESE

Il server galeotto

Da diverso tempo è in atto a Montichiari, quella che, a mio modesto avviso, si potrebbe configurare come una «strategia», per colpire l’attuale sistema di Amministrazione. Tanto per fare un esempio, prendendo nel mazzo, intendo esporre alcuni fatti sin troppo «sconvolgenti», che non poco turbamento hanno creato nell’opinione pubblica locale a seguito del clamore suscitato con la pubblicazione di interviste o lettere al direttore sugli organi di stampa, fra cui pure questo quotidiano, da parte dei «soliti noti» e relative a missive, anonime ovviamente, ricevute da alcune persone della località e per le quali, manco a dirlo si è inteso - come per i monatti - puntare il dito contro la maggioranza ravvisata a giudizio di lorsignori, quale mandante se non addirittura esecutrice delle stesse. Rendo noto, ad onor del vero, che pure il sottoscritto ne è stato destinatario, senza per questo avanzare strombazzamenti, giudicandola solo frutto di una mente «malata». Il contenuto, comunque, da sfiorare il Codice Penale. Questa «strategia della tensione» non è rimasta soltanto nell’ambito della carta stampata giornalistica ma è approdata pure nell’aula consiliare, dove, a gran voce, si è chiesto al partito di maggioranza, la Lega Nord, di dichiarare il suo non coinvolgimento e quindi la sua estraneità. E perché? Alla fine val bene ancora quel proverbio che recita «il diavolo insegna a fare le pentole ma non i coperchi» oppure l’altro «chi la fa l’aspetti», perché, alla fine, è il tempo che è galantuomo. Se per il momento, il corvo od il suo pluralismo, non è ancora stato scoperto, vorrei, se mi permette Signor Direttore, segnalare un qualcosa che mi ha indotto, come una molla, a scrivere questa lettera. Domenica scorsa 23 novembre alcuni incaricati della Lega, nella piazza principale della cittadina, hanno distribuito il periodico della sezione, «Montichiari Padana». Sono rimasto esterrefatto per un «servizio» a firma di Marco Togni consigliere comunale del Carroccio e delegato responsabile del settore Stampa e Comunicazione. Il titolo: «Lettere anonime, siti Internet bloccati, la Lega non c’entra. Duro attacco contro di noi. Quando finirà?». Dallo stesso e per maggior discernimento dell’opinione pubblica, intendo trascrivere e un passaggio, a mio parere molto significativo. Recita testualmente: «Rassicuriamo chi è stato colpito da queste lettere e annunciamo che nei prossimi giorni sarà sporta una denuncia contro ignoti per tali avvenimenti. In ultimo, il sito Internet dell’Associazione per l’attenzione dei cittadini sorta a Montichiari un paio d’anni orsono (dai contorni più politici che altro). Il perché sia stato temporaneamente chiuso - prosegue il servizio - non mi riguarda, ma alla sua riapertura ho notato con stupore che ha cambiato server di appoggio! «Per spiegare in parole semplici, ai non addetti ai lavori, un sito internet per essere visibile in rete, deve essere pubblicato o meglio installato su di un computer (server) adibito allo specifico scopo. Bene! Prima della chiusura il sito Internet dell’Associazione era pubblicato sul server dell’Asm di Brescia. Risulta quindi che una società pubblica, sostenuta dal Comune di Brescia, dava spazio ad un’associazione politica all’interno della quale c’è un esponente di un partito locale nonché dipendente dell’Asm stessa! Alla riapertura, il sito non risulta più pubblicato sul server dell’Asm. A voi il giudizio finale». Signor direttore, a questo punto mi permetta rivolgermi all’Asm per chiedere maggiori delucidazioni in merito, come d’altra parte avranno pensato pure gli altri cittadini alla lettura del foglio in questione.

DINO ALBERTI

 


 

IL RITORNO DEL "GRILLO PARLANTE" ... contro il candidato del centrosinistra

FELICE GARZETTI AVEVA SCRITTO ....

