LO STADIO - GLI STADI

PANORAMICA TOTALE

L'articolo del Giornale di Brescia del 23 marzo 2002 L'articolo di Bresciaoggi del 23 marzo 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 25 marzo 2002 L'articolo di Bresciaoggi del 26 marzo 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 27 marzo 2002 L'articolo del Giornale di Brescia del 27 marzo 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 30 marzo 2002 L'articolo di Bresciaoggi del 05 aprile 2002
L'articolo del Giornale di Brescia del 7 aprile 2002 La dichiarazione del gruppo P.P.M.
Il manifesto della LEGA in difesa del Sindaco La nota di Gelmini G.di Brescia dell'11 aprile 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 14 aprile 2002 La vignetta ironica dell'ECO del 13 aprile 2002
La dichiarazione del Sindaco nel C.C. del 18 aprile 2002 La dichiarazione dei Gruppi di opposizione nel C.C. del 18 aprile 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 20 aprile 2002 L'articolo del Giornale di Brescia del 20 aprile 2002
L'articolo del Corriere del 27 marzo 2002 L'articolo del Giornale di Brescia del 21 aprile 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 29 giugno 2002 L'articolo di Bresciaoggi del 3 luglio 2002
L'articolo di Bresciaoggi del 7 luglio 2002 La pagina su "www.bresciablob.com" del 19/8/2002
L'articolo del 4 settembre 2002 su Bresciaoggi L'articolo del 4 settembre 2002 sul G.di Brescia
La polemica sulla "sabbia" dello stadio del Montichiari Lo stadio del Brescia andrà a Castenedolo? 23/01/03
Gli articoli del 6 marzo 2003 su Bresciaoggi Cosa aveva detto Boifava il 20 luglio 2002 ?
L'articolo del 27 marzo 2003 su Bresciaoggi L'articolo del 28 marzo 2003 su Bresciaoggi
Castenedolo e il Brescia presentano lo stadio Aprile 2003 Il dossier su L'ECO del 3 maggio 2003
Botta risposta tra Corsini e Cavalli (Bs-Provincia) L'articolo del 27 maggio 2003 su Bresciaoggi
L'articolo del 6 giugno 2003 su Bresciaoggi L'articolo del 9 agosto 2003 sul G.di Brescia
L'articolo del 5 settembre su Bresciaoggi Il dibattito in C.C. la sera del 27 novembre 2003
L'articolo del 29 novembre sul G.di Brescia L'articolo del 5 dicembre su Bresciaoggi
Comunicato stampa ULIVO dell'11/12/03  L'ordine del giorno di Casella votato dal C.C. del 12/12/03

SERIE DI ARTICOLI SULLO STADIO DEL BRESCIA DALL'INIZIO 2004

L'articolo del 5 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo del 5 febbraio 2004 di Bresciaoggi
L'articolo del 6 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo del 6 febbraio 2004 di Bresciaoggi
L'articolo del 7 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo del 7 febbraio 2004 di Bresciaoggi
L'articolo dell'8 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo dell'8 febbraio 2004 di Bresciaoggi
L'articolo del 10 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo del 12 febbraio 2004 del G.d.Brescia
L'articolo del 12 febbraio 2004 di Bresciaoggi L'articolo del 13 febbraio 2004 di Bresciaoggi
L'articolo del 15 febbraio 2004 del G.d.Brescia L'articolo del 15 febbraio 2004 di Bresciaoggi
La posizione ASCOM del 15 febbraio 2004 GdB L'interrogazione di Casella nel C.C. del 25/02/2003
L'articolo del 23 luglio 2004 di Bresciaoggi Gli articoli di ottobre 2004
L'articolo del 06/11/2004 del G.d.Brescia La ristrutturazione del vecchio "Menti" autunno 2004
L'articolo del 13 novembre 2004 di Bresciaoggi L'articolo del 2 dicembre 2004 di Bresciaoggi
Il parere della Confesercenti del 3 dicembre 2004 Il parere di Felice Garzetti (Margherita) del 3/12/2004
L'articolo del 4 dicembre2004 di Bresciaoggi L'articolo del 04/12/2004 del G.d.Brescia
L'ECO del 12 febbraio 2005 Lettera ai quotidiani di Orizio (DS) dell'aprile 2005
Lettera ai quotidiani di Bertolini (DS) del maggio 2005 Un parere leghista dal sito di Montichiari maggio 2005

NOSTRO EDITORIALE DELLA REDAZIONE SUGLI STADI DEL LUGLIO 2002

 

GIORNALE DI BRESCIA di sabato 23 marzo 2002

Informazione di garanzia a Gianantonio Rosa per la costruzione del nuovo stadio
Montichiari, sindaco "avvisato"
Nell’inchiesta anche l’assessore Gelmini e il tecnico comunale

Al sindaco Gianantonio Rosa, all’assessore Massimo Gelmini e all’architetto del Comune Aldo Copeta sarebbe stato inviato una informazione di garanzia da parte della Procura di Brescia in merito alla realizzazione del nuovo stadio comunale che dovrebbe trovare posto in un’area vicino al Palageorge. L’idea di costruire il nuovo stadio circola da un paio d’anni, praticamente da quando s’era visto che il vecchio "Romeo Menti" non era più in grado di ospitare le partite perché inadeguato alla categoria. Così, tra una dichiarazione e l’altra, tra una perplessità e l’altra (ricordiamo che in un primo tempo s’era anche ipotizzato di non costruire questa nuova struttura, ma di far giocare le squadre locali nel nuovo stadio del Brescia Calcio che potrebbe trovare posto alla Fascia d’Oro) s’era arrivati al mese scorso, quando il Consiglio comunale aveva approvato il progetto esecutivo della nuova struttura. Già in quell’occasione, però, qualcuno aveva avanzato dubbi. I consiglieri dei Popolari per Montichiari, infatti, avevano abbandonato l’aula in segno di protesta perché, avevano spiegato, "secondo noi questa è una burla; è infatti impossibile che un appalto del genere possa andare a termine". Rosa, Gelmini e Copeta, infatti, avrebbero ricevuto un avviso di garanzia proprio in merito al nuovo stadio (c’è chi dice che l’oggetto del contendere siano le aree su cui dovrebbe nascere la struttura; altri, invece, fanno ipotesi diverse). Da noi interpellati, però, il sindaco e l’assessore non confermano. "Non so niente - dice Gianantonio Rosa - me lo state dicendo voi. So solo che, un mese fa, i militi della Guardia di Finanza sono venuti a sequestrare alcuni disegni del progetto; ma, ripeto, è roba vecchia… Per il momento, quindi, non faccio alcun commento. Vedremo". Lo stesso vale per Massimo Gelmini: "Me lo state dicendo voi. Per il momento non ho da fare alcuna dichiarazione". Parlano, invece, i quattro consiglieri del Ppm: Valerio Isola, Stefania Mosconi, Riccardo Tosoni e Paolo Verzelletti. Che dicono: "Apprendendo che l’architetto Aldo Copeta, l’assessore Massimo Gelimini e il sindaco Gianantonio Rosa avrebbero ricevuto un avviso di garanzia in quanto persone indagate in riferimento alla realizzazione del nuovo centro sportivo, il gruppo consiliare del Ppm non può che ravvisare in tale iniziativa una preocupante conferma alle perplessità già manifestate in Consiglio comunale circa la poca chiarezza della strategia progettuale e finanziaria attuata". "Il gruppo del Ppm anche nell’ultima seduta del 28 febbraio ha infatti ribadito tali dubbi, richiamando altresì l’attenzione e il senso di responsabilità dei consiglieri della Lega, ed ottenendo però solo un deciso invito del sindaco a non fare supposizioni velate, bensì a rivolgere le stesse alle autorità competenti (modalità, tra l’altro, mai perseguita dal Ppm, che afferma di avere sempre ricercato, con non poche difficoltà, il confronto e la dialettica nelle sedi istituzionali locali). Il Ppm, confidando che le indagini avviate possano fare chiarezza sull’intera istruttoria, sottolinea che anche questa vicenda giudiziaria determinerà un ulteriore ritardo nella realizzazione del nuovo centro sportivo, opera da troppi anni attesa dalla società di calcio Montichiari, dai tifosi e dai tanti allievi delle squadre giovanili, e per la quale la precedente amministrazione comunale aveva già individuato i necessari finanziamenti". Giuseppe Casella, di Forza Italia, invece, commenta quanto accaduto con queste parole: "Apprendo adesso la notizia. La questione mi rammarica, perché in politica queste cose fanno sempre male. Pur non essendo d’accordo sul metodo adottato (la decisione era stata presa solo dalla Giunta), in Consiglio comunale avevamo votato a favore perché vogliamo che si realizzi il campo di calcio". Gaf

 

BRESCIAOGGI di sabato 23 marzo 2002

Il sindaco ammette: "Per ben due volte ci sono stati chiesti alcuni atti". Le Fiamme gialle: "È solo normale routine"
Montichiari, due stadi e un’inchiesta
La Guardia di finanza ha sequestrato in municipio una serie di documenti

I due stadi di Montichiari nel mirino della Finanza? In via Milano al comando delle Fiamme gialle parlano di "controlli di routine", ma il fatto apre alcuni interrogativi. La certezza è che alcuni giorni fa la Guardia di Finanza ha fatto visita al Comune e ha richiesto i documenti relativi ai due stadi di calcio che in questi mesi sono un po' divenuti il tormentone di Montichiari. Uno stadio, due o nessuno? Bresciaoggi ha già scritto più volte su questo tema e lo scorso 28 febbraio se ne è interessato anche il Consiglio comunale monteclarense, approvando la delibera che potrebbe dare il via allo stadio più piccolo, quello destinato all'Associazione Calcio Montichiari che milita in serie C2. Una struttura che dovrebbe sorgere accanto al Palageorge. La costruzione dell’impianto già lo scorso ottobre venne annunciata dall'ex assessore allo sport Gianmaria Pastorelli, quando parlò di "stadio per 5000 persone, con una tribuna coperta, diversi locali di servizio e, oltre al campo di gioco centrale, altri due campi per gli allenamenti". Lo "stadiolino" costerà 5 miliardi e 300 milioni e il Comune contribuirà alla spesa per il 50%. La parte rimanente verrà coperta dalla ditta che ha vinto l'appalto e si assumerà anche la gestione dell'impianto. Ad aggiudicarsi "l'affidamento in concessione della progettazione esecutiva, della realizzazione e successiva gestione di un nuovo centro sportivo integrato per il gioco del calcio (Ncsi)" è la società Ati, composta dall'Ac Montichiari srl (la capogruppo) e da Turra srl e Caleppio Scavi spa. Ma c’è un altro stadio di cui si parla, ben più grande e significativo: è quello del Brescia Calcio, già annunciato un paio di mesi fa a sirene spiegate dal Comune di Montichiari, dalla Provincia di Brescia e dal presidente del club, Gino Corioni. Questo impianto sostituirà il "Rigamonti" di Mompiano, obsoleto rispetto alle attuali esigenze calcistiche, e sarà completato, a sua volta, da altri impianti sportivi di complemento e da strutture commerciali e ricettive. La scelta di Montichiari fu fatta dopo che la Giunta comunale di Brescia si mostrò in seria difficoltà a recepire un nuovo spazio per l’importante impianto sportivo in città. La struttura dovrebbe sorgere nei pressi del casello autostradale Brescia Est, sul territorio di Montichiari. L'ultimo incontro di approfondimento tra le parti, che doveva svolgersi lunedì scorso in Broletto, è stato improvvisamente rinviato. C’è qualche collegamento con l’intervento della Guardia di Finanza? Il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa, ammette: "Ho consegnato ai funzionari della Finanza le documentazioni richieste in un primo incontro già un mese fa. Nei giorni scorsi sono venuti a prendere altre carte. Non posso dire altro, se non che abbiamo operato sempre nella legalità". Molto preoccupato della vicenda si dichiara il gruppo dei "Popolari per Montichiari" (la lista civica di opposizione alla maggioranza leghista) che in un comunicato giunto ieri sera in redazione ribadisce, in merito allo stadio piccolo, le perplessità "già manifestate in consiglio comunale circa la poca chiarezza della strategia progettuale e finanziaria individuata". La delibera di esecuzione è passata in consiglio con i voti della Lega e di Forza Italia e con il voto contrario dei Ds. I Popolari per Montichiari non hanno votato. In genere la non partecipazione al voto è una scelta che in politica si fa per non essere imputabili di eventuali irregolarità. In passato la Corte dei conti aveva chiesto risarcimenti anche alle forze di opposizione colpevoli d’aver consentito con la loro presenza (pur con il voto contrario) la realizzazione di alcune opere. Quindi è diventata prassi delle forze politiche che ritengono talune scelte "poco trasparenti" dichiarare la propria non partecipazione al voto. A Montichiari il blitz delle Fiamme Gialle non è passato inosservato, ma sul suo significato per ora ci sono più domande che risposte.    r.n.

 

BRESCIAOGGI di lunedì 25 marzo 2002

L’inchiesta sul progetto del nuovo impianto di C2
Stadio di Montichiari: oggi il sindaco Rosa incontrerà i magistrati

È seduto proprio a fianco del sostituto procuratore Fabio Salamone. Il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa ha assistito ieri pomeriggio alla partita di calcio fra Brescia e Perugia, al Rigamonti, in tribuna centrale. Vicino a lui l'assessore al bilancio Massimo Gelmini, che è pure il segretario provinciale della Lega Nord, i colleghi Cino Anelli (sindaco di Desenzano, atteso nei prossimi mesi dalle elezioni comunali), Massimo Pollini (Moniga) e, appunto, Salamone. «Una coincidenza fortuita», esclama Rosa che, oggi, cercherà di capire qualcosa di più della vicenda riguardante l'acquisizione di atti a Montichiari da parte della Guardia di Finanza. Gli accertamenti riguardano la realizzazione del nuovo stadio di Montichiari, per la locale squadra di C2. «Alla fine di settembre abbiamo iniziato la procedura per l'esproprio dei terreni - spiega il primo cittadino -. Ad aggiudicarsi l'affidamento in concessione della progettazione esecutiva, della realizzazione e della successiva gestione era stata la Ati, una società composta da Ac Montichiari (la capogruppo), srl Turra e spa Caleppio Scavi». Costo: cinque miliardi e 300 milioni, col Comune a contribuire per il 50% della spesa. Una struttura dotata del campo di gioco principale, due per gli allenamenti, la tribuna coperta, i servizi. E capace di accogliere cinquemila spettatori. Un'operazione pensata da anni, e maturata solo recentemente.
«A dire il vero - prosegue il sindaco - si erano presentati cinque gruppi. Quattro, però, non hanno fatto pervenire l'offerta. Da qui l'aggiudicazione alla Ati. Ci fosse stata qualche irregolarità, penso che si poteva ricorrere al Tar, il tribunale amministrativo regionale. Strada che, invece, non è stata perseguita».
Rosa non vuol sentir parlare di ipotesi di reato. Dice: «Ho appreso la notizia dai giornali, e sono rimasto sorpreso, oltre che dispiaciuto». L'avviso di garanzia è stato spedito all'intera giunta? «Adesso poi!». O a lei soltanto? «Non lo so. Domani (oggi, ndr) mi incontrerò con chi sta indagando, per conoscere i particolari. Noi, comunque, siamo tranquillissimi». E Gelmini annuisce convinto.
Il sindaco smentisce che l'incartamento riguardi lo stadio che il Brescia intende costruire sempre a Montichiari, con albergo da 125 stanze, supermercato, attività commerciali specializzate (bricolage, abbigliamento, giocattoli, prodotti multimediali, cosmetici, arredamento, ecc.), palestre, centri fitness, sale giochi, ristoranti, multisale cinematografiche. Un investimento da 250 miliardi. I terreni, situati tra l'ex Vulcania, la Goitese e l'uscita del casello autostradale Brescia Est, appartengono alla srl Opera, che fa capo all'ex dirigente del Brescia, Umberto Cervati, e al direttore generale della Yokohama Italia, Claudio Galeazzi. «Per questo complesso - aggiunge Rosa - siamo ancora alla fase iniziale. Abbiamo soltanto le lettere di intenti dei vari enti. Una documentazione modesta, che non può dare adito a contestazioni di sorta. Ripeto: le indagini riguardano soltanto il nuovo stadio del Montichiari».
Sergio Zanca

 

BRESCIAOGGI di martedì 26 marzo 2002

Dopo l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura
Stadio di Montichiari : La Guardia di finanza prosegue le verifiche

«L’operazione stadio» a Montichiari sta provocando più di un'inquietudine nella cittadina, soprattutto dopo che la Guardia di Finanza ha chiesto all’amministrazione comunale una serie di documenti relativi alla realizzazione della struttura che, nelle intenzioni del sindaco Gianantonio Rosa e della sua giunta, dovrebbe ospitare le partite della squadra di casa, impegnata nel campionato della serie C2. Dopo l’acquisizione dei documenti, gli uomini delle Fiamme gialle della Brigata di Desenzano, competenti sulla cittadina della Bassa orientale, e la Procura di Brescia avrebbero iniziato una serie di ulteriori approfondimenti sulla vicenda ascoltando - a quanto sembra - anche alcune persone che avrebbero seguito l’iter della pratica con la quale il comune ha affidato in concessione la progettazione esecutiva della struttura, la realizzazione e la successiva gestione alla Ati, società composta da Ac Montichiari, Turra srl e Calepio Scavi spa. Un’opera stimata in cinque miliardi e 300 milioni di vecchie lire alla quale il Comune contribuirà coprendo il 50% delle spese.
Per tutta la giornata di ieri gli uomini delle Fiamme gialle avrebbero lavorato per aggiungere tasselli al materiale fino ad ora raccolto per un’inchiesta i cui contorni rimangono ancora assai poco definiti. Soprattutto per lo stretto riserbo che hanno accompagnato le operazioni di polizia giudiziaria ordinate dalla Procura. Al momento non si conosce nè chi abbia dato il via all’indagine (le quattro ditte che con l’Ati avevano mostrato interesse all’opera sarebbero state escluse perchè non avevano presentato l’offerta e non hanno sollevato alcuna contestazione in sede amministrativa), nè i reati contestati. Per ora solo voci e indiscrezioni che non hanno trovato conferme tali da poter essere considerate attendibili.
Anche le persone che per il ruolo rivestito nella vicenda stadio potrebbero essere state chiamate per chiarire la dinamica dei fatti preferiscono non fare commenti sulla vicenda. Ad iniziare dal sindaco Gianantonio Rosa, che domenica aveva anticipato un incontro con gli inquirenti proprio per ieri. Un incontro nel quale avrebbe cercato di capire i termini della vicenda e le eventuali conseguenze sul futuro dell’impianto e sui termini della sua realizzazione. Ieri pomeriggio, però, il sindaco leghista di Montichiari non ha voluto sbilanciarsi e ha preferito rimandare ogni commento fra qualche giorno, dopo aver consultato un legale, che, probabilmente, avrà poi il compito di seguire la vicenda per conto dell’Amministrazione comunale monteclarense.
Al momento, quindi, è anche difficile comprendere quanto i sospetti formulati da chi ha sollecitato forze dell’ordine e magistratura ad indagare abbiano trovato riscontri nella documentazione acquisita e nei primi interrogatori effettuati dalle Fiamme gialle e dalla magistratura. Sembra comunque che le indagini siano solo agli inizi e non si escludono importanti sviluppi.

 

BRESCIAOGGI di mercoledì 27 marzo 2002

Pesanti le accuse sulle quali lavora la Procura.

L’inchiesta coinvolge anche alcuni funzionari
Stadi, l’ombra della concussione
Montichiari: indagati il sindaco Rosa e l’assessore Gelmini

Due stadi di calcio: un "mostro" da oltre 31 mila posti e un "cucciolo" da 5000 spettatori. Due opere da milioni di euro e un’unica inquietante ombra: quella della concussione e dell’abuso di ufficio. Accuse pesanti, accuse sulle quali sta lavorando da qualche settimana la procura della Repubblica di Brescia e la Guardia di Finanza della Brigata di Desenzano. Accuse che hanno portato il pubblico ministero Alberto Rossi a spedire alcune informazioni di garanzia (non sarebbero, secondo alcune indiscrezioni, meno di sei) e ad una nutrita serie di perquisizioni a tappeto. Acquisizioni di documenti e altro materiale su due realizzazioni urbanistiche destinate a far diventare Montichiari un polo sportivo di primo piano della provincia di Brescia. Stiamo parlando della realizzazione di due stadi che dovrebbero servire la squadra di casa, il Montichiari allenato da Lorenzo Ciulli, compagine di C2, e il Brescia calcio, pronto a lasciare il Rigamonti di Mompiano per accasarsi in una struttura inserita (vedi sotto) in una cittadella ludico-sportiva con multisala, albergo e centri commerciali. Operazioni per milioni di euro sulle quali la Procura ora vuole fare un po’ di chiarezza. E per farla ha fatto finire sul registro degli indagati innanzitutto il sindaco leghista di Montichiari Gianantonio Rosa e l’assessore al bilancio della cittadina Massimo Gelmini, segretario provinciale della Lega Nord, con loro l’architetto Aldo Copeta, funzionario comunale con responsabilità urbanistiche. A completare il quadro degli indagati, altri funzionari e tecnici, ma sui loro nomi non trapelano indiscrezioni. La notizia di un coinvolgimento nelle indagini del sindaco, dell’assessore e del tecnico comunale si era diffusa la scorsa settimana, ma la conferma che alle visite della Finanza per l’acquisizione di alcuni documenti aveva fatto seguito la notifica di informazioni di garanzia e arrivata solo ieri. E, nonostante lo stretto riserbo degli inquirenti, il quadro si è ulteriormente arricchito delle ipotesi di reato attorno alle quali stanno lavorando Finanza e Procura. Secondo l’accusa, quindi, da parte di qualche pubblico funzionario o amministratore ci sarebbero state delle pressioni per condizionare l’iter delle opere finite nel mirino delle indagini. Come? Sul punto il riserbo e impenetrabile, anche perchè gli inquirenti stanno cercando prove a quelle che fino ad ora sono ipotesi avanzate da chi ha dato il via agli accertamenti della magistratura, riferendo di presunte irregolarità. Irregolarità che avrebbero finito per coinvolgere non solo la realizzazione dello stadio destinato al Montichiari, giunta ormai in una fase progettuale avanzata, ma anche il futuro impianto del Brescia calcio, attorno al quale esiste solo un accordo d’intenti (siglato nel settembre scorso dalle istituzioni interessate, Brescia calcio, Comune, Provincia e Regione) e un’idea progettuale attorno alla quale, oltre alla società di Gino Corioni, ha lavorato anche la Opera srl, intestataria delle aree. Qual è il filo conduttore che lega, all’interno dell’indagine, le due opere? Al momento gli inquirenti non si sbottonano, certo è che, nei giorni scorsi, gli uomini della Finanza hanno bussato anche alla porta dello studio tecnico dell’architetto Mario Abba (in qualità di semplice custode di materiale utile alle indagini) per acquisire sia l’accordo di intenti, che il progetto tecnico della realizzazione, attorno alla quale devono essere compiuti ancora molti passi formali . Passi formali - ad iniziare da un incontro con Provincia, Regione e Comune previsto nei giorni scorsi e poi slittato - sui quali ora potrebbe nascere qualche incertezza. In attesa degli eventi e di capire in che modo l’opera possa essere finita nel mirino della magistratura l’avvocato Bruno Ghirardi, legale del Brescia Calcio, preferisce non fare commenti nè tracciare scenari futuri sul progetto del «nuovo Rigamonti». Cautela e garbati «no comment» arrivano anche dagli indagati Gianantonio Rosa e Massimo Gelmini, che nei giorni scorsi si sono detti tranquilli davanti alle notizie dell’inchiesta giudiziaria e ora attendono di conoscere nei dettagli le contestazioni che gli vengono mosse per potersi difendere. Per ora gli inquirenti non sembrano intenzionati ad ascoltare tanto presto gli indagati, preferirebbero acquisire documenti e testimonianze in grado di delineare meglio le dinamiche attorno alle quali sono nati e cresciuti i due progetti. E mentre la magistratura indaga, le voci e le indiscrezioni si intrecciano tra ipotesi che vorrebbero al centro dell’attenzione anche le aree destinate ad ospitare i due complessi e altre secondo le quali sarebbe stata qualche impresa insoddisfatta dal comportamento della pubblica amministrazione a segnalare presunte irregolarità agli inquirenti. Fin qui le indiscrezioni, ma gli investigatori stanno lavorando a ritmi che lasciano presumere sviluppi in tempi brevi.        Marco Toresini

 

GIORNALE DI BRESCIA di mercoledì 27 marzo 2002

L’inchiesta del pm Alberto Rossi riguarda entrambi gli impianti sportivi progettati e coinvolge amministratori e tecnici
Nuovi stadi, l’accusa è concussione

L’ipotesi d’accusa è pesante: concussione e abuso d’ufficio. E ci sono parecchi indagati, amministratori e tecnici. L’inchiesta riguarda entrambi gli impianti sportivi progettati a Montichiari: quello più piccolo, destinato ai campionati della squadra del paese che milita in C2, e che dovrebbe sorgere non lontano dal PalaGeorge; quello più grande, il nuovo Rigamonti, destinato al Brescia e alla serie A e che dovrebbe nascere vicino alla Tangenziale Est, più o meno al confine tra i territori di Castenedolo e Montichiari. Ieri si è avuta la conferma dell’esistenza dell’inchiesta e delle ipotesi formulate dal sostituto procuratore Alberto Rossi, appunto concussione e abuso d’ufficio. E confermata pure l’iscrizione di almeno una mezza dozzina di nomi sul registro degli indagati, tra i quali il sindaco monteclarense Gianantonio Rosa, l’assessore Massimo Gelmini, che è anche segretario provinciale della Lega, e l’architetto del Comune Aldo Copeta. Il titolare dell’inchiesta ieri ha solo confermato le ipotesi di reato e ha precisato che l’indagine affidata alla Guardia di Finanza riguarda entrambi gli impianti sportivi progettati a Montichiari. Il pm ha anche aggiunto di avere inviato a tutti gli indagati un avviso di garanzia e di avere fino ad ora solo effettuato perquisizioni e acquisito documenti; nessun interrogatorio quindi, nè di indagati nè di testimoni. Il magistrato della Procura non ha aggiunto altro, e tanto meno ha fornito chiarimenti sul contenuto dell’inchiesta, sugli episodi legati ai due progetti che a suo parere configurano reati di concussione e di abuso d’ufficio. Pare di capire che l’inchiesta sia ancora ai primi passi, ma si sa che le Fiamme gialle hanno compiuto numerose intercettazioni telefoniche e «ambientali». E proprio da quei colloqui e da quelle telefonate registrate sarebbero venuti gli elementi più importanti di questa fase dell’indagine. Sembra probabile, ma non ci sono conferme ufficiali, che i due impianti sportivi siano al centro di due vicende separate, magari con gli stessi protagonisti. Anche perchè i due stadi sono due faccende molto differenti. Un investimento da 5 miliardi e mezzo (per metà a carico del Comune) per lo stadio del Montichiari che potrà ospitare 5 mila spettatori e le cui procedure sono già avanzate e i lavori potrebbero già iniziare. Un «business» da 250 miliardi invece per il nuovo stadio del Brescia: che oltre alla struttura coperta «all’inglese» per 30 mila posti a sedere, prevede la nascita di una vera cittadella con albergo da 125 stanze, ristoranti, supermercato, multisala cinematografica, palestre e centri fitness e altre strutture commerciali. Circolano molte indiscrezioni ma nulla di confermato ufficialmente. Si ipotizza che per lo stadio «piccolo» le accuse si riferiscano all’affidamento della progettazione esecutiva, al concorso al quale si iscrissero cinque gruppi di imprese, quattro dei quali non presentarono poi offerte, lasciando il campo libero alla società «Ati», composta dall’Ac Montichiari, dalla «Turra srl» e dalla «Caleppio scavi spa». Per il nuovo Rigamonti invece gli episodi contestati riguarderebbero solo l’acquisizione delle aree e le concessioni edilizie, anche perchè l’iter per la realizzazione del nuovo impianto da serie A è ancora ai primi passi. Esiste il progetto, e si sa che uno dei progettisti, l’architetto Mario Abba, ha ricevuto nei giorni scorsi la visita degli agenti della Guardia di Finanza che si sono fatti consegnare il progetto dello stadio. I terreni dove dovrebbe nascere il nuovo stadio sono situati tra l’ex Vulcania, la Goitese e il casello autostradale di Brescia Est e risultano di proprietà della «Opera srl» che fa capo all’ex dirigente del Brescia calcio, Umberto Cervati, e al direttore generale della Yokohama Italia, Claudio Galeazzi. Cosa poi possano aver fatto gli amministratori pubblici di Montichiari e i tecnici del Comune per finire nel registro degli indagati ancora non si sa. Dal canto loro il sindaco Gianantonio Rosa e l’assessore Massimo Gelmini, che nei giorni scorsi avevano espresso stupore per le notizie sull’inchiesta, ieri si sono limitati a un gelido «no comment».                              Alberto Pellegrini

 

BRESCIAOGGI del 30/03/02  

Il sindaco risponde alle accuse e sottolinea: «Nessuno ha bloccato l’iter»
«Stadio, presto al via i lavori»
Rosa: «Se ho sbagliato, mi dicano qual è il mio errore»

di Francesco Di Chiara

«Nessuno ha bloccato l'iter già deciso per il nuovo stadio comunale di calcio, pertanto presto i monteclarensi avranno il loro campo di gioco, come avevo promesso e come il Consiglio comunale ha già deciso». Parola di Gianantonio Rosa, sindaco leghista di Montichiari.
Il primo cittadino, pochi giorni dopo l'avvio dell'indagine a suo carico da parte della Procura di Brescia, prende posizione sulla delicata faccenda. L'ombra delle pesanti ipotesi d'accusa - i capi d’imputazione ipotizzati sono abuso d'ufficio e concussione - incombe gettando un velo sull'operato della sua amministrazione, che ha superato il traguardo della metà del mandato. Ma il sindaco Rosa non demorde e dichiara apertamente la sua innocenza.
Il primo cittadino, dopo la comprensibile incredulità iniziale, ha avuto una impennata d'orgoglio e ieri ha parlato a cuore aperto. «Non sono perfetto e posso aver sbagliato qualcosa, ma almeno mi dicano dove ho sbagliato e quanto sia grave il mio presunto errore e quello dei miei collaboratori», osserva sollevandosi sulla poltrona nel suo studio municipale.
E rilancia: «Il mio avvocato ha già chiesto al giudice Rossi (incaricato dell'indagine) che io venga convocato al più presto per essere ascoltato. Che almeno sappia contro chi e cosa devo difendermi», sottolinea Rosa.
Una risposta secca il sindaco la indirizza anche a chi pensava che se ne andasse in vacanza a meditare, in queste festività pasquali. «Macchè vacanze - replica il sindaco - io devo star qui al mio posto in mezzo alla mia gente, a spiegare che continuo a lavorare per loro e che non temo accuse di nessun tipo. La magistratura faccia il suo lavoro, io faccio il mio».
Insomma, un Rosa tutt’altro che arrendevole o, peggio, in difficoltà. Anzi, se in precedenza poteva nutrire qualche dubbio sull’idea di ripresentarsi alle prossime elezioni - «fare il sindaco è davvero un impegno gravoso», aveva confessato -, ora sembrerebbe intenzionato a ricandidarsi con forza «per dimostrare ulteriormente con i fatti le sue buone intenzioni».
Quanto allo stadio comunale, la conferma che i lavori procedono arriva anche dal vicensidaco e assessore allo Sport Peppino Boifava, che annuncia come «manchi solo un ultimo terreno da acquisire e poi si procederà subito con le ruspe per sistemare in fretta i due campi di allenamento».
Una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo ai dirigenti del Montichiari calcio, dopo le recenti insinuazioni circa possibili ritardi e dopo, che sull'ultimo notiziario «RossoBlu», era stato scritto: «Definito il progetto, individuata l'area (accanto al Palageorge), espropriate le aree, assegnata la gara d'appalto ora può iniziare la fase operativa, ritenuta più volte un miraggio».
Anche la Lega nord esprime la sua solidarietà al sindaco, da loro voluto nel giugno '99, e ieri ha tappezzato i muri di Montichiari con manifesti dove si legge: «Basta con i gruppi di potere politico-economico. Sindaco Rosa la Lega Nord è con te e con la tua Amministrazione».

BRESCIAOGGI del 05/04/02  

Comunicato dopo l’apertura dell’indagine della Procura di Brescia
«La società è preoccupata»

L’Ac Montichiari teme ritardi per il nuovo stadio

L’Ac Montichiari è estranea all’indagine in corso per la costruzione del nuovo stadio nell’area a ridosso del Palageorge e teme ripercussioni sui tempi per la costruzione dell’importante impianto sportivo. Con un comunicato diffuso ieri pomeriggio la società calcistica esprime i propri timori per il futuro della squadra di C2 «che sta lottando in una zona scomoda di classifica, sia per proprie non preventivate carenze, sia per una situazione di disagio provocato dall’utilizzo per gli allenamenti di strutture sportive non certo adeguate ad una società che svolge attività professionistica». «In questo contesto - insiste la società - va inoltre rilevato che l’iscrizione al campionato di C2 per ben due anni è stata ottenuta dalla Lega in deroga alle normative vigenti per la non conformità delle caratteristiche strutturali dell’attuale stadio Romeo Menti, nonostante i ripetuti interventi per migliorarne l’agibilità».
«L’eventuale ipotesi di un ulteriore ritardo dell’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo stadio e degli attigui campi di allenamento (ipotesi che dopo l’esplicito intervento del sindaco Rosa l’Ac Montichiari non prende nemmeno in considerazione) metterebbe in grave crisi il settore giovanile della nostra società, attualmente costituito da ben undici squadre di tutte le categorie con 330 ragazzi impegnati».
«L’Ac Montichiari - conclude il comunicato della società calcistica - si rende conto dell’alto valore sociale che tale impegno riveste ed è pronta a proseguire questo stesso cammino fin qui percorso, sostenendo anche un notevole sforzo economico. Si vuole tuttavia sottolinerae come l’attuale situazione non sia ulteriormente sostenibile».

 

GIORNALE DI BRESCIA del 07/04/02  

MONTICHIARI - Il 18 Consiglio comunale. Una nota dell’Amministrazione
"Ecco l’iter del nuovo stadio del Brescia"

A che punto è l’iter per la costruzione del nuovo stadio del Brescia Calcio? Anche in relazione ai fatti degli ultimi giorni (gli avvisi di garanzia pervenuti al sindaco, all’assessore e al tecnico comunale in relazione a quest’opera che si vorrebbe realizzare alla Fascia d’Oro), la domanda è di grande attualità. In attesa di una risposta ufficiale che potrebbe arrivare nel corso del Consiglio comunale fissato per il 18 aprile ("Fino a quando il giudice non mi spiega di cosa si tratta non dico niente", commenta il sindaco Gianantonio Rosa), l’Amministrazione comunale ha diffuso una nota in cui si ripercorre quanto fatto finora. "Ognuno - dice il primo cittadino - tragga le conclusioni che crede". "La prossima scadenza - si legge nel comunicato - è il 30 giugno 2002, data entro la quale qualsiasi soggetto privato potrà presentare proposte per la collocazione e la realizzazione dell’impianto all’interno del vasto comparto individuato (questa è la procedura prevista dalla legge Merloni e avviata dall’Amministrazione comunale già dal settembre 2001, denominata project-financing). Una volta individuato, il soggetto privato dovrà accollarsi la realizzazione dello stadio, del centro polifunzionale e della viabilità secondaria, naturalmente passando attraverso un bando pubblico di appalto europeo per garantire un minore impatto di attività commerciali (il recupero delle aree sarà invece effettuato attraverso una procedura espropriativa anche per evitare eventuali meccanismi speculativi)". Tutto è partito, si legge ancora nella nota, "da un accordo di intenti stipulato tra il sindaco di Montichiari e il presidente del Brescia Calcio, Luigi Corioni, dove, a grandi linee, si tratteggiavano gli interventi da eseguire. Accanto all’impianto sportivo dovrebbe sorgere una serie di strutture a carattere ludico, ricreativo, terziario e produttivo necessarie alla copertura dell’investimento. A seguito dell’accordo, si è individuato in località Fascia d’Oro un vasto comparto avente le caratteristiche per la realizzazione del complesso polifunzionale, prevedendo in futuro successivi accordi tra i soggetti istituzionali preposti. Come dire che questo accordo d’intenti, recepito dalla Giunta municipale il 15 ottobre 2001, dovrà essere integrato e meglio circostanziato con il coinvolgimento di Provincia e Regione. Nel documento si evidenziano già alcune caratteristiche: lo stadio potrà ospitare 30mila posti a sedere coperti e numerati, spazi a destinazione ludica, ricreativa, direzionale, ricettiva e produttiva, nonché infrastrutture viarie di importanza comunale e provinciale, ma a prevalente carico dei soggetti privati. Nell’accordo si legge pure che gli oneri finanziari saranno interamente a carico di terzi privati". L’impegno del Comune "è invece quello di rimuovere, laddove non si presentino impedimenti di tipo giuridico, gli ostacoli di tipo burocratico che dovessero proporsi, oltre ad adottare politiche urbanistiche ed edilizie agevolatrici dell’intervento. Nel programma delle opere pubbliche 2002-2004 approvato dalla Giunta il 29 settembre 2001, il Centro polifunzionale è indicato a costo zero. Nella relazione allegata si sottolinea che sarà utilizzato lo strumento del pro-ject-financing sulla base dell’accordo di programma dei vari enti interessati e che si assegnerà la realizzazione e la gestione di un nuovo centro polivalente localizzato nella zona nord-ovest. Nel bando per l’assegnazione del project-financing sarà elencata una serie di prescrizioni a cui la figura aggiudicataria dovrà attenersi. Quanto indicato era inserito nel bilancio di previsione 2002 approvato dal Consiglio comunale il 20 dicembre scorso".

