IL MURO CROLLATO E LE CONSEGUENZE

Dicembre 2002 : crolla un pezzo di cinta muraria in una proprietà privata

Da Bresciaoggi del 31/12/2003

MONTICHIARI. Improvviso cedimento nella notte di un tratto della cinta

Crolla il muro del castello

Terriccio e sassi invadono il giardino di una casa

Il muro di cinta del Castello Bonoris, a Montichiari, perde i pezzi e mette a rischio le abitazioni dell'antico borgo medioevale. La notte scorsa, alle 4, la famiglia del ragionier Franco Pescini, che abita in via XXV Aprilee 89, è stata svegliata di colpo da un cupo boato. «Sembrava che un camion avesse rovesciato di colpo quintali di pietre e terriccio nel nostro giardino - racconta Pescini -, mi sono affacciato alla finestra e ho notato che il muro di cinta del castello era in parte crollato sulla mia proprietà».
Gran parte di via XXV Aprilee, in pieno centro storico,da piazza Garibaldi a Villa Mazzuchelli verso Borgosotto, confina infatti con le mura del Castello, una struttura costruita dal Conte Bonoris un secolo fa e che da alcuni anni è, per buona parte, di proprietà comunale. I Pescini (marito, moglie e due figli piccoli) hanno lanciato subito l'allarme e sul posto sono arrivati in poco tempo carabinieri, vigili del fuoco e tecnici del Comune.
«Si è trattato probabilmente di un problema sollevato dall'erosione dell'acqua piovana - ha spiegato il tecnico comunale Franco Ferrari - fatto sta che con il crollo del muretto, oltre venti metri cubi di terriccio e pietre si sono rovesciati sul prato verde della proprietà sottostante».
La frana si è fermata a una decina di metri da casa Pescini, accanto alla quale abita un loro inquilino. Il pericolo imminente per le due famiglie sta ora nella scarsa stabilità di un'enorme pianta secolare con sette tronchi di base, l'orgoglio del parco Bonoris, che si è resa minacciosa sopra la loro testa, non avendo più il muro di contenimento a trattenerla e a rendere più stabili le sue radici.
«Se quel gigantesco albero cade ci viene sulla testa poichè sul suo raggio di caduta si trovano le nostre camere - spiega preoccupato Franco Pescini - ci dicano in fretta i tecnici responsabili se siamo sicuri in casa nostra o se ci dobbiamo allontanare per precauzione».
Dopo un primo controllo, i Vigili del fuoco di Castiglione e Brescia non avrebbero proposto nessuna evacuazione, ma ieri pomeriggio sul luogo della frana è giunto il geologo comunale Mario Pesce per un sopralluogo e per decidere il da farsi. I tecnici dovranno anche capire come intervenire al più presto per innalzare un nuovo muro di contenimento (per decine e forse centinaia di metri), che potrebbe anche interessare le altre abitazioni di via XXV Aprilee, che da casa Pescini discendono verso piazza Garibaldi.
Dovranno appurare se l’erosione dell'acqua ha colpito anche in altre zone il muro di cinta del Castello, in un quartiere nel quale vivono numerose famiglie, dove sorgono la biblioteca, il palazzo Vantiniano con gli uffici dell'Asl e la scuola materna «Mafalda di Savoia», il più frequentato asilo di Montichiari, con decine di bambini che vi giocano ogni giorno dell'anno.
Un problema non da poco la messa in sicurezza di tutta la cinta del Castello, ricostruito nel 1900 dal Conte Bonoris sull'esempio del Valentino di Torino. La cinta circonda tutto il parco, a forma di ellisse irregolare, per un perimetro di circa un chilometro e solo in alcune parti l'acqua piovana viene incanalata in sicurezza.
Recentemente il Comune aveva speso circa 138 mila euro per una cancellata e per l'impianto di irrigazione del parco e altri 307 mila euro stanno per essere spesi per la messa in sicurezza dei tetti e delle sale interne del Castello. Nell'ultima stagione il parco e alcune stanze del Castello sono stati visitati da circa 5 mila visitatori, coordinati dalla Pro Loco.
Il Castello comunale è aperto al pubblico da maggio a novembre e in estate nel suo parco si svolgono numerose manifestazioni, promosse dall'assessorato alla Cultura.
Francesco Di Chiara

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Successivamente, l'Amministrazione ha incaricato un professionista per esaminare il crollo.