Alla Padania preferisco l’Europa

Si discute molto in questi giorni della possibilità ventilata dall’amministrazione leghista di cambiare il nome della piazza principale da Piazza Garibaldi a Piazza S. Maria Assunta e di erigervi una colonna con il Leone di S. Marco (finto storico), che insieme ai cartelloni stradali "bilingue" in italiano e dialetto, dovrebbero servire ai cittadini monteclarensi a valorizzare le cultura locale e a riscoprire le nostre origini e le nostre tradizioni, e dimenticare, magari, anche figure scomode, soprattutto per la cultura leghista, come appunto Giuseppe Garibaldi. Noi manifestiamo tutte le nostre perplessità su questo poco chiara operazione. I cittadini di montichiari sono giustamente orgogliosi della loro piazza, non sentono la necessità di cambiargli nome, anzi a pochi mesi dalle elezioni amministrative vivono questo gesto come un sopruso. Perché i nostri amministratori non chiedono ai cittadini cosa vogliono fare della loro piazza anziché ai loro pochi referenti politici? Il colmo poi lo si raggiunge con la statua del Leone di S. Marco. Cosa c’entra ci chiediamo, vogliano portare al centro di Montichiari un simbolo che molto tempo fa è stato segno di occupazione straniera??? Noi siamo contrari a queste operazioni di mera facciata, ma che nascondono la volontà di allontanare la cultura dello Stato a noi tanto cara e fondamentale per la crescita armonica della società del futuro.  D’altra parte il fenomeno di movimenti politici che si richiamano apertamente ad alcuni periodi storici, svalutandone altri, non è affatto nuovo, già questo dovrebbe farci riflettere. Ci sono cose che tuttavia non si possono tacere alla vigilia di una campagna elettorale: il silenzio sconcertante dell’amministrazione che avvolge il piano d’area attorno all’aeroporto, che in questi anni non è decollato; il silenzio sui fondi tagliati dalla finanziaria promossa dal governo delle destre al Comune di Montichiari, il silenzio su una serie di insuccessi che ha fatto perdere manifestazioni d’eccellenza al Centro Fiera (Nautic Show), che ha allontanato strutture importanti (stadio del Brescia Calcio) o ritardato e annullato certe altre (Velodromo, Stadio del Montichiari Calcio – con annesse permute già avvenute), il silenzio attorno al piano cave, su cui invece sale alto il grido di protesta delle amministrazioni limitrofe, il silenzio sul futuro dell’ospedale, sul futuro del PRG stravolto e si potrebbe continuare. D’altra parte quale risposte può dare la Lega alle esigenze di solidarietà e socialità di alcuni bisogni, come la sanità, la scuola, il lavoro, l’ambiente, il futuro economico: l’unica loro soluzione a tutti questi problemi è l’erezione della Padania come unico riferimento e referente. E il valore su cui si basa la Padania, come la propone la Lega, è il valore etnico. Chi tace questo tace la verità. Noi proponiamo un modello opposto. È con la solidarietà tra i popoli e la sussidiarietà tra gli Enti Locali che si può uscire da un profondo stato di crisi economico e di smantellamento dello Stato Sociale a protezione dei cittadini. Chiudendosi su se stessi, pensando che questo sia sufficiente a tener lontano i "problemi" che affliggono prima altri territori è pura utopia. A meno che non si voglia erigere un muro di cinta come avviene in Israele oggi ed in Cina in epoche passate. Che clamorosi sbagli, la storia ha da sempre dimostrato i fallimenti di questi tentativi, piccoli o grandi che fossero. Occorre essere seri: La Padania non è mai esistita! Gli abitanti delle sponde del Po e della pianura hanno una secolare tradizione di socialità, spirito di apertura, lavoro collettivo e difesa di uno spirito pubblico e non individualista, proprio a causa della forza dei fiumi e delle sue inondazioni per il cui controllo era impossibile fare da sé. I fiumi prima, e la Chiesa poi, con la diffusione dello spirito comunitario, hanno imposto quello spirito collettivo che invece è assente nella politica leghista; Montichiari in particolare, terra di mercato, è da sempre stata aperta ai commerci ed agli scambi, crocevia naturale tra Brescia e Mantova, Verona, Cremona e Parma. Al mito della Padania, opponiamo dunque l’Europa che deve essere, per dirla con Prodi, "un sogno e un progetto": "il sogno di un mondo più libero, più giusto e più unito. Un’ Europa di libertà e di giustizia, come diritto alla pace. Europa di giustizia, come libertà per tutti di godere in modo autentico e pieno dei diritti democratici. Europa di libertà, come scelta di giustizia sociale". Solo così potremo far fronte ai problemi del nostro tempo. Noi stiamo preparando un progetto per la nostra Città che rimetta Montichiari al centro del territorio comprensoriale che gli compete, consapevole e coerente con la sua storia, faremo in modo che non si chiuda in se stesso, ma si apra alla Provincia, alla Regione, allo Stato e all’Europa. In questo modo sapremo liberare quelle potenzialità economiche e sociali, che hanno fatto crescere Montichiari più di altri comuni e le coniugheremo con quell’esigenza di solidarietà, di amore per il territorio e di qualità della vita che ci impongono di trasmetterlo migliore alle generazioni future. Siamo certi che i cittadini, le donne e gli uomini liberi di Montichiari, sapranno scegliere.

Felice Garzetti

Candidato Sindaco dell’Ulivo Centrosinistra

Dino Alberti così risponde:

Montichiari, le elezioni e le percentuali

Caro direttore,
mi riferisco alla lettera dal titolo: "La Padania? Meglio l’Europa!" (cosa c’entra l’Europa con le elezioni amministrative!), inviatale dal candidato sindaco dell’Ulivo di Montichiari, Felice Garzetti, e pubblicata alcuni giorni orsono.
Non entro nel merito della miriade di argomenti che formano oggetto della lunghissima lettera (perché tanto spazio se meramente a carattere elettorale?) ma almeno su di uno vorrei, se mi permette, signor direttore, soffermarmi, inerente alla piazza principale della cittadina, in via di rifacimento. In merito, il nostro scrive: "... il colmo poi lo si raggiunge con la statua del Leone di San Marco. Cosa c’entra, ci chiediamo. Vogliono portare al centro di Montichiari un simbolo che molto tempo fa è stato segno di occupazione straniera?". Ma "per favore, per favore" direbbe Greggio, mattatore di Striscia la notizia. Di occupazione straniera?
Intendo risponere con l’ausilio di due "personaggi" di ben più grande spessore del modesto estensore della presente lettera. Ubi maior minor cessat . Chiamo in causa il Manzoni, invitando il candidato sindaco della sinistra a leggere o magari a rileggere, se un poco "smemorando", le belle pagine di quel suo grande romanzo, allorché Renzo, fuggiasco dal Ducato di Milano, governato dagli spagnoli, cerca scampo, che dico, "libertà", nel bergamasco, terra della Serenissima. Al pescatore che lo traghetta sull’Adda (benedetto Adda!) disse: "E’ Bergamo quel paese?" - "La città di Bergamo", rispose il pescatore. "E quella riva lì, è bergamasca?" - "Terra di San Marco". "Viva San Marco!", esclamò Renzo, ringraziando Dio fra sè" (cap. XVII). Dopo il lirismo dell’"Addio monti..." queste sono tra le più esaltanti pagine della sua opera immortale. Vedrà, vedrà come "s’illuminerà d’immenso!".
Ma per entrare ancor più nel "particulare" come direbbe lo storico Guicciardini, consiglio al nostro - un consiglio datogli sommessamente, s’intende - di accedere alla locale biblioteca e chiedere "in prestito" il libercolo, vista la maestà del Manzoni, di un nostro concittadino, Oreste Foppa. Edito nel maggio 1970, reca il titolo: "La piazza Loggia di Brescia in cinque secoli di storia". Nel risvolto, a cura dell’editore, Fausto Sardini, si legge, fra l’altro: "Non so a cosa potrà servire ed essere utile una pubblicazione come questa, ma auguro solo possa servire a pensare una nuova dimensione della piazza, dove la gente tutta potrà incontrarsi per vivere un mondo di giustizia e di civiltà". In quellibro, il Foppa, al primo capitolo scrive "...Sopra la loggia c’erano lo stemma della città e l’immagine di San Marco in pietra dorata. Che in q uel tempo si usasse indorare le sculture in pietra, abbiamo esempio anche nel Leone di San Marco eretto sulla piazza di Montichiari, poi trafugato dal nemico in guerra e trasportata a Cremona in sozzo luogo e insudiciato in spregio nostro e della Repubblica di Venezia, come leggesi nel manoscritto latino "De bello ferrariensis" del carpenedolese Lancellotti, letterato del XVI secolo".
Più chiaro di così!
Per tutto il resto della missiva sui Massimi Sistemi del Garzetti, da parte mia, ritengo di porre sulla stessa una pietra tombale.
Dino Alberti - Montichiari