 

Dichiarazione del Gruppo Consiliare del P.P.M. del 22 marzo 2002

Apprendendo telefonicamente dal redattore locale del quotidiano Bresciaoggi che l'Arch. Aldo Copeta, l'Assessore Massimo Gelmini ed il Sindaco Gianantonio hanno ricevuto un avviso di garanzia in quanto persone indagate nell'ambito dell'indagine giudiziaria avviata in riferimento alla realizzazione del nuovo centro sportivo di Montichiari, il Gruppo consiliare "Popolari per Montichiari" non può che ravvisare in tale grave provvedimento una preoccupante conferma alle perplessità manifestate in Consiglio Comunale circa la poca chiarezza della strategia progettuale e finanziaria individuata.

Il Gruppo Popolari per Montichiari anche nell'ultima seduta del 28 Febbraio u.s. infatti ribadito tali dubbi richiamando altresì l'attenzione ed il senso di responsabilità dei Consiglieri della Lega Nord per l'indipendenza della Padania ed ottenendo però solo un deciso invito del Sindaco a non fare supposizioni velate bensì a rivolgere le stesse alle autorità competenti (modalità tra l'altro mai perseguita dal Gruppo P.P.M. che ha sempre ricercato, con non poche difficoltà, il confronto e la dialettica nelle sedi istituzionali locali).

Il Gruppo Popolari per Montichiari, confidando che le indagini avviate possano fare chiarezza sull'intera istruttoria, non può comunque esimersi dal sottolineare che anche questa vicenda giudiziaria determinerà un ulteriore ritardo nella realizzazione del nuovo centro sportivo, opera da troppi anni attesa dalla Società A.C. Montichi dai tifosi e dai tanti allievi delle squadre giovanili e per la quale la precede Amministrazione Comunale aveva già individuato i necessari finanziamenti.

Montichiari 22 Marzo 2002

Valerio Isola, Stefania Mosconi, Paolo Verzelletti, Riccardo Tosoni

IL MANIFESTO DELLA LEGA E IL SOSTEGNO DI UN ANONIMO CITTADINO

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GIORNALE DI BRESCIA dell'11 aprile 2002

Stadi di Montichiari: per Gelmini si tratta di «opportune verifiche»

In merito alla nota dell’Amministrazione comunale relativa alle procedure per la realizzazione del Centro sportivo di Montichiari e al Centro polifunzionale relativo allo stadio del Brescia Calcio in località Fascia d’Oro, l’assessore comunale Massimo Gelmini, segretario provinciale di Brescia della Lega Nord, ha dichiarato che «le procedure avviate sono assolutamente trasparenti». «In particolare - prosegue Gelmini in una nota - quella relativa allo stadio per il Brescia Calcio evidenzia come l’Amministrazione comunale abbia saputo, attraverso la procedura del project financing, tutelare al meglio l’interesse pubblico escludendo a priori ogni possibile speculazione delle aree, che a seguito di individuazione del sito idoneo saranno interessate. Inoltre, questa soluzione consente di evitare una eccessiva concentrazione di attività sportive o ludico-commerciali eventualmente di completamento all’impianto. È necessario, però garantire che la realizzazione dell’impianto non potrà essere l’alibi per la realizzazione di un nuovo centro commerciale». «Ritengo opportuna la verifica disposta dalle autorità competenti, in corso ed ulteriormente prorogata - spiega l’assessore Gelmini - in quanto garanzia e conforto circa la scelta, che ritengo corretta, da parte dell’Amministrazione comunale in merito alle procedure avviate per la realizzazione dei due stadi. Le indagini preliminari non possono che essere di interesse per la collettività monteclarense perché controllano maggiormente l’agire della pubblica amministrazione comunale di Montichiari».

 

BRESCIAOGGI del 14 aprile 2002

Il sindaco spiega: «Nessun impedimento per il nostro calcio»
Lo stadio? Il tempo stringe

Entro il 30 giugno si devono presentare le proposte

di Francesco Di Chiara

Il tormentone dei campi di calcio sarà destinato a tener banco per molto tempo ancora a Montichiari. Soprattutto per cercare risposte sicure alle domande: uno stadio, due o nessuno?
Il sindaco Gianantonio Rosa ha rassicurato nei giorni scorsi i suoi concittadini sul fatto che nessun impedimento sta ostacolando l'iter per la realizzazione del nuovo stadio comunale, anche dopo la notizia che la Procura di Brescia sta indagando sull’ operato del primo cittadino e quello dei suoi collaboratori.
La società calcistica dell'AC Montichiari gli ha risposto subito, esprimendo soddisfazione per questa promessa e sollecitando ancora l'urgenza dell'iniziativa poiché la squadra di C2 ha urgente bisogno di una nuova struttura ed i giovani non possono più andare ad allenarsi ad Acquafredda o in altri comuni limitrofi.
Altro nodo da sciogliere è però quello del nuovo Stadio del Brescia Calcio, che dovrebbe sorgere in località Fascia d'Oro.
Si tratta di un progetto ancora sulla carta ma già oggetto d'indagine ad opera della Procura della Repubblica.
L'Amministrazione comunale di Montichiari ha voluto evidenziare il punto della situazione con un comunicato dettagliato, dove spiega che: «La prossima scadenza certa sarà il 30 giugno 2002. Entro tale data qualsiasi soggetto privato potrà presentare proposte per la collocazione e la realizzazione dell'impianto del nuovo stadio di calcio all'interno del vasto comparto individuato, evidenziando che questa è la procedura prevista dalla legge Merloni e avviata dall'Amministrazione comunale di Montichiari già dal settembre 2001, denominata «project - financing». Individuato il soggetto privato, questo si dovrà accollare la realizzazione dello stadio, del centro polifunzionale e della viabilità secondaria, passando attraverso un bando pubblico di appalto europeo per garantire un minore impatto di attività commerciali; mentre il recupero delle aree sarà effettuato attraverso una procedura espropriativa, anche per evitare eventuali meccanismi speculativi».
Un iter procedurale che ha già avuto alcuni passaggi e che è iniziato «da un accordo di intenti stipulato tra il sindaco di Montichiari, Gianantonio Rosa e il presidente del Brescia Calcio, Luigi Corioni, dove, a grandi linee, si tratteggiavano i vari interventi da eseguire».
Il comunicato spiega inoltre che «accanto all'impianto sportivo per 30 mila posti dovrebbero sorgere una serie di strutture di carattere ludico, ricreativo, terziario, produttivo e ricreativo, necessarie alla copertura dell'investimento. A seguito dell'accordo d'intenti, si è individuato in località «Fascia d'Oro» un vasto comparto avente le caratteristiche ideali per la realizzazione dell'intero complesso polifunzionale, prevedendo in futuro successivi accordi tra i soggetti istituzionali preposti. Pertanto l'accordo d'intenti, recepito dalla Giunta municipale il 15 ottobre 2001, dovrà essere integrato e meglio circostanziato con il coinvolgimento della Provincia e della Regione. Nell'accordo d'intenti si legge che gli oneri finan ziari saranno interamente a carico di terzi privati. L'impegno del Comune viene indicato per «rimuovere, laddove non si presentino impedimenti di tipo giuridico, gli ostacoli di tipo burocratico che dovessero preporsi, oltre ad adottare politiche urbanistiche ed edilizie agevolatrici dell'intervento».
Nel programma delle opere pubbliche 2002/2004, approvato dalla Giunta il 29 settembre 2001, il Centro polifunzionale è indicato a costo «zero». Nel bando per l'assegnazione del «project-financing» sarà elencata una dettagliata serie di prescrizioni esecutive e gestionali a cui la figura aggiudicataria dovrà scrupolosamente attenersi. «Quanto indicato - conclude il comunicato - era inserito nel bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 approvato dal Consiglio comunale il 20 dicembre scorso».

 

LA VIGNETTA DELL'ECO DEL 13 APRILE 2002

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Dichiarazione del Sindaco nel Consiglio comunale del 18 aprile 2002

 

Il 19 marzo u.s. la Guardia di Finanza si è presentata presso il Municipio ed ha chiesto copia di tutti gli atti inerenti l'appalto dello stadio dell'A.C. Montichiari e dei carteggio relativo alla costruzione dello stadio dei Brescia Calcio.

Voluminosa è stata la documentazione dello stadio dei Montichiari (bandi - progetti - appalti, ecc.), mentre molto più contenuta è quella riferita allo stadio di Brescia (qualche lettera, una relazione, un disegno assonometrico molto schematico).

A tutt'oggi:

  • non so chi abbia presentato denuncia ed il perché
  • nessuno di noi ha ricevuto avviso di garanzia
  • contrariamente a quanto scritto da alcuni giornali.
  • non sono stato interpellato dal Giudice, pur avendo fatta richiesta di essere sentito.

Mi auguro che tutto si concluda al più presto e garantisco che terrò informato il Consiglio sugli sviluppi futuri dell'indagine.

Esprimo la massima fiducia nella Giustizia e condivido il lavoro dei miei collaboratori (assessori, consiglieri, dipendenti) che continuano a godere della mia stima.

Esprimo inoltre un pubblico apprezzamento all'opposizione per il modo corretto con cui ha interpretato la vicenda.

A tutti i miei cittadini infine chiedo di continuare ad avere fiducia in me ed a sostenermi in questo momento cosi particolare: essere Sindaco è difficile, ma essere Sindaco leghista lo è molto, molto di più.

 

Dichiarazione dei Gruppi di opposizione nel Consiglio comunale del 18 aprile 2002

I gruppi consiliari di Forza Italia, Popolari per Montichiari e Democratici di Sinistra, preoccupati - dalle notizie diffuse nei giorni scorsi dalla stampa locale e nazionale, hanno congiuntamente chiesto al Presidente del Consiglio Sig. Rino dell'Aglio di convocare in via d'urgenza il Consiglio Comunale al fine di ottenere dal Sindaco alcuni chiarimenti in mento all'effettivo avvio di indagini giudiziarie da parte della Procura della Repubblica di Brescia ed ai provvedimenti fino ad ora assunti dalla stessa.

In sede di conferenza dei capigruppo abbiamo unanimemente accolto la proposta del Sindaco e del Presidente del Consiglio di non accentuare i toni di una fin troppo facile polemica, data la gravità e la particolarità dei reati contestati, relativi alle ipotesi di concussione ed abuso di ufficio.

Con tale spinto abbiamo pure accettato una proroga di qualche giorno rispetto ai termini previsti dal Regolamento, in quanto abbiamo ritenuto conciliare su un ordine dei giorno più vasto, sempre nell'interesse della nostra realtà monteclarense, ritenendo sufficiente la comunicazione del Sindaco. Ci siamo quindi impegnati a non formulare alcuna domanda.

Avendo richiesto, senza riscontro positivo, la possibilità di un intervento di replica per ogni gruppo in riferimento a quanto comunicato dal Sindaco, Forza Italia, Popolari per Montichiari e Democratici di Sinistra hanno steso il seguente unanime documento in quanto ritengono che il Consiglio Comunale sia il luogo istituzionalmente deputato alla democrazia locale con funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo. E' il Consiglio Comunale l'organo rappresentativo dei cittadini monteclarensi. Di fronte agli elettori è nostro dovere e diritto, nostra irrinunciabile responsabilità, farci interpreti dei sentimenti e delle preoccupazioni vissute dai nostri cittadini, oltreché - è bene non dimenticarlo- dei loro interessi materiali e civili. Tutto ciò senza trascurare che l'elemento "fiducia" è il fondamento di una sana Comunità.

Non compete a noi sostituirci alla magistratura, tanto è vero che nessuna forza politica locale l'ha fatto, dimostrando un alto senso di responsabilità.

Ci sia comunque consentito esprimere alcune considerazioni.

L'individuazione del project financing quale piano finanziario per la realizzazione dello stadio del Montichiari Calcio ha suscitato in tutte le forze dell'opposizione perplessità e timori che proprio in questa sede sono state espresse anche nella seduta dei 28 febbraio u.s..

Poco possiamo dire nel merito della realizzazione dello stadio del Brescia Calcio, dato che mai questa Amministrazione neppure in Commissione ci ha coinvolto.

Abbiamo però appreso che l'aver scelto, anche in questo caso, la via del "project financing" contrasta nettamente con le richieste della società Brescia Calcio e degli altri possibili operatori privati, contrari a qualsiasi forma di intervento pubblico.

Ad ulteriore prova di quanto sia fondata la nostra preoccupazione sul funzionamento democratico dell'Istituzione Locale, va richiamato il fatto - intervenuto nel giorni scorsi - che, nonostante l'accordo raggiunto nella riunione dei capigruppo consiliari, ancorché nella Commissione Urbanistica, l'approvazione del progetto di lottizzazione dell'area industriale denominata "ex Vulcania" non è stata inserita all'o.d.g. di questa seduta.

La ex Vulcania, è bene dichiararlo, rappresenta una importante occasione di sviluppo industriale dell'economia monteclarense, preludio di una crescita occupazionale e di tessuto di impresa necessaria a Montichiari, oltre che funzionale al suo ruolo storico di polo territoriale di primo piano della Provincia, senza trascurare l'importanza che questa lo lottizzazione riveste per molti operatori locali.

Ringraziamo il Sindaco per la non facile comunicazione a cui non si è sottratto e ribadiamo che l'azione di controllo politico-amministrativo che i nostri gruppi intendono esercitare si concentrerà esclusivamente sull'analisi della documentazione esistente e sui fatti riscontrabili.

Anticipiamo infine la nostra unanime intenzione di procedere ad inoltrare ulteriori richieste di convocazioni straordinarie del Consiglio Comunale.

Nella prossima seduta intendiamo infatti procedere alla discussione ed approvazione della lottizzazione della ex Vulcania, cercando altresì di avviare un più diretto ed aperto oinvolgimento sulle problematiche d'interesse generale a partire dal Piano Regolatore sulla cui stesura in nessun momento siamo stati chiamati ad esprimerci.

 

BRESCIAOGGI del 20 aprile 2002

MONTICHIARI. Rosa si difende davanti al Consiglio e rilancia
Il sindaco: "Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia"
Parlamentari leghisti solidali col primo cittadino e con l’assessore Gelmini

"Avvisi di garanzia? Io non ho ricevuto niente". Il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa si è difeso così, altra sera in Consiglio comunale, intervevendo "in merito alle indagini preliminari delle autorità competenti su alcuni procedimenti amministrativi". La consultazione ha rispettato i canoni della correttezza, mentre entrambe le parti, maggioranza e opposizione, si sono strette attorno al sindaco che circa un'ora dopo l'inizio della riunione ha dato lettura di un breve comunicato, davanti ad un numeroso pubblico, attento e curioso. Il primo cittadino ha spiegato che "il 19 marzo la Guardia di Finanza si è presentata presso il Municipio e ha chiesto copia di tutti gli atti inerenti l'appalto dello stadio dell'Ac Montichiari e del carteggio relativo alla costruzione dello stadio del Brescia".
Già in precedenza il sindaco Rosa aveva dichiarato di aver dato la sua piena collaborazione e che i militari avevano potuto portare a compimento senza intoppi l'ordine ricevuto dai magistrati. "Voluminosa è stata la documentazione dello stadio del Montichiari (bandi, progetti, appalti ecc.), mentre molto più contenuta è quella riferita allo stadio di Brescia (qualche lettera, una relazione, un disegno assonometrico molto schematico). A tutt'oggi - ha aggiunto il sindaco - non so chi abbia presentato denuncia e il perché; nessuno di noi ha ricevuto avvisi di garanzia, contrariamente a quanto scritto da alcuni giornali; non sono stato interpellato dal giudice, pur avendo fatto richiesta di essere sentito".
Il sindaco ha in sostanza ripetuto quanto aveva affermato in una intervista al nostro giornale nei giorni scorsi, augurandosi inoltre "che tutto si concluda al più presto. Garantisco che terrò informato il Consiglio sugli sviluppi futuri dell'indagine".
Quanto poi alle notizie diffuse di un presunto coinvolgimento, oltre che del sindaco, anche del suo assessore Massimo Gelmini e del funzionario comunale Aldo Copeta, in atti di abuso d'ufficio e concussione, Rosa ha ribadito di avere "massima fiducia nella giustizia" e di condividere "il lavoro dei miei collaboratori (assessori, consiglieri, dipendenti) che continuano a godere della mia stima".
I tre capigruppo delle opposizione (Popolari, Ds e Forza Italia) in un comunicato successivo a quello del sindaco hanno chiarito di non voler "accentuare i toni di una fin troppo facile polemica", aggiungendo inoltre che "l'elemento fiducia è il fondamento di una sana comunità" e riflettendo sul fatto che "non compete a noi sostituirci alla magistratura, tanto è vero che nessuna forza politica locale l'ha fatto, dimostrando alto senso di responsabilità".
Il sindaco ha concluso esprimendo "un pubblico apprezzamento all'opposizione per il modo corretto con cui ha interpretato la vicenda". Poi, rivolto a tutti i suoi cittadini, ha chiesto "di continuare ad aver fiducia" e a sostenerlo "in questo momento così particolare: essere sindaco è difficile, ma essere sindaco leghista lo è molto, molto di più".
Nella vicenda ieri sono intervenuti anche i parlamentari bresciani della Lega nord, Alessandro Ce’, Daniele Molgora, Franco Tirelli, Sergio Agoni e Davide Caparini. In un comunicato, essi si dicono "fiduciosi che l’indagine in corso, e ulteriormente prorogata, possa concludersi in tempi ragionevoli. Ci pare evidente che vi sia in atto una strumentalizzazione attivata dalla stampa in particolare circa l’invio al sindaco Rosa e all’assessore Gelmini, nonchè segretario provinciale della Lega, di avvisi di garanzia. Avvisi che non sono mai arrivati.
"Siamo convinti - proseguono - della correttezza di comportamento del segretario provinciale Massimo Gelmini e del sindaco Rosa in merito alle questioni oggetto dell’indagine attivata dalla magistratura. Vogliamo ancora una volta esprimere la nostra solidarietà e il nostro appoggio al segretario Gelmini".
Le procedure avviate dal Comune "non potevano che essere trasparenti", sostengono i parlamentari leghisti. Il riferimento è al project financing, sistema che "esclude a priori ogni possibile speculazione delle aree".
Francesco Di Chiara

 

GIORNALE DI BRESCIA del 20 aprile 2002

MONTICHIARI - Il sindaco parla in Consiglio della vicenda giudiziaria sui due stadi
"Cittadini, sostenetemi"
Gianantonio Rosa esprime "la massima fiducia nella giustizia"

"A tutt’oggi nessuno di noi ha ricevuto un avviso di garanzia". L’affermazione è del sindaco Gianantonio Rosa, il quale così si è espresso l’altra sera nel corso del Consiglio comunale che, all’ultimo punto dell’ordine del giorno, prevedeva le "comunicazioni del sindaco in merito alle indagini preliminari delle autorità competenti su alcuni procedimenti amministrativi". Come avevamo scritto, dopo le notizie sulle indagini della Procura di Brescia in merito alla realizzazione dei due stadi che si vorrebbero costruire a Montichiari (quello della società locale e quello del Brescia Calcio) le opposizioni avevano chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario e urgente. Il consiglio non è stato convocato, ma, nel corso dell’assemblea dell’altra sera, il primo cittadino ha fatto alcune dichiarazioni, le prime in merito alla vicenda che lo vede coinvolto insieme all’assessore Massimo Gelmini e all’architetto del Comune, Aldo Copeta. "Il 19 marzo - ha detto Rosa - la Guardia di finanza si è presentata in Municipio ed ha chiesto copia di tutti gli atti inerenti l’appalto dello stadio dell’A. C. Montichiari e del carteggio relativo alla costruzione dello stadio del Brescia Calcio. Voluminosa è stata la documentazione dello stadio di Montichiari; molto più contenuta quella riferita allo stadio del Brescia". A tutt’oggi, ha poi sottolineato il sindaco, "non so chi abbia presentato denuncia e perché l’abbia fatto; a tutt’oggi nessuno di noi ha ricevuto avviso di garanzia; a tutt’oggi non sono stato interpellato dal giudice, pur avendo chiesto di essere sentito. Mi auguro che tutto si concluda al più presto e garantisco che terrò informato il Consiglio comunale sugli sviluppi dell’indagine". "Esprimo la massima fiducia nella giustizia - ha chiuso Rosa - e condivido il lavoro dei miei collaboratori che continuano a godere della mia stima. Esprimo inoltre un pubblico apprezzamento all’opposizione per il modo corretto con cui ha interpretato la vicenda. A tutti i miei cittadini, infine, chiedo di continuare ad avere fiducia in me e a sostenermi in questo momento così particolare: essere sindaco è difficile, ma essere sindaco leghista lo è molto, molto di più". Le opposizioni (Forza Italia, Popolari per Montichiari e Democratici di sinistra), per bocca di Daniela Visconti, hanno letto un lungo comunicato. "Nella conferenza dei capigruppo abbiamo unanimemente accolto la proposta del sindaco e del presidente del Consiglio di non accentuare i toni di una fin troppo facile polemica, data la gravità e la particolarità dei reati contestati, relativi alle ipotesi di concussione e abuso d’ufficio. Avendo richiesto, senza riscontro positivo, la possibilità di un intervento di replica per ogni gruppo in riferimento a quanto comunicato dal sindaco, abbiamo steso il seguente unanime documento in quanto riteniamo che il Consiglio comunale sia il luogo istituzionalmente deputato alla democrazia locale con funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo". "Non compete a noi sostituirci alla magistratura - ha continuato la Visconti - tant’è vero che nessuna forza politica locale l’ha fatto. Ci sia comunque consentito di esprimere alcune considerazioni. L’individuazione del project financing quale piano finanziario per la realizzazione dello stadio del Montichiari Calcio ha suscitato in tutte le forze dell’opposizione perplessità e timori. Poco possiamo dire in merito alla realizzazione dello stadio del Brescia, dato che mai questa Amministrazione, neppure in Commissione, ci ha coinvolto. Abbiamo però appreso che l’aver scelto, anche per questo caso, la via del project financing contrasta nettamente con le richieste della società Brescia Calcio e degli altri possibili operatori privati, contrari a qualsiasi forma di intervento pubblico". "Ad ulteriore prova di quanto sia fondata la nostra preoccupazione sul funzionamento democratico dell’istituzione locale - ha chiuso Daniela Visconti - va richiamato il fatto che, nonostante l’accordo raggiunto nella riunione dei capigruppo, l’approvazione del progetto di lottizzazione dell’area industriale ex Vulcania non è stata inserita nell’ordine del giorno di questa seduta". (gaf)

 

CORRIERE DELLA SERA del 27 marzo 2002

Inchiesta sul nuovo stadio del Brescia

Indagati il sindaco di Montichiari e il segretario provinciale del Carroccio. L' ipotesi di reato: concussione

Vallini Nunzia

MONTICHIARI (Brescia) - Il tormentone dello stadio alternativo al vecchio Rigamonti di Mompiano finisce in un fascicolo d' inchiesta con l' ipotesi di reato di concussione e abuso d' ufficio. Stessa sorte per il progetto dello Stadiolino, l' impianto sportivo di dimensioni più ridotte riservato al Montichiari che milita in C2. E con l' apertura dell' indagine fioccano gli «avvisi» a sindaco, assessore e architetto di Montichiari, il paese a est della Leonessa che ambisce a diventare la cittadell a dello sport del Bresciano. All' esistente Palageorge si affiancano infatti i progetti di un velodromo e di ben due stadi. Ambizioni congelate da un' inchiesta divisa in due tronconi: il primo, che riguarda lo Stadiolino, vuol far luce sulla procedu ra d' appalto dei lavori per la costruzione dell' impianto; per il Nuovo Rigamonti viene scrutata ai raggi X la scelta dell' area. Dopo le ripetute visite delle Fiamme gialle in Municipio, ieri è giunta la conferma dell' articolata indagine coordinat a dal pm Alberto Rossi. Né Rosa, né Gelmini e neppure l' architetto comunale Aldo Copeta sono stati convocati in Procura. Questo spiega le bocche cucite. «No comment» dice Massimo Gelmini, assessore al Bilancio di Montichiari e segretario provinciale del Carroccio. Il sindaco leghista Gianantonio Rosa, ieri introvabile, alle prime voci di un interesse della GdF agli incartamenti custoditi nel suo municipio si era limitato a commentare: «Sono sereno e certo del buon operato dei miei uffici». Avev a e scluso che l' indagine potesse riguardare anche lo «stadio maggiore». Convinzione smentita dagli inquirenti: i futuri stadi a Montichiari sono due ed è su due progetti che le Fiamme gialle hanno acceso i riflettori. Quello dello Stadiolino era in dirittura d' arrivo: il 28 febbraio il consiglio comunale ne aveva approvato a maggioranza il progetto definitivo per costruzione e gestione affidata alla Ati, unica società a presentare l' offerta nonostante si fossero dichiarati interessati all' o perazione cinque gruppi. Costo totale: 5 miliardi e 300 milioni per metà coperti dal Comune, metà dall' Ati. Il Nuovo Rigamonti (ipotizzato a Montichiari secondo l' accordo sottoscritto a metà settembre da Comune di Montichiari, Provincia e Brescia c alcio) sarà realizzato nell' area fra la strada Goitese e il casello autostradale Brescia Est su una superficie di 600 mila metri quadrati. Spesa di 250 miliardi di lire solo in parte per lo stadio: sono previsti un albergo da 125 stanze, un supermer cato, a ree negozi, centri fitness, sale giochi, ristoranti, cinema multisala. L' iter ha subito uno stop: la settimana scorsa è saltato il vertice di verifica tra Comune di Montichiari, Provincia e Brescia calcio. Incontro slittato «a data da destin arsi». Nell' attesa che l' inchiesta dica se si può procedere.

Nunzia Vallini

Le due strutture:

RIGAMONTI BIS Il «Nuovo Rigamonti» dovrebbe nascere vicino al casello autostradale di Brescia Est. Investimento previsto: 125 milioni di euro tra stadio e infrastrutture: albergo, market, centro fitness, cinema multisala «STADIOLINO» Il progetto dello «Stadiolino» per il Montichiari (C2) è stato approvato dalla giunta guidata da Gian Antonio Rosa (nella foto) a febbraio. Sorgerà accanto al Palageorge e costerà oltre 2 milioni e 600 mila euro.

 

GIORNALE DI BRESCIA del 21 aprile 2002

MONTICHIARI - I parlamentari della Lega difendono sindaco e assessore
«Rosa e Gelmini corretti»

In merito all'indagine in corso sui due stadi che si vorrebbero realizzare a Montichiari, intervengono i parlamentari bresciani della Lega Nord: Alessandro Ce', Daniele Molgora, Franco Tirelli, Sergio Agoni e Davide Caparini. «Siamo fiduciosi che l'indagine in corso, ed ulteriormente prorogata - dichiara per tutti l'on Ce', presidente dei deputati del Carroccio - possa concludersi in tempi ragionevoli. Ci pare evidente che vi sia in atto una strumentalizzazione attivata dalla stampa in particolare circa l'invio al sindaco Rosa e all'assessore Gelmini, nonché segretario provinciale della Lega, di avvisi di garanzia: avvisi che non sono mai arrivati. Siamo convinti della correttezza di comportamento di Massimo Gelmini e di Gianantonio Rosa». Le procedure avviate dal Comune di Montichiari, continua il deputato leghista, «non potevano che essere trasparenti. Basta ricordare come, per la realizzazione del Centro polivalente relativo allo stadio per il Brescia Calcio, la scelta di attivare la procedura del project financing garantisce trasparenza e imparzialità della pubblica amministrazione. Per iniziative di questa natura non poteva che essere così, in quanto viene esclusa a priori ogni possibile speculazione delle aree». Di tutt'altro tono, invece, le considerazioni del consigliere comunale Giulio Bertolini, dei Ds, che, in merito al Consiglio comunale di giovedì, usa parole molto dure. «Mi sento tirato in giro», scrive Bertolini. «Nella sue dichiarazioni, il sindaco non si è attenuto a quanto chiesto dalle minoranze e garantito dal presidente del Consiglio: così come all'opposizione era stato chiesto di non strumentalizzare l'accaduto, al primo cittadino era stato detto di attenersi ai fatti, senza cadere nel vittimismo. Così non è stato. Nulla da dire sulla dichiarazione d'innocenza, di ribadita fiducia nei collaboratori, ma quell'ultima frase, "E' difficile fare il sindaco, ma lo è molto di più fare il sindaco leghista" è stata buttata lì per far capire che la vicenda sia una persecuzione politica». Come lo stesso presidente del Consiglio ha precisato, continua Bertolini, «c'è stata una blindatura del dibattito: in un primo momento è stato opposto un netto rifiuto alla richiesta di nostri interventi; successivamente il presidente ha dato il proprio assenso per un sola unitaria dichiarazione, chiedendo inoltre di visionare il testo della stessa prima dell'inizio dei lavori. Da qui il lungo lavoro di mediazione e autocensura delle opposizioni per riuscire a far sentire la propria voce nel corso della seduta». Quanto alla posizione del sindaco sul fatto «che nei confronti di questa Amministrazione qualcuno avrebbe formulato false accuse per motivi politici o di interesse, rispondo con le parole usate da Rosa in una recente occasione: se c'è la certezza di un siffatto comportamento lo si denunci, altrimenti meglio stare zitti».

 

BRESCIAOGGI del 29 giugno 2002

Nella partita-stadio si profila un «trasloco» e irrompe una nuova ipotesi. Ma il Brescia Calcio ha già deciso da che parte stare
Nuovo Rigamonti: ora è una corsa a due

Il progetto Abba si sposta a Castenedolo, a Montichiari spunta Moretti

di Marco Bencivenga

La partita si è riaperta all’improvviso. Su un nuovo campo e con nuovi protagonisti. Ora per il nuovo stadio del Brescia Calcio non c’è più un solo progetto in discussione: ce ne sono due. E due sono anche le proposte di localizzazione, con un curioso gioco delle parti: lo stadio progettato dagli architetti bresciani Mario Abba, Massimo Marai e Giorgio Rovati, originariamente previsto in territorio di Montichiari nei campi compresi fra la Goitese e il casello autostradale di Brescia Est, è destinato a «traslocare» in territorio di Castenedolo; la nuova proposta - firmata dall’architetto milanese Giancarlo Marzorati, finanziata da «Terra Moretti» e presentata ieri al Comune di Montichiari - sorgerebbe su 785 mila metri quadrati di aree confinanti proprio con quelle inizialmente scelte dagli altri progettisti (in pratica l’ampia superficie compresa fra la Cascina Pasqua, la Cascina Lunga e il Bandierino, alla sinistra dell’ex Statale 236 per chi viaggia da Castenedolo in direzione di Montichiari: si tratta di aree appartenenti alla Fondazione Grazioli e a un privato che, se il progetto dovesse essere approvato, andrebbero espropriate dal Comune di Montichiari).
La vicinanza delle due aree è l’unico punto di contatto fra i due progetti: completamente diversi sono le committenze, i piani finanziari e le caratteristiche immobiliari delle due operazioni. Nel primo caso una società sportiva decide di costruirsi uno stadio di proprietà, stringe accordi con investitori interessati a partecipare all’operazione e sottopone al Comune un progetto comprendente le attività commerciali, di servizio e ricreative finalizzate a rendere l’opera fruibile 365 giorni all’anno e l’investimento finanziariamente sostenibile. Nel secondo caso, un costruttore di professione utilizza le opportunità offerte dalla legge 109/94 - la cosiddetta «Merloni ter» basata sul sistema del project financing - per realizzare una serie di opere e poi proporle in uso ai fruitori finali: il Brescia Calcio nel caso dello stadio, gli imprenditori in cerca di nuovi spazi produttivi nel caso dei capannoni previsti a corona dell’impianto sportivo.
L’ipotesi A, fatte le debite proporzioni, si riduce sostanzialmente alla richiesta di una concessione edilizia. Molto più complessa l’ipotesi B, subordinata alle procedure previste dalla legge 109: il promotore, in questo caso, deve presentare in Comune un progetto di «pubblica utilità» entro il 30 giugno di ogni anno (termine che per il 2002 scadrà domani). Scaduto il termine l’Amministrazione ha 120 giorni di tempo per valutare il progetto, che deve contenere uno studio di inquadramento territoriale e ambientale, uno studio di fattibilità, un progetto preliminare, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario asseverato da un istituto di credito e un programma di gestione del servizio (tariffe, costi di manutenzione, fruibilità, ecc.). Se il progetto è approvato dal Consiglio comunale (chiamato a scegliere la soluzione migliore se le proposte sono più di una), entro il 31 dicembre il Comune deve indire una gara per aggiudicare la concessione ai miglior offerente, sulla base della proposta prescelta. In pratica, un «promotore» può aver l’idea vincente, ma poi vederla realizzare da un terzo: in questo caso gli verrà riconosciuto un «rimborso spese» pari al 2,5 per cento del valore dell’investimento complessivo.
Nel concreto del caso-stadio, a 24 ore dalla scadenza dei termini della «Merloni», al Comune di Montichiari è arrivata soltanto la proposta Moretti-Marzorati. Al Brescia Calcio mancano i tempi tecnici per un’eventuale controfferta (definito in ogni dettaglio tecnico, il progetto Abba-Marai-Rovati manca dell’indispensabile piano finanziario e gestionale), ma la circostanza non turba minimamente la società di via Bazoli, perché la via del «project financing» è stata scartata in partenza. Se il presidente Gino Corioni, forse perché legato da vincoli personali di amicizia con Vittorio Moretti, chiamato a commentare la nuova proposta si trincera nel più classico dei «no comment», il legale Bruno Ghirardi chiarisce: «Il Brescia ha da tempo elaborato e presentato un suo progetto, che ha come presupposto la costruzione di uno stadio di proprietà e fin dallo scorso 21 gennaio ha ufficialmente comunicato al Comune di Montichiari di non essere interessato a operazioni di project financing». Una soluzione, del resto, esclude l’altra, perché ogni opera di «pubblica utilità» realizzata dai privati sfruttando la legge Merloni dopo un periodo di trent’anni passa automaticamente nel patrimonio dell’Amministrazione pubblica. Da qui, la scelta del Brescia Calcio di fare da sè, con un progetto «definitivo» e - notizia delle ultime ore - con una nuova localizzazione del Rigamonti-2. Il trasloco sbloccherà l’«impasse» provocata nelle ultime settimane dall’inchiesta giudiziaria che coinvolge alcuni amministratori e tecnici di Montichiari ed è reso possibile dalla disponibilità offerta dal Comune di Castenedolo che, fatti due conti, si è reso conto di aver tutto da perdere e nulla da guadagnare dall’ipotesi originaria. Lo stadio alla Fascia d’oro - a due passi da Castenedolo, ma in territorio monteclarense - «regalava» tutti gli onori (e gli oneri di urbanizzazione...) a Montichiari e lasciava tutti i problemi (a partire dal traffico) a Castenedolo. «A questo punto - si sono detti in Comune - tanto vale che lo stadio lo ospitiamo noi». Da individuare soltanto le aree, che saranno acquistate da «Opera srl», la società che fa capo a Umberto Cervati e Claudio Galeazzi, già titolare delle aree in territorio di Montichiari. In proposito, non più tardi di tre giorni fa Gino Corioni ha firmato un’integrazione ai contratti sottoscritti in prima battuta. Si tratta di un’evidente conferma alla scelta di campo operata dal Brescia nel dualismo che si è venuto a creare con la presentazione della proposta Moretti-Marzorati. Il dubbio, a questo punto, sorge spontaneo: per chi farà lo stadio Moretti se il Brescia, che ne vuole uno tutto suo, non è interessato a utilizzarlo in affitto?