Nel mese di marzo è stato chiesto ad altro tecnico d'intervenire sulla parte crollata.

Basta così ?  I cittadini, residenti o meno, possono stare tranquilli ?

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Nel Consiglio comunale del 5 maggio 2003 il PPM ha fatto la seguente interrogazione

Oggetto: interpellanza in merito ai provvedimenti assunti dall’Amministrazione Comunale a seguito dell’indagine geologica commissionata dopo il crollo di parte della cinta del Castello.

 Nella seduta del Consiglio Comunale dello scorso 13 Marzo nell’ambito della discussione della modifica del programma triennale delle opere pubbliche per l’inserimento dell’intervento urgente di sistemazione della porzione di cinta del Castello crollata il giorno 27 Dicembre u.s. il Sindaco dichiarò di aver già provveduto all’affidamento di un incarico per lo studio geologico dell’intera recinzione.

A seguito di tale dichiarazione il nostro Gruppo ha chiesto ed ottenuto copia della relazione consegnata al Comune di Montichiari e redatta dal tecnico incaricato in data 20 Gennaio 2003.

Tale relazione comprende una dettagliata indagine geologica e geotecnica, l’analisi dell’evento ed alcune proposte d’intervento.

Alla pagina 27, paragrafo "Linee guida per la ricostruzione ed il consolidamento" il tecnico sottoscrive la seguente preoccupante dichiarazione: " Nel transitorio, sino ad avvenuta rimozione delle cause congenite di temuto collasso incipiente (da confine sud sino all’attuale frana) e/o di instabilità a breve termine (dall’attuale frana sino al confine Biblioteca, questa esclusa) e sino ad avvenuta installazione della rete di monitoraggio nel tratto instabile a medio/breve termine (dalla Biblioteca alla Scuola Materna "Mafalda") i luoghi non possono essere considerati sicuri per la presenza umana. Dovrà pertanto essere inibito il transito e, a maggior ragione la sosta di persone sia a valle (negli orti/giardini/broli/terrazze privati o pubblici) sia a monte (nel Parco) della muraglia per la necessaria fascia di sicurezza".

Tenuto conto delle gravi conclusioni alle quali il tecnico di fiducia di questa Amministrazione Comunale è pervenuto e preso atto della presenza di insediamenti abitativi e servizi ad alta densità di popolazione quali la scuola materna "Mafalda" e la Biblioteca comunale, il gruppo Popolari per Montichiari chiede di conoscere quali decisioni e provvedimenti abbia assunto l’Amministrazione Comunale per garantire la messa in sicurezza delle zone a rischio di crollo e l’incolumità delle persone.

Preso altresì atto, sempre dalla succitata relazione, che "l’intervento di risanamento dell’evento franoso verificatosi lo scorso Dicembre non può arrestarsi alla mera ricostruzione della porzione collassata ma deve ricomprendere interventi anche sulle cause congenite di instabilità complessiva del manufatto" si chiede di conoscere quale strategie, anche dal punto di vista economico, a breve e medio termine abbia individuato questa Amministrazione Comunale per affrontare adeguatamente la grave situazione rilevata dal tecnico incaricato.