17 aprile 2004 - dalla rubrica Lettere di Bresciaoggi

 


 

ELEZIONI 2004 - ROSA VIENE RIELETTO

e il Grillo Parlante riappare ...

Mercoledì 07 Luglio 2004 (Lettera a Bresciaoggi)

Montichiari ha deciso

Caro direttore, voglio commentare le elezioni amministrative di Montichiari, in virtù della conoscenza della località grazie ad un «pedigree» di 25 anni come corrispondente per la carta stampata e come capo zona dell’Usl 44. Rendo onore al riconfermato sindaco Gianantonio Rosa, forse il più votato in provincia con un successo senza precedenti, ancora più importante perchè ottenuto contro la campagna più denigratoria e a suon di un enorme sperpero di denaro, difficilmente quantificabile. Il suo biglietto da visita è stato, oltre all’ottimo fair-play, l’abolizione del ricorso ad improperi contro gli avversari, il motto «La differenza fra il dire e il fare». Egli ha saputo e potuto offrire agli elettori una città nuova e moderna che, senza tema di smentita nei suoi confronti, nessuno dei predecessori, dalla fine del secondo conflitto mondiale, ha saputo fare. E i monteclarensi, non certo sprovveduti o allocchi, come qualcuno ancora li ritiene, l’hanno largamente ricompensato. Il rovescio - del tutto negativo - della medaglia indica la sbornia in cui sono finiti i suoi detrattori anche sul piano personale. Una campagna denigratoria durata cinque anni attraverso internet, fogli locali, volantini, interpellanze a profusione nei consigli comunali, lettere ai direttori di quotidiani, interviste, ecc. In questo lustro e ancora di più in questi ultimi tempi l’opinione pubblica locale, la principale vincitrice delle elezioni, è stata continuamente «bombardata». Non si può fare finta che non sia successo nulla, anche se ora la tempesta è passata. Quanto accaduto lascerà un marchio indelebile. Montichiari, da un punto di vista politico-strategico, ha un valore macroscopico nell’ambito dell’intera provincia. Montichiari era sempre stata baronia dello scudocrociato, il cui testimone si è tramandato sino a questi ultimi giorni, nella speranza che, finalmente, siano gli ultimi. Aveva iniziato nel 1999 un ex sindaco, Badilini, non in lista ma a tirare le fila, allora come oggi, di Dc-Ppi-Ppm, Margherita, Area Civica, ecc. All’indomani della prima vittoria di Rosa, si era permesso di scrivere: «Si è scelto il peggio del peggio». Se così iniziava era già a metà dell’opera. E su questa linea di condotta, dalle colonne di un settimanale locale ha continuato con il dente avvelenato. Gli ha dato corda, o meglio, gli ha fatto il verso, Stefano Quarantini (Ds ex Pci), dimessosi da capogruppo Pci-Ds fino a quella tornata e ripresentatosi nella lista Ds. Pochi mesi fa aveva scritto: «Abbiamo un sindaco da farsa». Non so se abbia recitato meglio lui o il rinconfermato Rosa. Per questo ballottaggio i nostri due guerrieri si sono trovati, il primo come «conduttore» delle fila (cioè le liste) dove diversi avevano il suo dna politico, il secondo a sostegno della candidata Mosconi, tutti a rappresentare il centrosinistra. Non era stato Badilini, sindaco al tempo dell’esposto alla Corte dei conti e condannato in prima istanza a Milano, a tuonare nell’aula consiliare contro Quarantini e compagni, rei di questo «passo», di essere stato processato dalle «toghe rosse»? Queste elezioni hanno visto il completo tracollo di questa armata Brancaleone a cui si era unita l’Udc locale. Ma Follini e i rappresentanti provinciali dov’erano? Forse dormivano? Non è sufficiente sostenere che la sezione locale ha deciso in completa autonomia.