 

BRESCIAOGGI del 3 luglio 2002

CASTENEDOLO

NUOVO STADIO : corsa a due.   Montichiari rilancia, ma Castenedolo è favorito

di Francesco Di Chiara

La realizzazione del nuovo stadio del Brescia Calcio si è trasformata ormai in una corsa a due tra i Comuni di Castenedolo e di Montichiari.  Oltre all'originario progetto firmato per Montichiari dagli architetti Abba e Marai, si è aggiunto ora un nuovo progetto, presentato dal gruppo Moretti di Erbusco, da realizzarsi sempre nel territorio di Montichiari.  Una proposta che sembra giungere fuori tempo massimo, dal momento che nel frattempo la dirigenza della società di via Bazoli ha già preso contatti con l'amministrazione comunale di Castenedolo per spostare sul suo territorio il "progetto Abba".  Il progetto Moretti-Marzorati è stato presentato lunedì scorso, appena in tempo utile con le scadenze previste.  Nelle intenzioni dei promotori, sfrutterà la formula del project financing.  Una modalità, questa, che però era stata scartata già tempo fa dalla direzione del Brescia Calcio: la società punta ad avere uno stadio di proprietà, mentre la formula adottata dal gruppo Moretti prevede che dopo trent'anni lo stadio diventi proprietà del comune di Montichiari.  Il "progetto Moretti" sorgerebbe su un'area di 785 mila metri quadrati nei pressi della Vulcania, vicino all'area che in un primo tempo era stata destinata al "progetto Abba", che sembra ora destinato ad un'area adiacente, nel territorio del comune di Castenedolo.    Nel "progetto Abba" si trovano tutte le condizioni di un privato che chiede al comune la licenza edilizia, mentre nel secondo caso il costruttore utilizza le opportunità offerte dalla legge 109 del 1994 (meglio conosciuta come Merloni-ter).   Una normativa che si fonda essenzialmente sulla formula del "financial project", per realizzare una serie di opere e poi proporle in uso ai fruitori finali, quindi al Brescia Calcio ed a quelle aziende in cerca di nuovi spazi commerciali e di servizio che dovrebbero affiancarsi all'impianto sportivo.  Per quanto riguarda la "proposta Moretti" il promotore aveva tempo fino alla data del 30 giugno per presentare il proprio progetto: ora l'ufficio tecnico dell'amministrazione comunale di Montichiari avrà 120 giorni di tempo per valutarlo.  Ammesso che il comune di Montichiari dia il via libera al progetto, resta do chiedersi, dal momento che la società del Brescia Calcio ha già deciso di costruire uno stadio in proprietà, a chi affitterà la ditta Moretti il suo futuro stadio.   Intanto il sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli attende con pazienza.  "Non è nostra intenzione premere per portare via il progetto a Montichiari - afferma il primo cittadino - ma se la dirigenza del Brescia Calcio non vuole il project financing e l'amministrazione comunale monteclarense non cambia direzione, probabilmente sarà Castenedolo l'interlocutore più probabile.  Quando sarà il nostro momento non ci tireremo indietro".

 

BRESCIAOGGI del 7 luglio 2002

La società di via Bazoli scrive al Comune: «Disattesi gli accordi di settembre»

Brescia-Montichiari: è divorzio

di Marco Bencivenga
e Francesco Di Chiara

Non è ancora un addìo, perché un gentiluomo non compie mai gesti definitivi e si lascia sempre alle spalle una porta aperta, ma sul tema-stadio fra il Brescia Calcio e il Comune di Montichiari è ormai rottura. La richiesta di separazione, dopo 10 mesi di luna di miele, è stata inviata dal presidente Gino Corioni al sindaco Gianantonio Rosa alla luce di quello che appare un palese tradimento: a settembre la promessa di matrimonio firmata in Broletto, testimone il presidente della Provincia Alberto Cavalli; tre mesi più tardi, il 27 dicembre, la delibera del Consiglio comunale che, inserendo il «centro polivalente» nell’elenco dei lavori pubblici a carattere programmatorio, ha aperto la strada a un terzo soggetto, in concreto il Gruppo Terra Moretti di Erbusco, suo malgrado nelle parti dell’«amante» grazie all’opportunità offerta dalla legge 109 «Merloni ter». Quella che consente a un privato di realizzare e gestire per un determinato numero di anni opere di «pubblica utilità», di fatto anticipandone le spese. La procedura - nota con il termine di project financing - è stata scartata fin dall’inizio dal Brescia Calcio, interessato esclusivamente a dotarsi di uno stadio di proprietà. Perché il Comune di Montichiari l’abbia attivata dopo aver sottoscritto l’«accordo di intenti» del 19 settembre Corioni non se lo spiega. Di sicuro - sottolinea nella lettera inviata a Rosa - la scelta dell’Amministrazione è «incompatibile con le esigenze formalmente rappresentate dalla società, ribadite negli incontri del 23 novembre e del 30 novembre 2001 e ulteriormente specificate nell'istanza inoltrata il 18 febbraio 2002».
Ignorando i messaggi del Brescia, il Comune di Montichiari ha finito per ritrovarsi a fine giugno con due progetti sul tavolo: quello redatto dagli architetti Mario Abba, Massimo Marai e Giorgio Rovati per conto di Gino Corioni e quello commissionato all’architetto milanese Giancarlo Marzorati dal Gruppo Terra Moretti. Simili nei contenuti tecnici (stadio coperto da 30 mila posti, con centri commerciali e attività ricreative in un caso, con un insediamento produttivo nel secondo), i due progetti si differenziano dal punto di vista economico: finanziamento diretto per il Brescia, attraverso il project financing per Terra Moretti, che parte con un singolare «buco nero», la dichiarata indisponibilità del club di via Bazoli a utilizzare l’impianto in affitto. In gioco, oltre al canone di locazione, c’è lo sfruttamento degli spazi pubblicitari (al «Rigamonti» in mano al Brescia). Cos’ha previsto in proposito Moretti si saprà soltanto all’apertura del plico depositato in Municipio il 28 giugno, un dossier contenente il piano economico e finanziario asseverato da un istituto di credito e la bozza di convenzione con il Comune imposti dalla legge Merloni ter. Per il momento i documenti sono segreti, perché «il funzionario responsabile, architetto Aldo Copeta, è in ferie - rivela il sindaco Rosa - e non mi sembra giusto che altri aprano quel pacco prima di lui».
Quale che si rivelerà il programma di Moretti, per il Brescia Calcio la partita è finita: «Appresa la volontà pubblicamente espressa dall'Amministrazione comunale di Montichiari di procedere con il project financing previsto dalla legge Merloni - ha scritto Corioni a Rosa - prendiamo atto che l'accordo di intenti sottoscritto il 19 settembre 2001 alla presenza del presidente della Provincia di Brescia è decaduto in ogni suo effetto». La nullità, secondo Corioni, è frutto «delle decisioni e dei comportamenti concludenti assunti dall'Amministrazione comunale di Montichiari, di contenuto contrario agli impegni espressi e sottoscritti nel suddetto atto». Il Brescia assicura la propria disponibilità «a riavviare un confronto» se il Comune farà marcia indietro (ovvero se boccerà il progetto Moretti al termine dei 120 giorni di valutazione previsti per legge), ma intanto progetta di trasferire l’intera operazione sul territorio di Castenedolo, nell’area di 500 mila metri quadrati situata di fronte all’ex base missilistica dell’Aeronautica, in località Fascia d'Oro. Una localizzazione distante poche centinaia di metri dalla precedente, ma non più in territorio di Montichiari. Il sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli, pur con gli opportuni distinguo, si è già detto favorevole al trasloco. Più difficile ottenere il via libera di Provincia e Regione, enti sovracomunali chiamati ad approvare un solo progetto e in palese imbarazzo di fronte alle due opzioni. Di certo, il dualismo finirà per dilatare i tempi di realizzazione del nuovo stadio provinciale. In proposito il responsabile del Coordinamento Ds della Bassa Orientale, Leone Orizio, in una nota chiede al sindaco di Montichiari «a chi serve uno stadio, se il suo utilizzatore principale non lo vuole?» e nel caso del project financing ricorda che «la proprietà delle aree, non è una cosa indifferente». «Chi sono gli odierni proprietari e chi acquisisce le aree? - chiede Orizio -. Può il sindaco affermare che sono già di proprietà della nuova società proponente? Può il sindaco autorizzare un’eventuale variazione d'uso delle aree, anche laddove in assenza dei titoli di proprietà non può intervenire l'interesse pubblico che sta alla base di eventuali espropri? Per noi, qualora si proceda, si può fare solo sull'area attinente la struttura dello stadio e non sull'intero intervento e men che meno per costruire centri commerciali e congressuali».

 

Trovato sul sito "www.bresciablob.com" - Questa redazione riporta a titolo informativo l'articolo, senza che si possa approfondire la veridicità o meno delle affermazioni contenute, sulle quali declina ogni responsabilità.

Inchieste/one. La Lega, quella che si presentava come una forza barbara, moralizzatrice, innovatrice, nuova, trasparente, autonoma, alla prova dei fatti e del potere si dimostra come tutti gli altri. Anzi, peggio...Vai a leggere tutto ciò che finora è possibile sapere su un affaire da 250 miliardi, il nuovo stadio comunale, in una vicenda che la procura di Brescia sta cercando di chiarire in ogni suo contorno. E altro...

Barbari privi di genio

   Quella che si presentava come una forza barbara, moralizzatrice, innovatrice, nuova, trasparente, autonoma, alla prova dei fatti e del potere si dimostra come tutti gli altri. Anzi, peggio perchè nel toccar potere sembra ridestare antiche voglie predatrici. A Montichiari, laboratorio leghista di tutta la nazione, microcosmo di ciò che sta avvenendo o può avvenire in tutta Italia, sono indagati il sindaco Gianantonio Rosa e l'assessore factotum Massimo Gelmini, neo-segretario provinciale. Seguiti a vista dal capo barbaro supremo Umberto Bossi, colui che definì non molto tempo fa Berlusconi un "Berluskaz, un pirla, un mafioso, un figlio di buona donna, un uomo della P 2", e ora ne è diventato il braccio destro estremo e l'umile, obbediente, servitore in cambio di qualche cospicua cambiale da onorare. E per la quale si vanno qua e là racimolando i fondi.
     E a Brescia, in una vicenda che la procura di Brescia sta cercando di chiarire in ogni suo contorno, tutto inizia Sabato16 marzo, quando "Bresciaoggi" pubblica in anteprima esclusiva il progetto dello stadio Rigamonti che verrà costruito a Montichiari, ma due giorni dopo salta il vertice in programma al Broletto fra Brescia Calcio, Provincia e Comune di Montichiari su questo affaire da 250 miliardi.
Prima una serie di incontri con i tecnici e i funzionari della Regione Lombardia, presenti i rappresentati della Provincia e del Comune di Montichiari, e in seguito tutto sembrava pronto "se non sorgeranno intoppi", scriveva a titolo cautelativo Marco Bencivenga su "Bresciaoggi". Ed eccolo subito l'intoppo. Che è successo? Primo, che a Corioni non va più questo accordo perchè la Giunta leghista vorrebbe imporre una convenzione che dopo tot anni dovrebbe consegnare lo stadio nelle mani del comune di Montichiari. Dice: l'affare è privato, mio, e me lo gestirò per sempre io. E, secondo, sta girando la voce che la faccenda non è pulita e che la procura ha già cominciato ad indagare. Difatti, dopo pochi giorni, il 23 marzo, al sindaco Gianantonio Rosa, all’assessore Massimo Gelmini e all’architetto del Comune Aldo Copeta di Montichiari viene inviata una informazione di garanzia da parte della Procura di Brescia in merito alla realizzazione del nuovo stadio comunale con due accuse molto pesanti: concussione e abuso d'ufficio.
  
Sotto l'occhio della procura sta il terreno vicino alla Tangenziale Est, più o meno al confine tra i territori di Castenedolo e Montichiari, tra l’ex Vulcania, la Goitese e il casello autostradale di Brescia Est, opzionato dalla "Opera srl", che fa capo all’ex dirigente del Brescia calcio, Umberto Cervati, e al direttore generale della Yokohama Italia, Claudio Galeazzi, collegati allo studio Chiarini CVS di Montichiari stessa. Gli architetti Mario Abba, Massimo Marai e Giorgio Rovati sono stati incaricati come autori del progetto (stadio più centro commerciale) che serve per rendere appetibile l'intervento. In ballo, dicevamo e ripetiamo, 250 miliardi. Senza dimenticare quelli che serviranno (e arriveranno) al comune di Brescia per il riuso di Mompiano, zona di pregio per costruire alla grande. Sulla quale zona si proporrà un certo conflitto di interessi per Mario Abba, consigliere comunale (forse ex, minacciò di dimettersi da consigliere, poi tacque, vige il mistero) della lista civica di appoggio a Paolo Corsini, nonchè membro della commissione Urbanistica di Brescia: conflitto che, ci auguriamo, sarà risolto con una bella crisi di coscienza, dimissioni in commissione date per davvero, e pianto per tutti liberatorio.
   Dal giorno degli avvisi, i diretti interessati e indagati continuano nello stesso tempo sia a dirsi "fiduciosi dell'indagine in corso" sia a proclamare in tutte le sedi che gli avvisi che non gli sono mai arrivati, negando l'evidenza e ignorando il più elementare senso di contraddizione. Ma tant'è: tutta la vicenda sta lì a dimostrare che questa genuina forza barbara naif si muove terra terra, e in un modo così maldestro da far pensare che non sia poi tanto geniale. E chi osa parlare di intelligenza leghista cade immediatamente  in una contraddizione in termini. Priva di genio, ma non priva di prepotenza: si pensi che è sempre stato tenuto all'oscuro di tutta la querelle addirittura l'assessore forzaitaliota allo sport, Gianmaria Pastorelli, da poco sfiduciato, insieme all'altro collega di partito Valentino Leonardi.
    Siccome la vicenda non si volge sulla luna, ma in provincia di Brescia, il capogruppo diessino in consiglio provinciale Carlo Fogliata si è permesso di chiedere al presidente forzista della provincia Sua Vacuità Alberto Cavalli se, appunto, i tre erano indagati insieme all'ex onorevole leghista, e oggi assessore provinciale, Roberto Faustinelli. Risposta (come sempre da pesce in barile) : "La vicenda in questione non ha alcun rapporto col ruolo attuale di Faustinelli". Sempre in provincia la vittima eccellente della faccenda è Vigilio Bettinsoli, ex dc doc, il più votato tra tutti i consiglieri provinciali, responsabile del piano territoriale di coordinamento, dimissionato, fatto fuori, e sostituito nel "rimpasto" da quattro leghisti anonimi e sconosciuti anche perchè si era sempre fermamente opposto all'operazione leghista in quel di Montichiari. Vedendolo all'opera a piè fermo, Corioni gli ha affidato una consulenza urbanistica personale a titolo di equa consolazione.
    I leghisti la chiamavano alla anglosassone "procedura del project financing contro ogni possibile speculazione delle aree" per darsi pubblico lustro e gettare fumo negli occhi al pubblico, ma in realtà
l'idea di mettere sotto tutela comunale quel suolo contrastava nettamente con le richieste di Corioni e comunque di qualsiasi altro possibile operatore privato. Nell'area attigua al PalaGeorge, sempre a Montichiari, si costruirà anche lo stadio "piccolo" per la squadra locale, attualmente in C 2 (e qui pare che le accuse della procura si riferiscano all’affidamento della progettazione esecutiva, al concorso: furono iscritti cinque gruppi di imprese, ma quattro non si presentarono, lasciando il campo libero alla società "Ati", composta dall’Ac Montichiari, dalla "Caleppio scavi spa" e dalla "Turra srl", quest'ultima onnipresente in numerosi comuni leghisti a partire da Carpenedolo e - a suo tempo - da Concesio).
   Ma la verità completa si trova tutta nelle carte acquisite in municipio e nelle case private degli indagati, oltre che nelle numerose  intercettazioni telefoniche e "ambientali" che le Fiamme gialle hanno compiuto: quali i concussi, quali gli amici degli amici da privilegiare, quale l'illecito, l'escamotage, il trucco. E, come si vocifera  sempre più diffusamente in zona e nell'ambiente, e pure per deduzione logica, chi ha parlato dovrebbe essere l'ex proprietario dell'area opzionata in questione, Marco Pasinetti, imprenditore agricolo, in lista per i leghisti nel '95, e poi, frustrato e deluso dagli ex compagni di partito, passato ad altri lidi. Il quale, contattato da noi, come non smentisce, così non parla, non dice una parola in più. Salvo avere con tutta probabilità parlato a lungo presso la Guardia di Finanza di Desenzano.
   
Il pm è Alberto Rossi, un procuratore notoriamente tosto in una procura che sempre tosta non è, e non per responsabilità dei singoli procuratori, che sanno e possono benissimo ignorare le eventuali, brutali intromissioni del ministro leghista della giustizia Castelli, di cui siamo costretti a leggere tutti i giorni. Intanto, però, l'inchiesta ritarda tanto che in aprile i dirigenti leghisti, pur augurandosi che "possa concludersi in tempi ragionevoli", potevano maliziosamente sottolineare che "l'indagine in corso è stata ulteriormente prorogata". O se la prendevano in modo assurdo (facendole troppo onore) con la "strumentalizzazione attivata dalla stampa", che si è limitata a pubblicare con tutte le (sempre eccessive) cautele del caso il minimo indispensabile. Mentre il sindaco Rosa iniziava a recitare la parte della povera vittima perseguitata, lamentandosi che "è difficile fare il sindaco, ma lo è molto di più fare il sindaco leghista". Che qualcuno lassù dal ciel lo aiuti, insomma.
   Fumo negli occhi, quello della Lega, come il suo demagogico "basta con i poteri economico-politici locali". Da un lato continua a polemizzare, spacciandosi come una forza innovatrice, con la precedente politica (lecita) del "compromesso e della contiguità con certi gruppi di imprenditori e di tecnici"; dall'altro li ha semplicemente sostituiti tout court con altri (con procedure, stando agli avvisi della procura, illecite)
. Ne fa fede la polemica non priva di toni durissimi tra l'ex sindaco di Montichiari Badilini e i leghisti, che si può rileggere cliccando su "Massimo, l'accentratore". Alla gestione del vecchio, sulfureo (a dispetto del nome) Giliolo Badilini, i leghisti rinfacciano di tutto, ma pare proprio che dovranno applicarne i programmi a termini di legge e a forza di ricorsi al Tar: così nell'area ex Vulcania (area appetita per il posteggio dagli autotrasportatori monteclarensi, associati allo scopo in cooperativa) come alla Isola verde, dove è in vista un centro commerciale.
   Tanto hanno fatto e agito maldestramente i leghisti di Montichiari che Corioni è passato armi e bagagli e progetto presso l'onesta amministrazione dirimpettaia di Castenedolo, sindaco Gianbattista Groli. Dove non hanno nulla in contrario. Strada in discesa per questo benedetto stadio che qui si avrà da fare. Anche se i leghisti di Castenedolo si oppongono e, obbedendo ciecamente ad ordini superiori, in questi giorni imbandierano il paese di manifesti in cui, in sintesi, sostengono che a Montichiari con lo stadio si difende il territorio, mentre, a poche centinaia di metri di distanza, solo perchè si entra in Castenedolo, la stessa costruzione lo altera. La rozzezza mentale di base e di vertice dei leghisti, una iattura per l'Italia intera, non ha nè limiti nè confini: è tale che, come abbiamo appena scritto, non percepiscono minimamente il senso della contraddizione. Se lo fanno loro è giusto; se lo fanno gli altri, no: e il tutto sostenuto senza riflessione o mediazione alcuna. Come nella barzelletta di quell'infermiere leghista che affiggeva i manifesti contro "Roma ladrona" con i cerotti rubati a man bassa nell'infermeria. Limitatezza mentale abissale. Non fenomeno di folclore, ma di inciviltà prepolitica. Non manifestazione di razzismo, quando c'è di mezzo l'extrcomunitario, ma di ferocia preumana. Supporto allo stato brado e barbaro alle furberie quotidiane di chi ci governa. E nella guerra dei manifesti in atto, il sindaco di Castenedolo Giambattista Groli ha gioco facile nel replicare : "La posizione della Lega appare sorprendente visto che l’ipotesi progettuale vede tra i più convinti sostenitori Provincia e Regione governate dalla Casa delle Libertà di cui fa parte appunto il Carroccio. La Lega ritiene che lo stadio sia dannoso per il paese mentre nulla aveva eccepito quando l’intervento era stato previsto a poche centinaia di metri dal confine dall'Amministrazione leghista di Montichiari".

19 agosto 02

 

NOVITA' IN ARRIVO NEL SETTEMBRE 2003 : STADIO A CASTENEDOLO ?

BRESCIAOGGI del 4 settembre 2002

Un dibattito organizzato dallo Sdi con il sindaco di Brescia Corsini, il presidente della Provincia Cavalli ed Ettore Fermi
Stadio a Castenedolo, ecco perchè
Il sindaco Groli: «Siamo disponibili all’impegno Ma si dovrà tenere conto delle nostre esigenze»

Il nuovo stadio per Brescia si farà a Castenedolo, con ogni probabilità. Si farà con capitali privati e sarà sfida per la politica e le istituzioni a recuperare un ruolo alto nella programmazione del territorio. Una sfida che le istituzioni stesse, dalla Provincia ai Comuni di Brescia e di Castenedolo (e chiamando in causa la Regione), si pongono, con sintonia ideale e pure con un certo realismo. Con la sintonia che le impegna tutte intorno a un obiettivo sentito necessario e comune, con il realismo che mette i puntini sulle i degli interessi concreti.
Nella sintesi del sindaco Paolo Corsini, «la città ha interessi urbanistici generali oltrechè quello primario a ridislocare lo stadio, la Provincia ha responsabilità di programmazione e coordinamento territoriale, la Regione è impegnata nel piano territoriale d’area». Insomma, ci sono le condizioni per «un accordo politico di programma tra capoluogo, Provincia e Regione».
Ma quando aggiunge che «se c’è un’amministrazione limitrofa intenzionata a contribuire, l’accordo politico può far superare scelte ideologiche di egoismo appropriativo», anche l’amministrazione limitrofa, per voce del sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli puntualizza che «la collaborazione tra le istituzioni è possibile, a patto che i comuni confinanti non diventino riparo per la città capoluogo, che i problemi si affrontino insieme e si diano le dovute garanzie».
E’ su questi toni l’approdo del convegno organizzato dallo Sdi ieri sera sul tema stadio. Dibattito che ha portato in via Arici un pubblico molto numeroso e qualificato, e che ha messo intorno al tavolo il consigliere comunale Giuseppe Spalenza, il segretario provinciale Dionigi Guindani, il presidente di Brescia Mobilità Ettore Fermi, il presidente del Broletto Alberto Cavalli, il sindaco di Brescia Corsini, il sindaco di Castenedolo Groli. Il presidente del Brescia Calcio Corioni è stato trattenuto a Roma, ma la convinzione che il vecchio Rigamonti abbia fatto il suo tempo è ormai largamente condivisa.
Sfida per la politica e le istituzioni, dunque. La lancia per primo Fermi quando invita a pensare in termini di area metropolitana «che si sviluppa con il capoluogo senza che ciascun Comune voglia tutto sul proprio territorio», convinto che «sebbene in stagione preelettorale, in tema di infrastrutture siano possibili accordi ampi».
E Cavalli la fa propria quando considera «indispensabile che le istituzioni collaborino al raggiungimento di obiettivi concreti». Per parte sua si dice impegnato - come da duplice mandato del Consiglio provinciale - a verificare i rapporti del nuovo stadio con la viabilità e con il sistema della mobilità, a compiere le valutazioni ambientali, commerciali e produttive delle strutture. E «se, tra i Comuni candidati, uno riterrà di fare il passo decisivo, saremo lieti di affrontare rapidamente i problemi che ci saranno posti».
Il passo non lo farà il comune di Brescia, che ha discusso le uniche ipotesi possibili, la zona della cava Tirelli a sud-est e la zona Fiera a sud-ovest» e le ha trovate entrambe impraticabili per diversi motivi. Tuttavia Corsini propone l’accordo di programma tra capoluogo, Provincia e Regione «per affrontare il problema valutando costi e benefici in ordine alla disponibilità di aree e alla viabilità, tenendo conto che non sono prevalentemente i cittadini del capoluogo a frequentare lo stadio».
Con ogni probabilità la disponibilità ufficiale ad ospitarlo verrà da Castenedolo. Dispone di una posizione felice e di una serie di infrastrutture indispensabili - ricorda il sindaco Groli - servita dal casello di Brescia est, dall’aeroporto di Montichiari e dalla costruenda sp 19 di collegamento tra le autostrade A4 e A21. Dunque, «non ci sottraiamo all’impegno», dice il sindaco. Ma «è importante che abbiamo garanzie precise - aggiunge -, ci interessa porre e discutere temi con la Provincia, con la Loggia, con Corioni». E «solo se saremo ascoltati, Castenedolo assumerà fino in fondo il suo impegno».  Mimmo Varone

GIORNALE DI BRESCIA del 4 settembre 2002

Al convegno indetto dallo Sdi sull’impianto che dovrà sostituire l’ormai inadeguato Rigamonti

Tifano tutti per il nuovo stadio
Cavalli: «Serve una proposta concreta». Corsini: «Si faccia con capitali privati»

Mentre a Roma, Gino Corioni discute e combatte la sua battaglia per fare vedere il Brescia ai tifosi bresciani, a Brescia lo Sdi indice un convegno per discutere circa un altro tema caldo legato alla... «visibilità» delle rondinelle: lo Stadio. Davanti ad un pubblico numeroso, presso il il circolo «Il parco» di San Polo, alla presenza di Ettore Fermi, presidente di Brescia Mobilità, del segretario provinciale dello Sdi, Dionigi Guindani, e del consigliere comunale dei Socialisti democratici Giuseppe Spalenza, nel dibattito dal titolo «Un nuovo stadio per Brescia» hanno preso la parola il presidente del Consiglio provinciale Alberto Cavalli, il sindaco di Brescia Paolo Corsini e quello di Castenedolo, Gianbattista Groli. Dopo l’introduzione di Fermi, che ha orgogliosamente rivendicato il ruolo di stimolo offerto storicamente dai socialisti democratici, che, arrivando al tema specifico, ha sottolineato l’inadeguatezza del Rigamonti e la sua vetustà e ricordato le varie soluzioni che negli anni si è cercato di fornire al problema, il dibattito vero e proprio ha preso le mosse sulla domanda posta dai padroni di casa: «C’è la volontà politica? Si avrà il nuovo stadio?». Aberto Cavalli ha offerto la disponibilità dell’Ente che, per dirla con le sue parole, «temporaneamente amministra» ... «non solo a stimolare e sollecitare la creazione del nuovo impianto - ha affermato il presidente della Provincia - ma anche a porsi sul piano della verifica della compatibilità del progetto che riguarda il nuovo stadio con le questioni legate alla viabilità, alla mobilità e al trasporto pubblico locale. Senza trascurare per questo la valutazione dell’impatto della nuova struttura sul comparto commerciale e, non certo da ultimo, sull’aspetto ambientale». La Provincia, per parola del suo stesso presidente, però non ha ancora potuto esercitare la sua funzione. «Devo dire - ha spiegato Cavalli - che sul mio tavolo non sono mai arrivati progetti precisi. Un ente, nella fattispecie quello che rappresento, non si muove se non sulla base di un piano concreto. Se uno dei Comuni che si è detto disponibile, o che si dirà disponibile in futuro, si rivolgerà a noi con un programma dettagliato e fattibile ci muoveremo per quanto nelle nostre competenze con la consapevolezza che il problema legato allo stadio è di stringente attualità e merita per questo il massimo dell’impegno». Impegno che non si traduce in esborso di denari pubblici per la creazione dello Stadio. «Visto il clima sarebbe assurdo pensare che sia la Pubblica amministrazione a doversi sobbarcare la spesa dell’impianto - ha concluso Cavalli -; logico invece credere che all’ente amministratore spetti l’armonizzazione delle opere private con le infrastrutture pubbliche. Sono comunque fiducioso: sono convinto che il nuovo stadio verrà alla luce, che Brescia compirà un importante salto di qualità e che il nostro impegno giustificherà la scelta che gli elettori fecero ricadere sui di noi». Sull’opportunità di «spostare» il Rigamonti concorda anche Paolo Corsini. Il sindaco di Brescia, ricordato il parere di Gianni Gei («l’unica voce autorevole e discordante» ha detto al proposito) si è posto due domande al proposito. Dove piazzare il nuovo stadio? «Nel territorio comunale - ha detto - ci sono due soluzioni che comportano alcuni problemi. Mi riferisco alla zona sud-ovest della città, nella zona della Fiera, dove alta è comunque l’incidenza dell’urbanizzazione; e a sud-est nel parco delle cave dove ci sono sì un milione e 250mila metri quadrati di area, ma anche questioni da risolvere nei rapporti con i cavatori. Credo che sia opportuno pensare ad un’area extracomunale da individuare sulla base di un proficuo rapporto costi-profitti». Il sindaco, in sintonia con Cavalli, ripropone il tema dei capitali privati per la realizzazione del nuovo stadio. «Non credo che la città di Brescia - ha detto - accoglierebbe di buon grado l’ipotesi di spendere per costruire un nuovo impianto. Dovranno pensarci i privati, il Brescia Calcio. Una compartecipazione nelle spese che potrà portare ai benefici e alla crescita che sono nelle ambizioni della società di Corioni». Giambattista Groli, in chiusura, ha confermato la disponibilità del suo Comune... «Le condizioni affinchè si faccia uno stadio a Castenedolo - ha detto - ci sono tutte. Viabilità, trasporti e infrastrutture per integrarlo in un comparto di zona idoneo non mancano. Ciò che conta è che ci siano garanzie anche per noi».   Pierpaolo Prati

 

STADIO E SABBIA : LA POLEMICA TRA D.S. E L.N.

Nel corso di vari Consigli comunali tenutisi tra l'estate e l'autunno 2002, il Consigliere D.S. Bertolini ha più volte richiesto di dibattere l'argomento "Stadio del Montichiari" sotto varie forme.   E' stato sempre stoppato dalla maggioranza che ha o abbandonato l'aula o controbattuto che l'argomento "non era ammissibile".  Alla fine ha ottenuto solo un contrordine del giorno della Lega che evidenzia (a parere di quel Gruppo) come Bertolini sia fuori strada.  Pubblichiamo a futura memoria il carteggio relativo per ogni eventuale approfontimento.

L'ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DA BERTOLINI E NON AMMESSO

Oggetto: Indirizzi al Sindaco ed alla Giunta per :

  1. far valutare da esperti del settore il valore economico della ghiaia che verrà asportata nel corso della costruzione del campo di calcio in via Falcone;
  2. decidere che l'importo stabilito dai tecnici venga introitato dal Comune attraverso esplicita richiesta in tal senso all'ATI a cui è stata affidata la realizzazione dell'impianto.

Premesso che :

  • la gara d'asta per la realizzazione del campo di calcio da localizzare nei pressi del Palageorge presenta una serie di aspetti non chiarissimi e cioè:
  • Il nuovo impianto calcistico è in ogni caso destinato ad essere utilizzato dall'A.C. Montichiari; infatti si è deciso di costruire il nuovo stadio perché il vecchio Romeo Menti non ha le caratteristiche tecniche per ospitare una squadra di C2;
  • Non si è ben capito come sia nata l'associazione temporanea di imprese (A.C.Montichiari,Turra, Caleppio Scavi), chi abbia promosso l'incontro e sostenuto con forza il loro comune intervento nella gara d'asta;
  • La presenza dell'A.C. Montichiari tra coloro che hanno avanzato la richiesta di invito alla licitazione privata per l'affidamento in concessione del nuovo stadio è stata tale da scoraggiare (quantomeno) tutte le ditte che avevano avanzato analoga richiesta, dato lo squilibrio che di fatto si era creato;

Considerato che:

  • nella relazione illustrativa - progetto preliminare - allegata alla delibera n° 11 del 23/01/01, al punto 1.1.3 si precisa che "la concessione viene affidata mediante licitazione privata la cui relativa offerta è determinata sulla base di un progetto preliminare, di un piano economico finanziario e di uno schema di contratto predisposti dalla amministrazione concedente";

Visto che :

  • l'unica offerta presentata si discosta notevolmente dal progetto preliminare, prevedendo l'interramento di campo e tribune di ben sei metri, stravolgendo in tal modo oltre il preliminare anche il piano economico finanziario, per la presenza del valore della ghiaia scavata;
  • che in nessun verbale di commissione di gara si prende in considerazione il valore economico della ghiaia scavata;
  • la delibera n° 10 del 21/01/2002 con cui la Giunta Comunale ha deciso di approvare il progetto esecutivo dell'A.T.I. ( A.C. Montichiari, Turra s.r.l. e Caleppio Scavi s.p.a.) relativo alla costruzione e gestione del nuovo Centro Sportivo Integrato in via Falcone non specifica in alcun modo a chi deve essere attribuito il valore economico della ghiaia scavata;

Rilevato che il piano economico finanziario che è servito per calcolare il piano di ammortamento degli investimenti, cambiando i termini economici complessivi se il valore economico della ghiaia è lasciato alle ditte che hanno vinto la gara, non può più essere considerato valido per un ovvia ragione;

Il sottoscritto Consigliere comunale del comune di Montichiari sottopone all'O.d.g. del Consiglio Comunale l'approvazione del seguente ordine del giorno.

Il Consiglio Comunale del Comune di Montichiari, riunitosi in seduta straordinaria il giorno 19 settembre 2002 alle ore 20,00

DELIBERA

di impegnare il Sindaco e la Giunta Municipale :

  • a far stimare da appositi esperti il valore economico della ghiaia che verrà asportata nel corso della costruzione del nuovo stadio di calcio per l'A.C. Montichiari di Via Falcone;
  • a richiedere all'A.T.I. un contributo economico pari all'importo stabilito dagli esperti sopra citati come contropartita della ghiaia asportata.

Montichiari, 04/09/02

IL CONTRORDINE DEL GIORNO DEL GRUPPO LEGA NORD

ORDINE DEL GIORNO : NUOVO CENTRO SPORTIVO INTEGRATO VERIFICA DEL MATERIALE DI SCAVO

Considerato:

  • che l'Amministrazione comunale riteneva la realizzazione del campo di calcio una priorità ed un obiettivo qualificante per la stessa, e che ritiene indispensabile realizzare un nuovo impianto funzionale,
  • che a fronte dell'indisponibilità di poter finanziare interamente l'opera, a seguito dei preventivi di spesa predisposti dai progettisti incaricati dalla precedente amministrazione quantificabili fino ad oltre 7 miliardi delle vecchie lire, l'amministrazione attuale ha operato per la procedura della concessione di lavori pubblici;
  • che l'amministrazione comunale ha approvato un progetto preliminare evidenziando in modo chiaro quali aspetti avevano carattere vincolante e prescrittivo, in modo tale da garantire il principio di imparzialità;

Premesso :

  • che ai sensi dell'art. 20, comma 2, della L. 109/94 e successive modificazioni ed integrazioni "Le concessioni di cui all'art. 19, sono affidate mediante licitazione privata, ponendo a base di gara un progetto preliminare….l'offerta ha come oggetto gli elementi di cui all'art. 21, comma 2, lett. B), nonché le eventuali proposte di variante al progetto posto a base di gara…." ;
  • che ai sensi dell'art. 18, comma 2, del D.P.R.n° 554/99 "…qualora il progetto preliminare debba essere posto a base di gara di un appalto concorso o di una concessione di Lavori pubblici….b) è redatto un capitolato speciale pregiudiziale" ;

Considerato:

  • che la natura propria del capitolato speciale prestazionale è infatti quella di indicare le prescrizioni minime progettuali inderogabili alle quali i concorrenti dovranno obbligatoriamente attenersi.