LA RISPOSTA DEL SINDACO SECONDO IL GIORNALE DI BRESCIA

GIORNALE DI BRESCIA del 7 maggio 2003

Il sindaco Rosa invita a non fare allarmismi sulle condizioni della cinta. Pronto il progetto di 150mila euro per sanare il crollo di dicembre
Montichiari, prima cura per il Castello Bonoris

«La questione va tenuta nella giusta considerazione, ed è ciò che stiamo facendo. Anzi, visto che siamo in argomento, ricordo che in Municipio è arrivato il progetto relativo al primo intervento che andremo a fare. Ma, per favore, niente allarmismi». Sono parole del sindaco di Montichiari, Gianantonio Rosa, il quale ha  così ha risposto, lunedì sera in Consiglio comunale, a Riccardo Tosoni. Qust’ultimo chiedeva spiegazioni in merito ai provvedimenti assunti dall'Amministrazione comunale in seguito all'indagine geologica commissionata dopo il crollo di parte del muro di cinta di Castello Bonoris, franato nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorso. «Se è vero che il geologo a cui lei fa riferimento ha scritto ciò che abbiamo appena sentito - ha detto il sindaco a Tosoni - è anche vero, e gli atti sono qui a disposizione di tutti coloro che vogliono controllare, che un altro geologo, quello che collabora con il tecnico incaricato di stendere il progetto di restauro, va molto più cauto. Ribadisco: attenzione sì (non siamo così incoscienti da mettere a rischio la vita delle persone), allarmismi no. Anzi, approfitto dell'occasione per invitare i miei concittadini a salire, domenica mattina, in Castello per le celebrazioni di San Pancrazio, patrono di Montichiari. A parte la porzione chiusa, tutto il resto del maniero e del parco sono sicuri ed agibili». Ma cosa aveva detto Tosini in precedenza? «A pagina 27 della relazione del geologo si legge questa preoccupante dichiarazione: "Nel transitorio, sino ad avvenuta rimozione delle cause congenite di temuto collasso insipiente e/o di instabilità a breve termine, e sino ad avvenuta installazione della rete di monitoraggio nel tratto instabile a medio/breve termine (dalla biblioteca alla scuola materna Mafalda), i luoghi non possono essere considerati sicuri per la presenza umana. Dovrà pertanto essere inibito il transito e, a maggior ragione, la sosta di persone sia a valle sia a monte della muraglia per la necessaria fascia di sicurezza"». Questa, in sintesi, la preoccupazione di Tosoni, alla quale il sindaco ha risposto come abbiamo detto. Inoltre, come abbiamo accennato poco più sopra, Gianantonio Rosa ha anche annunciato che lunedì mattina è arrivato in Municipio il progetto dei primi lavori che verranno fatti a breve: si tratta di un intervento grazie al quale, spendendo circa 150.000 euro, si sistemerà il tratto di cinta franato lo scorso dicembre. A questo primo intervento dovranno seguirne altri per sistemare tutti quei tratti di muraglia che, pur non essendo franati, non sono in buone condizioni. (gaf)

 

IL COMMENTO DEI DS DOPO LA RISPOSTA DEL SINDACO IN CONSIGLIO IL 5 MAGGIO 2003

... Entrando nel merito ed esattamente, alla posizione assunta dal sindaco in consiglio Comunale, sulla pericolosità o meno della cinta che limita il castello, noi non possiamo che essere perplessi.

Ci troviamo di fronte a due diversi pareri espressi da due geologi diversi. Il primo, redatto in forma scritta dall'ing. Pesce, evidenzia uno stato complessivo di grave pericolosità per tutto il tratto che guarda su Via XXV Aprile; il secondo, elaborato dal geologo individuato dal tecnico a cui sono stati affidati i lavori di manutenzione del tratto franato, rileva - senza sottoscriverlo - che i pericoli sono molto minori.

Non si vuole, da parte nostra, speculare su una situazione d'emergenza dovuta alla vetustà dell'immobile, ma ci sembra in ogni caso esagerato, da parte del Sig. Sindaco, sollecitare i concittadini a partecipare in massa alle manifestazioni in onore del S. Patrono che si svolgeranno proprio nel parco del Castello Bonoris.

Ci sembrava più opportuno, da parte del diretto interessato ai problemi della sicurezza dei cittadini, porre la massima attenzione su questi temi, piuttosto che alla riuscita dei festeggiamenti a S. Pancrazio.