Dino Alberti
Montichiari


A proposito della lettera di Dino Alberti ("Montichiari ha deciso") del 7/7/2004

In molti, e noi tra questi, concittadini ed elettori di Montichiari, avremmo voluto stendere un velo pietoso sull’andamento della campagna elettorale per il Consiglio comunale della nostra città. La consideriamo eccessivamente giocata sul fair play, sull’essere educati oltre misura a costo di non fare uscire chiaramente le differenze, le quali stavano sì nei programmi ma soprattutto nelle figure e nella storia personale dei cinque candidati. In tale contesto ha avuto particolarmente buon gioco il Sindaco uscente (e rientrante) geometra Gianantonio Rosa cui è bastato esporre in bacheca i suoi gioielli degli ultimi mesi per far credere a molti che fosse più che logico riconfermarlo. Sia chiaro che noi siamo convinti nella legittimità della sua elezione e siamo rispettosi dell’istituzione ma … non siamo per nulla d’accordo che egli sia la panacea di tutti i mali del passato monteclarense (quali?). Il tentativo ben riuscito di dividere ad arte il paese tra presunti innovatori (leghisti e sostenitori vari) e supposti conservatori (aree civiche, centrosinistra e sostenitori vari) è ora, e ce l’aspettavamo, reso pubblico e palese nelle parole di un signore che pretende d’avere un "pedigree" idoneo in quanto corrispondente del giornale per 25 anni. Come dire che analogo o superiore "pedigree" non lo possano avere ex-amministratori per altrettanti anni, commentatori ancora in piena attività, giovani dotti e laureati, cittadini "praticanti" la politica locale da 30-40 anni eccetera o comunque cittadini "normali". A questi il nostro "grillo parlante" nella sua lettera pubblicata il giorno 7 luglio su Bresciaoggi, non concede né crediti né indulgenze, raggruppandoli per tipologia tra chi non ha votato Rosa, qualificandoli quali dalla parte di denigratori, falsi, burattini o addirittura tra gli amici delle "toghe rosse"; rivendica meriti solo per gli ultimi mesi di Rosa, scrivendo incredibilmente che ha fatto per la città tanto bene come nessuno degli altri dal dopoguerra. Fosse bastevole lo considereremmo solo un cieco, ma temiamo che gli aggettivi da usare dovrebbero essere ben peggiori. Per noi Rosa purtroppo non è una persona sincera perché non dice tutta e sempre la verità, non ama il confronto e il dialogo aperto, soffre le critiche e gli strumenti di democrazia. Numerosi e incontrovertibili gli episodi e bene ha fatto un pur tardivo volantino che alla fine della campagna elettorale li ha esposti senza sin qui ricevere alcuna impossibile smentita. Tutte le allusioni che sono state fatte su chi ha amministrato sino al 1999 servono e sono servite solo a confondere le acque, a far sì che venissero giudicate e solo superficialmente talune opere pubbliche, senza porre altre domande, senza approfondire i temi posti: dagli stadi mancati e inquisiti, alle permute di aree opinabili, dal ritardo calcolato sulle opere pubbliche, alle discariche prorogate e ampliate e aperte, dal Piano Regolatore "tenuto nel cassetto" e poi improvvisamente apparso, al Piano Urbano del Traffico inesistente o celato, per non dire ai commercianti del Centro che la piazza verrà pedonalizzata. Ed ora, a elezioni superate e vinte, s’abbatterà il Palafiera, alla faccia della sincerità! Ma noi sottoscritti ricordiamo anche il fatto del "corvo", che ha scritto, anche in questi ultimi giorni, lettere su lettere inneggianti a Rosa e sputanti volgarità e minacce contro "normali" cittadini e le loro famiglie. Dove è stato il Sindaco Rosa intanto? Quando ha mai pensato di disconoscere pubblicamente certi suoi ammiratori? Quando mai ha fatto il Sindaco di tutti se tutti sanno che non si muova foglia che Gelmini (Assessore al Bilancio e segretario provinciale della Lega) non voglia? Non basta fare il Sindaco sportivo e all’apparenza cordiale quando invece non si stima l’avversario, pur sconfitto, ma lo si relega con superbia e arroganza tra coloro che devono star zitti e sparire. E infine, per concludere e ribattere al dottor – scrittore (con libri pubblicati, ci dicono, a spese dei monteclarensi su delibere della Giunta leghista), sappia che quella che lui chiama "Armata Brancaleone" non è un esercito, né lo è mai stato, ma un insieme pur eterogeneo di cittadini liberi di ogni estrazione e cultura che vivono senza fette di salame sugli occhi. Questi cittadini, proprio leggendo certe lettere o certi volantini di chi sta sul carro dei vincitori, si ritengono molto offesi dal dottor D. che li accusa, come elettori di altri candidati (in particolare di Stefania Mosconi) di essere dalla parte del vecchio e superato "regime" democristiano. Lo ribadiamo con fermezza: essere non-leghisti e/o non-Rosa non significa per forza essere contro Montichiari ma semmai, anzi sicuramente, proprio perché non è Rosa in sé da battere, significa essere contro l’ignoranza, l’arroganza, il vilipendio e la penosa incapacità d’essere oggettivi di taluni suoi estimatori. Rispetto per chi ha votato, ma anche su chi non ha votato Rosa, prego! Ultima ciliegina avvelenata che ci aspettiamo? Il cambio di nome a Piazza Garibaldi, con grande soddisfazione di chi, piuttosto che le camicie rosse dell’unità d’Italia, preferisce le verdi dell’indipendenza padana.

e-mail firmata da alcuni elettori monteclarensi

Montichiari 9 luglio 2004


E POI RISPONDONO MOSCONI E VERZELETTI (11 LUGLIO 2004)

Gentile direttore,

chiediamo cortesemente ospitalità nella Sua rubrica per una serie di doverose precisazioni in riferimento ad alcune critiche (peraltro non supportate da alcuna prova) contenute in una lettera recentemente pubblicata sul Suo giornale a firma Dino Alberti, Montichiari.