Premesso:

  • che il capitolato speciale prestazionale allegato al progetto preliminare posto a base di gara dell'affidamento in concessione della progettazione esecutiva, realizzazione e successiva gestione del nuovo centro sportivo integrato per il gioco del calcio nel Comune di Montichiari, approvato con delibera G.C. n° 11 del 23/01/2001, il cui stralcio allegato prevedeva dei requisiti minimi ai quali i concorrenti avrebbero dovuto attenersi e che nello stesso non vi era alcuna prescrizione minima inerente la quota della struttura sportiva;
  • che con apposito atto n° 196/2001 la Giunta comunale nominò la commissione giudicatrice, incaricata di espletare le procedure di gara, composta dall'arch. Copeta Aldo ( dirigente del dipartimento Lavori Pubblici e manutenzioni), ing. Fappani Davide ( esponente dell'Università degli studi di Brescia - Facoltà di Ingegneria), arch. Tonelli Bruno (esponente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Brescia), con lo specifico compito di valutare, tra le altre cose, la soluzione progettuale migliore, in ottemperanza alle clausole minime previste nel capitolato speciale prestazionale;
  • che tutti i soggetti partecipanti al bando di gara per la concessione di lavori pubblici del nuovo centro sportivo integrato sono stati posti nelle stesse condizioni di partenza;
  • che la concessione tecnica ha valutato (con verbale del 24/09/01) positivamente il progetto, chiedendo per altro delle specifiche modifiche, recepite dal soggetto giudicatario in sede di progettazione definitiva, ed esprimendo " apprezzamento per la scelta di interrare l'area di gioco e parte delle tribune e delle strutture di servizio per le seguenti ragioni: a) la scelta comporta un minor impatto ambientale visivo; b) la scelta comporta la riduzione dell'impatto acustico; c) la scelta consente il recupero dei costi relativi al riutilizzo del materiale di scavo";
  • che la soluzione di interrare il campo viene altresì apprezzata in considerazione che a fianco del medesimo sorgerà il nuovo velodromo per il ciclismo su pista, anch'esso interrato per l'impostazione tecnica della struttura medesima;

IL CONSIGLIO COMUNALE

  • considerato che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Bertolini non può essere ammesso alla discussione in quanto impegna il Consiglio Comunale a modificare le condizioni previste dal bando pubblico di concessione già aggiudicato;

PRENDE ATTO :

CHE L'Amministrazione comunale optando per la concessione di lavori pubblici ha determinato un risparmio di oltre 2,5 milioni di € che sono stati impegnati per altri interventi utili alla comunità monteclarense;

  1. Che la procedura amministrativa risulta essere conforme alle norme di legge;
  2. Che nessun concorrente ha avanzato ricorso al tribunale amministrativo regionale;
  3. Che non è possibile modificare a posteriori gli elementi prescrittivi del bando di gara e del progetto preliminare, per quanto attiene gli aspetti vincolanti, senza causare il venir meno della par-condicio fra i concorrenti, in quanto sarebbero da considerarsi iniziative discrezionali che modificherebbero le regole preventive di base dopo l'apertura delle offerte medesime, esponendo l'ente a motivi di contenzioso.

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta Comunale:

  • ad attivare misure di particolare controllo relative all'esecuzione del progetto esecutivo approvato dal Consiglio Comunale;
  • a vigilare in ordine alla quantità di ghiaia che sarà asportata, avvalendosi della collaborazione degli uffici competenti.

18/10/2002. Firmato Consiglieri Lamperti e Togni

 

LO STADIO DEL BRESCIA ANDRA' A CASTENEDOLO ?

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Dal Giornale di Brescia del 23/01/03


La società «Opera» di Cervati, Galeazzi e Faustini s’è aggiudicata all’asta, per 12.926.500 euro, 616.618 metri di superficie Acquistata l’area per lo stadio a Castenedolo Adesso serve un accordo di programma fra Comune, Provincia e Regione

Sei cerini consumati. Tre rilanci da 5mila euro l’uno. Un prezzo finale di 12.926.500 euro. Così, in meno di venti minuti, si è conclusa l’asta pubblica con cui l’Ipab «Rossini» (che fa parte delle Istituzioni bresciane di iniziative sociali) ha venduto in un unico lotto 616.618 metri quadrati di area agricola attorno alla cascina Fenil Nuovo a Castenedolo.
I 188,5 piò di terreno passano dunque di mano per poco più di 25 miliardi di lire: 130 milioni di lire al piò contro prezzi medi che, in provincia, si aggirano fra i 50 e i 70 milioni di lire a piò. L’interesse per l’area (un lungo rettangolo verde, stretto fra il perimetro dell’aeroporto di Montichiari e la Provinciale che dalla Fascia d’Oro porta a Calvisano) è presto detto: qui, se non sorgeranno intoppi e imprevisti, tempo due anni potrebbe sorgere il nuovo stadio di calcio del Brescia.
Opera srl, la società immobiliare di cui è amministratore unico Umberto Cervati, aveva presentato per tempo la cauzione per partecipare all’asta, pari a 645mila euro. Ieri, assegno alla mano, s’è presentato anche un privato, Roberto Lucca, munito di un assegno di valore equivalente. È stato lui a effettuare il secondo rilancio, subito rintuzzato da Opera. E l’asta s’è chiusa lì.
Opera srl è la società immobiliare formata da Cervati con Claudio Galeazzi (Yokohama di Carpenedolo) e il gruppo Faustini (cave e costruzioni) che figurava già come committente dello stadio ipotizzato a Montichiari. Poi quell’ipotesi s’è arenata nelle secche di un’inchiesta giudiziaria, e la cordata ha guardato altrove: a un chilometro in linea d’aria c’erano, appunto, le aree dell’Ipab Rossini. Territorio comunale di Castenedolo. E i lavorìo diplomatico s’è rimesso in moto.
La forza dell’iniziativa di Opera sta nell’accordo già stipulato con Corioni per la soluzione-Montichiari e che, ritoccato, si ripropone a Castenedolo. È previsto che il Brescia calcio si accolli gli 80 miliardi di lire di costo del nuovo stadio e del corredo ludico-sportivo, utilizzando un finanziamento agevolato del Credito sportivo. Potrà rimborsarlo grazie alla clausola che assicura alla società di via Bazoli l’8% degli introiti del Rigamonti-bis (stadio e strutture commerciali), con un minimo garantito di 6,5 miliardi all’anno. Giusto l’importo del rateo previsto.
Che questa fosse l’area destinata ad accogliere lo stadio era ormai noto, tanto che nella discussione sul tracciato della nuova Sp19 erano stati riservatamente contattati anche i fautori dell’iniziativa. Ma dopo che il circolo culturale cittadino «Libertà @ progresso» ha contestato l’operazione, e avanzato critiche sull’asta, tutti sono molto circospetti.
Umberto Cervati osserva: «Opera è una società che agisce sul mercato immobiliare, abbiamo provveduto a un’acquisizione. Per fare cosa? Non escludiamo che, se le istituzioni saranno tutte d’accordo, si possa andare anche verso un utilizzo sportivo di quest’area. Se ci sarà uniformità di intenti si potrà andare a una soluzione confacente per tutti: città, squadra di calcio, territorio».
Quanto alle critiche avanzate dall’associazione cittadina, Cervati replica: «Non me l’aspettavo. È chiaro che se la cosa andrà avanti potrà portare benefici a tutti: i bresciani, lo sport bresciano». La compagine di Opera potrebbe ben presto allargarsi: «Non siamo in cerca di partner, ma siamo aperti al coinvolgimento di altri», precisa Cervati.
Da parte sua il sindaco di Castenedolo, Giambattista Groli, adotta identica cautela: «Se si farà avanti, considereremo la proposta del Brescia calcio. Per noi è essenziale si determini una sinergia politico-istituzionale con Provincia e Regione, e si tenga conto delle esigenze del nostro Comune, assicurando una grande attenzione per la viabilità e l’ordine pubblico».
La via maestra è un accordo di programma votato da giunta regionale, giunta provinciale e consiglio comunale di Castenedolo, che avrà valore di variante urbanistica per il Comune dell’hinterland. Osserva Groli: «Quest’area ha una rete infrastrutturale senza pari. Siamo consapevoli della necessità di risolvere il problema dello stadio. Noi non ci opponevamo quando il nuovo Rigamonti era previsto a nord della Fascia d’oro, in territorio di Montichiari, e non ci opporremmo adesso a una proposta su Castenedolo. La differenza è che là il governo del progetto era in mano a Montichiari, che dista 8 chilometri dall’area. Qui è in mano a Castenedolo, che dall’area dista 4 chilometri».
Anche i benefici economici a questo punto andrebbero nelle casse del municipio di Castenedolo. Il progetto per Montichiari prevedeva 100-150mila metri quadrati per lo stadio e le sue pertinenze, 20mila metri a vocazione ludico-ricreativa (multisala compresa) e 60mila a destinazione commerciale. Si trasferissero in blocco queste superfici a Castenedolo, nelle casse del Comune entrerebbero non meno di 7-8 milioni di euro di oneri e licenze.
Certo è che, acquisita l’area da Opera, i tecnici incaricati da Cervati (Mario Abba, Massimo Marai e Giorgio Rovati) si metteranno subito al lavoro per predisporre un progetto esecutivo: lo stadio dovrebbe rimanere identico a quello sin qui ipotizzato, sul modello di quello inglese di Sunderland. Ma tutta la distribuzione urbanistica degli altri spazi andrà ripensata in funzione della conformazione del territorio, della vicinanza del perimetro dell’aeroporto, della presenza della cascina Fenil Nuovo.
Il Rigamonti-bis, comunque, da ieri s’è rimesso in moto.

Da Bresciaoggi del 23/01/03

 

NUOVO STADIO, la LEGA NORD "CONTRO INIZIATIVE SPECULATIVE"

Il consigliere Gianmaria Flocchini chiede alla Provincia di intervenire


Dal futuro stadio del Brescia solo spine per la Lega nord. Mentre il segretario provinciale Massimo Gelmini è finito sotto inchiesta per una vicenda legata all’allora paventata costruzione del nuovo impianto a Montichiari, il consigliere regionale e capogruppo in Broletto del Carroccio Giovanmaria Flocchini vuole vedere più chiaro nella prospettata ipotesi di realizzazione a Castenedolo. «Con l’acquisizione da parte della società Opera srl dei terreni della Ipab Rossini non si aggiunge chiarezza alla situazione già evidenziata dall’associazione Libertà @ Progresso. Infatti - prosegue Flocchini - la società Opera ha acquisito il terreno della Ipab Rossini. Ma quale imprenditore acquista un’area a destinazione agricola per un valore di 13 milioni di euro, senza saperne del futuro? Per quali motivi la società Opera srl ha come soci due fiduciarie che, di fatto, non permettono l’identificazione dei veri soci? La stampa locale parla già di un possibile accordo di programma interistituzionale. Credo sia opportuno che l’amministrazione della Provincia di Brescia, consapevole del proprio ruolo di coordinamento, lo eserciti appieno. È necessario che alle legittime aspirazioni imprenditoriali, la politica anteponga la difesa dell’interesse pubblico».
La Provincia, ha ribadito il consigliere Flocchini, «deve essere consapevole del proprio ruolo di coordinamento, in particolare per la questione stadio, deve aprire un tavolo provinciale in cui tutti i soggetti istituzionali interessati siano coinvolti per definire la collocazione dello stadio. In ogni caso, la Lega nord si opporrà a ogni soluzione che preveda iniziative speculative e nuovi centri commerciali».

Da Bresciaoggi del 29/01/03

 

DA BRESCIAOGGI DEL 6 MARZO 2003

CASTENEDOLO, Il RIGAMONTI-BIS E' PIU' VICINO - Brescia Calcio e Opera hanno illustrato le loro intenzioni agli amministratori del Comune dell'Hinterland e di Loggia, Broletto e Pirellone - Gino Corioni cede all'ottimismo : "Nel 2004-2005 conto di giocare lì"

Tutte le istituzioni coinvolte hanno risposto all'invito di Gino Corioni ... l'esito della riunione sta in un comunicato stringato che parla di "proficua collaborazione istituzionale" ma sta soprattutto nel sorriso radioso del padrone di casa Corioni. ... L'incontro di ieri, peraltro, ha chiarito dettagliatamente competenze e procedure : alla Regione quelle relative al maxi-centro commerciale, alla Provincia la viabilità e la programmazione territoriale, al Comune di Castenedolo tutte le autorizzazioni urbanistiche e edilizie.  Nei prossimi giorni si comincerà a discutere di ciò che sorgerà attorno allo stadio.

Foto dal G.di Brescia del 6/3/03


LA SOLUZIONE-MONTICHIARI UFFICIALMENTE NON E' "MORTA"

La soluzione del Rigamonti-bis che porta a Castenedolo avanza a grandi passi, eppure formalmente anche quella di Montichiari non è spenta. Il Comune bassaiolo, si ricorderà, era la prima scelta per l’intervento dell’accoppiata Opera-Brescia Calcio: le aree erano quelle della Fascia d’oro, a nord della Goitese, addossate al confine di Castenedolo. L’operazione, però, è incappata nelle maglie di un’indagine giudiziaria che ha investito il Comune di Montichiari, e s’è incagliata. A quel punto Corioni e Cervati hanno vòlto l’attenzione su Castenedolo. A Montichiari, però, s’è fatto avanti un nuovo pretendente: "Terra Moretti", che ha avanzato un progetto di Giancarlo Marzorati su un’area di 785mila metri quadrati, a ridosso dell’antica proposta della Fascia d’oro. In questo caso la procedura prescelta è il project financing. Ma con i diritti del Brescia puntati sulla ruota di Castenedolo, il progetto di Montichiari rischia di rimanere una scatola vuota. E la busta con l’offerta non è ancora stata aperta.


INTANTO IL PROGETTO PRENDE CORPO

... proprio in Provincia si apre la partita politicamente più delicata : la Lega (che in Broletto è al Governo) continua a dichiararsi contraria alla soluzione Castenedolo e a difendere la vecchia soluzione Montichiari (Comune a guida leghista). Un problema per la coalizione guidata da Alberto Cavalli, che non a caso è stato finora il più abbottonato nel pronunciarsi sullo stadio di Castenedolo.

LA POSIZIONE LEGHISTA (dal G.diBrescia 8/3/03)

Lega Nord: nuovo stadio un pretesto per costruire un centro commerciale

DURA PRESA DI POSIZIONE DI FLOCCHINI

Lega Nord contraria all'accordo raggiunto nel corso dell'incontro avvenuto nella sede del Brescia Calcio e che lascerebbe intravedere la realizzazione del Rigamonti-bis sul territorio comunale di Castenedolo. La presa di posizione assai critica viene da Giovanmaria Flocchini, consigliere regionale bresciano della Lega Nord, che ha commentato duramente la notizia. "Rilevo con amarezza - dice Flocchini in un comunicato diffuso dal gruppo regionale della Lega - come si sia svolto un incontro in un ambito del tutto privato, poiché la sede della società calcistica non ha nulla a che vedere con le più idonee sedi istituzionali dove sarebbe sicuramente pi· lecito discutere della questione. Va messa in evidenza inoltre l'inopportunità della presenza della società proprietaria del terreno, che fa sorgere il dubbio di un'opera permeata da criteri privatistici e non concepita secondo esigenze di interesse pubblico. E' necessario - prosegue Flocchini - che alle legittime aspirazioni imprenditoriali, la politica anteponga la difesa dell'interesse pubblico, tenendo ben presente che il territorio deve essere salvaguardato e non aggredito da politiche speculative che sono al di fuori da ogni logica. Va chiarito inoltre che i progetti finora presentati non hanno al momento ricevuto nessun tipo di approvazione né da parte della Regione né da parte della Provincia, che correttamente si sono limitate a prendere atto delle proposte. Mi sento anche in dovere di richiamare la Provincia - ha ribadito il consigliere regionale Flocchini - ad essere consapevole del proprio ruolo di coordinamento aprendo un tavolo provinciale a cui far sedere tutti i soggetti istituzionali interessati. La Lega Nord non vuole ergersi a difensore di questa o di quell'altra soluzione, e non vogliamo nemmeno incondizionati via libera a progetti senza il dovuto rispetto di tutte le regole della democrazia e della trasparenza."   L'incontro, avvenuto mercoledì sera, aveva visto riunirsi al tavolo del presidente del Brescia calcio Gino Corioni il sindaco di Brescia Corsini, il sindaco di Castenedolo Groli, il presidente della Provincia Cavalli e l'assessore regionale Nicoli Cristiani

 

COSA AVEVA DETTO IL VICESINDACO IL 20 LUGLIO 2002

Dopo la seguente frase pronunciata da Isacchini, presidente dell'A.C. Montichiari .   "Proprio qualche giorno fa, in Regione Lombardia, la conferenza dei servizi ha dato il via libera definitivo per la costruzione del nuovo stadio e degli importanti campi di allenamento per la prima squadra e per un settore giovanile che non vogliamo assolutamente smantellare, come invece si sente dire in giro" ecco quanto dichiarò Boifava : "Anche l’aereo entrato nel Pirellone - ha precisato il vice sindaco di Montichiari, Boifava, che è anche assessore allo sport - ha frenato l’iter burocratico della pratica, ma ora possiamo dire che a settembre [2002] le ruspe finalmente entreranno in azione".

 

BRESCIAOGGI del 27 marzo 2003

CORIONI : "ECCO PERCHE' IL BRESCIA VUOLE IL NUOVO STADIO A CASTENEDOLO"

Il giornale pubblica una lettera del Presidente del Brescia Calcio che chiude ogni possibilità sul fatto che la società cambi parere " ...per quanto attiene la localizzazione dell'impianto (limitrofa alla città di Brescia, in prossimità di importanti svincoli stradali e vicinissima al casello autostradale di Brescia Est), la società Brescia Calcio, preso atto della disponibilità manifestate dalle Pubbliche Amministrazioni interessate alla realizzazione del progetto, tenuto conto delle indicazioni emerse dagli studi effettuati in tema di viabilità e impatto ambientale, anche rispetto alle esigenze dei residenti nel comparto, ritiene che il territorio individuato nel Comune di Castenedolo rappresenti un'ottima localizzazione per la nuova struttura.". Firmato : Brescia Calcio S.p.A. - Il Presidente Gino Corioni

 

BRESCIAOGGI del 28 marzo 2003

NUOVO STADIO, OPERAZIONE TRASPARENZA

Ma l'assessore Gelmini e segretario provinciale della Lega difende Montichiari

Progettisti all'opera, lavorio diplomatico di raccordo tra gli enti locali a pieno ritmo ...(omissis) ... ma  : Il Rigamonti-bis a Castenedolo sta incontrando due resistenze dichiarate : da un lato una parte della tifoseria della curva nord, che carica la vicenda di vecchie ruggini che la oppongono a Corioni, dall'altra la Lega.  Il segretario provinciale del Carroccio Massimo Gelmini (che è anche assessore a Montichiari) difende a spada tratta la soluzione Montichiari. Lì "Terra Moretti" ha avanzato la proposta di un polo sportivo, commerciale e industriale su un'area di 785 mila metri quadri alla Fascia d'Oro a nord della Goitese.   Ma la formula del project financing non interessa al Brescia Calcio : con quella, infatti, la società di via Bazoli è destinata ad avere l'impianto sportivo "solo" in concessione.  ... (omissis) ... Quanto alle accuse di "manovre speculative", Corioni le ha respinte categoricamente.  Sia a Montichiari (su una dimensione più ampia) sia a Castenedolo (su scala lievemente ridotta) l'operazione stadio si autofinanzia, senza gravare un euro sulle casse pubbliche, se c'è la possibilità di realizzare dell'altro.  Strutture produttive e commerciali, come propone "Terra Moretti" a Montichiari, o una galleria commerciale come intende fare "Opera" a Castenedolo.  Il Brescia Calcio ha già scelto.  E la scelta di Corioni chiude la porta a soluzioni diverse da quella di Castenedolo.

 

APRILE 2003

CORIONI E GROLI PRESENTANO IL PROGETTO DELLO STADIO A CASTENEDOLO

L'area da una foto aerea di BAMS (clicca x ingrandire)

Planimetria del progetto (nell'angolo in alto a destra la Fascia d'Oro) (clicca x ingrandire)

planimetria

 

GLI ARTICOLI DELL'ECO DEL 3 MAGGIO 2003

Mentre le ombre della Magistratura paralizzano Montichiari

COLPO GROSSO A CASTENEDOLO

Si tratta dello Stadio del Brescia, la "Cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali, tecnologiche" che doveva sorgere a Montichiari e invece sarà costruita a Castenedolo

Mentre il T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale, Sezione di Brescia) dispone un'ordinanza contro il Comune di Montichiari per il parere negativo espresso contro il Centro Commerciale nell'area ex-Valentini (Isola Verde), mentre la Giunta Rosa tiene inspiegabilmente negli armadi il progetto del mega Centro sportivo commerciale con lo stadio del Brescia, annunciato un anno fa, e già approvato dalla stessa giunta il 15 ottobre 2001, addirittura con l'impegno di "adottare politiche urbanistiche ed edilizie agevolatrici dell'intervento" (vedi Bresciaoggi, 7 aprile 2002), mentre cioè gli amministratori monteclarensi Rosa, Boifava e Gelmini giocano in pieno la loro credibilità su questa grande operazione che fortemente volevano o ancora vorrebbero, ma sulla quale sono stati estremamente avari di informazioni precise, a Castenedolo, sull'uscio di casa di Montichiari, si conclude in un solo colpo quel che Montichiari voleva sul proprio territorio, ma non ha saputo portare avanti con le dovute procedure e nel rispetto degli accordi assunti con gli operatori e con la Provincia.

Insomma, gli amministratori leghisti di Montichiari regalano su un piatto d'argento all'amministrazione di centrosinistra di Castenedolo il progetto più ambizioso e più fortemente voluto della loro tornata amministrativa.

E mentre nel comune di Montichiari dà perfino fastidio che i consiglieri comunali "pretendano" di vedere i progetti delle opere pubbliche, a Castenedolo si organizzano pubbliche assemblee con centinaia di cittadini per informarli delle scelte amministrative. Modi diversi di gestire il mandato democratico ricevuto dagli elettori.

Intanto la popolazione di Montichiari si domanda se non sia venuto il momento che i loro amministratori, sindaco e vicesindaco per primi, non dicano finalmente come stanno le cose sulla vicenda dei campi di calcio. E magari anche su qualche altro problema importante sempre aperto.

Red

COSA PERDE MONTICHIARI

Veniamo ora alla descrizione del progetto: saranno strutture che occuperanno solo per un terzo l'area interessata e sono divise in quattro grandi comparti

1 - Stadio di calcio da 25.000 posti a sedere, tutti numerati, con un parcheggio di circa 5000 posti auto.

2 - Un comparto centrale che, rispettando completamente la tipologia costruttiva della cascina esistente, proporrà un albergo da 120 camere con annessa ristorazione, il recupero della cascina con Museo della Civiltà Contadina, un Centro culturale scientifico per l'università dello Sport.

3 - Un grande centro di attività sportive, tempo libero, fitness.

4 - Un centro Service e shopping- tempo libero-ludico ricreativo (multisale ecc...)

Ora veniamo a quantificare quanto Castenedolo introiterà e di conseguenza quanto Montichiari ha perso.

  • OPERE DI URBANIZZAZIONE EURO 7.500.000
  • OPERE DI URBANIZZAZIONE STRAORDINARIA EURO 9.500.000
  • PALESTRA PER BASKET-VOLLEY EURO 1.600.000
  • ICI ANNUALE... (per sempre) EURO 1.000.000
  • VIABILITÀ MINORE(completamente a carico della ditta costruttrice per un costo non quantificabile)
  • OCCUPAZIONE DIRETTA1.500\2.000 persone
  • OCCUPAZIONE INDOTTO600 persone

Queste sono le cifre che testimoniano il malgoverno, la non professionalità e l'impreparazione; cifre e danni per la Comunità che saranno sommersi, come sempre, da spettacoli, spettacolini e manifestazioni, naturalmente gratuite per la popolazione, per cercare di intorpidire menti e coscienze.

Oltre a questo saremo frastornati da una informazione pilotata, asservita al soldo di una sponsorizzazione più o meno nascosta, dove, quando va bene, compaiono mezze verità ma spesso è la bugia che la fa da padrone, dove vengono inaugurate a mezzo stampa opere ancora non finite e, se terminate lo sono spesso per meriti, fatiche e dedizione di chi è venuto prima, come sta accadendo per il Teatro Sociale... ma la misura è colma.

Questi 36 miliardi di vecchie lire UNA TANTUM, più i 2 miliardi di vecchie lire ogni anno per l'ICI, persi per avere voluto seguire un iter progettuale che solo uno o due leghisti hanno capito peserà PER SEMPRE sulla Comunità di Montichiari.

A questo punto è auspicabile che la magistratura porti a termine le indagini intraprese in modo che anche tutti i cittadini di Montichiari possano capire il perché lo Stadio del Brescia sia slittato qualche metro più a nord e cioè nel comune di Castenedolo.

 LO STADIO DEL BRESCIA CALCIO SI FARÀ A CASTENEDOLO

Il nostro "celestiale" Presidente del Consiglio Comunale Sig. Rino Dell'Aglio, in una recente intervista ad un settimanale locale ha affermato: ..."non si può che tracciare un bilancio positivo di questi 4 anni amministrativi" ... sostenendo senza mezzi termini che la Lega Nord per l'indipendenza della Padania ha ben amministrato.

Da qui si può ben comprendere il termine "celestiale" poco sopra usato; sì, perché solo chi ha la testa su un altro pianeta, nelle galassie del "nulla di fatto", nella inetta beatitudine di chi ha sempre la testa tra le nuvole, può pensare ed ardire di dichiarare che a Montichiari tutto va bene.

Ma il nostro prode è in buona compagnia; il Sindaco G.Antonio Rosa in persona, anche lui, guardando alla metà del tempo amministrativo trascorso, ha affermato che è... "soddisfatto"... ignorando e mentendo probabilmente a se stesso e alla popolazione sul disfacimento di questi ultimi quattro anni.

A tal proposito basti ricordare che il Centro Fiera del Garda ha perso credito nei confronti di tutte le realtà circostanti, creando un grave danno nell'indotto e ha cancellato dal suo calendario ben tre avvenimenti che erano classificati come fiere internazionali, che lo stadio Romeo Menti è ben lontano dal partire, che il velodromo non si sa se verrà costruito, che è stata svenduta con permute, ora oggetto di indagine, l'area Consorzio e che, dulcis in fundo, lo stadio del Brescia Calcio sarà costruito a Castenedolo, a 10 metri dalla Fascia D'Oro e a 700 metri dalla precedente ubicazione sul territorio Monteclarense.

Tutto questo senza voler dimenticare il gravissimo deficit democratico che si è venuto a creare, lo scandalo delle nomine parentali, il marasma organizzativo tra i dipendenti comunali, la barzelletta del Piano Regolatore Generale e la vicenda della Commissione Edilizia (...si potrebbe continuare per molto ancora ).

Nei giorni scorsi a Castenedolo si è tenuta una conferenza pubblica, cui hanno dedicato ampio spazio i giornali provinciali, il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, dove il Sindaco G.Battista Groli, davanti ad una assemblea di oltre 300 persone, ha illustrato il progetto dello Stadio del Brescia Calcio.

Una riunione splendida, che a Montichiari per il momento si può solo tentare di sognare, dove il primo cittadino di Castenedolo, coadiuvato dai tre architetti progettisti (Rovati, Abba, Marai), dal Vicequestore Dominici, dal Dott. Zaniboni, dal Dott. Cervati ha presentato nel dettaglio le strutture che hanno tenuto conto dei pareri e dei suggerimenti di studiosi, in campo nazionale ed europeo, riguardo al settore viabilistico e sulla questione dell'impatto ambientale.

Il sindaco Groli, con una serie di riunioni fatte con maggioranza ed opposizione, ha studiato a fondo l'argomento per poterlo ..."governare e non subire" in modo che la localizzazione possa essere il meno traumatica possibile per la cittadinanza di Castenedolo.

A tal proposito è necessario ricordare che lo stadio del Brescia Calcio con le relative strutture ricettive, commerciali e ludiche in generale sorgerà tra il confine di Montichiari e la costruenda strada statale SP. 19, risultando, di fatto, ben isolato dal resto del territorio di Castenedolo.

A queste argomentazioni si aggiunge poi il fatto che dopo l'estate verrà presentato il Piano Territoriale per l'aeroporto: è chiaro che con l'operazione "Stadio di Brescia" la Comunità di Castenedolo... "ha già dato", come ha voluto sottolineare il Sindaco Groli, mettendo così al riparo il territorio da ulteriori sacrifici.

Diversamente la stessa area, proprio nel contesto del Piano Territoriale dell'Aeroporto, sarebbe oggetto di edificazioni disordinate (hangar, capannoni ecc...) portando a Castenedolo un innegabile danno di immagine.

Con lo stadio del Brescia Calcio la Comunità di Castenedolo si porrà all'attenzione nazionale per avere saputo gestire una operazione che per ora è unica nel suo genere.

Da ultimo va rilevato che, per la prima volta, un'operazione gestita da privati consentirà la realizzazione di un'opera, lo stadio della Provincia di Brescia, per uso pubblico.

La Redazione

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Il parere di Corsini

 BRESCIAOGGI del 16 maggio 2003

Lettera : "Sarà il nuovo, grande stadio «per Brescia»"

.(omissis).. la scelta di realizzare il nuovo stadio a Castenedolo, oltre che il frutto di una libera decisione della Società Brescia Calcio e della Società Opera, è una scelta concertata e condivisa dal Comune di Castenedolo, dalla Provincia di Brescia e dalla Regione Lombardia, nonché dal Comune di Brescia. Su tale progetto, dunque, si sono incontrate le comuni volontà di diverse istituzioni, a diversi livelli, oltretutto di diverso colore politico in quanto espressione tanto del Centrodestra quanto del Centrosinistra. Un progetto di natura complessa - per le sue implicazioni, oltre che interistituzionali, economiche e territoriali - che ha avuto un iter pubblico e trasparente, sul quale però si è spesso registrato un eccesso di polemiche forzate, strumentali e soprattutto agitate da soggetti di chiaro riferimento politico. Mi chiedo: per quale motivo sul ventilato progetto di realizzare il nuovo stadio a Montichiari non furono sollevate particolari obiezioni in sede politica? Cosa differenzia, unicamente in termini di localizzazione, l’ipotesi Castenedolo da quella di Montichiari, sposata entusiasticamente - ricordo a tale proposito una conferenza stampa ad hoc - dal sindaco di Montichiari Rosa e dal presidente della Provincia Cavalli? ...(omissis)...

Paolo Corsini
Sindaco di Brescia

La replica di Cavalli

 BRESCIAOGGI del 23 maggio 2003

Lettera : Stadio e treni, replica Cavalli

Signor direttore, nei giorni scorsi, il sindaco Paolo Corsini, impegnato nella campagna elettorale, ha inviato una lettera alla sua rubrica, pubblicata il 16 maggio, nella quale affronta alcune questioni (nuovo stadio di calcio e ferrovia Alta Capacità) che riguardano anche le competenze della Provincia di Brescia, con alcune affermazioni inesatte che corre l'obbligo di correggere, anche perché hanno già generato equivoci tra i cittadini. Mi riferisco, dunque, al tema del nuovo stadio a Castenedolo, che l'on. Corsini definisce frutto di una libera decisione della società Brescia Calcio e della società Opera, concertata e condivisa - cito testualmente - dal Comune di Castenedolo, dalla Provincia di Brescia, dalla Regione Lombardia, nonché dal Comune di Brescia. Riteniamo a tal proposito, forti anche di due delibere votate dal Consiglio provinciale, che sia innanzitutto necessario costruire uno stadio nuovo, perché l'attuale appare non più adeguato per ragioni di sicurezza, di insufficiente spettacolarità, per erronea collocazione - il Rigamonti è al centro di un quartiere urbano e lontano dalle grandi vie di comunicazione - ma non posso accettare le dichiarazioni del Sindaco che mirano solo a legittimare scelte (oppure non scelte) dell'Amministrazione comunale di Brescia. La Provincia non ha affatto condiviso un progetto che non conosce perché nessuno ne ha chiesto il parere. Certamente, è opportuno un nuovo stadio che consenta, tra l'altro, a tutti di stare comodamente seduti e riparati dalla pioggia e che permetta ai nonni di accompagnare serenamente i nipotini. Ma questa non è una struttura che possa essere imposta dall'alto. É necessaria la proposta ufficiale e convinta di un'Amministrazione comunale e in tal caso la Provincia eserciterà il ruolo che le spetta, ovvero la verifica del progetto sotto vari aspetti: viabilità, trasporto pubblico, impatto sull'ambiente, «peso» di eventuali strutture commerciali connesse. Non ci sottraiamo al confronto con alcun sindaco, anche della città capoluogo, che intenda realizzare lo stadio sul suo territorio, consapevoli che la questione va affrontata sotto l'aspetto delle compatibilità tecniche e non certo dei pregiudizi politici. ...(omissis)...

Alberto Cavalli
Presidente Provincia di Brescia

Ed allora Castenedolo ufficializza l'accettazione dello stadio

BRESCIAOGGI del 27 maggio 2003

CASTENEDOLO. Il Consiglio ha approvato a maggioranza il progetto

Semaforo verde allo stadio

di Francesco Di Chiara

Il Consiglio comunale di Castenedolo ha approvato a maggioranza il progetto della «Cittadella dello sport» sul proprio territorio, dove verrà inserito anche il nuovo stadio del Brescia Calcio. Il voto favorevole è arrivato ieri a tarda sera, con la sola opposizione della Lega nord, che ha giudicato inadeguato l'intero progetto, espimendosi alla fine con un voto «pacatamente negativo».
La giunta comunale raccoglie così i voti della maggioranza di centrosinistra (Progetto Democratico) e del Polo di Castenedolo ma non riesce a convincere il Carroccio su un progetto che aveva raccolto ampi consensi anche nell'assemblea pubblica dello scorso 15 aprile.
«Non capiamo perchè la Lega di Castenedolo sia così contraria a questo progetto - ha risposto l'assessore allo Sport, Bertini - quando sino a pochi mesi fa stava nascendo lo stesso progetto a 700 metri di distanza, sul territorio di Montichiari. E allora non si dimostrò così contrariata».
E' toccato al sindaco Gianbattista Groli presentare ieri sera il progetto, sottolineando come «la localizzazione dell'intervento è ideale per l'accoglimento dell'insediamento in oggetto nel territorio di Castenedolo, sia per quanto concerne il profilo dell'inserimento ambientale, che quello infrastrutturale esistente».
La cosiddetta «Cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali e tecnologiche» vedrà la realizzazione di un moderno e funzionale stadio per 25 mila spettatori, con posti a sedere coperti, un comparto centrale che, rispettando la tipologia costruttiva della cascina esistente, proporrà un albergo con annessa ristorazione, il recupero della cascina con il Museo della civiltà contadina e un Centro culturale scientifico per l'università dello sport. Inoltre sorgerà un centro di attività sportive, tempo libero e fitness, un centro service e shopping per il tempo libero-ludico-ricreativo e una biblioteca telematica.
Numerosi sono i vantaggi descritti dal sindaco in ordine a questo progetto, per la comunità di Castenedolo, tra cui «oneri di urbanizzazione, un nuovo centro sportivo, l'ampliamento delle scuole medie, un parco pubblico in via Olivari, l'adeguamento della struttura di atletica leggera, l'assunzione di personale residente, il diritto di prelazione ai commercianti di Castenedolo».
Diversi anche i punti di contrarietà della Lega nord, espressi dal consigliere Anna Loda, quali «il fatto che lo stadio non serve alla comunità di Castenedolo, sarà una struttura che degraderà l'ambiente desertificandolo, procurerà problemi di ordine pubblico, non darà garanzie di sicurezza al vicino aeroporto, cancellerà stradine di campagna ancora utili».
Il sindaco Groli ha anche specificato (di fronte ai progettisti Abba, Marai e Rovati, e ai rappresentanti della ditta Opera, proprietaria dei terreni e del progetto) che non era suo obbligo presentare il progetto al Consiglio comunale ma lo ha sentito come un dovere verso i cittadini. Ora la pratica passerà a un comitato di programmazione, che troverà seduti allo stesso tavolo il Comune di Castenedolo, la Provincia di Brescia e la Regione Lombardia.

 

 BRESCIAOGGI del 6 giugno 2003

Dopo il no in Consiglio

CASTENEDOLO : "ECCO PERCHE' LA LEGA SI OPPONE ALLO STADIO"

di Francesco Di Chiara

Lo stadio virtuale si sta trasformando in un’arena politica. La Lega Nord di Castenedolo risponde colpo su colpo in merito ai problemi legati alla costruzione dell’infrastruttura sportiva destinata a ospitare le partite del Brescia. Tutto nasce dalla decisione favorevole presa a maggioranza in consiglio comunale lo scorso 26 maggio: una delibera che ha dato via libera alla creazione di una «cittadella dello sport». Dopo essere stato accusato di «non chiarire la sua posizione», il Carroccio motiva il suo voto «pacatamente contrario». Una presa di posizione in linea con quella anticipata a dicembre dal consigliere leghista Guerrina Bettini sul periodico comunale «Castenedolo Oggi». «E’ fondamentale per un’Amministrazione Comunale, capire il principio di sostenibilità di sviluppo del territorio, bene non riproducibile, da salvaguardare per le generazioni future - ha scritto la Bettini -. La Lega Nord non è contraria in via di principio al progetto ma chiede che vengano presi in attento esame i benefici e i disagi. Un atteggiamento responsabile che non può essere tacciato di qualunquismo».
Il consigliere della Lega ha spiegato inoltre come il comune di Castenedolo «si adagia su 26,23 Kmq già compromessi da autostrade, tangenziali, dislocazione sparsa di insediamenti industriali, cave, discariche, aeroporti e in futuro treni ad alta velocità». Tutti ormai sanno che lo stadio, concepito come «cittadella dello sport e dello shopping» porterebbe altre strutture, oltre al campo di calcio, quali il centro commerciale, multisale cinematografiche, bar e ristoranti. «creando molti problemi di viabilità».
Secondo il Carroccio castenedolese «la città di Brescia non è interessata perchè non ha più spazi territoriali disponibili ed a Mompiano i cittadini residenti non vedono l'ora di liberarsene. Castenedolo è destinato a divenire un sobborgo della città ? - si chiede la Bettini -. Non siamo campanilisti ma desideriamo mantenere le nostre radici e l'appartenenza al luogo. Se pensiamo soltanto alla monetizzazione è certamente rilevante ma pesando sulla bilancia i vantaggi e gli svantaggi abbiamo un sovraccarico dei secondi».
E chi accusa la Lega di Carpenedolo di non aver mosso un dito quando si parlava di realizzare lo stesso impianto nel confinante comune di Montichiari la Bettini risponde: «se lo stadio venisse costruito a Montichiari i disagi per il nostro paese sarebbero risibili». Ultima questione la vicinanza dell'aeroporto D'Annunzio, un pericolo secondo la Lega. «Nessuno si augura che accada un altro caso Linate, ma le tragiche esperienze nella storia delle disgrazie aeree non consentoni di abbassare la guardia in materia di prevenzione». f.d.c.