Non si trattava di negare l'afflusso al parco del castello, ma di regolare l'afflusso del pubblico in modo da non rischiare alcun pericolo. (...omissis...)

 

MA IL SINDACO, NEL CORSO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 GIUGNO 2003, INFORMA CHE E' ANDATA DESERTA LA GARA DI APPALTO PER INTERVENIRE SUL CROLLO DI PARTE DELLA CINTA DEL CASTELLO : CHE ACCADRA' ORA ???

IL GIORNALE DI BRESCIA, IL 4 SETTEMBRE 2003, SCRIVE :

Le opere per rimediare al crollo del dicembre 2002 costeranno 135mila euro
Castello Bonoris riavrà il suo muro
La consegna prevista per i primi di dicembre

Pochi secondi per il crollo; alcuni mesi per decidere il tipo di intervento; qualche settimana per pianificarlo; novanta giorni per portarlo a compimento. E siccome i lavori sono iniziati proprio in questi giorni, se tutto andrà come dovrebbe, entro i primi di dicembre la grande muraglia che circonda Castello Bonoris tornerà in perfetta efficienza. Questa, in sintesi, la cronaca, tra passato, presente e futuro, della vicenda legata al crollo che, nella notte tra il 29 e il 30 dicembre del 2002, ha interessato un tratto del muro di cinta di Castello Bonoris: una ventina di metri di muraglia, che, all’improvviso, era crollata, riversando terriccio e pietrame vario nel giardino di una casa di via XXV Aprile. Naturalmente i tecnici s’erano subito messi al lavoro: innanzitutto per verificare i danni e per monitorare il terreno, così da capire se c’era da aspettarsi altre sosprese. E poi per decidere il da farsi. Per studiare, insomma, una soluzione adeguata. E la soluzione adeguata, quella ottimale, era stata trovata. «Servirebbero molti interventi - aveva detto a suo tempo l’architetto Aldo Copeta dell’Ufficio tecnico comunale -. I principali sono tre. Innalzare il pezzo di cinta crollato, utilizzando la tecnica "berlinese", che prevede ancoraggi particolari. Poi bisognerebbe intervenire per rinforzare e sistemare i tratti adiacenti alla cinta crollata. Infine, visto che una parte della responsabilità del crollo va addebitata alle malte, sarebbe opportuno ricostruire la cinta utilizzando malte nuove, più efficienti di quelle vecchie». Intervento ottimale, questo, che però aveva ed ha il difetto di costare un po’ troppo: circa 500.000 euro. Spesa che, anche per un paese come Montichiari, che non è certo ridotto sul lastrico, se capita imprevista, tra capo e collo, non è certo una bazzecola. È probabilmente anche per questo che, spendendo 135.000 euro, per adesso s’è pensato di intervenire in maniera comunque efficace, ma «limitata»: innannzitutto per consolidare il tratto di cinta caduto, e poi per mettere in sicurezza le parti ancora pericolanti. Naturalmente saranno anche realizzate opere di ricostruzione della facciata a vista del muro in continuità con la parte esistente, utilizzando materiali del muro collassato. Quest’ultima operazione verrà eseguita saldando ai tubi in armatura degli spezzoni in ferro di diverse lunghezze, che, scelti in base allo spessore del muro, andranno a legare il rivestimento alla berlinese. «Per il momento ci fermiamo qui - spiega il sindaco Rosa -. Faremo dei sondaggi per verificare se c’è bisogno di altri interventi. Se saranno da fare, li faremo». (gaf)

IL NOSTRO COMMENTO : MA DAVVERO MONTICHIARI NON AVEVA 500.000 EURO A DISPOSIZIONE PER UN'OPERA EPOCALE E GLOBALE CHE DESSE SICUREZZA A TUTTA LA ZONA?  SIAMO CERTI CHE L'INTERVENTO CHE SI E' ALFINE DECISO DI AVVIARE SIA LA SOLUZIONE IDEALE?