Il sig. Alberti parla di una campagna elettorale fatta "a suon di un enorme sperpero di denaro, difficilmente quantificabile". E’ probabilmente sfuggito allo stesso Alberti che i costi della campagna elettorale della coalizione che ha sostenuto Stefania Mosconi sono già stati ampiamente pubblicizzati, mediante comunicati stampa inviati ai quotidiani locali, e sono stati sostenuti attraverso forme di autofinanziamento, in modo assolutamente trasparente e nel pieno rispetto delle leggi che regolano i finanziamenti per le competizioni elettorali. Il bilancio è comunque a disposizione di chiunque voglia prenderne visione.

Il sig. Alberti parla di "campagna elettorale denigratoria". A tal proposito, per quanto riguarda la nostra coalizione, possiamo serenamente affermare che ogni presa di posizione in merito alle vicende locali ha sempre trovato precisi riscontri negli atti amministrativi esaminati: non si è mai fatto ricorso ad alcuna forma di falsità tesa a screditare l’avversario.

Il sig. Alberti nomina e critica, come Sua ben nota consuetudine, l’ex sindaco Badilini definendolo il "conduttore delle fila, cioè delle liste, dell’armata Brancaleone"! Verrebbe da chiedersi in base a quali informazioni o conoscenze personali sugli oltre 100 candidati delle liste che sostenevano Stefania Mosconi e che hanno straordinariamente profuso impegno ed entusiasmo durante l’intera campagna elettorale, possa il sig. Alberti considerarli tutti allocchi e sprovveduti, burattini nelle mani di Badilini.

Ed a questo proposito ci chiediamo anche in ragione di quale autorevolezza politico-amministrativa lo stesso sig. Alberti si attribuisca il diritto di ironizzare sul lavoro dei candidati e sulle legittime e quanto mai ponderate valutazioni politiche che hanno indotto alcuni partiti, con il completo avvallo delle segreterie locali e provinciali, ad assumere decisioni a Lui non gradite.

Senza alcuna difficoltà abbiamo preso atto della scelta degli elettori congratulandoci con il Sindaco Rosa, così come senza distinzioni continuiamo a considerare una ricchezza per la nostra Comunità il fatto che tanti cittadini nei vari schieramenti abbiano deciso di mettersi in gioco in prima persona per Montichiari.

Abbiamo ritenuto opportuno replicare alla lettera pubblicata nei giorni scorsi esclusivamente per senso di rispetto nei confronti dei numerosi cittadini che in questa campagna elettorale hanno collaborato con noi; non siamo, pertanto entrati nel merito di molte altre discutibili affermazioni fatte dal sig. Alberti, al quale rinnoviamo l’invito, già posto in altre occasioni e mai raccolto, a chiarire attraverso un confronto personale (quando e dove vuole) i nostri diversi punti di vista sulla realtà locale, senza tediare ulteriormente il lettore del giornale con inutili corrispondenze a distanza.

Stefania Mosconi (candidato sindaco)

Paolo Verzeletti (coordinatore campagna elettorale)


E POI RISPONDE QUARANTINI DEI DS (14 LUGLIO 2004)

Vorrei fare alcune puntualizzazioni in merito alla lettera del sig.Dino Alberti pubblicata sul suo giornale.  Devo constatare che nonostante i profondi cambiamenti intervenuti nel sistema politico italiano in questi ultimi dieci anni, ci sono ancora dei giapponesi della politica che non vogliono uscire dalla foresta e pensano ancora che la guerra continui, cosicché il nostro non si è avveduto che nel frattempo anche a Montichiari è nato l'Ulivo e il centrosinistra, che non esistono più nè la Dc nè il Pci, i quali si sono sì combattuti per quarant'anni, ma sempre nel rispetto delle regole democratiche e con il reciproco riconoscimento dei ruoli che l'elettorato loro assegnava.  Io ho sempre sostenuto che quella fase storica si è chiusa con la sindacatura Badilini e che bisognasse aprirne una nuova nel segno del bipolarismo: centrodestra, centrosinistra e promuovere una nuova classe di amministratori capaci ed onesti che agissero nell'interesse di una città come Montichiari, che dopo Brescia, è la più importante per la presenza sul suo territorio di infrastrutture decisive per lo sviluppo dell'intero sistema economico provinciale.  Quindi non ho condiviso, perchè la consideravo arrretrata e perdente, l'operazione politica dell'Area Civica tesa a promuovere uno schieramento centrista con l'intento di aggregare lo storico elettorato democristiano, che oramai si è stabilmente trasferito su altri lidi politici, come puntualmente è stato confermato dalle elezioni a Montichiari.  Ho proposto invece la creazione di un vasto schieramento politico di centrosinistra che includesse anche l'Area Civica, perchè quello a mio parere sarebbe stato più forte nei confronti della Lega e del suo candidato sindaco, il geom.Rosa.  Tutto lo schieramento del centrosinistra non ha avuto poi remore a schierarsi al ballottaggio con Stefania Mosconi dopo la sua richiesta ed il ostegno ufficialmente dato a Tino Bino come candidato presidente della Provincia.   Io penso che bisogna partire da questo accordo e costruire in questi 5 anni un largo fronte di forze formate sia da forze politiche che da liste civiche, in grado di sconfiggere la Lega ed il centrodestra al prossimo appuntamento elettorale.  Ma tornando al tema della lettera vorrei ricordare al nostro che il sottoscritto ha sempre tenuto distinti i rapporti politici anche nei momenti di scontro aspri come quelli da lui citati, da quelli personali e che ha cambiato spesso parere, ma mai ha cambiato partito o peggio è saltato sul carro dei vincitori per ritorsione o nella speranza di avere qualche piccolo vantaggio personale.  Non ho mai parlato di un "sindaco farsa" ma di una vicenda che stava degradando a farsa perchè Rosa e la Lega stavano facendo strame delle regole democratiche, come nella vicenda del piano regolatore, questo non ha sicuramente inciso sui risultati elettorali, hanno contato di più le opere pubbliche realizzate con gli straordinari proventi delle cave e delle discariche, parte notevole dei quali recuperati grazie alle opposizioni che hanno imposto una revisione della convenzione con l?Asm riguardante la discarica di rifiuti solidi urbani.  Ma una classe dirigente in un regime democratico deve preoccuparsi anche di far funzionare la democrazia, di riconoscere il ruolo delle miniranze, accettare il confronto e non pensare che una volta vinte le elezioni tutto sia consentito.  E' questo che fa diversa la democrazia dai regimi autoritari, secondo il motto "tutto il potere a nessuno": una persona di cultura quale il sig.Alberto presume di essere, dovrebbe saperlo.