MA INTANTO SEMBRA CHE PROVINCIA E REGIONE LATITINO ...

Giornale di Brescia del 9 agosto 2003

Il sindaco Groli e il presidente Corioni lamentano un rallentamento delle procedure
Troppo silenzio intorno allo stadio
Si attendono i nomi della Regione e della Provincia alla Conferenza dei servizi

di Tonino Zana

Il sindaco di Castenedolo non ci sta al silenzio - al silenzio che si trasforma in lentezza - allungando i tempi di avvicinamento al nuovo stadio di calcio, al complesso per la «realizzazione di una cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali, tecnologiche in comune di Castenedolo...», come recita la delibera approvata dal Consiglio comunale il 26 maggio scorso con una maggioranza larga, di 16 a 4. «Polo e Ulivo d’accordo - precisa il sindaco Giambattista Groli - contraria, senza particolare ostinazionie la Lega Nord...». Il sindaco Groli è preoccupato per il «silenzio-lentezza» di Provincia e Regione, perchè non gli sono ancora stati comunicati i nominativi dei responsabili dei procedimenti regionali e provinciali, come prevede la legge. Senza questi due nomi non può convocare la Conferenza dei Servizi da cui scaturisce l’Accordo di Programma, che, di per sè, rappresenta la variante al Piano regolatore, e, dunque, consente la firma del sindaco Groli per le concessioni edilizie. Non ci sta a questo «silenzio- lentezza», il sindaco Groli, e non ci sta il presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni. La preoccupazione del presidente arriva via mare, lungo il cra cra del suo telefonino. In ferie in crociera, il presidente Corioni è tradotto in simultanea dai suoi consulenti. Gli «uomini del presidente» ci informano che la società Brescia Calcio «è grata al sindaco Groli, ancora una volta, per aver mantenuto fede ai principi ispiratori del nuovo stadio in seguito agli incontri avvenuti nella sede della società e alla assemblea pubblica al cinema Ideal di Castenedolo, davanti a centinaia di cittadini. Auspica che la stessa solerzia sia manifestata dalla Provincia e dalla Regione. Il timore del presidente Corioni è che burocrazie e qualche interesse di parte possano arrugginire le procedure, rallentare i tempi per avvicinarsi alla costruzione del nuovo stadio del Brescia. Lentezza ancora più grave in questo momento con il calcio nella bufera delle indagini; quando, invece, la notizia di uno stadio in costruzione, per la prima volta in Italia di proprietà di una squadra di calcio, darebbe fiducia ai cittadini e ai cittadini sportivi». C’eravamo, al cinema Ideal di Castenedolo, la sera del 15 aprile, abbiamo assistito alla protesta dei tifosi della Curva nord, comparsi improvvisamente sugli "spalti" del cinema a contestare la posizione del nuovo stadio; d’accordo sullo stadio nuovo, ma non a Castenedolo. E, più significativamente, abbiamo assistito al consenso popolare ragionato di centinaia di cittadini di Castenedolo riguardo all’opportunità e alla necessità di guidare il destino di sviluppo socio-economico della Fascia d’Oro, area particolarmente felice per la ricchezza viabilistica e infrastrutturale, in buona parte già realizzata, in buona parte ancora da realizzare. «Riassumendo le posizioni politiche e popolari sul nuovo stadio - sintetizza il sindaco Groli - non comprendiamo certe lentezze, visto che la Provincia, la Regione, il comune di Brescia e il comune di Castenedolo si sono dichiarati favorevoli alla costruzione del nuovo stadio...». Lo stadio, inizialmente, doveva sorgere sul territorio di Montichiari, a un chilometro di distanza dall’attuale posizione. Stessa terra, stesso ambiente, stessa situazione urbanistica. Stesso nome della zona: Fascia d’Oro. Cambia il nome del sindaco e della giunta, di qua Castenedolo, di là Montichiari. Lo stadio doveva nascere a Montichiari. Poi, difficoltà di varia natura hanno rallentato procedure e progetti. A quel punto il presidente Corioni e la Società Opera si sono rivolti a Castenedolo, il vicino di casa. Per una questione di concretezza. E per spirito di concretezza, ora, il sindaco Groli e il presidente Corioni lanciano l’allarme. In mezzo, le attenuanti delle elezioni al calor bianco, appena passate e le ferie al calor bianco in cui siamo immersi. Verrebbe da dire: alla prima pioggia, avanti con la convocazione della Conferenza dei Servizi, convinti che i due uomini della Provincia e della Regione, allora, saranno già in viaggio.


E i tempi, quando si ascolterà il primo urlo da gol dello stadio? Siamo qui per questo. Facciamo due conti con l’architetto Abba e il sindaco Groli: mettiamo che alla prima pioggia arrivino i due uomini nominati dalla Provincia e dalla Regione, mettiamo, quindi di incominciare a riunire la Conferenza dei servizi. Ci sarà da lavorare fino a primavera, strade, ambiente, compatibilità ecc. Prima dell’estate via libera ai primi camion per le urbanizzazioni. Siamo alla fine del 2004. Una volta tenuto a freno il diavolo di ogni attività, si può ragionevolmente credere che fra il tardo 2007 e il primo 2008 allo stadio nuovo Baggio farà il primo gol. Baggio avrà 42 anni e giocherà magnificamente. Ultimo appunto di Groli e Abba per il presidente Formigoni: siccome ella, presidente, ci tiene ad avere Milano come capitale dei giochi olimpici del 2010, tenga presente che il nuovo stadio di Brescia sarà a disposizione con strade, autostrade e aeroporto appena fuori. Tenga presente.

 

BRESCIAOGGI del 5 settembre 2003, articolo di Giorgio Sbaraini

BRESCIA, STADIO DI NECESSITA'

..... Osserva, valuta, scarta [il giornalista sta facendo la storia della ricerca della possibile collocazione del nuovo stadio del Brescia calcio- ndr] discuti e tratta con gli enti locali interessati, alla fine, dopo un tentativo a Montichiari sul quale è opportuno stendere un velo pietoso (per carità di patria: si usadire così) l'area è individuata in zona Fascia d'Oro in comune di Castenedolo. ecc. ecc.

 

LA SERA DEL 27 NOVEMBRE 2003 IN CONSIGLIO COMUNALE ...

Al punto 8 del C.C. c'era : "Revisione delle scelte programmatorie sugli impianti sportivi destinati al giuco del calcio di via Falcone" mentre al punto 17 figurava l'ordine del giorno proposto dal PPM avente per oggetto "Costruzione del nuovo stadio del gioco del calcio a Montichiari".  Quest'ultimo punto è stato rinviato data la tarda ora (l'1 di notte) ma di fatto risultava già compromesso dalle scelte fatta dalla maggioranza (astenuti tutti gli altri Gruppi) sul citato punto 8.

Infatti il Sindaco rammentava la vicenda dello stadio del Montichiari a partire dal 1999, anno dell'insediamento della Aministrazione Rosa, quando si trovò a dover fronteggiare con urgenza interventi sul vecchio stadio "Romeo Menti" onde affrontare il campionato di C2.   Il progetto del nuovo stadio in via Falcone, accanto al Palageorge, risultò nel novembre tale da necessitare di un finanziamento di oltre 7 miliardi di lire.  Di fronte a tale ipotesi l'Aministrazione avviò le pratiche per un project financing.  Ma - ha detto il Sindaco - ora penso che non sarebbe da "buon amministratore" spendere i quasi 3 miliardi di lire che comunque anche il nuovo progetto richiederebbe anche a fronte della "crisi del calcio e dato che al Menti la domenica ci saranno sì e no 250 spettatori".  Servono comunque i campi di allenamento, di cui uno in sintetico ed è il caso di far partire intanto questi campetti.  In conclusione - ha detto Rosa - farò venire un tecnico della FIGC per sapere una volta per tutte cosa serve al vecchio stadio per essere omologato per la C2.   Deciderò il da farsi quando saprò i costi e se conviene o meno mettere soldi nel vecchio o fare il nuovo stadio.  Nel frattempo l'ATI (associazione temporanea d'imprese) formata da A.C.Montichiari, Turra impresa edile e Caleppio Scavi, si è dimostrata disponibile a modificare gli interventi anzichè procedere con l'affidamento di cui al projet financing.

Casella per F.I. si è dichiarato deluso e ha ritenuto di dire che la questione stadio mostra il fallimento di questa Amministrazione; ha chiesto di chiudere ogni rapporto con l'ATI e di procedere speditamente nel valutare il da farsi stante la situazione in essere.

Tosoni per il PPM ha chiesto di tornare al vecchio originale progetto (delibera del C.C. del 25/10/98) in cui il Comune finanziava per intero il nuovo stadio e i campetti annessi.  Si tenga conto che il Comune ha già in cassaforte 2.650 milioni di lire.

Bertolini per i DS ha ritenuto incredibile la motivazione della "crisi del calcio" per fermare la procedura del project financing che, del resto, era stata a suo tempo negata dal Sindaco.  Sta bene ora dividere le decisioni tra cessazione del project financing e avvio di una diversa progettazione.  Non è però il caso di fare rappezzi al "Menti".  Non era meglio - ha detto Bertolini - fare un accordo per realizzare lo stadio del Brescia Calcio sul territorio di Montichiari e far sì che quello stadio fosse utilizzato anche dal Montichiari ?

 

Come detto alla fine la "revisione delle scelte programmatorie", che di fatto allontanano la realizzazione del nuovo stadio del Montichiari, è stata approvata con i soli voti della Lega.

 

 

 

GIORNALE DI BRESCIA del 29 novembre 2003

In Consiglio comunale dibattito sulla scelta programmata: il sindaco chiama un tecnico della Figc
Dubbi sullo stadio del Montichiari
Si verifica se è possibile sistemare con poca spesa il vecchio «Menti»

Ieri, l’architetto Vaccari, un tecnico della Figc, la Federazione italiana gioco calcio, un uomo che quando parla di campi di calcio e questioni annesse sa cosa dice, è arrivato a Montichiari per vedere se è possibile «recuperare» il vecchio stadio Romeo Menti (attualmente non più adatto a ospitare partite del Montichiari Calcio, che milita in C2), oppure se, come era stato deciso un paio d’anni fa, si dovrà per forza procedere con la costruzione di un nuovo campo di calcio, che dovrebbe, o solo potrebbe, nascere in via Falcone, vicino al PalaGeorge. La questione del nuovo stadio (attenzione: non stiamo parlando di quello del Brescia Calcio, che verrà realizzato a Castenedolo, ma di un altro) l’altra sera è stata nuovamente dibattuta in Consiglio comunale, per via del nono punto all’ordine del giorno: «Revisione delle scelte programmatorie sugli impianti sportivi destinati al gioco di calcio di via Falcone». Sentiamo cosa c’era da «rivedere» direttamente dalle parole del sindaco Gianantonio Rosa. «Da tempo - dice Rosa - ci siamo attivati per costruire, in via Falcone, un nuovo stadio capace di ospitare la locale società di calcio: progetto preliminare approvato, progetto esecutivo presentato eccetera. Ultimamente, però, ho avuto dei dubbi. Ad esempio: visto che le partite sono seguite da 250-300 spettatori, vale la pena di spendere qualche milione di euro per realizzare un nuovo campo di calcio?». Nei mesi scorsi, continua Rosa «ho interpellato alcuni tecnici per vedere se era possibile rimettere in sesto il vecchio Romeo Menti. Ho avuto tante risposte diverse: bisogna fare questo, no bisogna fare quello, sì però bisogna fare anche quest’altro...». Insomma, un ginepraio di soluzioni una in contrasto con l’altra. Così ho deciso di far intervenire, direttamente da Firenze, un tecnico della Figc, al quale ho chiesto di dirci, con chiarezza, cosa serve per far sì che il Romeo Menti possa continuare ad essere utilizzato dal Montichiari Calcio. Se il tecnico della Figc dirà che non si può fare niente, passeremo al nuovo stadio. Se invece dirà che, con qualche intervento, potremo rimettere in sesto il vecchio campo di calcio, affiderò ai nostri tecnici il compito di tradurre il pratica ciò che l’architetto Vaccari chiede. Poi valuteremo: se sarà conveniente seguiremo quella strada; altrimenti torneremo al progetto del nuovo stadio». Ieri mattina, dicevamo, l’architetto Vaccari ha fatto un sopralluogo. Con precisione sappiamo cosa ha detto; sappiamo, però, che ha lasciato aperto uno spiraglio per il rinnovo del vecchio Romeo Menti. Nei prossimi giorni, dunque, la palla dovrebbe passare ai tecnici di fiducia del sindaco, poi, dati alla mano, l’Amministrazione comunale farà la scelta definitiva. Le opposizioni non hanno fatto mistero di preferire un nuovo stadio alla sistemazione del vecchio e glorioso Romeo Menti.

 

MA BRESCIAOGGI DEL 5 DICEMBRE 2003 SCRIVE :

La squadra spende capitali per gli allenamenti in trasferta. Di questo passo c’è addirittura il rischio che si possa chiudere

Montichiari, il calcio cerca casa

Corsa contro il tempo per adeguare lo stadio alle prescrizioni della Figc

di Nello Scarpa

Dopo 75 anni di convivenza, Montichiari rischia di divorziare da...Montichiari. Parliamo di sport, o meglio di calcio, della corsa contro il tempo per adeguare lo stadio «Menti» alle direttive di sicurezza previste dalla Lega calcio e dei guai, logistici e finanziari, del club calcistico locale, che proprio per i problemi dello stadio sta vivendo guai seri.
Il verdetto dell’ultimo sopralluogo della commissione tecnica della Figc è stato lapidario: senza gli interventi di riqualificazione, a partire dalla prossima stagione l’impianto non potrà ospitare le partite casalinghe della formazione rossoblù, impegnata nel campionato di C2. Un diktat annunciato: da ormaicinque anni l’agibilità della struttura era concessa in deroga.
Così, di fronte alla presa di posizione della Figc, che in seguito a alcuni episodi di invasione di campo ha dato un giro di vite alle autorizzazioni degli stadi professionistici, Comune e società hanno sottoscritto una convenzione che impegna l’amministrazione guidata dal sindaco Gianantonio Rosa a realizzare un pacchetto di lavori: dall’impianto d’illuminazione alla ristrutturazione degli spogliatoi, passando per la revisione delle vie di fuga degli spalti.
Più problematica la soluzione della questione legata ai parcheggi richiesta dagli organi federali: attorno al Menti manca lo spazio materiale per realizzare i posti auto necessari.
«Speriamo che i lavori vengano terminati in tempo utile, altrimenti dovremo emigrare in un altro paese», spiega il vicepresidente del Montichiari Leonardo Chiarini, che non esclude neppure una prospettiva più drastica: «Se i costi di un trasferimento fossero troppo elevati, dovremmo gettare la spugna», chiudere bottega, insomma.
L’ultimatum della Federazione si innesta del resto su una serie di disagi logistici sostenuti da tempo dalla squadra, che per allenarsi deve peregrinare da un impianto all'altro: prima Gambara, poi Flero, infine Solferino.
«Anche le giovanili nazionali sono costrette a svolgere la preparazione fuori dai confini del paese - osserva Chiarini -, e il campo di gioco di ragioneria, che dobbiamo condividere con l’Accademia, è diventata la classica coperta troppo corta per le esigenze del movimento calcistico locale».
La carenza di strutture adeguate grava anche sui bilanci: «Le trasferte per gli allenamenti ci costano circa 150 mila euro l’anno - spiega il vicepresindente e dirigente storico del club rossoblù, che proprio quest’anno compie tre quarti di secolo -, un importo non indifferente per una società che con grandi sacrifici economici è riuscita a risanare il bilancio, e senza grandi incentivi da parte della Lega».
Ma la società si interroga anche sul futuro: il lifting del Menti, che avrà un costo stimato in 500 mila euro, è una soluzione tampone che in prospettiva potrebbe non bastare, considerato che anche lo sport in tempi brevi dovrà recepire le normative europee in materia di sicurezza oggettiva. E se poi la squadra, oggi a tre punti dai play off, dovesse conquistare la promozione in C1?

 

Lettera sullo stadio del montichiari
Comunicato stampa dell'11-12-03

Portiamo il nostro contributo alla  vicenda Nuovo Stadio di calcio del Montichiari.  Anziché chiedere scusa ai suoi concittadini per non essere riuscito per oltre cinque anni a risolvere il problema dello stadio, Il sindaco, nell'ultima riunione del Consiglio Comunale, ha sostenuto, con grande fervore, la sua inutilità.

Ripercorriamo velocemente la storia.  Pur con in "tasca" 4,5 miliardi stanziati dalla vecchia amministrazione per la costruzione di una nuova struttura, il Primo Cittadino, appena insediato -1999- se la prende comoda. Solo nel 2001, dopo aver già speso parecchio denaro per migliorie al R. Menti, propone la costruzione di uno stadio attraverso la compartecipazione economica dei privati. Si arriva così alla quantomeno discutibile assegnazione dell'appalto ad un'associazione d'imprese (capofila l'A.C. Montichiari) e al più che discusso progetto di un campo incassato a meno sette metri. Da allora, nonostante la contorta acquisizione dei terreni intorno al Palageorge, abbiamo assistito solamente ai ripetuti annunci di inizio dei lavori.

Ora, a fine novembre del 2003, la folgorante illuminazione: lo stadio non serve più. C'è la crisi del calcio, delle sponsorizzazioni, ci sono pochi spettatori ogni domenica.
Da vero incantatore di serpenti il Sindaco si dichiara disposto a far costruire uno o due campetti per i ragazzi, ma non lo stadio per la prima squadra. Preferibile, a suo avviso, spendere un altro miliardo per mettere qualche altra pezza al Romeo Menti.

La nostra posizione è presto detta: occorre costruire uno stadio minimale, adatto alla serie C, nell'area destinata dal PRG alle strutture sportive con accanto, come previsto, due campetti per allenamenti e partite delle squadre minori. In questo modo non si sprecano risorse economiche nel vecchio stadio (ormai obsoleto per varie ragioni) e si possono utilizzare i servizi del nuovo stadio anche per gli incontri sui campi minori, senza doppioni.

Se si segue la logica ultra riduttiva del Sindaco non si capisce perché siano stati spesi oltre 6 miliardi di lire per la sistemazione del Teatro Sociale quando a fruirne saranno solo trecento persone, o perché sia intenzione della Giunta spendere più di 2 miliardi per l'abbellimento di Piazza Treccani quando è già discreta nella forma attuale.

Montichiari, che ha strutture di livello in tutti i settori, è più che carente in tema di strutture per il calcio. Riteniamo utile colmare questa lacuna proprio per essere all'avanguardia in ogni campo. In questo modo si incoraggia anche la locale squadra di calcio, militante in C2, a perseverare negli sforzi tesi a mantenere posizioni sempre più brillanti. Solo se si ha una compagine ad alti livelli riusciamo a coltivare l'interesse dei ragazzi verso il calcio, attratti dalla prospettiva di esordire in una squadra di professionisti.

Dopo aver perso in malo modo la realizzazione dello stadio del Brescia sul nostro territorio, con pesanti negative ricadute economiche, non va sprecata anche l'occasione di risolvere nel modo migliore anche la vicenda del campo di calcio per l'A.C. Montichiari.


Felice Garzetti portavoce della Margherita di Montichiari

Alessandro Ferrari segretario dei  Democratici di Sinistra

 

L'ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL C.C. SU PROPOSTA DI CASELLA

Il Sottoscritto CASELLA GIUSEPPE consigliere Comunale a nome proprio e dei partiti di Forza Italia ed Alleanza Nazionale a norma dell'art.68 del vigente Regolamento Comunale presenta il seguente ordine dei giorno avente ad oggetto:

"INDIRIZZI AL SINDACO ED ALLA GIUNTA MUNICIPALE SULLE SCELTE DI PROGRAMMAZIONE PER GLI IMPIANTI SPORTIVI DESTINATI AL GIOCO DEL CALCIO".

Premesso:

· che obbiettivo primario dell'Ente Locale è quello di diffondere e promuovere la pratica sportiva avvicinando alle discipline sportive il maggior numero di persone a cominciare dalle più giovani;

· che sul territorio si riscontra una crescente domanda di formazione dello sport di base destinato al settore giovanile con conseguente richiesta di impianti sportivi di allenamento;

· che l’Amministrazione Comunale è impegnata a garantire le strutture impiantistiche necessarie allo sviluppo delle attività sportive sul territorio di Montichiari; 

Considerato:

· che la F.I.G.C. richiede alle squadre di calcio che gli stadi utilizzati abbiano dei requisiti minimi al fine di garantire la necessaria sicurezza;

· che nel P.R.G.del Comune di Montichiari è prevista una zona sportiva in parte di proprietà Comunale;

Il Consiglio Comunale del Comune di Montichiari riunitosi in seduta straordinaria il giorno........................ alle ore............

DELIBERA

di impegnare il Sindaco e la Giunta Municipale a:

1- Mettere a disposizione dell’AC Montichiari un Campo di Calcio con i requisiti regolamentari stabiliti dalla F.I.G.C. per la categoria C2 ;

2- A vincolare l'area necessaria alla realizzazione del nuovo campo di calcio di C2 nella zona sportiva di Via Falcone;

3- A realizzare campi di calcio regolamentari a norma F.I.G.C. con annessi servizi igienici e spogliatoi da destinare in modo esclusivo al giuoco del calcio avente superfici a norma per gli atleti, per gli arbitri e per i giudici di linea con utilizzo preferenziale per le squadre giovanili, amatoriali e nazionali fino alla categoria Juniores;

4- A realizzare un campo di allenamento in sintetico con annessi servizi igienici e spogliatoi da destinare al giuoco del calcio della Società AC Montichiari;

5- A realizzare un campo di calcetto.

 

 

 

MA LA LEGA DICE NO ALLO STADIO DEL BRESCIA A CASTENEDOLO...

Giornale di Brescia del 5 febbraio 2004

Presa di posizione del consigliere Flocchini e del coordinatore Gelmini
Stadio alla Fascia d’oro: secco no della Lega Nord

No al nuovo stadio a Castenedolo e a Montichiari. La Lega Nord esplicita la sua posizione ufficiale alla vigilia dell’incontro informale che di oggi in Regione al quale parteciperanno il presidente della Provincia, Cavalli, il sindaco di Castenedolo, Groli, il sindaco di Brescia Corsini e il presidente del Brescia Calcio Corioni. I motivi della contrarietà leghista sono stati illustrati dal consigliere regionale Giovanmaria Flocchini e dal coordinatore provinciale Massimo Gelmini. Secondo i rappresentanti della Lega Nord «l’area della Fascia d’oro è già al centro di un grande programma infrastrutturale che comporterà un notevolo impatto ambientale, sarebbe inaccettabile aggiungere anche uno stadio con tanto di centro commerciale». Tanto più che, come ha ricordato Gelmini «il Consiglio provinciale attraverso un emendamento al Piano territoriale di coordinamento ha previsto che nel Bresciano non possono essere costruiti nuovi centri commerciali». Insomma nella Fascia d’oro spazio per lo stadio non c’è, «se è vero come sembra - ha proseguito Gelmini - che ci sono progetti per allungare la pista dell’aeroporto. A quel punto lo stadio sarebbe a ridosso delle pista e quindi non a norma». C’è poi la necessità che in questa stessa area dovrà sorgere la fermata dell’Alta capacità, «indissolubilmente legata - ha chiarito Flcchini - al futuro dello scalo aeroportuale e dei collegamenti per la nostra Provincia». Per queste ragioni la Lega chiede alla Provincia e al suo presidente di prendere una posizione chiara «senza farsi influenzare da pressioni politiche ed economiche di chi vuole lo stadio a Castenedolo». Ma l’appello lanciato da Gelmini è rivolto anche all’intera Casa delle libertà: «Vorremmo capire la posizione di alcuni rappresentanti del Polo che in questo momento rivestono un dubbio ruolo come Vigilio Bettinsoli: consulente del Brescia Calcio e membro del consiglio d’amministrazione dell’aeroporto Catullo». Giovanmaria Flocchini ha poi ricordato le parole di Corioni che ha minacciato di lasciare la presidenza del Brescia in caso di mancato avvio dei lavori per lo stadio. «Non si riesce a capire cosa potrebbe guadagnare il Brescia da un nuovo stadio. Ho l’impressione che Corioni voglia mettere le mani avanti in un momento in cui il Brescia, come molte altre società di calcio, sta attraversando una fase economica molto difficile».

Carlo Muzzi

 

Bresciaoggi del 5 febbraio 2004

I vertici provinciali del partito bocciano il progetto del nuovo impianto sportivo-commerciale nella zona di Castenedolo

Lega, uno sgambetto allo stadio

«Alla Fascia d’Oro troppe infrastrutture, preoccupati per l’aeroporto»

di Eugenio Barboglio

La Lega Nord pronuncia due no secchi sullo stadio di calcio a Castenenedolo. Non vuole i centri commerciali che il progetto ha messo a completamento dell’impianto; e non vuole neppure che l’impianto sorga alla Fascia D’Oro.
È questa la posizione del Carroccio la cui avversione al binomio stadio-esercizi commerciali si può dire sia una posizione storica. E anche molto ferma si rivela ora la contrarietà all’idea di far sorgere lo stadio nella località tra Castenedolo e Montichiari.
Su questi due punti Gianmaria Flocchini, consigliere regionale e Massimo Gelmini, segretario provinciale sono intransigenti. «È lo stesso piano territoriale che prevede la moratoria dei centri commerciali: noi restiamo coerenti con quanto deciso all’unanimità in consiglio provinciale». Una presa di posizione, dagli effetti imprevedibili e che giunge, curiosa coincidenza, a poche ore dall’incontro in programma oggi in Regione proprio sul tema stadio.
Sicuri del fatto loro i leghisti affermano di non capire gli altri partiti: «Il centrosinistra che in Broletto sta contro nuovi centri commerciali però si contraddice dove appoggia lo stadio secondo il progetto che li prevede».
Non va però bene neppure la collocazione. Per la Lega infatti la Fascia D’Oro promette di diventare un concentrato di infrastrutture. E teme che si ostacolino a vicenda. «In particolare i nostri dubbi - confessa Massimo Gelmini - riguardano l’aeroporto e le sue potenzialità di sviluppo vitali per l’economia bresciana». Gelmini riferisce quanto «mi è stato confessato dal presidente di Catullo, come noi timoroso che lo stadio possa tarpare le ali all’espansione futura del D’Annunzio». «In questi anni si sono fatte scelte per l’Alta velocità, la Corda molle (la Sp 19, ndr), l’aeroporto con le quali lo stadio alla Fascia d’Oro non va d’accordo».
Per Flocchini insomma non bisogna farsi condizionare dalle esternazioni recenti del presidente del Brescia calcio. «Gigi Corioni ha detto in sostanza che molla tutto se non si costruisce lo stadio. Ma sfido a capire che relazione ci sia tra le difficoltà di bilancio che sui giornali vengono attribuite al Brescia e lo stadio». Lo sanno tutti che «gli introiti non sono dati dagli incassi ma da altro, la televisione ad esempio».
Per i vertici del partito di Bossi è evidente che «Corioni usa lo stadio come un alibi per una gestione che evidentemente ha avuto le sue pecche». I leghisti concludono pertanto «che il presidente è meglio che parli di calcio che conosce e non di quello che non conosce».
E che è complicato da intrecci oscuri che il Carroccio vorrebbe vedere chiariti. «Vorremo capire gli imprenditori che hanno acquisito l’area come agricola ma senza garanzie che ci si possa costruire». Di più: sottolineano la posizione di Abba «architetto dello stadio e al contempo in campo nella competizione elettorale con la lista civica». Ma i nodi sono anche nel centrodestra: «Bettinsoli consigliere del D’Annunzio e al contempo consulente del Brescia Calcio».
E nell’attesa delle risposte negano la voce che dietro ai loro no ci sia la volontà di portare lo stadio a Montichiari. «Le ragioni dei no a Castenedolo valgono anche per Montichiari».


Regione, oggi summit con l’assessore Moneta

Saranno valutate le compatibilità del progetto

Colpo di acceleratore o soltanto una delle tante puntate che ancora vedremo scorrere sulla vicenda stadio del Brescia Calcio alla Fascia d’Oro, in territorio di Castenedolo? Chissà, di sicuro però l’incontro di oggi pomeriggio in Regione tra l’assessore Alessandro Moneta e i firmatari dell’accordo di programma è destinato a far uscire il dibattito dall’empasse in cui s’era impantanato.
L’assessore Moneta, su delega del presidente Roberto Formigoni, ha invitato Provincia, Comune di Brescia, Comune di Castenedolo, Opera Srl, Brescia Calcio a discutere dello stadio e del rapporto con le altre infrastrutture esistenti e in cantiere alla Fascia d’Oro, dall’aeroporto con le sue esigenze di sviluppo al progetto della linea ferroviaria ad alta velocità o alta capacità che dir si voglia, fino alla chiusura dell’anello della Sp 19 sulla bretella per l’autostrada A4.
Il tavolo di confronto dovrà decidere se passare alla verifica delle compatibilità del progetto di stadio e annesso centro commerciale con gli altri interventi. Una riunione politica quindi che dovrà poi cedere il testimone ai tecnici per l’esame delle singole situazioni. I tempi della decisione finale? Nessuno s’azzarda a farli e nemmeno ci prova alla vigilia delle elezioni amministrative, comunali e provinciali. Ma non saranno comunque brevi, poco ma sicuro.
Sul piano tecnico nessuno ha dubbi che si possano far convivere stadio, ferrovia, aeroporto, Sp 19. È dal versante politico che s’alzano voci di contrasti: nel centrodestra in particolare è la Lega bresciana (vedi il pezzo a fianco) ad opporsi allo stadio e al centro commerciale. Una contrarietà che pesa perchè in Provincia il presidente Alberto Cavalli conta sull’appoggio della Lega per la conferma nelle elezioni di primavera. Non si sbaglia a immaginare che la vicenda sia destinata a diventare motivo di trattatviva (lo è già probabilmente). Sull’incontro di oggi peserà quindi come un macigno il parere contrario della Lega.
w.g.

MA LA PROVINCIA IN CONFERENZA DI SERVIZIO IN REGIONE DICE DI SI'

Giornale di Brescia del 6 febbraio 2004

Dovrà valutare la compatibilità ambientale del progetto che riguarda Castenedolo
«Tavolo istituzionale» per lo stadio

Stadio, il primo «via libera»
L’assessore provinciale Sala: è indispensabile e non si può rimandare

Se non è un «via libera», poco ci manca. Quella di ieri potrebbe risultare una data importante per il nuovo stadio del Brescia Calcio, alla Fascia d’Oro di Castenedolo. Nel pomeriggio, infatti, nella sede milanese dell’Assessorato regionale all’Urbanistica e Territorio, è stato avviato il tavolo istituzionale che dovrà discutere il progetto, affrontare i problemi urbanistici e ambientali ad esso connessi e valutare le cosiddette «criticità», sempre in rapporto al territorio e alle infrastrutture collaterali. Infrastrutture di non secondaria importanza per tutta la provincia: si tratta dell’aeroporto D’Annunzio, la cui area confina con quella acquistata dalla società Opera per realizzare lo stadio; della futura stazione della linea ferroviaria ad Alta capacità inserita nel progetto del Corridoio 5 europeo che dovrebbe collegare Lione a Kiev; del prolungamento da Ospitaletto a Castenedolo della strada Provinciale 19 (la cosiddetta «corda molle»). Ieri a Milano, ospiti dell’assessore regionale all’Urbanistica e al Territorio, Alessandro Moneta, che a sua volta aveva ricevuto la delega dal presidente, Roberto Formigoni, si sono riuniti il sindaco di Castenedolo, Giambattista Groli; l’assessore allo sport della Provincia, Alessandro Sala; il suo collega all’Urbanistica del Comune di Brescia, Mario Venturini; il presidente di Opera, Umberto Cervati; il presidente del Brescia, Gino Corioni; il consulente del Brescia, nonchè membro del consiglio di amministrazione dell’Aeroporto D’Annunzio, Vigilio Bettinsoli; l’architetto progettista Mario Abba. Dalla riunione è emersa la volontà comune di realizzare lo stadio e le strutture collaterali (centro commerciale in primis). Le questioni da valutare sono tante e verranno affrontate una alla volta nella serie d’incontri previsti a cominciare dalle prossime settimane: incontri che vedranno i componenti il tavolo istituzionale (Comuni di Castenedolo e Brescia, Provincia e Regione; esclusi dunque i soggetti privati) confrontarsi con gli enti cui fanno capo le strutture delle aree collaterali allo stadio. Da Enac (Ente nazionale aviazione civile) ed Enav (Ente nazionale assistenza volo), istituzioni che disciplinano tutto ciò che concerne il volo civile nel nostro Paese; a Tav (Treni Alta velocità); ad Autostrade Centro Padane, cui fa capo la strada Provinciale 19. Prima di diramare il calendario degli incontri, la Regione effettuerà una ricognizione interna per valutare quali siano le priorità nell’ambito delle criticità. Una volta individuato il quadro preciso della situazione, sarà peraltro più facile anche per i progettisti (Massimo Marai e Giorgio Rovati, oltre ad Abba) ritoccare il disegno iniziale che, come è già stato detto più volte in passato, dev’essere rifatto alla luce del passaggio dell’Alta velocità ferroviaria nella zona nord del terreno acquisito da Opera e dell’ampliamento dell’aeroporto D’Annunzio nella zona sud. Dalla riunione milanese è emersa la volontà delle istituzioni di realizzare lo stadio, «fondamentale» per il Brescia (giorni fa il presidente del sodalizio azzurro arrivò a minacciare le dimissioni, nell’ipotesi lo stadio non si potesse più fare) e sulla cui urgenza hanno sostanzialmente convenuto i rappresentanti degli enti pubblici. Compresa la Provincia, che vive la situazione più delicata per via del «no» pronunciato a chiare lettere (l’ultima volta l’altro ieri) dalla Lega Nord, che fa parte della coalizione che regge le sorti del Broletto. A lettere altrettanto chiare, Alessandro Sala, delegato dal presidente Alberto Cavalli a rappresentare la Provincia nella riunione di ieri, ha fatto capire che l’ente del quale è assessore allo sport «tifa» per la realizzazione dell’impianto. «Lo stadio, come problema da risolvere, è diventato adulto - ha dichiarato -. Sono vent’anni che ne sento parlare. Credo che per l’attuale qualità dello spettacolo calcistico che il Brescia offre, la squadra e la società di Corioni abbiano bisogno di uno stadio nuovo. La Provincia farà di tutto perchè, valutata attentamente la situazione e analizzate le criticità, il progetto si possa compiere. È importante, a questo proposito, che sia stato costituito un tavolo istituzionale per risolvere la questione. Perchè lo stadio per il Brescia è indispensabile e non è più procrastinabile». Il primo passo è stato compiuto. L’iter burocratico dovrebbe durare un anno, un anno e mezzo al massimo. Ragion per cui, i lavori potrebbero iniziare nella seconda metà del 2005. Salvo complicazioni, naturalmente. ro. be.

Bresciaoggi del 6 febbraio 2004

In Regione si è riunito il tavolo tecnico: il progetto di Castenedolo ha ottenuto il primo via libera, ma resta l’incognita leghista

Stadio, per ora tutti dicono «sì»

Groli ottimista: «E’ stato un buon inizio». Bettinsoli attacca i «duri e puri»

di Filippo Poletti

Milano. Il sogno di uno stadio bresciano a Castenedolo è arrivato sui tavoli della Regione. Ieri pomeriggio si è aperto il tavolo tecnico sotto la supervisione dell'assessore al Territorio e all'Urbanistica Alessandro Moneta: erano presenti Gianbattista Groli sindaco di Castenedolo, Mario Venturini assessore all'Urbanistica del Comune di Brescia e Alessandro Sala assessore allo Sport della Provincia di Brescia.
Convocati anche Gino Corioni, presidente di Brescia calcio, e Umberto Cervati della Società Opera, proprietaria dell'area su cui dovrebbe sorgere lo stadio da 25 mila posti assieme a una cittadella commerciale con tanto di cinema multisala.
A fare il punto della situazione è l’assessore Moneta: «Ho convocato le parti a porte chiuse per chiarire le posizioni e individuare gli elementi di utilità e di criticità. Siamo in una fase istruttoria, terminata la quale si capirà se aderiremo all'Accordo di programma».
L'assessore del Pirellone parla chiaro: «L'Accordo non prevede che il progetto sia votato a maggioranza, ma che tutti gli attori siano d'accordo». Dunque, o tutti diranno sì oppure lo stadio di Castenedolo non vedrà mai la luce del sole.
A parole gli interlocutori di ieri si sono dichiarati disponibili a mandare avanti l'opera. Tuttavia, la notizia del no del partito leghista, che siede in Provincia, ha fatto il giro delle istituzioni: «Non sta alla Regione - si trincera Moneta - fare valutazioni politiche: il nostro compito è di arrivare a una valutazione sulla sostenibilità del progetto e all'eventuale Accordo di programma. Il tavolo che abbiamo aperto è puramente tecnico: disaccordi e dissapori, se ci sono, vanno risolti nelle sedi opportune, non al Pirellone».
Questa è l'agenda dei lavori: nelle prossime settimane saranno ascoltati i soggetti interessati dall'opera. Anzitutto Enac (Ente nazionale aviazione civile) ed Enav (Ente nazionale di assistenza al volo) sul tema della compatibilità dello stadio con l'ampliamento dell'aeroporto civile di Montichiari. Poi sarà sentita la Tav (Treno alta velocità), dal momento che intende realizzare una stazione della linea ferroviaria superveloce nel territorio dei Comuni di Castenedolo e Montichiari. Da ultimo, il Pirellone ascolterà la società Autostrade Centro Padane sui nuovi svincoli della strada provinciale 19 nell'area limitrofa al futuro stadio.
«Abbiamo dato l'avvio all'istruttoria - conclude Moneta -. Il tavolo istituzionale farà il suo percorso per capire se tutti gli incastri del puzzle si inseriscono al punto giusto».
Soddisfatto del primo incontro è Groli: «La riunione è andata bene. Le posizioni emerse sono di sostanziale condivisione del progetto da parte degli enti che erano rappresentati. È stata manifestata la volontà di dare alla nostra città questo stadio». Il primo cittadino di Castenedolo non si nasconde dietro a un dito: «Esistono delle difficoltà di ordine tecnico. Tuttavia, con l'impegno di tutti, sono superabili».
Su un punto Groli punta i piedi. E cioè la posizione della Lega nord in Provincia: «Mi sorprendono le sue dichiarazioni, dal m omento che anni fa il Carroccio aveva avviato lo stesso progetto nel Comune di Montichiari, con annesso il centro commerciale. Lo stadio - continua - l'ha inventato la Lega. Fatico a comprendere il perché questo stesso progetto non vada bene a Castenedolo, a 600 metri di distanza da Montichiari».
Chi non entra in polemica è Venturini. «La riunione è stata l'inizio di un percorso - racconta -. Il Comune ha espresso parere favorevole all'ipotesi dello stadio. Questa posizione, d'altronde, è nota da mesi».
Bocca cucita da parte di Corioni: «È stata aperta ufficialmente la procedura per la verifica della fattibilità del progetto», comunica tramite il suo addetto stampa. Ma si sa che - trapela dalla riunione - seduto al tavolo regionale avrebbe vuotato il sacco, esortando il Pirellone a fare presto. «Di questa struttura - avrebbe detto - abbiamo estremamente bisogno». Qualora lo stadio non dovesse vedere la luce, il presidente ha già annunciato che potrebbe rivedere le strategie societarie, anche vendendo alcuni giocatori.
Si toglie invece il classico sassolino dalle scarpe Vigilio Bettinsoli. L’ex assessore provinciale, chiamato in causa dal segretario leghista Massimo Gelmini per il suo ruolo di consulente del Brescia Calcio, ribatte: «In questi anni ho visto numerosi duri e puri alla Gelmini e come li ho visti nascere li ho visti anche svanire. Ricordo anche un certo Patelli, anche lui duro e puro, sempre pronto a fare l’esame del sangue agli altri. Poi anch’egli svanito nel nulla, anche per altri problemi».


Sala: «Tutto bene». E sulla Lega: «Sarà la politica a venirne a capo»

L’assessore provinciale alla Sport (Forza Italia): «Sediamoci intorno a un tavolo per risolvere gli aspetti tecnici»

Per la Provincia di Brescia durante l'incontro in Regione ha preso la parola Alessandro Sala: «Questo è il primo tavolo ufficiale e istituzionale dedicato al progetto di costruzione di un nuovo stadio per il Brescia Calcio - ha sottolineato l'assessore allo Sport (di Forza Italia) - Purtroppo, per vent'anni il Comune di Brescia ha promesso che avrebbe risolto il problema dello stadio in città e invece non ha mai fatto niente».
«Ora prendo atto che il problema è diventato urgente e che sul tavolo esiste soltanto una proposta, con localizzazione a Castenedolo. Il presidente Gino Corioni ha ragione al 100 per cento a chiedere risposte in tempi brevi e quando dice che la realizzazione del nuovo stadio è fondamentale per la sopravvivenza e la crescita del club che da quattro anni milita con ottimi risultati in serie A».
«Per questo l'Amministrazione provinciale giudica il nuovo Rigamonti una priorità ed è impegnata a risolvere ogni problema che possa ostacolare la realizzazione del progetto».
Sala sposa la causa del Brescia Calcio, ma non si nasconde i problemi oggettivi legati all'operazione-Castenedolo: «È evidente che sulla zona prescelta per ospitare il nuovo stadio esistono molte criticità in ordine allo sviluppo dell'aeroporto di Montichiari, alla linea ferroviaria dell'alta capacità, alla realizzazione di nuovi collegamenti stradali e alla quantità degli spazi commerciali e della grande distrubuzione connessi all'impianto stesso. È innegabile: in un'area di poche centinaia di metri si aggroviglia tutto. Per questo - rivela l'assessore provinciale allo sport - ho chiesto che ogni criticità sia analizzata singolarmente dai soggetti istituzionali di riferimento. I problemi esistono, ma la Provincia si siede al tavolo per valutarli e cercare di risolverli».
Fra le «criticità» Sala non comprende la posizione della Lega Nord, partito che pure è al governo in Provincia (e in Regione): «Durante la riunione - assicura - nessuno ha parlato della Lega. In ogni caso, i problemi della politica, se esistono, li risolverà la politica...».

 

LA LEGA MINACCIA LA ROTTURA IN PROVINCIA SE SI DARA' IL SI' ALLO STADIO

Giornale di Brescia del 7 febbraio 2004

Il segretario provinciale Gelmini e il consigliere provinciale Flocchini: nella riunione milanese non sono state mantenute le deliberazioni fatte in Broletto
La Lega: lo stadio né a Montichiari, né a Castenedolo
Sì al nuovo impianto, ma non in quell’area interessata da aeroporto e Alta capacità
di Tonino Zana

La Lega Nord mette i paletti ad uno stadio basato sul business commerciale, collocato, dice, in un labirinto di infrastrutture incompatibili, l’Alta Velocità, l’aeroporto, innesti autostradali e di strade di grande corso. La Lega Nord ieri ha alzato il tono sul no ad uno stadio sorretto da affari commerciali e in un’area incompatibile, dopo che, il giorno precedente, giovedi, a Milano, si erano trovati l’assessore regionale Moneta, l’assessore provinciale Sala, il sindaco di Castenedolo, Groli, il presidente di Opera, Cervati (costruttore dello stadio ipotizzato nell’area di Castenedolo), il consulente del Brescia e consigliere dell’aeroporto D’Annunnzio, Bettinsoli, l’assessore al Comune di Brescia, Venturini. E, ultimo, ma certamente non ultimo, il presidente del Brescia, Corioni. La Lega Nord bresciana, ieri mattina, a mezzogiorno ha convocato una conferenza stampa urgente dopo aver appreso dai mass media che nella riunione milanese, a proprio parere, non erano state mantenute le deliberazioni in sede politica ed amministrativa, votate e approvate in Consiglio provinciale. In campo è entrato direttamente il segretario provinciale della Lega Nord, Massimo Gelmini, accanto a lui il consigliere provinciale, Giovan Maria Flocchini. Gelmini: «Lo diciamo per l’ennesima volta: la Lega è favorevole ad uno stadio nuovo. Ma, nello stesso tempo, la Lega Nord è contraria alla nascita di uno stadio sorretto dalle risorse di un business commerciale. Lo stadio non va bene a Montichiari e lo stadio non va bene a Castenedolo. La nostra posizione è corretta, in linea con le deliberazioni assunte dal Consiglio provinciale. Allora, recentemente, il Consiglio provinciale, all’unanimità, ha approvato una delibera nella quale dice no alla costruzione di altre mega strutture commerciali sul territorio bresciano. Secondo: sempre il Consiglio provinciale ha detto no ad uno stadio messo in un’area critica come quella di Castenedolo, passata da infrastrutture pesanti, che compromettono una virtuosa collocazione dello stadio. Che senso ha uno stadio passato dall’Alta Velocità, su un’area aeroportuale, tagliato da nessi stradali e autostradali pesantissimi. Comunque, il no della Provincia è recente, preciso e condiviso. Chi, adesso, nella Casa della Libertà furbeggia sulla necessità di fare lo stadio a Castenedolo, dopo aver votato in un certo modo in Consiglio provinciale, sta giocando alle elezioni, in modo ipocrita, però...». Dunque, cosa significa, chiediamo a Gelmini e a Flocchini, questa riunione milanese? «Significa che i rappresentanti dell’Amministrazione provinciale presenti a quella riunione - hanno detto Gelmini e Flocchini - hanno parlato a titolo personale. Significa che noi, anche rispetto a quella riunione, chiediamo una verifica urgentissima ai partners della maggioranza. Ma, ripetiamo, a scanso di equivoci, di furbizie varie: noi siamo per la costruzione dello stadio...». Flocchini: «La riunone milanese dev’essere stata una chiacchierata, niente più che una chiacchierata. Lo stadio a Castenedolo non si può fare perchè abbiamo detto no ai mega centri commerciali e no alla compatibilità dello stadio con le altre grandi infrastrutture presenti e avanzanti. Su queste questioni fondamentali misureremo la tenuta dell’alleanza...». Dunque, Montichiari ha rinunciato alla costruzione dello stadio, dopo che, ha dichiarato ancora Gelmini, la Provincia e la Regione avevano ritardato le risposte alle domande dell’Amministrazione comunale monteclarense; dopodichè, dicono ancora i vertici della Lega Nord, è avanzata la legge regionale Scotti che restringe lo spazio per i centri commerciali e il Consiglio provinciale ha detto no ad altri insediamenti di tale natura. Ora, restando questa maggioranza politica, si chiudono gli spazi anche per lo stadio di Castenedolo. D’altro canto, il presidente del Brescia Calcio, Gino Corioni, ha detto a chiare lettere che senza uno stadio nuovo, lui non ci starà a tirare ancora la baracca. Lo stadio attuale è ritenuto inadatto, scarso di servizi interni ed esterni, il campo è lontano dal pubblico e ormai è una struttura incastonata in un punto importante della vita urbana di Brescia. Lo stadio lo vogliono tutti, ognuno nel proprio luogo, ognuno alle proprie condizioni. Intanto lo stadio si allontana, mentre si avvicinano elezioni a raffiche, quest’anno, l’anno prossimo e quell’altro anno ancora.


Le spiegazioni di Sala
L’assessore provinciale allo sport Alessandro Sala ha partecipato l’altro ieri a Milano alla riunione sul progetto del nuovo stadio a Castenedolo. Si è sentito chiamato in causa dalla Lega Nord ed ha perciò proposto una sua ricostruzione di quell’incontro per chiarire la propria posizione. «Incaricato dal presidente Cavalli come assessore allo sport ho partecipato al tavolo ufficiale comprendente anche il Comune di Castenedolo, il Comune di Brescia, la Società Opera ed il Brescia Calcio. L’assessore Moneta ha aperto i lavori con la dichiarazione: «Oggi parte il tavolo ufficiale e istituzionale riguardante una proposta di localizzazione del nuovo stadio di Brescia, in Castenedolo». Lo stesso assessore ha chiesto di poter ufficialmente visionare il progetto dato che lui e i suoi uffici non ne erano materialmente in possesso. Il sindaco di Castenedolo ha brevemente presentato il progetto stesso, integrato nella presentazione dal progettista della società Opera, dal presidente del Brescia Calcio, e dalla società Opera. Da parte mia ho osservato: «Sento parlare del nuovo stadio da quando sono piccolo, il Comune di Brescia ha più volte detto di voler risolvere il problema costruendo l’impianto in città, ma non se ne è fatto nulla. Sono a conoscenza che potrebbero esistere due progetti, uno per Montichiari, un altro per Castenedolo. Chiedo che ne è del primo e qual è il secondo». Mi è stato risposto che ora sul tavolo esiste solo la proposta di Castenedolo. Ho aggiunto di «ritenere urgente, non più dilazionabile, un nuovo stadio per il Brescia Calcio. Abbiamo il dovere di credere alle affermazioni del presidente Corioni che ritiene necessaria una struttura adeguata ai tempi. So perfettamente quali e quante siano le difficoltà da affrontare in ordine alla localizzazione nel territorio di Castenedolo legate alla viabilità, all’aeroporto e altro. Lo stesso vale per il polo commerciale collegato allo stadio e la sua rilevante dimensione. La Provincia è pronta a sedersi ad un tavolo rigorosamente istituzionale, senza Brescia Calcio e società Opera ed a valutare, se la Regione lo ritiene opportuno, tutti gli aspetti della questione». L’assessore regionale Moneta ha risposto che la presidenza della Regione, acquisito il progetto, farà «una ricognizione interna per individuare le priorità nelle criticità» quindi «inizieranno gli incontri solo istituzionali». «Quando ci sarà la condivisione di tutti i soggetti - ha ribadito Moneta - allora e solo allora inizieremo come Regione l’iter dell’accordo». L’assessore ha ribadito di non poter prevedere i tempi, ma comunque saranno lunghi, ed ha ripetuto «servirà forse un anno solo per esaminare tutti gli aspetti del progetto».

 

Bresciaoggi del 7 febbraio 2004

Sul progetto dell’impianto calcistico a Castenedolo il partito di Bossi minaccia di ritirare l’appoggio per la rielezione di Cavalli

Stadio, la Lega chiede la verifica

Il nodo è il centro commerciale. L’assessore Sala: «Sediamoci a un tavolo»

di Eugenio Barboglio

«Se l’assessore Alessandro Sala non rivedrà la sua posizione sullo stadio a Castenedolo, la Lega Nord potrebbe ritirare il suo appoggio alla candidatura di Cavalli». La bomba ad orologeria innescata ieri l’altro quando la Lega nord - anticipando il summit che si è svolto il pomeriggio successivo in Regione a Milano - ha detto no senza mezzi termini all’ipotesi di realizzare il nuovo stadio del Brescia Calcio a Castenedolo, rischia ora di esplodere, spaccando il centrodestra proprio in vista delle elezioni amministrative di primavera.
La Lega nord infatti non è per niente soddisfatta dell’esito del summit che si è svolto del Pirellone, al quale hanno partecipato l’assessore Sala, il sindaco di Castenedolo, Giambattista Groli, l’assessore del Comune di Brescia, Mario Venturini, Umberto Cervati di Opera società proprietaria del terreno e Gino Corioni, presidente Brescia Calcio, oltre all’assessore regionale Alessandro Moneta.
«Le parole dell’assessore Sala pronunciate al termine dall’incontro sono in palese contraddizione con la linea adottata dalla maggioranza votando il Piano territoriale di coordinamento, piano che stabilisce lo stop ai centri commerciali, quindi anche a quello progettato insieme allo stadio».
«Eretica» dunque per Giovan Maria Flocchini, consigliere regonale, non è la Lega nord. «Eretico è l’assessore allo Sport che, appoggiando il progetto alla Fascia d’Oro, si chiama di fatto fuori dalla linea adottata dalla maggioranza».
Delle due l’una: «O le parole di Sala sono a titolo personale, e allora sarebbe bene che si riallineasse, o quella è una nuova posizione che sta crescendo nella maggioranza, e allora chiediamo una verifica politica in tempi brevi».
L’assessore Sala però getta acqua sul fuoco: «Ritengo urgente, e non più dilazionabile, un nuovo stadio per il Brescia Calcio. Mi risulta che l’unica proposta sia quella di Castenedolo. So perfettamente quali e quante siano le criticità da sviscerare in ordine alla presunta localizzazione, oltre a quelle viarie e logistiche come l’aeroporto. Sono da considerare assoluta criticità anche la funzione commerciale collegata allo stadio e la sua rilevante dimensione».
E rilancia: «La Provincia è pronta a sedersi ad un tavolo, rigorosamente istituzionale, senza Brescia Calcio e Opera, e a valutare, se la Regione lo ritiene, le criticità una per una».
Un’apertura di credito su un argomento, lo stadio appunto, che rischia di diventare la buccia di banana sulla strada della rielezione di Cavalli alla guida della Provincia. Per la Lega infatti il no allo stadio alla Fascia D’Oro «è una condizione per la conferma dell’appoggio» alla presidenza.
Un appoggio che, sebbene mai formalizzato, sembrava un fatto acquisito («fino ad ora - dice Flocchini - non vedevamo nessunissimo problema per la rielezione») ma che invece ora rischia di tornare in discussione. E ci torna proprio sullo sgretolamento di un’altro fatto per la Lega acquisito: «Il no allo stadio con le caratteristiche del progetto con centro commerciale annesso». Quel no detto «approvando all’unanimità il Piano territoriale di coordinamento che bloccava la proliferazione dei centri commerciali».
Per il Carroccio infatti una cosa è certa: «Il semaforo verde a Castenedolo è un semaforo verde anche al centro commerciale».
Ma la questione della localizzazione viene dopo. «Prima c’è da ribadire che l’impianto deve essere solo sportivo». E se il punto è questo, «allora la Lega è disposta a discutere diverse soluzioni: la ristrutturazione di Mompiano o un altro sito in provincia».
Non lo è invece - e minaccia di rompere l’alleanza - se la parte commerciale non verrà stralciata dal progetto, «qualunque sia la collocazione». E su questo intende chiedere in tempi stretti una verifica politica.
Il vertice di ieri l’altro a Milano ha dunque aggiunto un elemento di forte novità nella campagna elettorale, spingendo il centrodestra sull’orlo di una crisi. Una crisi dalla quale la coalizione può rientrare solo attraverso un tavolo politico.
Il fatto che in Regione le conclusioni siano state di avviare un giro di consultazioni con i maggiori interlocutori dello sviluppo infrastrutturale dell’area Montichiari-Castenedolo (Tav, aeroporto, autostrade) sembra non bastare.
«Non siamo disposti - continua Flocchini - a congelare la verifica in attesa del responso di compatibilità dello stadio con le altre infrastrutture: per noi restano comunque troppe su una stessa area. C’è conflitto, soprattutto con l’aeroporto che potrebbe avere bisogno di un’allungamento della pista di decollo e che rischia di trovarsi sbarrata la strada dallo stadio». Senza dimenticare l’impatto ambientale.
Temi che secondo Flocchini, dovranno fare parte della verifica: «Vogliamo capire se la priorità è l’aeroporto o lo stadio: ritenevamo fosse il primo ma le parole di Sala lasciano pensare il contrario».
Flocchini, inoltre, rispedisce al mittente l’accusa del sindaco di Castenedolo, Groli, secondo il quale a Montichiari la Lega aveva appoggiato uno stadio con centro commerciale, mentre ora lo osteggia. «Faccio a Groli la stessa domanda: perchè era contro quel progetto per la presenza del centro commerciale e adesso invece sostiene quello in campo che ha caratteristiche analoghe?». E precisa: «A Montichiari il progetto lo presentò un privato (Terra Moretti ndr) e il Comune lo lasciò cadere».
Secca, infine, la risposta a Vigilio Bettinsoli, che aveva criticato l’intransigenza dei leghisti: «Dice che di duri e puri ne ha visti scomparire tanti dalla scena politica? Mi pare che lui fosse assessore e ora invece sia costretto a ruoli marginali».


La risposta della figlia di Corioni a Gelmini e Flocchini

Cari leghisti, siete fuori tema

Gentili signori Flocchini e Gelmini, questa mia vuole essere una risposta, o un semplice e personale commento, a quanto letto su Bresciaoggi del 5/2 sulla presa di posizione della Lega sulla questione stadio. Più precisamente vuole essere un commento alle vostre parole riportate tra le doverose virgolette. Dire che l'articolo non mi ha lasciato indifferente credo non basti a esprimere l'emozione che lo stesso ha suscitato in me. (Mi sorge un dubbio: ma emozione vuole essere per forza un sentimento positivo? Non credo, bene, allora posso continuare). No, non basta, l'articolo mi ha decisamente indispettita, tanto da prendere penna, carta e calamaio per volervi rispondere quanto prima. Reazione per me abbastanza insolita visto che preferisco occupare il mio tempo in altro modo.
Riporto dall’articolo: «Gigi (vuole essere un soprannome amichevole?!) Corioni ha detto in sostanza che molla tutto se non si costruisce lo stadio. Ma sfido a capire che relazione ci sia tra le difficoltà che sui giornali vengono attribuite al Brescia e lo stadio». Lo sanno tutti che «gli introiti non sono dati dagli incassi ma da altro, la televisione ad esempio». Alt!!! Fermi tutti! Questo pensiero mi sembra... un minestrone! Signor Flocchini, lanci pure se vuole la sfida perché la vincerebbe, per l'unico e divertente motivo che non si può capire una relazione che di fatto non esiste! Un discorso è lo stadio di calcio e i risultati in esso conseguiti (o il non stadio di calcio e i risultati in esso non conseguiti!), un altro discorso è quello che riguarda la voce introiti delle società di calcio: il primo ha valore e gusto sportivo, il secondo manageriale e finanziario. Due cose completamente diverse e su questo credo che non possa non concordare con la sottoscritta. L'affermazione di mio padre era, ed è, legata esclusivamente alla volontà di dare alla città una struttura importante per giocare a calcio e al disappunto nel constatare che ciò che dovrebbe essere semplice, voluto, addirittura bello, sembra un'impresa titanica. Detto questo, la invito a voler rivedere le parole lette sui giornali per interpretarle con il giusto valore sportivo.
Se poi non è al corrente del legame che esiste tra lo stadio di calcio e i risultati del Brescia, beh, allora mi scusi tanto, ma questo vuol dire che prima di tutto lei rientra nella categoria dei «politici non tifosi», e di questo non le si può certamente fare una colpa, poco male, libero di darsi ad altri hobbies. Ma, ben più interessante, vuol anche dire che non è abituato a dedicare tempo alla lettura della rubrica sportiva sui giornali della nostra città. Quanto l'atmosfera stadio influisca sui risultati della squadra non è mio padre a dirlo (anche se ad essere sincera lui lo ripete piuttosto spesso!), ma è un dato di fatto supportato da cifre, numeri e risultati. Se lei non è consapevole di questa relazione, il discorso allora si fa più complicato e impegnativo in termini di spiegazioni e non è questa la giusta sede per approfondire l'argomento, come del resto io non sono la persona più indicata a farlo.
Vedete, voi (la Lega) siete liberissimi nel voler o nel non voler appoggiare questo progetto, ma non siete liberi di applicare la proprietà commutativa alle parole delle interviste di mio padre. Non è l'essere politici che vi autorizza a mancare di rispetto a una persona che, nel bene e nel male, con pregi e difetti, ha condotto società di calcio e fatto il presidente da oltre trent'anni. Quindi, abbiate pazienza, ma la frase «Corioni usa lo stadio come un alibi per una gestione che evidentemente ha avuto le sue pecche» mi sembra del tutto fuori luogo e mancante del giusto rispetto. Corioni fa il presidente da trent'anni. Voi fate i politici da trent'anni? Scusate l'ignoranza: a causa anche di altre preferenze politiche, non sono bene informata sul vostro conto ma, dalle vostre fotografie sul giornale, si direbbe che non siete della stessa classe di mio padre.
Per quanto riguarda poi la citazione finale: i leghisti concludono pertanto «che il presidente è meglio che parli del calcio che conosce e non di quello che non conosce», beh, la frase è bella, non ci sono dubbi, è anche sicuramente d'effetto, peccato che, a distanza di un paio d'ore da quando ho letto l'articolo, mi stia ancora interrogando sul suo significato. Mi ha però riportato indietro di qualche anno, quando la mia insegnante di italiano commentava i miei temi in classe dicendomi acidamente: «Corioni... sei andata fuori tema!!!». Perdonatemi signori, ma un po' fuori tema voi siete proprio andati! Si parlava di un progetto per fare uno stadio di calcio, si è passati per parole come introiti, gestione, e si è arrivati alla presunzione di sapere cosa un presidente «maturo» possa o non possa sapere di calcio.
Quando ho letto l'articolo, ho chiesto a mio padre il permesso di rispondere. «Ma Ilaria, tu sei di parte!» è stata la sua risposta. Ma scusami, ho replicato, perché il signor Gelmini e il signor Flocchini non lo sono?
Ilaria Corioni

 

 

IL SINDACO DI CASTENEDOLO ESTERREFATTO !!!

Giornale di Brescia dell'8 febbraio 2004
Il sindaco: «Strumentale la polemica leghista: a Montichiari l’impianto andava bene, perchè lo bocciano a un chilometro di distanza?»
Castenedolo difende lo stadio
«Centro commerciale? È necessario per costruire l’impianto sportivo»

 «Esterrefatto». Giambattista Groli, sindaco di Castenedolo, non trova altri termini per descrivere il suo stato d’animo di fronte alla presa di posizione della Lega Nord in merito al progetto per il nuovo stadio del Brescia Calcio. «I leghisti Gelmini e Flocchini dicono di non essere contrari alla realizzazione di un nuovo impianto calcistico, ma di non volere il centro commerciale. Ma dovrebbero ben sapere che senza infrastrutture collaterali che garantiscano un ritorno economico ai privati che investono, è impossibile sostenere la spesa di un centinaio di miliardi di lire per uno stadio edificato ex novo». In merito alla questione del centro commerciale, il Consiglio provinciale ha approvato un documento in cui si chiede che non se ne costruiscano di nuovi. «Tuttavia - osserva il sindaco castenedolese - la Giunta regionale, che ha lo stesso colore politico di quella provinciale, ha chiesto al Broletto di modificare l’articolo 134 delle Norme tecniche di attuazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale per rischio di illegittimità e contrasto con le leggi regionali». Tornando allo stadio, ciò che più sorprende Groli è la differente valutazione da parte leghista di due progetti sostanzialmente uguali: perchè a Montichiari un paio d’anni fa andava bene e a Castenedolo non più? «L’idea di stadio nella brughiera l’hanno avuta loro per primi (la Lega amministra il Comune di Montichiari. ndr). Poi non hanno più potuto realizzarla e non perchè abbiano cambiato idea sul progetto, ma perchè l’operazione è stata bloccata in seguito a un’indagine giudiziaria». «Gli operatori interessati a costruire l’impianto - continua il primo cittadino - si sono allora rivolti al comune contermine, che ha valutato il medesimo progetto, ipotizzando di realizzarlo in un’area distante meno di un chilometro dalla precedente, prevista, ubicazione. Non si capisce allora perchè non debba più andare bene». Groli, che guida una coalizione di centrosinistra (e che non è più ricandidabile alle prossime elezioni avendo esaurito il doppio mandato), dice di riconoscersi nelle dichiarazioni di Alessandro Sala, assessore allo Sport della Giunta di centrodestra che governa la Provincia. Entrambi hanno partecipato, giovedì, alla riunione milanese all’Assessorato regionale ai trasporti e all’urbanistica durante la quale è stato avviato il «tavolo istituzionale» (composto dai rappresentanti di Regione, Provincia e Comuni di Brescia e Castenedolo) che dovrà valutare la fattibilità del progetto, soprattutto in rapporto alle infrastrutture vicine quali aeroporto, linea ferroviaria ad Alta Capacità e collegamento stradale Ospitaletto-Castenedolo. «Sottoscrivo quanto ha dichiarato Sala al termine dell’incontro di giovedì, che si è rivelato molto positivo - osserva Groli -. Lo stadio è una necessità per Brescia e per il Brescia. Non siamo mai stati così vicini a realizzare questo progetto. È giusto che adesso entrino in campo i tecnici. A loro toccherà valutare la fattibilità, analizzare le criticità, pesare l’impatto delle nuove infrastrutture». Il progetto originale degli architetti Mario Abba, Giorgio Rovati e Massimo Marai è da ritoccare, come abbiamo più volte ricordato, in seguito alla decisione di realizzare la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità e al possibile allungamento della pista dell’aeroporto di Montichiari. A tal proposito gli architetti hanno incontrato negli ultimi tempi i rappresentanti degli enti cui fanno capo le strutture poste sulle aree adiacenti allo stadio. «Quelle di Gelmini e Flocchini - conclude Groli - sono dichiarazioni strumentali motivate da altre ragioni, ovvero dalla vicinanza della scadenza elettorale. Io faccio l’amministratore e come tale mi piace che i progetti vengano realizzati. Peccato che qualcuno utilizzi le istituzioni per questioni di bottega». ro. be.

Bresciaoggi dell'8 febbraio 2004

Il sindaco Groli rispode alle critiche della Lega Nord e rilancia: «Sono contrapposizioni strumentali»

Castenedolo difende lo stadio

«Stop al centro commerciale? La Provincia non è competente»

di Eugenio Barboglio

Non accenna a placarsi la polemica sul nuovo stadio di calcio che dovrebbe sorgere a Castenedolo. Una polemica montata dapprima con il «no» pronunciato dalla Lega nord alla vigilia dell’incontro tecnico in Regione, a Milano, tra i vari soggetti pubblici e privati coinvolti nella partita. E poi esplosa quando, sull’esito dell’incontro, la Lega stessa ha tratto conseguenze politiche e chiesto la verifica della maggioranza in Provincia, agitando l’ipotesi di una rottura dell’accordo di sostegno alla rielezione di Cavalli.
Il rischio di crisi politica del centrodestra è l’effetto più macroscopico della sortita leghista. Un effetto di cui è difficile intuire la reale forza d’impatto sugli equilibri della maggioranza in Broletto. Certo è che le dichiarazioni di Giovanmaria Flocchini (e anche di Massimo Gelmini) hanno anche sparso qualche malumore in giro, provocando repliche piccate, come quelle del sindaco di Castenedolo Giovanbattista Groli, tirato in ballo da Flocchini su queste stesse colonne.
Groli, prima di qualsiasi replica, mostra un documento dal valore oggettivo: «Si tratta della delibera emessa dalla Regione cinque giorni fa, della quale probabilmente, visto che non ne hanno fatto cenno, neppure Flocchini e Gelmini sono a conoscenza». La delibera cassa il famoso emendamento al Piano territoriale di coordinamento, quello che vietava la realizzazione di nuovi centri commerciali in provincia di Brescia.
Cosa scrive il Pirellone nella delibera? «Che la disposizione del Piano di coordinamento che impone divieti localizzativi all’intero territorio provinciale contenuta nel punto 1 dell’art. 134 (quello emendato con il blocco ndr) (...) risulta in contrasto con i contenuti di cui al Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale (...) e pertanto deve essere eliminata con l’adeguamento alle previsioni del Programma triennale attraverso la definizione di criteri che tengono conto dello stesso».
In soldoni, la Regione dice che la Provincia non è competente a mettere argini di questa natura che riguardano la diffusione del commercio.
Messo da parte il documento, Groli passa al contrattacco. Non ha gradito, si diceva, quanto dichiarato da Flocchini. Non solo, non lo ritiene vero. «Non mi sono mai pronunciato - dice il primo cittadino di Castenedolo - sul precedente progetto di localizzazione in territorio di Montichiari. Il mio interessamento a quell’impianto si è limitato a una telefonata al sindaco Rosa per chiedere che l’Amministrazione di Castenedolo fosse coinvolta nelle eventuali soluzioni di viabilità legate all’infrastruttura».
Una telefonata che non ebbe seguito: «L’ipotesi di Montichiari decadde per via dell’indagine della magistratura che bloccò tutto». E spiega: «Fu dopo che i promotori si rivolsero a Castenedolo per dare un’altra sede allo stadio: e noi ci dichiarammo disponibili». Fa un passo indietro e precisa: «Quanto a mie valutazioni sui centri commerciali la sola che diedi riguardava il Centro Valentini, non lo stadio».
Le parole degli esponenti del Carroccio «mi sconcertano», ammette Groli. La ragione è che «la Lega carica a testa bassa un progetto, quello dell’architetto Abba, che è lo stesso che si doveva realizzare a Montichiari. Di mutato c’è solo il sito». Non la presenza dei negozi: «Quella è sempre stata prevista. Dov’è che si realizza uno stadio senza capitali privati oggi nel mondo». E i privati chiedono la possibilità di profitti. «Anche la previsione delle grandi infrastrutture nelle adiacenze c’era».
Allora, cosa ha spinto la Lega su queste posizioni? «A parte questioni interne alla coalizione sulle quali è inutile stare qui a ragionare, la Lega deve giustificare in qualche modo il fallimento dell’operazione su Montichiari, operazione sulla quale si era esposta agli occhi dell’elettorato e che invece è finita in flop».
Punto forte delle critiche leghiste è però l’ipotesi di ampliamento della pista dell’aeroporto, questo un elemento di novità. «Vero. Ma va detto che Abba e i tecnici di Enav e Enac hanno previsto la soluzione di spostare il parcheggio del D’Annunzio, il punto critico in rapporto allo stadio».
Del resto, per Groli c’è un dato che svela la strumentalità della posizione assunta ora dalla Lega: «Il primo impiando doveva sorgere a 4 chilometri da Castenedolo, quello attuale è alla stessa distanza».

 

DICHIARAZIONE DELL'ON.CASTAGNETTI DI FORZA ITALIA

Stadio: Forza Italia conferma il no al centro commerciale
PARLA CASTAGNETTI

BRESCIA - «L’interesse del sindaco Groli per la costruzione di un grande centro commerciale a Castenedolo era già noto e risulta quindi eccessiva l’enfasi con la quale ritorna sull’argomento» dichiara Guglielmo Castagnetti capogruppo di Forza Italia in Broletto tornando sul tema del nuovo stadio. «Ma è altrettanto nota la contrarietà della Provincia. Non c’entra nulla quindi la giusta aspirazione ad un nuovo stadio, condivisa e sostenuta dalla totalità delle forze politiche, così come è del tutto strumentale e pretestuoso il tentativo di rappresentare la Lega come partito bizzoso e indisciplinato quando si limita a difendere le scelte della maggioranza e le sue linee programmatiche».

 

LA PROVINCIA E IL DIBATTITO TRA LE FORZE POLITICHE NEL FEBBRAIO 2004

GdB del 12 febbraio 2004

Sì della Giunta al documento presentato dal presidente Cavalli: dovrà esaminare il progetto e valutare le criticità
Stadio: la Provincia approva la delibera

Sì della Provincia al progetto del nuovo stadio del Brescia calcio a Castenedolo. Una delibera  su questo argomento, presentata dal presidente Alberto Cavalli ai colleghi che con lui reggono le sorti del Broletto, è stata approvata all’unanimità nella seduta della Giunta tenutasi lunedì. Il progetto (nella foto), redatto dagli architetti bresciani Mario Abba, Giorgio Rovati, Massimo Marai, e definito in sede di discussione in Giunta «Cittadella telematica», è mirato alla realizzazione del nuovo impianto sportivo insieme ad attrezzature commerciali e per il terziario. «Ho ritenuto opportuno esprimere tempestivamente gli orientamenti dell’ente Provincia - ha spiegato ieri il presidente Cavalli in un comunicato stampa - a seguito della preannunciata volontà della Regione di iniziare l’esame del progetto e la valutazione delle criticità». «Come espresso già dalle due mozioni approvate a marzo e ottobre del 2000 dal Consiglio provinciale - ha continuato il presidente - si è ribadito che l’attuale collocazione dello stadio Rigamonti di Mompiano sia da considerare non più funzionale perché interna a quartieri urbani abitati e per di più inadeguata allo svolgimento della partite di campionato. È necessario pertanto costruire ex novo lo stadio, secondo i più moderni criteri e in una situazione di massima raggiungibilità e minimo disturbo per gli abitati». Cavalli punzecchia poi il Comune capoluogo. «La delibera della Provincia - osserva - prende atto che il Comune di Brescia non è stato in grado di risolvere l’annoso problema nell’ambito del Piano regolatore generale adottato di recente». Quello di Cavalli e della Giunta non è, naturalmente, un sì incondizionato. «Per quanto riguarda la valutazione del progetto del Brescia Calcio - aggiunge il presidente - occorre analizzare gli elementi di criticità quali il centro commerciale, l’aeroporto civile e militare, il tracciato della ferrovia Alta Capacità e la relativa stazione, la viabilità provinciale e sovraprovinciale, i parcheggi e il Piano territoriale di coordinamento provinciale». «L’analisi affidata agli Assessorati di competenza, e cioè al Territorio, Lavori pubblici, Trasporti, Sport, Ambiente e Attività produttive, coordinati come detta la delibera dal segretario generale della Provincia - conclude Cavalli - dovrà in particolare affrontare le criticità del rapporto tra l’insediamento del nuovo stadio con le strutture commerciali e terziarie previste, e il Piano territoriale provinciale, unitamente alla programmazione in atto e alla normativa vigente». La questione dello stadio aveva suscitato un vespaio di polemiche soprattutto la settimana scorsa, con la Lega Nord (alleata di Cavalli in Broletto) ad opporsi alla soluzione di realizzare lo stadio nella zona di Castenedolo.