STEFANO QUARANTINI

 


IL "GRILLOPARLANTE" INNAMORATO ... DEL SIGNOR SINDACO ROSA

Da Bresciaoggi del 26/09/04

Caro direttore, mi rivolgo al presidente della Provincia Alberto Cavalli.

Non ho di certo dormito profondamente la notte avanti di scriverle questa mia, come il principe di Condé prima della battaglia di Rocroi - a prestar parola al Manzoni. Ma voltandomi e rivoltandomi fra le coltri in attesa dell'alba, quindi, preso il ... coraggio a due mani, ho intriso la penna nel calamaio pian piano come sussurrando lo scritto in un orecchio, per la "privacy", s'intende, affinché nessuno, se non fra me e lei, ne fosse al corrente. "Passata è la tempesta" delle recenti elezioni ed ora che "è tornato il sereno" e tutto procede liscio, si fa per dire, mi rivolgo a Lei, sicuro di trovare la porta... aperta.

Ho seguito la Sua campagna elettorale, al pari di quella del mio sindaco, nella comunità d'intenti che l'hanno vista cementata da un feeling politico amministrativo che era proseguito per tutti questi ultimi anni . Una "entente cordiale" che, come si sa, ha dato i suoi frutti. Lei, sig. Presidente, ha avuto modo di constatare la capacità e la dinamicità del sindaco Rosa, il quale ha saputo, nel volger d'un mattino, cambiare completamente - il volto di una località, Montichiari, che tutti i suoi predecessori in oltre mezzo secolo di amministrazione non hanno saputo eguagliare. Il premio dai suoi concittadini è stato enorme; rieletto fra millanta difficoltà, con pitbull o mastini pronti a farne uno scempio, lasciando tutti i suoi avversari a, distanze stellari. Un risultato che, di conseguenza, senza entrare nei particolari, ha premiato anche Lei, visto che i voti ottenuti da Rosa si sono riversati successivamente nella Sua urna.

Sappiamo benissimo che il primo cittadino di Montichiari è stato se non il più, ma forse lo è, fra i più votati in assoluto dell'intera Provincia. E con questo?, Lei mi dirà sussurrandomi all'orecchio. Vede, sig. presidente, il prossimo anno, anzi, fra non molti mesi, saremo nuovamente chiamati alle urne per eleggere il Consiglio regionale e, come si dice, il suo Governatore. Poiché la storia, anche recente seppure con la "s" minuscola, insegna che è meglio partire da lontano, per non giungere al traguardo e perdere, come già lo fu, per esserci tutti, come diceva Pappagone, "sparpagliati". Proprio perché gli errori poi si pagano e saremo io e gli altri ad averne le conseguenze. Non era questione di voti, allora, bastava saper usare il pallottoliere per vedere che questi c'erano ma solo lo "sparpagliamento" ne è stata la causa. In molti, anzi talvolta, troppi, coloro che calati da scranni politici, sgomitano per, eventualmente, occupare quel posto che attualmente regge Formigoni. Se questi, per imperscrutabili motivi, dovesse lanciare la spugna, io, pardon, noi monteclarensi avremmo, senza indugi, la persona che lo può degnamente sostituire: il nostro sindaco. Piano, piano, però. Io Le scrivo questa missiva, sottovoce, perché, alla luce di quanto in precedenza illustrato, mi dia una.. mano. No, no, non telefoni subito né a Gianni Letta, né a Bondi né tanto meno faccia squillare il telefono ad Arcore o a Gemonio. C'è tempo, andremo eventualmente insieme, Lei con la sua dialettica politica ed io, in qualità di cane sciolto o, come si dice, di portaborse con tanto di cartella gonfia di attestati con fotografie non formato tessera come quella di Rutelli per battere Berlusconi, ma a tutto campo, con ritratti che vanno dalla Prima comunione, alla divisa da tennista o di cacciatore. Ci sarà solo l'imbarazzo della scelta. Si potrà dimostrare che non sarà sicuramente meno di Formigoni, ma, se non altro, alla sua altezza, e quindi una continuità governativa-amministrativa di grande respiro.

Attenzione, però, sig. Presidente, perché ci deve essere almeno una condizione, quella dell'assoluta necessità, al grido di "Milano brucia", non come per la Campania, dove, bontà loro, hanno Bassolino, perché, vede, dobbiamo fare come i concittadini di Cincinnato, montagnardi dei Colli Albani (scarpe grosse e cervello fino) dove si era ritirato a coltivare il campicello in attesa che Roma lo chiamasse. Niente firma di riscatto o di cartellino, al pari dei giocatori, solo e soltanto a prestito.

Sono sicuro, sig. presidente, che Lei, persona intelligente, sensibile, potrebbe perorare una causa che io ho inteso sin d'ora aprire nella certezza che la Sua, anzi, la nostra Provincia sarebbe tutta con lui. Rimango in attesa, e sempre per la "privacy" affinché nessuno ci senta, almeno di un suo più che gradito "accuso di ricevuta".

Dino Alberti - Montichiari

 

NO ALLO STADIO ... CON GIRI DI VALZER

Domenica 12 Giugno 2005 - Pag. 41 - lettere

TRA "ENTENTE CORDIALE", "VAE VICTIS" E "POLITICALLY CORRECT"

La prego volermi concedere spazio per questa mia lettera rivolta al presidente della Provincia ringraziandola anticipatamente per la Sua collaborazione. "Signor presidente Cavalli: già in passato ho avuto modo di rivolgermi a lei, persona molto sensibile e aperta alle problematiche che riguardano il Suo territorio. Il problema che questa volta Le sottopongo è, a mio avviso, non solo di grande attualità, ma allo stesso tempo di enorme importanza. Come già in passato, Le scrivo questa mia lettera come se fosse un sussurro, un bisbiglio all’orecchio fra due amici cosicché nessuno ci ascolti. Si sa, la privacy è una cosa seria! Le chiedo anzitutto venia per la lunghezza della missiva, ma l’argomento suppongo ne valga la pena non senza ringraziarLa per il tempo che Le tolgo, cosi prezioso per Lei. Una lettera che avevo già in animo di spedire ma che ho a lungo atteso per non indossare i panni di Brenno al grido di Vae victis! Ma ora che lo tsunami sportivo in casa calcistica bresciana si è almeno in superficie calmato, ho intinto la penna - uso ancora quella rimastami come cimelio delle classi elementari - nell’inchiostro. Ed eccola ora recapitata al Suo posto di lavoro; su quel tavolo che ritengo per l’argomento che tratta, il più adatto. Infatti, se non vado errato, Lei deve essere tra le più alte e qualificate personalità a mettere nero su bianco per l’avvio della costruzione dello stadio del Brescia. Lei, a questo punto, avvicinandosi al mio orecchio, mi sussurra: Ed allora? Vede, signor presidente, io per Lei ho grande stima se votando per il mio sindaco G. A. Rosa a Montichiari ho allo stesso tempo indicato il suo nome per quell’"entente cordiale" che politically correct Vi unisce. Non vorrei però che alla fine dei conti la Sua firma suonasse male per i posteri se è ben vero, come recita un vecchio adagio, che le persone passano ma le loro opere restano. Ed ecco il punctum dolens. Quali o quale opera! Lo stadio? Dio me ne guardi! Facciamo signor presidente come Virgilio con Dante, "non ti curar di loro ma guarda e passa". In primo luogo esaminiamo l’argomento dal punto di vista sportivo delle altalenanti stagioni con la margherita in mano a staccare di volta di volta il petalo: scende in B o rimane in A? Da far venire l’infarto anche ad un sollevatore di pesi. Sappiamo che nelle ultime annate l’A.C. Brescia si è salvata grazie alla presenza di un Baggio che però è costato un patrimonio alla società e non so se le rate del mutuo all’istituto di credito finanziatore siano terminate. Se tanto mi dà tanto, non si poteva retrocedere ancor prima e risparmiare una così enorme somma per una squadra di provincia ed incominciare a utilizzare i vivai delle infinite associazioni sportive attive sul territorio? Non sarebbe infatti questo lo scopo sportivo delle province? Quanti sono i giocatori tanto dei vivai locali quanto provenienti dalle altre zone che appaiono la domenica nella formazione del Brescia? Si era ipotizzato addirittura, perchè gli atleti in panchina non mancavano, una squadra tutta di stranieri! E poi si organizzano seminari sul mantenimento delle parlate vernacolari, ricchezza linguistica del territorio. Mai un dibattito serio ed approfondito tanto sulla carta stampata i cui opinion men sportivi nella descrizione anche di uno striminzito goal si sono spellati le mani superando di gran lungo addirittura Stendhal nella sua romanzata illustrazione della battaglia di Waterloo nella Certosa di Parma quanto i cronisti delle due catene televisive che hanno lasciato al palo i loro colleghi sudamericani considerati i maggiori specialisti in materia. Più in extenso le situazioni fallimentari di bilancio, tanto per fare un esempio Roma e Lazio, che se non fosse per motivi più politici che sportivi dovrebbero ora militare in serie C1. Per non parlare del doping o delle bische clandestine o dei macroscopici errori arbitrali da falsare completamente i risultati e last but not least le guerriglie urbane entro e fuori i recinti dei campi di gioco i cui disastri non risultano inferiori a quelli delle famigerate giornate del G8 di Genova. Ma è sport tutto questo? Sull’altro versante, per tornare in casa nostra signor Presidente, il fatto ambientale che è di gran lunga il motivo principale affinché lei ritiri la mano firmante. Spazi commerciali, nuove sale cinematografiche, 200 camere di albergo, piscine, palestre, oltre 5.000 posti macchine e come scrive un lettore "cementificare 700 mila mq di terra fertile pari a oltre 200 piò bresciani per indurre a nuovi e ulteriori consumi". Ma il grido di allarme l’ho potuto leggere anche in altre lettere sulla stampa locale quale quella del comandante dell’aerobase di Ghedi o la titubanza dell’assessore provinciale con delega al territorio o quella del gruppo "Libertà e progresso" o di alcune categorie quali la Confcommercio. E poi, dove sono gli ambientalisti della zona della Bassa in cui un tempo non poteva muoversi foglia che giustamente subito alzavano le barricate in difesa del territorio ed in particolare in quello della brughiera ove ora si vorrebbe fare man bassa? Si è richiesto addirittura l’intervento della magistratura allorquando sembrava che tali opere sorgessero sul versante di Montichiari forse attizzato da qualcuno cui il silenzio sarebbe stato più opportuno e quando il sindaco della località ebbe a dichiarare "ritengo non sia opportuna la realizzazione di una grande impianto sportivo comprensivo anche di un centro commerciale sul nostro territorio, ciò determinerebbe la fine di molte piccole attività del settore. Su questo argomento mi ero espresso più volte ma evidentemente non sono stato sufficientemente chiaro", lo si è accusato di fare come la volpe e l’uva della favola esopica. E se è tramontata l’operazione monteclarense ora lo si incolpa come un untore rallegrandosi, al contrario, del fatto che forse Castenedolo abbia vinto la sua battaglia. Ma pure in questa località erano un tempo molto attivi i membri di quel comitato civico contro i danni ecologici dell’ambiente all’unisono con quelli monteclarensi. Come dalle mani del prestidigitatore esce il coniglio o la colomba ora all’improvviso si è rinfoderata la bandiera ecologica per innalzare quella della vittoria campanilistica? Signor Presidente mi sono permesso di porre sul tappeto alcune delle migliaia di problemi che tale operazione comporterebbe confidando nei principi di buon governo che ho inteso citare all’inizio di questa missiva, anche se nel suo stesso partito alcune frange sembrano non essere del tutto insensibili a queste operazioni (intese economico-finanziarie trasversali?). Un "calcio al... calcio" dunque come recita una trasmissione sportiva locale. Se in altre occasioni mi ero reso disponibile a farle da portaborse ora La aiuterei a pigiare sui pedali di un tandem a bordo del quale spostarsi nelle contrade della provincia indossando a scopo pubblicitario l’immancabile maglietta di rigore con la scritta: "No allo stadio"".