 
Centrosinistra all’attacco del Broletto
TRE I PUNTI CRITICI: BILANCIO, DIRETTA TV E NUOVO STADIO
I consiglieri del Centrosinistra in Broletto vanno all’attacco della Giunta Cavalli. Lo hanno fatto in un incontro con la stampa avvenuto ieri in cui hanno affrontato tre diverse questioni: il bilancio, le dirette televisive del Consiglio provinciale e il nuovo stadio del Brescia calcio. Secondo il diessino Carlo Fogliata «la Giunta Cavalli arriva alla fine del suo mandato amministrativo di cinque anni lasciando in eredità ai bresciani i ritardi accumulati sia sul fronte delle infrastrutture sia su quello delle finanze del Broletto ». Fogliata ha presentato un raffronto tra l’ultimo anno della gestione Lepidi (1999) e l’ultimo di quella di Cavalli (2003). «Anche tenendo conto delle nuove competenze che la Provincia ha acquisito in questi anni - ha detto il consigliere Ds - lo scenario è disastroso. Infatti se nel ’99 i debiti in conto capitali per mutui da rimborsare erano di 160 milioni di euro, oggi sono saliti a 256 milioni a cui si aggiungeranno altri 75 milioni di euro in Bop (Buoni ordinari provinciali)». Ma secondo i rappresentanti dell’opposizione al centro della critica rivolta all’attuale Amministrazione ci sono anche una serie di promesse non mantenute: «La Sebina Orientale - ss 510 - è stata inaugurata per ben tre volte con altrettanti tagli di nastri da parte del ministro Lunardi. Discorso analogo va fatto per la Ss 237 della Valle Sabbia non ancora completata nonostante le rassicurazioni di Cavalli». Se il punto sul bilancio rimane dolente per il centrosinistra molte perplessità sono state sollevate da Aldo Rebecchi anche sulla questione delle dirette televisive del Consiglio provinciale. «Mi chiedo come mai - ha detto il coordinatore per la campagna elettorale dell’Ulivo - il Centrodestra vuole le dirette del Consiglio comunale e non ha mai sollevato questioni su quelle dal Broletto. Sono convinto che su alcuni argomenti come il Piano cave o l’approvazione del bilancio molti bresciani sarebbero interessati a seguire i lavori del Consiglio provinciale». Secondo Rebecchi una soluzione potrebbe essere quella di un accordo tra i capigruppo: «Non dico di proporre tutte le sedute in diretta ma almeno quelle più importanti. Ma al momento la cosa che mi sento di chiedere al Centrodestra bresciano è quella di mantenere un atteggiamento omogeneo sull’argomento». L’ultimo tema, quello dello stadio, è stato affrontato da Guido Galperti che ha chiesto esplicitamente al presidente Alberto Cavalli alcuni chiarimenti: «Sullo stadio che dovrebbe sorgere a Castenedolo ci sono in questo periodo prese di posizione che non capisco, come quella della Lega. So che è stato commissionato uno studio d’area sulla zona interessata dal nuovo stadio e dall’aeroporto, Chiediamo che Cavalli renda noti i contenuti di quello studio in modo da sbloccare una situazione che in questo momento è quantomai confusa e non porta da nessuna parte».

 

Bresciaoggi del 12 febbraio 2004

Passa il progetto-Castenedolo

Nuovo stadio: la Provincia dà il via libera

Il nuovo stadio del Brescia a Castenedolo? Avanti con le valutazioni tecniche in rapporto alle altre infrastrutture esistenti e previste nell’area. Nessun accenno invece alla posizione della Lega che ha acceso il semaforo rosso al progetto.
L’argomento è stato oggetto di una delibera della Giunta provinciale, presentata dal presidente Alberto Cavalli e approvata all'unanimità. «Ho ritenuto opportuno esprimere tempestivamente gli orientamenti dell'ente Provincia a seguito della preannunciata volontà della Regione Lombardia di iniziare l'esame del progetto e la valutazione delle criticità.
«Come espresso già dalle due mozioni approvate a marzo e ottobre del 2000 dal Consiglio provinciale si è ribadito che l'attuale collocazione dello stadio Rigamonti sia da considerare non più funzionale perché interna a quartieri urbani abitati e per di più inadeguata allo svolgimento delle partite di campionato. È necessario pertanto costruire ex novo lo stadio, secondo i più moderni criteri e in una situazione di massima raggiungibilità e minimo disturbo agli abitati.
«La delibera, inoltre, prende atto che il Comune di Brescia non è stato in grado di risolvere l'annoso problema nell'ambito del Piano regolatore adottato di recente».
Per quanto riguarda la valutazione del progetto del Brescia Calcio, occorre analizzare gli elementi di criticità quali il centro commerciale, l'aeroporto civile e militare, il tracciato della ferrovia Alta Capacità e la relativa stazione, la viabilità provinciale e sovraprovinciale, i parcheggi e il Piano territoriale di coordinamento provinciale.
«L'analisi affidata agli assessorati di competenza, e cioè al territorio, lavori pubblici, trasporti, sport, ambiente e attività produttive, coordinati come detta la delibera dal segretario generale della Provincia - conclude Cavalli - dovrà in particolare affrontare le criticità del rapporto tra l'insediamento del nuovo stadio con le strutture commerciali e terziarie previste, e il Piano territoriale provinciale, unitamente alla programmazione in atto e alla normativa vigente».

 

Bresciaoggi del 13 febbraio 2004

Il centrosinistra replica all’ottimismo del presidente provinciale

«Stadio, servirà almeno un anno per discutere su tutte le criticità»

Il presidente della Provincia, Alberto Cavalli, l’altro giorno aveva acceso il semaforo verde al progetto dello stadio a Castenedolo con una delibera che ieri è finita nel mirino dell’opposizione di centrosinistra.
L’Ulivo replica mettendo in chiaro che «la delibera numero 26 del 10 febbraio 2004, sbandierata dal presidente Cavalli, non è altro che una mera presa d’atto del verbale di un incontro tenutosi a Milano il 6 febbraio 2004, nel corso del quale l’assessore Moneta ha detto testualmente "di non poter prevedere i tempi, ma comunque saranno lunghi", ripetendo che "servirà forse un anno solo per evadere tutte le criticità"».
I nodi dell’aeroporto e del futuro centro commerciale collegato allo stadio, con le rispettive opere viarie, sono le cosiddette «criticità» attorno alle quali ruota l’annosa questione dello stadio di calcio.
Un iter, quello che porterebbe al via dei lavori del nuovo stadio, che potrebbe durare ancora diversi mesi. «Quando ci sarà la condivisione di tutti i soggetti - ricordano gli esponenti del centrosinistra citando ancora l’assessore Moneta -, allora e solo allora inizieremo come Regione l’iter dell’accordo».
Continua quindi il braccio di ferro sullo snodo dell’impianto. Una contesa politica, nella quale nei giorni scorsi si era inserito il no secco della Lega nord, che pure fa parte della Giunta Cavalli.
Ora il centrosinistra non usa mezzi termini, e parla esplicitamente di un «bluff». E sottolinea: «In sostanza la Regione ha detto a Cavalli, commissario da oltre due anni per il Piano d’area di Montichiari, di svegliarsi e cominciare a fare qualcosa, aggiungendo che, visto l’interlocutore, i tempi saranno lunghi».

Ugo Gussalli Beretta, presidente dell’aeroporto di Montichiari, protesta per il mancato invito all’incontro sullo stadio

«Vi siete dimenticati di noi»

Ugo Gussalli Beretta, presidente dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari s’arrabbia e tira le orecchie all’assessorato regionale al Territorio della Regione Lombardia per non essere stato invitato il 5 febbraio all’incontro «per analizzare il progetto Cittadella Telematica volto alla realizzazione dello stadio e del centro commerciale». Beretta esprime il «rammarico di non essere stati invitati a questo primo incontro ufficiale che ha visto la presenza, fra gli altri, di soggetti non titolati alla sottoscrizione dell’accordo di programma».
«Quanto sopra risulta ancora più incomprensibile posto che l’area su cui insiste il progetto de quo è adiacente al perimetro aeroportuale, e che eravamo stati sempre invitati ai precedenti incontri nei quali erano emerse le interferenze da verificare»
«Risulta evidente - insiste Beretta - la necessità di proseguire il confronto tematico nelle rispettive competenze circa la compatibilità fra l’infrastruttura aeroportuale esistente e l’ipotesi progettuale del nuovo complesso. Pur condividendo l’esigenza di decentrare lo stadio di calcio, si reputa indispensabile che la realizzazione dello stesso sia subordinata alla necessità di sviluppo dell’aeroporto di Montichiari nel medio e lungo periodo. Infatti, appare pleonastico evidenziare l’importanza che l’infrastruttura aeroportuale riveste per l’economia bresciana e lombarda e per la quale sono già stati impiegati e sono programmati ingenti interventi con denaro pubblico».
«Richiediamo agli enti in indirizzo - conclude Beretta - di essere convocati ogni qualvolta vengano indette riunioni o incontri aventi per oggetto interventi che possano incidere sulla pianificazione territoriale con particolare riferimento allo sviluppo aeroportuale».

 

GdB del 15 febbraio 2004

Reazioni a catena dopo la costituzione del tavolo istituzionale e la delibera della Provincia
Lo stadio delle mille polemiche
Il Comune di Brescia: positivo l’ok del Broletto. Ma la Lega ribadisce il no

Roberto Bernardo

Più che di stadio si dovrebbe parlare di arena, visto il clima da lotta senza esclusione di colpi (talvolta persino di tutti contro tutti) che si è creato negli ultimi tempi nell’ambiente politico in merito alla questione del nuovo impianto del Brescia a Castenedolo. In particolar modo, la riunione del 5 febbraio in Regione - in seguito alla quale è stato costituito un «tavolo istituzionale» per vagliare il progetto - e la successiva delibera sulla «cittadella telematica» approvata dalla Provincia il 10 febbraio hanno dato la stura a reazioni che hanno interessato quello che in altri tempi si sarebbe chiamato «l’intero arco costituzionale». Da una parte c’è la soddisfazione del Comune di Brescia, espressa dall’assessore allo sport, Giorgio Lamberti, per «l’allineamento della Provincia alle posizioni di chiarezza del Comune di Brescia, che da sempre sostiene la validità della soluzione Castenedolo». «Mi auguro - ha detto Lamberti - che questa delibera sia un atto politico forte, tale da far superare le polemiche per lavorare tutti insieme in vista del raggiungimento dell’obiettivo». Di segno diametralmente opposto la posizione della Lega Nord, espressa dal segretario provinciale, Massimo Gelmini, dal consigliere regionale Giovan Maria Flocchini, dall’assessore provinciale Roberto Faustinelli. «L’approvazione della delibera da parte della Giunta - dicono i leghisti - non significa che la Provincia ha dato il via libera al progetto stadio, ma soltanto che il progetto verrà analizzato per verificarne criticità e compatibilità ambientali. Noi, pur riconoscendo l’importanza di realizzare un nuovo stadio, rimaniamo contrari all’ipotesi Castenedolo, soprattutto per il centro commerciale da 120mila metri cubi che è parte integrante del progetto. Ricordiamo che la Provincia ha votato emendamenti contrari alla realizzazione di altri mega-centri: nel Bresciano ce ne sono già troppi». In materia di centri commerciali, però, ricorda Lamberti alla Lega Nord (come aveva fatto la settimana scorsa Giambattista Groli, sindaco di Castenedolo), è la Regione ad avere competenza. L’ex primatista mondiale di nuoto rintuzza poi le punzecchiature di Cavalli che, nell’illustrare la delibera provinciale, ha sottolineato che «il Comune di Brescia non è stato in grado di risolvere il problema». «Se nell’area urbana non è stata riscontrata una superficie adatta a ospitare lo stadio - ha dichiarato Lamberti - significa che non c’era. Chi critica dovrebbe esprimere controproposte. L’Amministrazione comunale cittadina si è tuttavia adoperata per trovare una soluzione alternativa: non ha avversato quella precedente di Montichiari e ha espresso pieno accordo per quella di Castenedolo, in un’area che, peraltro, dista poche centinaia di metri dalla precedente». E se Gelmini, Flocchini e Faustinelli si chiedono «cosa c’entri il Comune di Brescia nel tavolo istituzionale creato in Regione», Lamberti risponde che proprio la Loggia ha sbloccato la situazione, contribuendo a far vendere - nel gennaio 2003 - l’area dell’ex Ipab Rossini alla società Opera «e reinvestendo nel sociale i proventi della cessione». In merito alle osservazioni di Groli, che accusava Gelmini d’incoerenza per aver dapprima sponsorizzato il progetto monteclarense e poi bocciato quello castenedolese, il segretario provinciale leghista ha precisato che il progetto non si è arenato tanto per l’inchiesta giudiziaria, ma «perchè abbiamo avuto il coraggio di non assecondare queste operazioni: se le strutture collaterali sono necessarie alla realizzazione di un nuovo stadio, se ne devono studiare di meno ingombranti e meno nocive per l’impatto ambientale». «Noi - gli ha fatto eco Flocchini - non siamo come i Ds che si dichiarano contrari ai centri commerciali e poi sponsorizzano quello di Castenedolo». Il Carroccio ribadisce dunque la contrarietà a «questo» stadio e pone alcune questioni che riguardano anche gli alleati della Casa delle libertà. Intanto chiede coerenza («scelga con chi stare») a Vigilio Bettinsoli (Forza Italia), contemporaneamente membro del consiglio di amministrazione dell’aeroporto D’Annunzio e consulente del Brescia calcio. Da Cavalli i padani pretendono maggiore chiarezza («e non solo sulla questione dello stadio») per capire se potrà continuare l’alleanza all’interno della Casa delle libertà. «Altrimenti - osservano - faremo le nostre valutazioni in vista delle prossime elezioni. C’è un primo turno, potrebbe essercene un secondo...». Che la coalizione di centro-destra abbia qualche problema di compattezza si capisce anche dalle parole che Gelmini riserva ad An, «che molte volte, sui temi importanti, in Provincia si trova contrapposta alla Lega e sembra quasi la voglia estromettere dall’alleanza».

 

Centro-sinistra: la delibera della Provincia? Il solito bluff
«NESSUNA NOVITA’: E’ SOLO LA PRESA D’ATTO DI UN DOCUMENTO DELLA REGIONE»

«L’ennesimo bluff di Cavalli». Non vanno per il sottile le minoranze del Broletto nell’attaccare il presidente della Provincia. In un comunicato firmato da Carlo Fogliata e Mario Braga per i gruppi consiliari del centro-sinistra-Ulivo, si apprende dello «stupore per il via libera dato dalla Provincia alla realizzazione del nuovo stadio per il Brescia (notizia pubblicata il 12 febbraio ndr)». «Avendo appreso dai giornali la notizia della delibera, prima che dall’albo al quale avrebbe dovuto essere pubblicata - scrive il centrosinistra - abbiamo scoperto l’ennesimo bluff di Cavalli dopo la metropolitana provinciale, la nuova sede della Provincia e via elencando. Cosa è avvenuto? La delibera 26 del 10 febbraio sbandierata da Cavalli in via di pubblicazione non è che la presa d’atto del verbale di un incontro tenuto a Milano il 5 febbraio nel corso del quale l’assessore regionale Moneta ha detto di non poter prevedere i tempi, "che saranno lunghi" e ha ripetuto che servirà forse un anno solo per evadere tutte le criticità. Quando ci sarà la condivisione di tutti i soggetti, ha ribadito Moneta, la Regione inizierà l’iter dell’accordo». Secondo il centrosinistra la Regione ha detto a Cavalli, «commissario da oltre due anni per il Piano d’area di Montichiari, di cominciare a far qualcosa, aggiungendo che, visto l’interlocutore, i tempi saranno lunghi. Il presidente, dopo la tirata d’orecchie, con una delibera di "affidamento al segretario generale del ruolo di coordinatore", cioè lavandosi le mani del problema, millanta di aver trovato la soluzione per lo stadio, aggiungendo che invece il Comune di Brescia non ha risolto nulla». Fogliata e Braga accusano Cavalli di «meschinità e bugie», aggiungendo che «al di là di ogni considerazione, il centrosinistra-Ulivo in Broletto ritiene, anche su questo tema, di svolgere una funzione di corretta illustrazione degli atti, fermo restando che nel merito della questione, nel momento in cui venisse finalmente in discussione in sede istituzionale, non mancherà di illustrare le sue posizioni e una soluzione condivisa e utile per tutti».

 

Bresciaoggi del 15 febbraio 2004

Si accende nuovamente la polemica. L’assessore alla Sport: «È il Brescia che vuole un nuovo impianto»

Stadio, Loggia contro Cavalli

Lamberti: «Alternative a Castenedolo? Le indichi il Broletto»


Anche il Comune scende in campo sulla questione dello stadio di calcio. Una polemica dalla quale probabilmente avrebbe voluto rimanere fuori, visto che nella tempesta ci sono altri soggetti: la Provincia, il comune di Castenedolo, la Lega Nord che l'ha scatenata schierandosi apertamente «contro» proprio alla vigilia del vertice tecnico in Regione. E poi, nei giorni seguenti, non facendo neppure un metro indietro.
Perché invece il cambio di strategia? La Loggia si è sentita tirata nelle polemica da Alberto Cavalli. E ora rompe gli indugi: «Il presidente provinciale - dice Giorgio Lamberti, assessore comunale allo Sport - ha detto che il Comune non ha trovato alternative a Castenedolo». Alternative, si intende, all'interno dei confini del capoluogo.
Per Lamberti la risposta è semplice: «Non si sono trovate - replica - le alternative per il semplice motivo che non ci sono». La tesi del Comune è che «mancano le condizioni per realizzare lo stadio a Brescia». Così stando le cose, ben venga che vi sia un altro posto dove certe condizioni ricorrono, un posto che «il Comune di Castenedolo ha offerto e che va bene al Brescia calcio».
La società di Corioni è la chiave, tiene a sottolineare Lamberti. «L'esigenza nasce dal Brescia che vede dei vantaggi sportivi in un nuovo campo senza dimenticare la possibilità di farne un volano anche economico, vedi il ruolo dello stadio nell'ottica di rilancio economico e di collocazione in Borsa».
Ma una cosa dal Comune viene ritenuta insindacabile: «Il Brescia lo stadio ce l'ha già. E glie lo dà in gestione il Comune». L'assessore segue il filo del ragionamento: «Non è sulla strada, il Brescia, ma sente l'esigenza - e l'ha manifestata - di godere di una struttura con altre caratteristiche rispetto a quella attuale».
E lo svolge fino in fondo: «Non avrebbe senso costruire uno stadio col rischio di non trovare poi d'accordo il diretto interessato: il Brescia calcio». Il quale invece ha detto sì a Castenedolo, come ha detto sì al centro commerciale.
Già perché, come si sa, sullo stadio non c'è polemica solo su dove costruirlo, ma anche se ci vogliono i negozi o no. L'Ulivo nei giorni scorsi ha detto una cosa che Lamberti condivide: «Il Carroccio attacca lo stadio di Castenedolo ma intanto non ha nulla da obiettare sul centro commerciale al Comparto Milano».
Il problema della funzione commerciale - si sa anche questo - è però superato dalla delibera regionale che afferma l'esclusività di Milano in decisioni sulla quella materia. Lamberti ricorda che è un pronunciamento che taglia la testa al toro, come aveva peraltro fatto già il sindaco di Castenedolo, Gianbattista Groli. La cui ricostruzione dei fatti è spostata in pieno dall'assessore cittadino allo Sport. Il quale torna su quell'attacco di Cavalli; e gli manda a dire: «Trovi lui l'alternativa; sia la Provincia a fare proposte». Se non le fa «è perché non ci sono». Come respinge l'ipotesi della Lega per la quale lo stadio dovrebbe essere solo impianto sportivo e per giunta realizzato con una partecipazione pubblica a compenso del mancato giro d'affari legato al commercio: «I Comuni non hanno fondi - spiega - da investire su una struttura come lo stadio. In più sarebbe difficile giustificare agli occhi della cittadinanza un esborso per un'opera che non rientra nell'emergenza».
Ha il sapore dell'atto dovuto per Lamberti la delibera provinciale 26 del 10 febbraio con la quale il Broletto fa proprie le conclusioni del vertice pubblico-privato del Pirellone, quelle che stabiliscono il percorso tecnico di esame delle criticità. «Se il Broletto si allinea alle posizioni prese in quell'incontro significa che non c'è contrasto, che siamo d'accordo sulla priorità di attendere le verifiche tecniche». Ma se è così - intende l'amministratore - perché l'attacco al Comune? Eugenio Barboglio

 

Lega nord: «La nuova struttura sportiva è utile Ma si faccia altrove»

La Segreteria Provinciale della Lega Nord puntualizza, attraverso le parole del segretario provinciale Massimo Gelmini, del consigliere Giovanmaria Flocchini e dell’assessore Roberto Faustinelli, la sua posizione in merito al tema del nuovo stadio.
«Desideriamo precisare che nella delibera approvata dalla giunta provinciale, votata anche dai rappresentanti della Lega, non si esprimeva un’approvazione, ma si affermava che è necessario approfondire il progetto e verificare le criticità che possono incidere sulla realizzazione dello stadio a Castenedolo», hanno affermato ieri in una conferenza stampa. «Per quanto ci riguarda, diciamo sì al nuovo stadio, ma questa soluzione non è seria perchè si inquadra in un’area che non è vocata a questo progetto. Abbiamo, inoltre, già più volte sottolineato la nostra contrarietà alle strutture collaterali, ed in particolare al centro commerciale ad alto impatto sul territorio , la cui costruzione è vietata anche da una norma del Prc».
Anche secondo i rappresentanti della Lega, la realizzazione dello stadio dovrebbe essere, inoltre, vincolata alla risoluzione di numerosi problemi quali il rapporto con l’aereoporto e la realizzazione della ferrovia ad alta velocità.
«Abbiamo recentemente avuto con il presidente Cavalli un incontro su questo tema di cui non siamo del tutto soddisfatti», ha continuato Gelmini. «Abbiamo fatto tutti una battaglia con i centri commerciali, ora sembrano tutti d’accordo sul fatto di inserirne uno nel progetto della nuova struttura.
Nella maggioranza si verifica spesso una contrapposizione che vede la Lega schierata su un fronte ed altri partiti, soprattutto An, sull’altro; in vista delle elezioni, riteniamo che sia necessaria una maggiore coerenza e compattezza. Non abbiamo ancora sentito il resto dello schieramento esprimersi su questioni in base alle quali valuteremo se appoggiare il presidente Cavalli al primo o al secondo turno».
n.d
.a.

 

GdB del 15 febbraio 2004 - Posizione ASCOM
No dell’Ascom al centro commerciale: «Ce ne sono già troppi»
DUBBI ANCHE SULL’AREA

In relazione alla questione stadio, il presidente dell’Associazione commercianti provinciale Ferruccio Rossi Thielen osserva: «Siamo consapevoli dell’urgente necessità di costruire, in un’area adeguata e decentrata, una moderna ed efficiente struttura sportiva, ma siamo convinti che le ipotesi progettuali ventilate debbano essere, almeno in parte, riconsiderate». «Ci riferiamo specificatamente - continua - alla balzana idea di annettere al nuovo stadio un centro commerciale. È paradossale immaginare la costruzione dell’ennesimo centro commerciale in una provincia che detiene il triste primato della maggiore densità commerciale in Italia e stupefacente sarebbe constatare il capovolgimento d’indirizzo programmatorio di Regione e Provincia, che, salvo smentite, dovrebbe tendere a contenere ulteriori nuovi, grandi insediamenti commerciali. Sarebbe poi risibile il ragionamento d’ordine economico addotto a sostegno del progetto: infatti, se fosse accolta questa stravagante idea, potremmo assistere in futuro alla necessità di costruire ovunque centri commerciali per finanziare infrastrutture (strade, ospedali, scuole) di pubblica utilità». Anche sull’area prescelta l’Associazione commercianti esprime riserve, «constatando che essa è adiacente al perimetro dell’aeroporto D’Annunzio, il cui sviluppo, così importante per il turismo, potrebbe essere mortificato». Nel ribadire la contrarietà dell’Ascom bresciana alla costruzione di un centro commerciale annesso al nuovo stadio, «qualunque sia la collocazione», Rossi Thielen rivolge un appello alle istituzioni «affinché ragionevolezza e buon senso prevalgano nell’interesse di tutti».

 

L'INTERROGAZIONE DI CASELLA NEL C.C. DEL 25/02/2004 E LA RISPOSTA DEL SINDACO

Il sottoscritto Casella Giuseppe Consigliere Comunale a nome proprio e dei partiti di Forza Italia ed Alleanza Nazionale a norma dell'Art. 59 del Regolamento di Attuazione dello Statuto rivolge la seguente interpellanza al Sig. Sindaco Gianantonio Rosa.

Sig. Sindaco,

sono trascorsi circa quattro mesi da quando ella ha proposto e fatto approvare al consiglio comunale un ordine del giorno che di fatto poneva fine alla realizzazione del nuovo campo di calcio per la categoria C2, con il preciso impegno che si sarebbe fatto carico di consultare la federazione Gioco Calcio di Firenze per avere precise notizie circa le spese da sostenere per la esecuzione delle opere necessarie alla messa a norma del Campo di calcio Romeo Menti.

Nel consiglio comunale del 22 dicembre 2003, per correttezza, lei stesso riferiva al consiglio che la Federazione aveva mandato l'architetto Vaccari il quale... " ha già effettuato il sopralluogo ed io penso nel giro di due, tre, cinque giorni, massimo, manderà per iscritto le ipotesi per gli eventuali interventi. Come arriva la documentazione penso che ci si possa lavorare e capire anche se quello che io avevo proposto è fuori luogo o meno."

Fin qui le sue parole alle quali non sono seguiti fatti concreti. Per questo, tenuto conto del fatto, che in pari data il consiglio comunale, su nostra proposta, alla unanimità deliberava:

1) - mettere a disposizione della AC Montichiari un campo di calcio con i requisiti minimi regolamentari stabiliti dalla F.I.G.C. per la categoria C2;

2) - a realizzare campi di calcio per gli allenamenti della AC Montichiari e per le squadre giovanili;

si interpella il Signor Sindaco:

1) per avere notizie dettagliate circa le opere da realizzare, ed il costo che l'amministrazione Comunale dovrebbe sopportare per mettere a norma il campo Romeo Menti;

2) per sapere quali iniziative sono state intraprese per la realizzazione di nuovi campi per l'allenamento della AC Montichiari e per le squadre giovanili.


Il Sindaco ha risposto che la FIGC ha comunicato che nel breve gli interventi da fare sul "R.Menti" sono : la pavimentazione nel parcheggio interno sud, le tettoie davanti agli spogliatoi, la recinzione interna che isoli gli spogliatoi dai parcheggi, panchine regolamentari.  Entro 2 anni : eliminare la provvisorietà degli spogliatoi in prefabbricato, estensione a 4000 posti per il pubblico, sala stampa e postazioni per i giornalisti, sala interviste.  Il Sindaco ha detto che non è dell'opinione che tutte queste cose vengano fatte e pertanto ha convocato una riunione con rappresentanti di tutti i Gruppi per un confronto sul da farsi.  Circa i nuovi campi d'allenamento il Sindaco ha detto che "Stiamo cercando di concretizzare!".

 

DOPO LE ELEZIONI DI GIUGNO 2004

Bresciaoggi 23 luglio 2004

MONTICHIARI. Si spengono i riflettori sulle polemiche che accompagnarono l’ipotesi di un impianto

Il declino del nuovo stadio

"Il Menti è sufficiente", ma arriveranno due campi d’allenamento

Il nuovo stadio di calcio a Montichiari sembra non essere più oggetto di discussioni, perchè non lo si farà. Lo è stato per tutta la campagna elettorale, dove le liste di opposizione al sindaco Gianantonio Rosa, poi riconfermato, si sono battute per spiegare ai cittadini che questa poteva essere una promessa non mantenuta da parte dell'amministrazione leghista. La quale ha risposto subito, tramite l'assessore allo sport Peppino Boifava, dandosi da fare attivamente per risolvere il problema degli allenamenti dei giovani e trovando una soluzione con la realizzazione di due campi di calcio sintetici adiacenti il Palageorge. Il tutto con l'aiuto finanziario del Gruppo Systema, sponsor della squadra di calcio di C2 del Montichiari che da poche settimane è presieduto da Maurizio Soloni, presidente anche della squadra di pallanuoto della Systema, detentrice di uno scudetto e di due coppe europee. "Il nostro primo pensiero è ora rivolto al settore giovanile - conferma il vicepresidente della squadra Leonardo Chiarini, prendendo anche la parte di Soloni - il Romeo Menti per ora è a posto e con i due campi di calcio nuovi possiamo proseguire con i nostri piani".
Vincendo quindi le elezioni, l'amministrazione Rosa ha anche vinto la diatriba riferita allo stadio nuovo, che difficilmente verrà realizzato in questi prossimi cinque anni, mentre presto saranno pronti quei due campi di allenamento. "Saranno pronti per fine anno e risolveranno totalmente il problema dei giovani che prima erano costretti ad andare ad allenarsi nei comuni limitrofi - spiega il vicensidaco Peppino Boifava - inoltre, vi sono molti parcheggi e accanto a questi due campi nuovi sarà possibile in futuro realizzarne un terzo in terra battuta".
Alla presentazione ufficiale della squadra di C2 erano, però, assenti il sindaco Rosa ed il suo vice Boifava. Un'assenza voluta? "Non c'è stato il tempo per incontrarci prima" pare sia stata la spiegazione. Che la collaborazione tra l'amministrazione Rosa e i vertici della Systema non possa che essere positiva lo dimostra il fatto che 5 anni fa l'azienda (leader nel settore ecologico e nel trattamento dei rifiuti) donò a Vighizzolo una scuola materna ed ora si è fatta carico di due milioni di euro per i campi di allenamento e relativi servizi, donati al Comune di Montichiari. E se la nuova squadra presieduta da Soloni dovesse salire in C1? Ritornerebbe l'idea dello stadio nuovo? Non è detto. "Potrebbe accadere che la società monteclarense faccia un accordo per l'utilizzo in tandem del futuro stadio del Brescia Calcio - afferma un dirigente locale che vuole restare anonimo. Il via libera per l'insediamento del complesso sportivo del Brescia Calcio verrà dato nel prossimo consiglio provinciale previsto per fine mese. L'unico problema rimasto sembra quello della "compatibilità con le infrastrutture limitrofe, quali aeroporto e transito dell'alta capacità ferroviaria", mentre l'area di costruzione sarà sul territorio di Castenedolo ma a due passi dal confine con Montichiari. L'idea dell'utilizzo di uno stadio per due squadre era già stata accarezzata dai diessini e potrebbe non essere una chimera, visti gli elevati costi per la costruzione di un nuovo stadio. Considerato anche che le partite in C2 non attirano per ora più di 300 spettatori e che sistemare a dovere il vecchio stadio Romeo Menti, oltre alla spesa, non risolverebbe il grave problema dei parcheggi.


Francesco Di Chiara

 

GLI ARTICOLI DI OTTOBRE 2004

 

L'articolo del 6 novembre apparso sul Giornale di Brescia

Stadio: la Giunta Provinciale "prende atto" dell’accordo


BRESCIA - Dopo l’incontro del mese scorso in Regione a Milano, al termine del quale gli enti coinvolti hanno manifestato la volontà di dare avvio alle procedure dell’accordo di programma per la costruzione del nuovo stadio di calcio del Brescia a Castenedolo, la Giunta provinciale di Brescia ha deliberato "di prendere atto del verbale sottoscritto dai rappresentanti di Regione, Provincia, Comune di Brescia e Castenedolo, per la realizzazione di una Cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali e tecnologiche". La Giunta Cavalli, sottolineando che il progetto non è vincolante ai fini dell’accordo stesso, ha confermato come le criticità evidenziate debbano essere tenute in considerazione anche nel rispetto degli indirizzi e delle prescrizioni del Piano territoriale di coordinamento. "Tra l’altro - si legge nel documento - l’oggetto dell’accordo dovrà essere compatibile con le infrastrutture esistenti e programmate nel territorio. Nella delibera si prende atto del verbale scaturito dalla riunione in Regione e si ribadisce la volontà di aderire all’accordo rispettando i vincoli descritti.

 

 

E POI SI DECIDE DI INTERVENIRE SUL VECCHIO STADIO "MENTI" PER L'A.C.MONTICHIARI

Nell'autunno del 2004 partono altri lavori di ristrutturazione del vecchio stadio.  La società A.C. Montichiari, dopo aver dimostrato grande scontentezza per la conduzione della questione "nuovo stadio del Montichiari calcio", almeno sino alle elezioni, dopo la riconferma di Rosa decide che è giusto intervenire sul vecchio stadio.  Non siamo in grado di fornire informazioni dettagliate sul progetto ma ci pare di poter dire che è un peccato ristrutturare uno spazio verde per ritrovarsi poi con un muro tipo carcere su viale Marconi.  Peccato davvero! Laddove poteva essere liberata un'area ludico sportiva aperta alle scuole e "libera" da muri oscuri ci si ritrova con uno stadio comunque vecchio e centrale anzichè con un nuovo stadio nella zona sportiva (Palageore - Ospedale) con area già di proprietà, vicino ai campi di allenamento pagati da Systema, gruppo sponsor proprio del calcio.  Quale convenienza?  Quanto è il saldo dell'operazione?  Sarebbe interessante saperlo !!!

 

 

 

L'articolo del 13 novembre apparso su Bresciaoggi

Dopo il «sì» della Provincia e dei Comuni di Castenedolo e di Brescia all’accordo di programma

Stadio, palla alla Regione

La delibera del Pirellone è attesa entro fine mese
di Massimo Tedeschi

Gli enti bresciani che dovevano pronunciarsi hanno detto sì. Il Comune di Castenedolo ha raccolto l’assenso di Provincia e Comune di Brescia e all’inizio della settimana li ha puntualmente «girati» all’assessorato regionale al Territorio e urbanistica, retto da Alessandro Moneta.
A questo punto manca solo la delibera della giunta regionale perchè la Conferenza per l’accordo di programma sul nuovo stadio del Brescia calcio, previsto a Castenedolo, prenda corpo e inizi i propri lavori. Se non sorgeranno problemi particolari, per la prossima primavera l’accordo di programma potrebbe essere cosa fatta: la decisione regionale, a quel punto, comporterà una variante al Piano regolatore di Castenedolo e segnerà il nuovo destino degli 800mila metri quadrati di area (oggi agricola) di proprietà di Opera all’estremità orientale di Castenedolo: una porzione di territorio che sarà intersecata dalla linea ferroviaria ad Alta velocità con la relativa stazione. Il Rigamonti bis è solo un tassello di un intervento molto più vasto e complesso, denominato «Cittadella telematica per le attività sportive, commerciali, culturali e tecnologiche».
A nord dei binari è previsto infatti uno shopping center da 110mila metri quadrati, a sud lo stadio e le relative pertinenze. Il tutto servito da 20mila posti auto. Se si aggiunge che l’area sorge a ridosso dell’aeroporto di Montichiari, e che qui si attesterà anche l’innesto della Provinciale 19 con la Goitese, è evidente che la zona è destinata a diventare uno snodo per le comunicazioni stradali, ferroviarie e aeroportuali bresciane.
Il crocevia di arterie così numerose e differenti (a cui potrebbe aggiungersi un raccordo ferroviario di natura metropolitana con la stazione di Brescia) comporta grosse complicazioni progettuali e conflitti delle compatibilità, ma offre anche straordinarie chances di valorizzazione dell’area per gli operatori che intervengono.
Le criticità maggiori, peraltro, sembrano ormai superate: i proponenti dell’iniziativa (Opera, appunto) hanno già raggiunto accordi con l’Alta velocità, accollandosi la realizzazione della stazione, e con l’aeroporto. La recente acquisizione - da parte della srl di Cervati, Galeazzi e Faustini - di quasi 200mila metri quadrati di area adiacenti ai 610mila già acquistati in precedenza, risponde infatti alla necessità di far slittare stadio e «cittadella dello svago» lontano dall’area di rispetto aeroportuale.
A questo punto, si diceva, la delicata e complessa partita dell’intero intervento, stadio compreso, dovrebbe essere affrontata nella seduta di giunta regionale di venerdì prossimo, e deliberata definitivamente il 26 novembre. Fatta la delibera, la Conferenza per l’accordo di programma sarà formalmente aperta e tutti i nodi (urbanistici, viabilistici, infrastrutturali) dovranno trovare una composizione condivisa da privati ed enti pubblici. L’ostacolo politico maggiore, rappresentato dall’opposizione della Lega, sembra superato: il fatto che in Broletto la delibera, che segna l’adesione all’iter dell’accordo di programma, sia stata presentata dall’assessore del Carroccio Aristide Peli, è un segnale non equivoco in questa direzione.
Nel frattempo il quadro generale dello sport italiano segna un punto a favore del progetto del nuovo stadio «a cinque stelle» del Brescia. L’altro giorno, a margine dei lavori del Consiglio federale, il presidente Franco Carraro ha confermato l’intenzione di candidare l’Italia a ospitare gli Europei 2012 di calcio. Ma mancano all’appello gli stadi di qualità. Il progetto di Castenedolo potrebbe colmare la prima lacuna, e intercettare sgravi e facilitazioni da parte del governo.