DINO ALBERTI – Montichiari (Gb12-06-05letteraalberti)

 

LETTERA AL SITO DEL SIGNOR E.BADUELI

La scrive un navigatore che vuole rispondere al dottor D. 

Signor Presidente Cavalli: in passato non mi sono mai rivolto a Lei, persona molto sensibile e aperta…a detta del mio compaesano Alberti, né, contrariamente a Lui, l’ho votata in precedenti circostanze.  Il problema che Le sottopongo è, a mio avviso, non solo di grande attualità, ma allo stesso tempo di enorme importanza.   Non intendo rivolgermi a Lei a mo’ di sussurro o bisbiglio in un orecchio, fingendo di essere un Suo amico, ma con la seria intenzione di sottoporLe - a viso aperto, senza fronzoli o salamelecchi vari, una questione che, penso, sta a cuore a molti miei concittadini.

Come detto, voglio essere diretto e pertanto non Le parlerò di Brenno, non mi esibirò in citazioni latine, né mi rifarrò a Dante o Stendhal, ma voglio andare subito al sodo.   Sembra certo che nella brughiera di Montichiari qualcuno intenda collocare un altro milione di metri cubi di rifiuti tossico-nocivi. Lei, meglio del sottoscritto, sa quanto sia già terribilmente colma di rifiuti, di cave, di realtà fortemente critiche come l’aeroporto e che, in futuro, da queste parti, transiterà, quasi certamente, la ferrovia ad alta capacità.

Montichiari, il suo territorio, hanno già contribuito oltre ogni dire a questa delicata incombenza. Nessuno può affermare che vogliamo solo "sporcare" il giardino del vicino. Penso che un’ennesima concessione possa risultare veramente pregiudizievole per una realtà così fortemente colpita in ciò che riguarda la salvaguardia della salute pubblica.  Si domanderà perché mi rivolgo a Lei e non direttamente al nostro primo cittadino, cui molti (primo fra tutti un "paesano" che Le ha inviato una lettera qualche giorno fa) indirizzano quotidiani encomi, inusitati peana, sperticate riverenze.

Glielo dico subito: perché in proposito ha già risposto in modo vago ad un giornalista che gli chiedeva lumi sulla possibile nuova discarica.  Forse, troppo preso da inaugurazioni, benedizioni e festeggiamenti vari, non ha il tempo per questioni ….di così scarso spessore.  Alla Provincia e alla Regione spettano le decisioni finali, anche se sono perfettamente conscio che, di fronte ad una risoluta posizione contraria dell’amministrazione comunale direttamente interessata, non c’è santo che tenga.

Il problema, come al solito, è sempre quello: maggiori entrate per realtà che i ripetuti tagli governativi (erano queste le promesse berlusconiane?) hanno assottigliato notevolmente.  A mio avviso, tuttavia, a tutto c’è un limite. Non si può proseguire in eterno su questa strada, continuando a fregarsene dell’aria che respiriamo, delle falde acquifere sempre più in pericolo.  Anch’io sono d’accordo con chi afferma che è preferibile un dibattito serio ed approfondito sulle questioni ambientali piuttosto di un seminario sul mantenimento delle parlate vernacolari, mentre non comprendo assolutamente chi si stupisce della mancanza dei "Verdi" nel dibattito sul nuovo stadio del Brescia a Castenedolo e, nello stesso tempo, non ha detto una parola o scritto una riga sulla questione delle discariche nella nostra brughiera.

Al "paesano" che sollecita un Suo intervento contrario alla realizzazione dello stadio un metro al di là del nostro confine, suggerisca di andarsi a rileggere il protocollo d’intesa sottoscritto a suo tempo dal sindaco Rosa e dal presidente Corioni. In quell’atto troverà tutte le risposte ai suoi infiniti dubbi. Capirà che chi ha fatto riferimento alla favola della "Volpe e l’uva" non è andato lontanissimo dalla verità.

Concludendo, auspico che – se proprio- un Suo interessamento privilegi gli aspetti veramente decisivi della partita ambientale: un forte rigetto di qualsivoglia nuova discarica (e soprattutto di rifiuti tosssico-nocivi) sul territorio monteclarense.

Montichiari, 14 giugno 2005 Enrico Badueli