 

 

PRESENTATO IL PROGETTO - 2 DICEMBRE 2004

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Bresciaoggi del 2/12/04

La Regione aderisce all’ipotesi di accordo di programma per la "Cittadella telematica e dello sport" a Castenedolo. Depositato il progetto

Rigamonti-bis, ecco come sarà
L’Alta velocità e la sua stazione divideranno stadio e maxi-centro commerciale
di Massimo Tedeschi

La Regione Lombardia dice sì allo stadio e al nuovo centro commerciale di Castenedolo, chiudendo definitivamente la partita con Montichiari.
I proponenti (Opera srl e Brescia calcio) rompono gli indugi e presentano il progetto al Comune di Castenedolo, diventato "titolare" della partita.
Nel volgere di pochi giorni l’iter che porta alla realizzazione del Rigamonti-bis a sud della Fascia d’oro ha subito un’accelerazione. E se anche la delibera regionale fissa come termine ultimo per l’accordo di programma il 31 dicembre 2005, i proponenti sono convinti che i tempi saranno brevi e già in primavera il quadro sarà chiarito.
LO SNODO VIARIO. Parlare di nuovo stadio risulta riduttivo per un’operazione denominata "Cittadella telematica per attività sportive, commerciali, culturali, tecnologiche" che investe un’area di 750mila metri quadrati (due volte e mezza il comparto Milano), prevede superfici commerciali per 75mila metri quadrati (il doppio delle "Rondinelle") e soprattutto prefigura uno snodo di infrastrutture pressochè unico nel Nord Italia. Nel raggio di un paio di chilometri, infatti, verrano a ritrovarsi: la stazione dell’Alta velocità della Lombardia orientale per il "corridoio 5", l’aeroporto di Montichiari, il casello autostradale (già esistente), la nuova strada provinciale 19 (di cui è già stato approvato il progetto esecutivo, e che tempo due anni dovrebbe diventare realtà), la ferrovia locale per Brescia. Uno snodo ad elevato potenziale economico, che potrebbe convincere operatori commerciali, attività economiche e ipermercati già presenti nel Bresciano a trasferire le loro attività in questo quadrante.
L’OK REGIONALE. Le ultime cautele politiche (la resistenza della Lega era risaputa) sono cadute il 6 ottobre scorso quando, in una riunione a Milano fra l’assessore regionale Alessandro Moneta, il presidente della Provincia Alberto Cavalli (con l’assessore leghista Aristide Peli), l’assessore comunale Valter Braghini e il sindaco di Castenedolo Giuliano Salomoni, è stato siglato l’accordo che sancisce l’intenzione di tutti di partecipare all’Accordo di programma.
Venerdì scorso è toccato alla giunta regionale dire sì all’operazione che subito dopo è entrata nel vivo. L’altro giorno, racchiuso in due faldoni blu, è stato depositato al Comune di Castenedolo il progetto per la cittadella: lo firmano gli architetti Mario Abba, Giorgio Rovati e Massimo Marai, ma anche gli spagnoli della Rtkl (specializzati nella progettazione di stazioni ferroviarie, con all’attivo realizzazioni da Cleveland a Tokio, da Salamanca a Madrid).
NUOVE DISPOSIZIONI. Rispetto al vecchio progetto è cambiata in maniera significativa la disposizione dei volumi previsti. L’area più a sud è lasciata libera come zona di rispetto aeroportuale. La linea Alta velocità divide nettamente il comparto in due aree: a sud lo stadio e i relativi parcheggi (5000 posti-auto a raso e 400 sotterranei per vip e società), a nord il centro commerciale (con 8000 posti-auto) e il centro direzionale con l’albergo (3000 posti-auto). Al centro, proprio dove oggi sorge la cascina Fenil nuovo che sarà abbattuta, sorgerà la stazione ferroviaria (cinquemila metri quadrati di superficie, 2000 posti-auto a disposizione).
LE QUANTITÀ. Il comparto si estende per 737.276 metri quadrati. Oltre due terzi (586.776 metri) riguarderanno il centro polifunzionale. Le superfici lorde previste, a nord della ferrovia, ammontano a 187mila metri quadrati. Di questi 75.500 saranno a destinazione commerciale, 42.500 para-commerciale (banche, agenzie viaggi, ecc.), 22.000 ludico-ricreativa (multisala, pista di go-kart coperta, bowling, ecc.), 35.000 terziario-direzionale, 12.000 ricettiva (è previsto un albergo da 200 stanze).
Quanto ai parcheggi, 206mila metri quadrati saranno a servizio del centro commerciale, 60mila alla stazione, 120mila (a raso) per lo stadio, 56mila per il centro direzionale e l’albergo. Tutto il comparto sarà ribassato di 5 metri rispetto al piano-campagna per attutire l’impatto visivo. La linea ferroviaria qui viaggerà su piloni e la stazione sarà attestata a 9 metri sul piano-campagna. L’edificio (che sarà realizzato da Opera e farà corpo unico con il centro commerciale) si presenterà come un’avveniristica cupola in vetro e acciaio. I disegni disponibili danno l’idea di un serpentone adagiato nella campagna, che addenta i binari.
STADIO DA UEFA. Il progetto dello stadio è quello ormai noto: 25mila posti a sedere disposti su due livelli, pubblico a ridosso del perimetro di gioco, palchi e salotti per i vip, dotazione tecnologica spinta. Potrebbe essere il primo stadio italiano omologato secondo i nuovi standard Uefa. Attorno grande spazio alle piante per ombreggiare i maxi parcheggi.
PARTNER INTERNAZIONALI. Tutto il comparto, assicurano i proponenti, sarà cablato, sottoposto a telecontrollo. Si entrerà allo stadio con delle card, accessi e spostamenti saranno governati da chip. Il tutto sotto la regìa di una società al top mondiale del settore. Anche per la gestione del maxi-centro commerciale già si parla di un operatore straniero, mentre nell’investimento multi-milionario ptorebbero entrare dei fondi stranieri. Previsto anche un collegamento diretto fra stazione ferroviaria e aeroporto: si ipotizza una monorotaia sotterranea.

 

LA CONFESERCENTI IL 3 DICEMBRE 2004:

Bresciaoggi 3/12/04

Il presidente Piergiorgio Piccioli in campo contro la «Cittadella dello sport e del commercio» a Castenedolo

Confesercenti: «Alt al mostro»

«Sì al nuovo stadio, no un centro che uccida gli esercizi al dettaglio»

Sì al nuovo stadio del Brescia calcio. No alla «cittadella del commercio» di Castenedolo che è «un mostro» e minaccia di uccidere «il commercio in una vasta zona».
All’indomani della presentazione su Bresciaoggi dei tratti salienti della «Cittadella» che Opera srl e Brescia Calcio intendono realizzare a Castenedolo, Confesercenti scende in campo per manifestare tutta la propria contrarietà. Lo fa con il suo presidente Piergiorgio Piccioli e con Fabbio Baitelli, che contestano duramente il progetto.
Si sa che il Rigamonti-bis privato si farà a Castenedolo se i costruttori avranno un cospicuo ritorno dalla restante parte dell’investimento immobiliare (centro commerciale e centro direzionale). Confesercenti cerca di salvare lo stadio e affossare il resto. Ma soprattutto contesta gli enti locali - Comune di Brescia, Provincia e Regione - che «continuano a dichiararci di voler salvare il piccolo commercio» e poi si accingono ad approvare un’operazione come questa, «che lo uccide».
«Non siamo stati chiamati ad esprimere alcun parere sulla collocazione del nuovo stadio. Capiamo che lo stadio attuale è inefficiente e inadeguato, che il Brescia calcio ha la necessità di capitalizzarsi. Ma non possiamo condividere il fatto che lo stadio si faccia in un contesto che finisca per uccidere il commercio della zona».
La «cittadella» (che prevede una superficie commerciale equivalente a due "Rondinelle") per Piccioli «avrà un effetto esiziale per un altissimo numero di aziende da Brescia al Garda, cambierà le abitudini d’acquisto, avrà impatto sulla viabilità».
Piccioli ricorda che questa zona ha già una concentrazione media di strutture di vendita «superiore a quella della provincia di Brescia, che pure è la più alta d’Europa»: ogni mille abitanti, fra Brescia e Desenzano, ci sono 705 metri quadrati di grandi strutture di vendita (464 la media provinciale, 317 quella regionale) e 1480 metri di medie e grandi strutture di vendita (la media provinciale è 1077 metri, quella regionale 806 metri).
Il leader di Confesercenti contesta Pirellone e Broletto: «La Regione con la sua programmazione ha detto che non c’è spazio per altri insediamenti di grande distribuzione. La Provincia con il Piano territoriale di coordinamento ha detto la stessa cosa. Una delibera provinciale approvata da tutti i gruppi ha chiesto una moratoria per i centri della grande distribuzione: non può esistere che un singolo Comune faccia un’iniziativa di questa dimensione, con svantaggi che ricadono altrove. Altre Regioni prevedono, in casi simili, che i vantaggi economici (oneri di urbanizzazione, gettito Ici) non vadano a un solo Comune, ma a tutti quelli che subiscono il danno».
Secondo Piccioli lo stadio sarebbe fattibile anche con il contributo pubblico, «se solo il Comune di Brescia destinasse all’iniziativa una parte delle risorse che si creerebbero liberando le aree di Mompiano».
Piccioli prevede che una «cittadella» come quella prevista a Castenedolo «porterà presto alla rottamazione anche di importanti strutture della distribuzione organizzata».
L’altra contestazione che Confesercenti muove al maxi-polo di Castenedolo riguarda «il consumo del territorio dopo che la città, venti giorni orsono, è stata attraversata da manifestazioni che contestavano l’eccessivo consumo di aree». Piccioli auspica dunque «un rinsavimento di Comune, Provincia e Regione». «Basta con le dichiarazioni amichevoli e le false programmazioni - ammonisce il presidente di Confesercenti - rischiamo di arrivare a una situazione di tipo francese, dove gli enti pubblici stipendiano i commercianti perchè tengano aperti i negozi. Qui non è già tutto deciso: noi ci appelliamo alle forze politiche, alle amministrazioni, perchè mettano in campo elementi di coerenza e questo mostro venga bloccato».
Neppure l’eventualità che a Castenedolo «emigrino» licenze già esistenti e non ne aprano di nuove pare rassicurare Confesercenti: «Rimane il fatto - osserva Baitelli - che lo stadio si è ridotto a essere un quarto dell’intervento e tutto il resto è lievitato. La zona è comunque satura di strutture commerciali, e qui se ne aggiunge una che è più grande di tutte quelle esistenti. Il trasferimento qui di licenze già esistenti sarebbe un rimedio di corto respiro. E non è detto che, dove viene lasciata libera una struttura commerciale, non arrivi presto altra grande distribuzione».
Massimo Tedeschi


Giornale di Brescia 3/12/04

Confesercenti: va bene il nuovo stadio, ma non quel che lo attornia
«No al Centro commerciale»

Rosario Rampulla

«Brescia ha bisogno di uno stadio nuovo, questo nessuno lo mette in discussione, ma di certo non ha bisogno che l’impianto sportivo venga circondato da una struttura commerciale abnorme e sostanzialment e dannosa per tutto il comparto». Dopo l’accordo di programma con la regione per la realizzazione di una Cittadella dello sport e telematica nell’area di Castenedolo, la Confesercenti critica aspramente tutto il progetto. Osserva preliminarmente Pier Giorgio Piccioli, presidente dell’associazione: «Quando si è trattato di dare un parere sulla collocazione del nuovo stadio non siamo stati minimamente interpellati, nonostante il nostro coinvolgimento sia determinato dal fatto che tutto intorno si vuole sviluppare un’area di grandi insediamenti commerciali che avrà ripercussioni su tutto il settore». Il presidente di Confesercenti ha tenuto a precisare «che non vengono sollevate obiezioni sul fatto che si costruisca lo stadio a Castenedolo, dove anzi potrebbe fruire di una rete viaria ottimale in previsione dell’Alta Velocità». Il punto dolente è semmai che «nonostante il Piano territoriale provinciale di coordinamento stabilisca che a Brescia non ci sono ulteriori spazi da destinare alla grande distribuzione ed in presenza di una delibera con cui il Consiglio provinciale ha approvato una moratoria sull’apertura di nuovi esercizi di grande metratura, viene prospettato per Castenedolo un Centro commerciale spropositato, che finirebbe per uccidere i profitti della rete commerciale limitrofa». Per Piccioli non sembrano esserci dubbi: «Se vogliono rottamare il commercio lo dicano pure e Confesercenti si comporterà di conseguenza». Una situazione dunque molto fluida, in cui gli interessi in campo non sono da sottovalutare «visto che il valore dei terreni crescerà in maniera esponenziale». «Il nostro augurio - ha concluso Fabbio Baitelli - è che nel progetto lo stadio torni ad avere un ruolo centrale senza essere relegato, come accadrebbe ora, ad occupare solamente un quarto di tutta l’area interessata».

 

FELICE GARZETTI (MARGHERITA) IL 3 DICEMBRE 2004:

Nuovo stadio e centro commerciale a Castenedolo

La scelta della Regione di far sorgere il nuovo stadio del Brescia Calcio con annesso centro commerciale nell'area di Castenedolo, a pochi metri dal confine di Montichiari, è una grave sconfitta per la nostra amministrazione comunale. Ora sorgerà un'immensa area sportivo commerciale nella zona della Fascia D'Oro, che porterà a Montichiari tutti gli inconvenienti e disagi che questa opera comporta (consumo di area verde, aumento del traffico, agguerrita concorrenza ai nostri commercianti, forse problemi con i tifosi,...), senza avere nessun vantaggio dall'operazione. Il Comune di Castenedolo infatti, avrà un'enorme introito finanziario dagli oneri di urbanizzazione e dall'afflusso costante di ICI per gli anni a venire, nonché si avvantaggerà di una considerevole ricaduta sullo sviluppo economico occupazionale del proprio comune. Inoltre questa operazione sancisce definitivamente una sconfitta politica della Lega. Lega che governa in Regione ed in Provincia e che, con questa operazione, da il via libera ad un gigantesco centro commerciale di 75.000 mq (il doppio delle Rondinelle) presso la Fascia D’Oro. Forse mi sfugge qualcosa, ma non è la stessa Lega che in campagna elettorale, ed ancora oggi, continua a predicare che non si costruiranno più nuovi centri commerciali in provincia di Brescia? Inoltre considero la vicenda una magra consolazione per il nostro sindaco, che afferma in Consiglio Comunale di essere contrario alla costruzione di nuovi centri commerciali a Montichiari e se ne vede costruire uno gigantesco sul confine con i voti favorevoli della Lega provinciale e regionale. Mi chiedo come verrà spiegato tutto ciò hai nostri commercianti, che certamente subiranno un duro colpo da questo nuovo stadio e maxi-centro commerciale.

Felice Garzetti

Consigliere Comunale della Margherita

 

LA LEGA (FLOCCHINI - REGIONALE) IL 4 DICEMBRE 2004 PRECISA:

Bresciaoggi 4/12/04

Il consigliere regionale Flocchini (Lega)

«Sullo stadio non c’è ancora alcun parere»

Giovanmaria Flocchini, consigliere regionale della Lega ha approvato la presa di posizione di Piergiorgio Piccioli, presidente della Confesercenti sul tema della cittadella dello sport di Castenedolo: «Rilevo con soddisfazione il fatto che anche Confesercenti si sia espressa nei termini che la Lega Nord sostiene da molto tempo. Anche Piccioli - spiega Flocchini - si trova concorde sul fatto che la costruzione di un nuvo stadio non possa essere il pretesto per l’insediamento di un mostro di cemento altamente lesivo della salvaguardia ambientale e contrario agli interessi del tessuto produttivo e commerciale locale. La realizzazione di un nuovo impianto sportivo per il Brescia calcio può anche trovarci d’accordo, ma questo non deve avvenire a scapito degli equilibri ambientali e commerciali».
«Sono stupito dell’atteggiamento degli enti locali - prosegue Giovanmaria Flocchini - che si sono letteralmente inventati una serie di problematiche per avversare il piano cave, adducendo ingiustificate motivazioni, ma non hanno ritenuto opportuno spendere anche una sola parola per contrastare questo scempio edilizio, arrivando invece a sostenerne una presunta utilità per poter usufruire probabilmente degli eventuali oneri di urbanizzazione».
«Fino ad ora non si è registrato nessun parere favorevole all’insediamento di Castenedolo da parte degli organismi preposti. La Regione ha svolto le funzioni a cui è chiamata - conclude Flocchini - con responsabilità istituzionale, nella fase relativa all’accordo di programma, con profonda sensibilità politica e civica nel momento in cui ha ribadito l’impossibilità a concedere ulteriori spazi per altri insediamenti di grande distribuzione: quindi qualsiasi ipotesi legata al nuovo stadio dovrà necessariamente partire da questi presupposti, che per noi rappresentano un’autentica e concreta conditio sine qua non».


E ANCORA:

Giornale di Brescia 4/12/04

A Castenedolo no al «mostro» commerciale
PROGETTO NUOVO STADIO

BRESCIA - «Un diniego ferreo verso il mostro commerciale di Castenedolo». La Lega Nord raccoglie senza indugi l’ammonimento del presidente di Confesercenti Pier Giorgio Piccioli e, a mezzo comunicato stampa, manifesta la propria avversione al progetto che vorrebbe a Castenedolo la realizzazione di un’area commerciale entro la quale troverebbe spazio un nuovo stadio per il Brescia Calcio. Secondo Giovanmaria Flocchini, consigliere regionale della Lega Nord «la costruzione del nuovo impianto sportivo non può essere la scusa per un progetto lesivo degli interessi del settore produttivo locale così come dell’ambiente circostante». Per la Lega è una questione di principio «che non trova per ora sostegno a livello di Enti locali». Flocchini lamenta «la latitanza delle Amministrazioni già dimentiche della fermezza con cui fino a pochi giorni fa si schieravano contro il piano cave. Invece di scendere in campo per contrastare quello che si annuncia come uno scempio edilizio si affrettano a giustificarne la presunta utilità, forse in cerca di un guadagno attraverso gli oneri di urbanizzazione». «Fino a ora - conclude Flocchini - nessuno degli organismi preposti si è espresso a favore dell’insediamento di Castenedolo. La Regione ha mantenuto un atteggiamento responsabile ribadendo l’impossibilità di ulteriori spazi da adibire alla grande distribuzione». (r.r.)

 

L'ECO DELLA BASSA IL 12 FEBBRAIO 2005:

La volpe e l’uva, ovvero il Sindaco Rosa e lo Stadio del Brescia

La volpe, dopo aver inutilmente tentato con grandi salti di cogliere i grappoli appetitosi dell’uva matura che pendevano dall’alta pergola, mortificata, dovette a malincuore rinunciare. Per non dare a vedere il suo fallimento agli altri animali, esclamò ad alta voce: “Non è ancora matura, non voglio coglierla acerba”.  Ci è venuta in mente questa famosa favola, leggendo i giorni scorsi le dichiarazioni del sindaco Rosa in merito allo Stadio del Brescia-Calcio che ora sembra sorgerà a Castenedolo (Il Gazzettino, 22 gennaio 2005). “Ritengo -dice Rosa- non sia opportuna la realizzazione di un grande impianto sportivo, comprensivo anche di un centro commerciale, sul nostro territorio: ciò determinerebbe la fine di molte piccole attività del settore. Su questo argomento mi ero già espresso più volte, ma, evidentemente, non sono stato sufficientemente chiaro”.  Chiaro, chiarissimo, però, che Rosa mente clamorosamente e senza ritegno, perché è vero invece che lui e la sua Giunta lo Stadio lo volevano, lo volevano con piena convinzione e forte determinazione politica, come la volpe voleva l’uva. E lo volevano naturalmente sul territorio di Montichiari, a Fascia d’Oro. Ci furono strani balletti di aree in quella zona nell’estate del 2001, ma almeno sembravano finalmente chiuse le ambigue strategie della Giunta di Montichiari e sembrava finire l’evasività del sindaco ogni volta che era chiamato a dare risposte, anche in Consiglio comunale, sull’argomento spinoso del Centro commerciale.   A smentire totalmente quello che Rosa dichiara oggi, parlano gli atti ufficiali di ieri. Nella Delibera della Giunta n° 221 del 15 ottobre 2001 e nei suoi allegati sottoscritti dal sindaco, si diede allora piena via libera al mega-centro polivalente di Fascia d’Oro. Infatti in quei documenti così si legge tra l’altro: “Questa amministrazione comunale ritiene opportuno [...] esprimere il proprio interesse e assenso preliminare all’intervento di cui trattasi, al fine di assicurare l’avvio della complessa operazione [...] In particolare, il Comune di Montichiari si impegna a perseguire tutti gli strumenti di semplificazione e di concertazione amministrativa vigenti, onde consentire la realizzazione del complesso polifunzionale. Inoltre [...] si impegna a verificare la possibilità di adottare politiche urbanistiche ed edilizie agevolatrici dell’intervento...”.   Come si vede, la volontà politica dell’Amministrazione comunale di Montichiari di volere sul proprio territorio il grande complesso era chiarissima. Ma .....

non basta: un mese prima, precisamente il 19 settembre 2001, era stato allo scopo sottoscritto e suggellato a Brescia il relativo accordo di intenti fra il sindaco Rosa, il presidente del Brescia-Calcio e il presidente della Provincia Cavalli per la costruzione del grande complesso polifunzionale a Montichiari; la notizia aveva avuto notevole risonanza sulla stampa bresciana e nazionale (vedi anche il servizio dell’Eco del 10 novembre 2001).   Cosa è avvenuto dopo di allora? Perché di quell’accordo e di quella delibera non se ne è fatto più niente, mentre il progetto, quasi identico, è scivolato di poche centinaia di metri in territorio di Castenedolo?

Per quanto ne sappiamo noi, avvennero almeno due fatti importanti, uno conseguente all’altro: primo, intervenne la Magistratura penale per pesanti ipotesi di reato sulla vicenda, come diede ampia notizia la stampa, anche nazionale, nelle ultime settimane del marzo 2002; secondo, gli operatori abbandonarono decisamente gli amministratori monteclarensi, non ritenendoli evidentemente affidabili, e preferirono, restando sempre nel zona di Fascia d’Oro, passare nel comune di Castenedolo.    Se così avverrà, il danno di cui parla il sindaco per le piccole attività monteclarensi sarà ben maggiore, perché il Centro polivalente sarà comunque alle porte di Montichiari, ma i monteclarensi non avranno più alcuna voce in capitolo.

Un rospo pesante per la Lega bresciana lo scacco subito a Montichiari, e si dice che essa abbia fatto di tutto per bloccare Castenedolo e tornare al progetto su Montichiari. Chissà: forse i giochi su questa grande operazione che muove molte decine di miliardi delle vecchie lire sono ancora aperti, e con questo non vogliamo metterci fra i sostenitori ad ogni costo di questo intervento.   È certo, comunque, che sull’intera vicenda non si saprà mai niente di chiaro dal sindaco Rosa: egli giudica le nostre “polemiche e strumentalizzazioni politiche inutili, in cui comunque -dice- non sono mai entrato e mai entrerò”. Con buona pace dei monteclarensi, ai quali, del resto, pare non interessino più di tanto le questioni importanti del loro territorio.

Red

 

 

LETTERA DI ORIZIO (DS) DELL'APRILE 2005

Il nuovo stadio a Castenedolo... e dintorni

La lettera del signor Gabriele Pellegrini di Barbariga, ospitata sul quotidiano da Lei diretto, ha - al di là dei contenuti e dei punti di vista - il merito di riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica la vicenda dello stadio di Castenedolo. Prendo dunque le mosse dalle considerazioni del signor Pellegrini (al quale peraltro riconosco, conoscendo la sua collocazione ambientalista, una rigorosa coerenza) per rimarcare due semplici considerazioni. La prima. È evidente che Brescia - la sua provincia - debba dotarsi di una struttura innovativa, moderna e più funzionale alle esigenze di quanti seguono e praticano lo sport. È altrettanto evidente che in città la localizzazione di una tale struttura non possa trovare un adeguato spazio. In ragione dei costi, interamente a carico di operatori privati, è necessario che si realizzi accanto al progettato stadio nuovo una valorizzazione urbanistica della zona con la realizzazione di strutture che ne consentano un utilizzo superiore al calendario calcistico e poste al servizio di altri sport con parcheggi e shopping. È inoltre assodato che lo Stadio si faccia a Castenedolo, una volta verificati e superati gli aspetti di natura tecnica connessi ad altre opere (quali l’alta velocità, l’allungamento della pista, lo spostamento conseguente della Sp 23, la realizzazione della corda molle). Deduco questa mia valutazione anche dalla delibera della Giunta Regionale che in data 26 novembre 2004 ha dato la sua adesione al progetto di accordo di programma per la realizzazione della Cittadella Telematica per le attività sportive, commerciali e tecnologiche, in ragione della quale si è costituito il tavolo tecnico con la volontà di arrivare all’accordo di programma definitivo e con il riconoscimento al Sindaco di Castenedolo della funzione di coordinatore. La Regione ha una posizione chiara, espressa da Formigoni anche in sede di campagna elettorale. La Provincia invece, a mio modo di vedere, vive ancora in modo sofferto la decisione. È nota infatti la differenza di valutazioni tra l’Assessore Sala, il consigliere Bettinzoli e le posizioni dell’Assessore leghista Peli o del vicepresidente Gelmini il quale all’indomani della riunione in Regione per l’istituzione del tavolo istituzionale sentiva la necessità di smarcare la Lega dalla delibera provinciale di adesione, affermando la contrarietà della Lega alla costruzione di uno stadio a Castenedolo. Una ambiguità che va sciolta dal presidente Cavalli. Una seconda considerazione viene spontanea analizzando l’atteggiamento ondivago della Lega, sin dalla nascita della vicenda stadi. Una vicenda ingarbugliata in quanto in una prima fase si parlava del sedime di Montichiari quale sede della realizzazione del nuovo stadio. Una storia che appare oggi dimenticata, ma la stampa a suo tempo aveva riportato la notizia di un coinvolgimento della Magistratura, di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza in Municipio, di registrazioni telefoniche, di un possibile coinvolgimento del Sindaco Rosa e dell’Assessore Gelmini. Lo stesso sindaco di Montichiari in un apposito Consiglio comunale, convocato su richiesta dell’opposizione, il 15/04/2002, aveva ammesso le perquisizioni in Comune. Una storia giudiziaria che come un fiume carsico è riemersa di tanto in tanto, basta scorrere la stampa dove si dava notizia di iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito di un procedimento dove si ipotizzava il reato di concussione e di abuso d’ufficio per atti legati alle vicende dello stadio di Montichiari. Una storia che vide rappresentanti istituzionali della Lega: Assessori provinciali, Parlamentari e Ministri precipitarsi a sostenere la tesi della persecuzione contro le persone coinvolte. Tutto ciò si è perso nelle nebbie. Come mai? Sinceramente sono convinto che le persone e gli esponenti istituzionali allora coinvolti, come del resto qualsiasi altro cittadino, abbiano il diritto di provare la loro estraneità ai fatti, come noi ci auguriamo. Ritengo però non sia accettabile che da allora (2001) ad oggi i cittadini non abbiano saputo più nulla su una vicenda giudiziaria che ha lasciato, e continua a lasciare a Montichiari e al livello provinciale, strascichi e sulla cui conclusione l’opinione pubblica rimane all’oscuro.

LEONE ORIZIO - Segreteria provinciale Ds Brescia

 

LETTERA DI BERTOLINI (DS) DEL MAGGIO 2005

Montichiari e le indagini

Caro direttore, nei giorni scorsi, leggendo sul suo giornale la lettera di Leone Orizio (segreteria Ds) nella quale chiedeva, riferendosi alle indagini giudiziarie avviate nella primavera del 2002 nei confronti degli amministratori del comune di Montichiari e legate alla costruzione di due stadi di calcio (uno per il Brescia e l’altro per la squadra locale), che – una volta per tutte - si chiudesse la questione, mi è venuto spontaneo ripensare alle vicende direttamente vissute tre anni fa. A quel tempo ero consigliere comunale e come tale partecipai alla riunione del Consiglio del 18 aprile 2002 nella quale il sindaco, interpellato dalle opposizioni, pur ammettendo che in data 19 marzo la Guardia di finanza si era presentata in Comune per chiedere copia di tutti gli atti relativi ai due stadi di calcio, dichiarò di non avere ricevuto alcun avviso di garanzia. Concludendo il suo intervento, il primo cittadino si augurava che le indagini non si trascinassero all’infinito e magari riprese nelle vicinanze delle successive elezioni. Questo appuntamento è passato ormai da tempo, ma delle indagini non se n’è più sentito parlare, né in un senso, né nell’altro. Avevo ed ho un diretto interesse a conoscere l’esito finale di quella vicenda. Nell’estate del 2002 presentai un ordine del giorno in cui chiedevo lumi sulla gara attraverso la quale i lavori per la costruzione dello stadio del Montichiari Calcio erano stati assegnati all’associazione temporanea di imprese (di cui faceva parte l’A.C. Montichiari) dato che, a mio parere, vi erano state delle irregolarità; proponevo altresì che fosse stimato il valore della ghiaia scavata (dato che si prevedeva di collocare l’impianto ben 7 metri sotto il piano campagna) per poi chiedere di accollare l’importo individuato all’associazione che aveva vinto la gara, dato che il problema non era stato tenuto in considerazione. Il mio documento per ben 2 consigli non venne mai messo in discussione (la maggioranza leghista arrivò persino ad assentarsi dall’aula per non affrontarlo) ed alla fine (dicembre) fu dichiarato inammissibile grazie al voto dei 12 componenti della Lega Nord. Da quel momento in me è rimasta – forte - la curiosità di sapere se le mie deduzioni fossero campate in aria o avessero una loro consistenza. La risposta, mi dicevo, mi sarà data dal pronunciamento finale del giudice. Ecco perché, a mia volta, sollecito la ripresa delle indagini, proprio al fine di allontanare, eventualmente, qualsiasi dubbio, anche quelli che in me sono intervenuti nel momento in cui i nostri amministratori, alla fine del 2003, hanno deciso di abbandonare il progetto della costruzione del nuovo stadio in via Falcone, accorgendosi, dopo aver per più di due anni affermato il contrario, che lo stesso non era più necessario.

Giulio Bertolini Montichiari

 

DAL SITO DELLA LEGA DI MONTICHIARI MAGGIO 2005

Alcune riflessione sullo stadio del Brescia

di Togni Marco

Da qualche tempo parecchi politici e politicanti hanno ripreso il dibattito a distanza e tramite giornali sulla questione dello stadio del Brescia Calcio.   In particolare in data 20 aprile 2005 il Giornale di Brescia ospitava una lettera del segretario provinciale dei DS Leone Orizio.

Orizio da prima dice che Brescia, ovvero la sua provincia, debba dotarsi di una struttura innovativa per quanti seguono e praticano lo sport del calcio. Prosegue poi dicendo che in città questa struttura non trova spazio, e che la stessa in ragione dei costi di costruzione necessiti di una "valorizzazione urbanistica della zona con la realizzazione di strutture che ne consentano un utilizzo superiore al calendario calcistico e poste al servizio di altri sport con parcheggi e shopping".   Da qui la prima domanda: perchè usare tutto questo giro di parole anziché dire semplicemente che abbisogna di un Mega Centro Commerciale avente superficie coperta di 120.000 mq ovvero 3-4 volte l'intera superficie del Centro Fiera?  Ebbravo Orizo! Da buon politico ci gira intorno, non si spiega a dovere, imbroglia e confonde le idee di chi lo legge.

Orizio passa poi a fare una seconda considerazione ovvero pone una verifica sul comportamento a suo giudizio ondivago della Lega. Ondivago? Perchè? Perchè poi non spiega il motivo per cui lo considera ondivago?  Il segretario DS invece di spiegare perchè la Lega a suo giudizio abbia tenuto tale comportamento, passa a ricordare che la magistratura e la Guardia di Finanza nel 2001 hanno effettuato delle perquisizioni presso il municipio di Montichiari per verificare eventuali coinvolgimenti da parte del Sindaco e dell'Assessore Gelmini. In che cosa? Mai lo abbiamo saputo! Quali sono le eventuali accuse? Interessante in ultima la conclusione di Orizio dove sembra voler spronare la magistratura a continuare con la vicenda messa in piedi.

A sto punto propongo alcune considerazioni e un breve riepilogo dei fatti:

  1. il nuovo stadio a Brescia non si poteva e non si può costruirlo. A Montichiari lo spazio c'è;
  2. Montichiari è "in mano" alla Lega e fa molto parlare di se (ahimè per gli avversari);
  3. alle sinistre e a Corsini il punto 2 non va proprio giù!
  4. a Montichiari eravamo favorevoli alla costruzione dello stadio. Poi "i signori del Brescia" hanno cominciato a parlare di centro commerciale, al quale noi abbiamo detto no!! Abbiamo fermato il progetto presso la Ex-Valentini (e la gente per questo ci ha votato) e adesso ce ne propongono un altro un km più a ovest ?! No grazie!
  5. gli interessi e le speculazioni per la costruzione del centro commerciale (ops ... stadio) sono enormi;
  6. quale metodo migliore per svincolarsi dagli accordi presi che far partire delle denuncie contro Montichiari? Con l'inquisizione della GdF e della magistratura si ottiene per il Brescia Calcio la possibilità di andare a cercare terreno fertile a Castenedolo e alle sinistre di screditare l'operato della Lega a Montichiari e soprattutto dei suoi esponenti: il Sindaco Rosa e Gelmini allora segretario provinciale della Lega Nord;
  7. la Lega Nord intanto anche a livello provinciale continua a dire no al centro commerciale;
  8. per lo stadio la strada è in salita: piano d'area, allungamento della pista del areoporto, corda molle, alta capacità o alta velocità che vuol si dica,
  9. il progetto dello stadio continua a cambiare nome: Stadio del Brescia, Cittadella Telematica (che ci fanno le trasmissioni di dati?), centro polivalente, ecc... Perchè non parlano mai del centro commerciale?
  10. la Lega lo scorso anno ha nuovamente stravinto le elezioni a Montichiari con il 64% dei voti e dall'alto delle segreterie provinciali di sinistra l'ordine è quello di demolirla .
  11. le sinistre a Montichiari e a Brescia si mettono quindi a scrivere lettere sui giornali e ricominciano a fare casino. L'esito a cui auspicano è di far ripartire l'inchiesta su Rosa e Gelmini (ora vicepresidente della Provincia)
  12. l'inchiesta è ferma da 4 anni. Perchè? Semplice, contro Rosa e Gelmini non hanno proprio nulla a maggior supporto della tesi formulata al punto 6 succitato.

I punti di cui sopra sono solo una delle tante teorie (non verificate) che la gente di Montichiari sostiene. Dico che a mio giudizio è una delle più accreditate e tutto sommato diventa anche facile sostenerla.   Vedremo se lo stadio del Brescia verrà costruito, vedremo dove, vedremo quando, vedremo come, vedremo se ci sarà un centro commerciale.  Intanto noi della Lega manteniamo la nostra contrarietà ai centri commerciali, sia a livello comunale, sia a livello provinciale.   Orizio intanto dovrebbe verificare dove la Lega ha mantenuto un comportamento ondivago oppure tacere!  A lui la scelta. 

 

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